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Autore: _nama99_    25/07/2017    0 recensioni
Un' isola sperduta sperduta, dove vengono rinchiusi alcuni criminali molto temuti e pericolosi.
Un' isola con un piccolo segreto, che sanno in pochi, oltre ai suoi abitanti.
Una bambina di 4 anni ritrovata in una casa in fiamme, sopravvissuta ad una tragedia, che ha come conseguenza la solitudine per la piccola.
Una piccina con le punte dei capelli di diversi colori, con molti orecchini ad un solo orecchio, piuttosto diversa dalle altre bambine della sua età.
Ma cosa c'entra la bambina con l'isola?
Riguarda forse il misterioso segreto dell'isola?
Che fine avrà fatto la piccola?
Genere: Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2° CAPITOLO
Mentre diamo gli ultimi rintocchi ai piatti, guardo la capo chef Minda e decido di chiederle «Tutti questi piatti sono anche per i visitatori?». 
Lei mi guarda sorpresa dalla domanda e annuisce sorridendo.
«E chi servirà i turisti?» ridacchio per l'ultima parola, ma mi riprendo per continuare il mio piccolissimo discorso. «So che non vogliono far sapere che qui c'è una piccola città, ma chi darà da mangiare a quelle persone?»
«Bella domanda Bea,..» Dopo aver sentito quel nome , mi ricordo che ho inventato quel piccolo nomignolo per no farmi scoprire. Può sembrare una stupidaggine, 14 anni chi vuoi che si ricordi di Berenice, ma meglio essere cauta. «Saranno alcune di noi a servire, ma con la divisa delle guardie.»
A quelle parole mi si illuminano gli occhi e vedo che succede lo stesso alla mia amica Iris. «Ehm... So che può sembrare strano, ma possiamo farlo anch'io e Iris? Voglio vedere la mensa...»
«Mh.. Credo che non ci sia niente di male.. Potete se riuscirete a trovare una divisa che vi entra.» ci sorride Minda.
«Grazie mille» le sorride Iris e corre ad abbracciarla. A quella manifestazione di affetto ridacchio e tutte, quelle che hanno visto la scena, seguono il mio esempio, anche Minda seguita dalla mia amica.
«Visto che abbiamo finito seguite le altre 3 ragazze nello spogliatoio delle guardie e trovate le divise.»
«Agli ordini, capo Minda.» esclamo  facendo il saluto militare. Le altre che devono servire fanno come me e cerchiamo di  non ridere.
«Andate marmocchie» dice Minda ridendo.
«Si, signora.» esclamiamo insieme e scappiamo ridendo.
Alla fine troviamo una divisa per ognuna e, mentre ci cambiamo, le altre ci spiegano che dobbiamo anche apparecchiare e ci fanno imparare a memoria il percorso.
«Bene.. Ora vi sfido a finire per prime di preparare due tavoli a testa..» le indico con un ghigno.
«Oh.. Bea, questo non dovevi proprio dirlo.» dice Iris con un ghigno.
«Ci stiamo.» esclamano le altre tre annuendo.
«Bene... Allora viaaa» urlo correndo verso la cucina.
«Non valeeee» strillano tutte correndomi dietro.
«Dio, che sincronia perfetta..» rido e arrivo in cucina. Prendo velocemente un cesto con le cose per apparecchiare e corro verso la mensa. Bene, le altre sono appena arrivate in cucina e io sono quasi in mensa.
«Aspetta.. Scemaaaa» mi urla Iris che corre nella mia direzione, seguita dalle ragazze.
Mi fermo vicino due tavoli vuoti e comincio ad apparecchiare. «Dimmi, ritardataria.»
«Ingiusta...Ci potevi dare il tempo per recuperare...» Iris comincia a preparare due tavoli vicino a me. Arrivano anche le altre e seguono il  nostro esempio.
«Finito. Ho vinto io.» urlo saltellando intorno alle altre, che guardandomi non possono far altro che ridere.
