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Autore: sangueoro    25/07/2017    3 recensioni
Le vicende si svolgono dopo il finale di The Vampire Diaries.
Nella scuola che Caroline decide di aprire, arriva una bambina speciale… che ha bisogno di “protezione e preparazione“…
Ma chi proteggerà e preparerà Caroline al ritorno di Klaus nella sua vita?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Rebekah Mikaelson | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Sei strana… che hai?» Bonnie la stava aspettando sull’ultimo gradino della scala.

«E’ stata una nottata alquanto movimentata» rispose Caroline ironica.

Anche Klaus stava salendo «Però ha avuto anche dei risvolti positivi» commentò con uno sguardo allusivo passandole accanto.

Caroline abbassò lo sguardo con un sorriso imbarazzato.

Bonnie li guardò interrogativa «Hai qualcosa da raccontarmi?» chiese poi all’amica, quando l’Ibrido si era allontanato.

«No!» rispose Care con troppa enfasi.

Klaus stava tergiversando sulla porta della sua camera e non poté fare a meno di sorridere ascoltando quella replica.

«Non riuscirei mai a dormire» stava dicendo Bonnie a Caroline « e tra un po' ho lezione… mi fai compagnia?» chiese incamminandosi verso il salottino.

«Certo… » accettò la vampira seguendo l’amica, arrivata alla porta si girò e vide Klaus che la guardava contrariato.

Allargò le braccia sconsolata e poi dopo essersi fissati per un lungo momento Care entrò nel salottino con un sospiro.

 

«Mi serve una firma della direttrice» .

La telefonata di Klaus era stata brusca e mentre Caroline si dirigeva verso il cantiere, era un po' perplessa, ma quando arrivò lui era calmo e sorrideva.

Care firmò la ricevuta e gentile sorrise al fornitore, che ordinò ai suoi operai di scaricare il materiale.

«Non ti era mai servita una mia firma» rifletté guardando l’Originale.

«Li ho sempre soggiogati… ma dovevo farti uscire dal tuo ufficio!» 

Mentre parlava, Klaus si guardava intorno e teneva una mano sulla parte bassa della schiena di Caroline, spingendola dolcemente a seguirlo.

«Chi cerchi?» domandò la ragazza curiosa.

«Nessuno!» rispose l’Ibrido «è questo il problema… li vorrei far sparire tutti!» poi come se avesse preso una decisone, le cinse la vita con una stretta più ferrea e la guidò con più convinzione…. quando furono usciti dal raggio visivo degli operai del cantiere, la sollevò e si mosse a tutta velocità. Un attimo dopo Caroline era distesa tra il fieno delle scuderie con Klaus che la sovrastava…

Care allacciò le mani dietro il collo e lo attirò verso di sé con urgenza, l’uomo rispose con un ringhio roco, poi tutte e due si fermarono in ascolto.

«C’è qualcuno all’esterno…» sussurrò Caroline.

«Oliver…» realizzò Klaus furioso «Tra un’ora alla grotta!» ordinò guardandola.

Caroline annuì sospirando poco convinta.

«Che c’è?… Non resisti per un’ora?» chiese l’ibrido malizioso.

«No… è che… per una volta vorrei una superficie un po' più comoda… magari fornita di lenzuola! Troppo esigente?» chiese ironica.

«Un po’…» replicò Klaus «non possiamo a scuola!» aggiunse con un tono arrochito cominciando a baciarle la giugulare «E credo che sia fuori discussione chiedere alle tue figlie di farci un incantesimo di occultamento!» terminò divertito.

Caroline gli diede uno scappellotto, poi capovolse le posizioni e tenendolo fermo gli stampò un bacio sulle labbra …come un fulmine si alzò e uscì dalle scuderie, evitando per un pelo Oliver che stava entrando.

Il ragazzo intravide la sua sagoma saettare via, poi si accorse di Klaus che era ancora sdraiato sul fieno.

