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Autore: _nama99_    25/07/2017    0 recensioni
Un' isola sperduta sperduta, dove vengono rinchiusi alcuni criminali molto temuti e pericolosi.
Un' isola con un piccolo segreto, che sanno in pochi, oltre ai suoi abitanti.
Una bambina di 4 anni ritrovata in una casa in fiamme, sopravvissuta ad una tragedia, che ha come conseguenza la solitudine per la piccola.
Una piccina con le punte dei capelli di diversi colori, con molti orecchini ad un solo orecchio, piuttosto diversa dalle altre bambine della sua età.
Ma cosa c'entra la bambina con l'isola?
Riguarda forse il misterioso segreto dell'isola?
Che fine avrà fatto la piccola?
Genere: Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1° CAPITOLO
Sono 14 anni che ormai sono sola. Sopravvissuta solo grazie a Iris, la mia migliore amica, l'unica del posto che non ha mai pensato che fossi morta e ha continuato a cercarmi. Tra poco devo incontrarmi con lei, intanto vado al piccolo fiume vicino al mio rifugio, controllo che non ci sia nessuno nelle vicinanze e mi avvicino alla riva. per poi tuffarmi. Dopo un po' esco dall'acqua e aspetto, seduta su una grossa roccia al sole, che i miei vestiti si asciughino. Mi guardo intorno, riconoscendo la natura che mi ospita da sempre. Appena i vestiti si asciugano, ritorno al mio piccolo rifugio, che non è altro che una grotta. Al suo interno vi sono alcuni libri, cioè regali di Iris, una cassa di legno, dove riporre tutte le mie provviste, e una montagna di cuscini che uso come letto. Vado vicino ai miei libri e prendo la spazzola, iniziando a pettinarmi i capelli.
Iris vive nella piccola città periferica del posto, con i suoi genitori, entrambe guardie carcerarie. Per questo motivo li vede solo metà giornata e il tempo restante lo passa con me. 
A questo pensiero ricordo l'appuntamento e poso la spazzola, prendo la mia  vecchia borsa a tracolla e ci metto una bottiglietta d'acqua, il libro che ho iniziato a leggere e una vecchia felpa, casomai incominci a fare freddo. Esco dal rifugio e vado verso il centro del bosco, correndo e con un piccolo sorriso stampato sulle labbra, perché felice di rivedere Iris. Appena arrivata mi siedo su un tronco in mezzo alla piccola radura e prendo il libro, incominciando a leggere e aspettando la mia unica amica. Dopo un po' sento alcuni passi che poi si fermano alla mia sinistra. Senza alzare lo sguardo dal mio libro comprendo che è arrivata la mia amica.
«Iris...» chiudo il libro e la guardo. «Sei sempre in ritardo» dico per poi mettermi a ridere. 
In risposta lei sbuffa e io non riesco a fermare la mia risata. In più si aggiunge subito anche la mia amica e, come due idiote, ridiamo fino alle lacrime. 
  «Adoro incontrarti Iris.» le sorrido e metto il libro nella tracolla.
«Lo stesso vale per me Berenice.» mi guarda sorridendo.  «Porti ancora quella tracolla? Mi meraviglio che sia ancora intera.»
«Non offendere la mia fashion e beautiful borsa.» 
«Ohhh... Va bene capo.» fa il saluto militare e ridacchia.
«Sempre la solita scema. Dove vuoi andare di bello?» chiedo mentre scendo dal tronco.
«Ehm.... Vogliamo avvicinarci al reclusorio? In città hanno detto che dopo molto tempo faranno fare una visita guidata a degli studenti. E io sto morendo dalla curiosità.»
«Iris.. Accetto, ma non dobbiamo farci vedere, ricordati che io sono un fantasma.» dico saltellandole attorno e ridendo.
«Va bene, piccolo e pazzo fantasma di Berenice» dice Iris sorridendomi.      
Le sorrido e ci incamminiamo verso il reclusorio. Io riesco a muovermi senza far percepire a il rumore dei miei passi e, su questo fronte, Iris sta diventando molto brava. Bhe deve questo alla sua ottima insegnante. Visto che il tragitto sarà leggermente lungo e io non riesco a stare zitta, le chiedo «Perché fanno fare una visita guidata a dei studenti? Poi al reclusorio.. Se non erro, ciò non è mai successo, perché i governatori non vogliono svelare il segreto dell'isola. E, poi, le guardie del reclusorio sono solo coloro che fanno parte delle famiglie che abitano in città e che hanno il coraggio di farlo. Si sa che in quel posto vivono sia uomini che donne, come conseguenza non c'è altro che l'aumento di gente.....»
  «Benerice, sei sempre curiosa di scoprire il perché delle azioni degli altri» ridacchia Iris. «So, se ho capito bene, che c'entra un progetto. Ma non hanno rivelato dettagli a noi sempliciotti di città.»
«Spero che il progetto non includi la ricerca del "fantasma Berenice.."» dico le ultime con una voce stupida, cercando di far spaventare la mia amica, ma come effetto ottengo solo una risata.
  «Ormai sono passati 14 anni.. Sei davvero un fantasma.. Immagina la loro faccia se ti trovassi davanti agli altri» esclama Iris senza smettere di ridere, e al pensiero di ciò che potrebbe succedere parte anche la mia risata.
Ora solo 5 metri ci distanziano dal reclusorio. Guardandola da qui sembra un'enorme fortezza piena di guardie che cercano di difendere il re, ma in realtà cercano di proteggere coloro che non sono dentro quel luogo. Vedendo tante guardie, cerchiamo di pensare uno stratagemma per entrare e l'unico modo è passare per la porta principale. Osservo Iris e il portone. Un ghigno compare alle mie labbra e guardo la mia amica che la mia stessa espressione. Ci nascondiamo dietro un cespuglio e lego i miei capelli, cercando di nascondere le punte e gli orecchini. Iris mi guarda e annuisce mentre anche lei fa lo stesso. Scruto il suo abbigliamento e la riempio leggermente di terra. Cercando di non ridere, le spiego che ciò serve per far credere che siamo delle contadinelle che prenderanno il posto delle madri in cucina. Lei sorride, perché aveva già capito il piano. Ci avviciniamo all'enorme portone e  vediamo le due sentinelle scrutarci. Ormai di fronte loro, inizio a parlare. 
«Salve, guardie nostre protettrici. Siamo qui perché le nostri due madri si son ammalate e ci hanno mandate a prendere il loro posto in cucina.» Guardo Iris che annuisce e le due sentinelle si scambiano uno sguardo, per poi farci passare. Io e le mie amiche ringraziamo e passiamo. Ora che siamo dentro, andremo a dare una mano in cucina, perché sappiamo che alcune guardie verranno a controllarci e quando finiremo di servire, andremo in giro a curiosare. Seguo Iris che sa già l'intera piantina del reclusorio, sicuramente aveva in mente di entrarci già da un bel po'. Arrivate in cucina notiamo molte donne indaffarate. Ci avviciniamo e iniziamo a pelare chili, e ripeto chili, di patate mentre conosciamo le altre cuoche. Non notando i miei capelli e i miei orecchini, racconto che vivevo in un'altra città e ci hanno fatto trasferire qui per dare una mano. Non noto nessuna espressione di diffidente e incredula e continuo a lavorare con Iris e le altre donne, rendendomi conto per la prima volta di quanto sia bello parlare con molta gente.
   
 
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