Dopo 5 minuti siamo tornate in cucina e ci hanno spiegato come servire. Visto che mancano ancora 30 minuti per il pranzo, abbiamo chiesto a Minda se potevamo rifare il percorso per arrivare in mensa. Ora io e Iris stiamo cercando di tornare indietro. Ci siamo perse. Come? Semplice, io e la mia amica qui presente, invece di fare ciò che abbiamo chiesto, ci siamo messe a curiosare in giro. Speriamo di tornare in tempo. Ripensando alla situazione in cui siamo mi scappa una risata.
«Berenice, invece di ridere cerca di aiutarmi a trovare la cucina.» dice,per poi gonfiare le guance.
«Dai Iris, guarda lì. Verso la fine del corridoio. Se si va a destra si va agli spogliatoi, a sinistra invece si va alla cucina e alla mensa.» dico indicando un punto davanti a noi.
«Berenice, sei la mia salvezza» dice abbracciandomi e sorridendomi.
«Si, koala, ma ora staccati o facciamo davvero tardi.»
Alle mie parole lei sbianca e si incammina. La seguo, ridacchiando per la sua faccia, ma di colpo ricordo che i suoi genitori lavorano qui, e anche come guardie.
«Iris, come farai se i tuoi genitori ti scoprono?» 
«In realtà, loro fanno la guardia alle celle. Non amano supervisionare la mensa o altri luoghi dove ci sono tutti i criminali. Hanno paura di loro, dicono che sono diversi da noi, che si comportano stranamente. Ho chiesto in che senso, ma hanno cambiato argomento...»
«Mh... Forse non devono dire che cosa succede qua dentro... E c'entra, di sicuro, la visira degli studenti. Agli abitanti della città non è permesso stare qui, mentre a persone estranee si...» continuo a pensare, ma non riesco a trovare il motivo. Non ne sono certa, ma qui c'è puzza di bruciato. Perchè queste visite? Perchè agli abitanti della città non è permesso di venire qui? Mentre ppenso noto che siamo tornate in cucina. Iniziamo a prendere dei piatti e andiamo verso la mensa.
« Ehi.. Berenice?» mi sussurra Iris. La guardo e lei capisce che può continuare. «Non distrarti. Ora dobbiamo servire. Dopo, se riusciamo a non farci beccare, andiamo a curiosare alle celle.» Le sorrido annuendo, con gli occhi che luccicano per l'emozione di scoprire tutto. 
«Non vedo l'ora» le sussurro in risposta. 
Iniziamo a posare i piatti ai posti vuoti, appena siamo arrivate a servire metà mensa, vediamo arrivare gli studenti con i professori e alcune guardie. Gonfio le guance e guardo per terra, tornandomene in cucina. 
«Cos'hai?» mi domanda la mia amica ridacchiando.
«Niente.. Solo che sono ingiusti. A degli stupidi studenti fanno vedere tutto il reclusorio e noi per farlo dobbiamo intrufolarci.. Il bello? Noi ci viviamo in quest'isola.»
«Hai ragione Be.. Ma non facciamo capire, a chi ci circonda, come siamo entrate.» mi fa l'occhiolino e prende altri piatti suo vassoio. La seguo e rientriamo in mensa. Ci avviciniamo a un tavolo, dove sono seduti insieme un gruppo di ragazzi e ragazze. Inizio a posare i piatti davanti a loro e penso a ció che potremo scoprire. I miei pensieri vengono interrotti da delle rise. Le ragazze guardano male e prendono in giro una seduta di fronte a loro. Sbuffo e alzo gli occhi al cielo. Che bambine, penso. Vedo la ragazza che abbassa lo sguardo. No, non mi va giú. Capisco chi è la reginetta delle paperelle e le verso la minestra in testa. Lei in cambio caccia un urlo. Di colpo non si sente una mosca volare e sto per scoppiare a ridere.
«Ops... Che sbadata.. Ti porto un'altra minestra.» 
Mi allontano senza dirle delle scuse e guardo la ragazza che era stata presa di mira. Le sorrido e ritorno in cucina con le altre. Nel tragitto si sentono solo le nostre risa.
   
 
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