«Sto insieme a tua sorella… te lo sto ricordando in caso tu voglia sbranarmi…» disse alzando le mani, con un sorriso.

Klaus lo guardò minaccioso.

«Mi hanno detto grandi cose del sesso tra vampiri… ma voglio dire… stamattina all’alba non è bastato?» si informò ironico.

«Bonnie…» disse Klaus, guardandolo di traverso.

«Due vampiri ed una strega… interessante» soppesò accarezzandosi il mento.

L’Originale alzò gli occhi al cielo, poi lo fissò truce.

«Non riusciva a dormire! L’ha tenuta sequestrata nel salottino fino all’inizio delle lezioni…» spiegò scuotendo il capo.

Oliver scoppiò a ridere.

«Attento… non saresti il primo fidanzato di mia sorella che uccido…» lo minacciò l’Ibrido con un ghigno.

 

Il cellulare di Caroline squillò.

«Vuoi un letto? E un letto avrai… indici una riunione, tra mezzora dalle Salvatore’s Angels»

Klaus riattaccò prima di darle il tempo di rispondere.

La donna guardò l’orologio… mancava giusto mezzora alla ricreazione, quell’uomo non faceva mai nulla a caso!

Anche Klaus stava guardando l’orologio, aveva pochissimo tempo, ma era deciso a fare in modo che fosse tutto perfetto.

Quando la notte prima aveva visto la reazione di Caroline, non aveva capito più niente, pensava solo ad una cosa… continuare da dove li avevano interrotti… ma dal momento in cui la donna aveva espresso il desiderio di stare insieme in un vero letto, aveva realizzato che non potevano.

Riprendere dal punto in cui si erano allontanati non era un’opzione, non era quello che voleva.

Avrebbero avuto il tempo di capire il perché erano stati tutti questi anni lontani, perché avevano deciso di non poter stare insieme.

Al momento la cosa più importante era ripartire con il piede giusto, fare le cose nella maniera più consona.

La desiderava in una maniera che era difficile da dominare ed era intenzionato a dimostrarglielo in tutti i modi possibili, ma ora la priorità era un’altra.

Non voleva convincerla che fosse cambiato, il contrario… voleva che le fosse ben chiaro che non era cambiato nulla.

Lui era sempre l’uomo che le si era mostrato, quell’uomo che aveva visto solo lei, l’uomo che sapeva amare e quindi poteva essere salvato… 

Le voleva dimostrare che se un tempo si era trovata a desiderare di poter dimenticare le brutte azioni che aveva commesso, ora era arrivato il momento di farlo davvero.

Adesso che nella sua vita aveva una bambina da amare, aveva capito che non era una debolezza mostrare ad altri la sua compassione, la sua indulgenza… la sua gentilezza.

Forse non era più l’uomo capace di fare gratuitamente cose terribili, ma continuava ad interessarsi a lei… continuava a voler fare di tutto per lei…ed aveva tutte le intenzioni di provarglielo nei giorni a seguire…

 

Klaus arrivò quando erano già tutti presenti.

«Scusate… sarò breve perché i tempi stringono, voi dovete tornare in aula ed alle vostre cose… e io e Caroline dobbiamo prendere un aereo».

La vampira lo guardò confusa «E dove dobbiamo andare?» chiese.

«Atlanta!»

«E che ci dobbiamo andare a fare ad Atlanta?» domandò irritata.

«Tu sei l’unica qui che ha conosciuto Tom da umano, che ha visto dove lavorava, che ha parlato con i suoi colleghi… che è andata a casa sua! Dobbiamo farci un quadro della situazione più dettagliato, non sappiamo nulla di lui tranne che è il doppelganger di Stefan e che si accompagna con una strega che vuole le tue bambine… ora che il piano di sicurezza è stato messo a punto, dobbiamo agire… non abbiamo altra scelta, Love!»

«Ho una scuola da dirigere!» ribatté Caroline.

«Ci sono Bonnie ed Alaric… e stanno arrivando Elijah ed Hayley, il volo è tra tre ore… hai poco tempo per preparati!… Ed anche io ho tante cose da organizzare» disse facendole vedere il cellulare mentre usciva in un lampo.

Tutti si guardarono scioccati.

«Ma in una riunione non si dovrebbe discutere il da farsi?» chiese Jeremy.

«Non se la indice Klaus!» sbottò Caroline uscendo dalla sala.

Oliver e Rebekah si guardarono trattenendo a stento una risata.

«Tuo fratello è un genio…» mormorò il ragazzo.

 

Il cellulare di Caroline squillò di nuovo.

«Brava, Love! Sembravi proprio arrabbiata…»

«Sono arrabbiata!»

«Ti prometto che troverò il modo per farti rilassare… prepara la valigia… solo le cose essenziali… e ricorda… mi aspetto di vederti in rosso!»

 

Un’ora dopo erano pronti per partire, Caroline stava salutando le sue bambine che avevano accettato di buon grado il suo piccolo viaggio.

Anche Klaus stava parlando con Hope, che all’inizio sembrava rattristata per la partenza del padre.

Si era rasserenata quando aveva saputo che stava tornando sua madre, ma fu quando comprese che partiva con Caroline che il suo sorriso si illuminò «Beh… divertitevi!»

«Andiamo a indagare sul falso Stefan!» rispose il padre.

«Tra una domanda e l’altra… potresti farle un po' di corte!» suggerì la bambina.

«Ti piace Caroline…» dedusse Klaus.

Hope annuì convinta.

«Anche a me…» le sussurrò il padre all’orecchio.

Hope andò a salutare anche Caroline e le stampò un bacio sulla guancia, la vampira ricambiò e poi la guardò allontanarsi tutta gongolante.

«Hai una fan…» rivelò Klaus tenendole la portiera aperta «Mi ha appena consigliato di farti la corte»

Caroline sorrise guardando la bambina che parlottava con Felicity, poi si girò a salutare le sue amiche.

«Tranquilla… ci pensiamo noi qui» la rassicurò Bonnie.

«Non pensare…» le consigliò Elena.

Rebekah si limitò ad abbracciarla stretta.

«Ve la riporto tra due, tre giorni!» esclamò Klaus.

 

Il viaggio in auto per l’aeroporto era relativamente breve. Klaus e Caroline non erano mai stati così vicini, in un ambiente piccolo, da soli per così tanto tempo… era una cosa nuova.

E se la vissero in pieno, senza forzare un dialogo che avrebbe reso tutto artificioso e imbarazzante.

Ognuno perso nei suoi pensieri, ogni tanto si guardavano e si sorridevano.

Una volta arrivati Klaus, da perfetto gentiluomo, prese dalla macchina i bagagli di entrambi e si diresse verso l’area di imbarco.

Caroline lo raggiunse e gli tolse dalle mani la sua valigia, poi lo guardò sorridendo e gli si avvicinò allacciando il braccio libero alla sua vita, l’uomo fece altrettanto… poi si chinò a sfiorarle la tempia con lieve bacio, stretti in un abbraccio entrarono insieme nell’aeroporto di Richmond.

Quando arrivarono all’area controlli, Caroline stava per avvicinarsi agli agenti quando Klaus la bloccò.

«Presumo che abbiamo pensato entrambi alla cena…» disse con una risata. Anche Care scoppiò a ridere.

«Me ne occupo io, Love…»

Caroline lo guardò divertita mentre soggiogava gli addetti alla sicurezza.

In viaggio parlarono fitto fitto, agli occhi degli altri passeggeri potevano sembrare una coppia di innamorati che chiacchieravano, in realtà stavano organizzando come procedere per indagare sulla vita umana di Tom Avery. All’atterraggio avevano stabilito un piano minuzioso ed erano d'accordo su come procedere… compreso il fatto che il tutto potesse essere rimandato all’indomani.

Noleggiarono un’auto e Klaus si mise alla guida. Invece di dirigersi a nord, verso il centro della città, prese una direzione ad est.

«Dove stiamo andando?» chiese Caroline.

«Ho pensato che un albergo in città fosse banale… vedrai… ti piacerà» rispose Klaus con un sorriso enigmatico.

Caroline non fece altre domande, voleva godersi la sorpresa, Klaus guidava sicuro allontanandosi dall’area urbana, Caroline si accomodò rilassata accanto a lui.

Ogni tanto lo guardava sottecchi, ma l’espressione smaliziata dell’uomo rivelava che lui se ne stava accorgendo.

Elena le aveva consigliato di non pensare e lei aveva tutta l’intenzione di darle retta, anche se questo significava non avere sotto controllo la situazione, una cosa sconvolgente per lei! Ma non voleva rimuginare troppo, anzi… non voleva farlo affatto!

Cosa le aveva portato rinnegare l’attrazione per Klaus? Anni di rimpianti, anni passati a guardare un quadro alla parete… notti infinite a ripensare a come si era sentita quell’unica volta che era stata tra le sue braccia.

Chiuse gli occhi e si rilassò contro il sedile dell’auto.

«Tutto bene, Caroline?» si informò l’uomo.

“Ecco… voglio pensare solo al suo modo di pronunciare la -O- quando dice il mio nome…" sorrise soddisfatta.

«Tutto bene…» rispose.

Il tragitto durò poco meno di un’ora, entrarono in quella che sembrava una tenuta di campagna.

Quando Caroline vide l’architettura classica della casa sgranò gli occhi… poi si guardò intorno.

«Sembra di essere a…»

«Tara?» la interruppe Klaus.

«Io amo Via Col Vento!» disse fissandolo stupita.

«Lo so… mi ricordo tutto, Caroline…»

 

Entrando nella locanda l’ambiente era ancora più somigliante all’atmosfera della Georgia ai tempi della Guerra Civile, Caroline guardava ogni dettaglio estasiata.

Klaus l’afferrò e la baciò.

«Voi dovreste essere baciata. E spesso. E da qualcuno che sa farlo…» disse in tono grave.

«Voi non siete un gentiluomo!» ribatté Caroline stando al gioco.

«E voi non siete una signora! E non è un titolo di demerito... le signore non mi sono mai piaciute!» continuò Klaus guardandola negli occhi beffardo.

Caroline lo guardò stupita.

«Anche i vampiri millenari vanno al cinema!» si giustificò l’Ibrido. «Tra l’altro io ho assistito alla prima!» aggiunse sottovoce.

«Il solito megalomane!» lo apostrofò Care.

 

La stanza era stupenda, una piccola suite con un delizioso salottino e una bella stanza da letto dove troneggiava un enorme letto a baldacchino, con delle colonne del tutto simili a quelle dove si aggrappava Rossella per farsi stringere il corsetto da Mammy, notò Caroline con un sorriso malizioso mentre la sfiorava.

«Che c’è?» chiese Klaus cingendola.

«Vedrai…» rispose Caroline con uno sguardo pieno di sottintesi.

Andò a curiosare in giro ed aprì la porta del bagno.

Era molto spazioso ed al centro c’era una stupenda vasca bianca con i piedi in ottone.

«E’ un peccato che tu preferisca le superfici morbide fornite di lenzuola…» commentò Klaus da sopra la sua spalla.

«E’ troppo piccola per tutte e due» ribatté la vampira.

«Ci stiamo… tranquilla…» la rassicurò Klaus con un sorriso.

Caroline ridacchiò… poi girò la testa per guardarlo.

Klaus se la strinse un po', facendo aderire la schiena della donna al suo torace, sospirando.

La stava lasciando andare, quando Caroline con un braccio cercò di riavvicinarlo.

L’Ibrido ansimò, ma si allontanò.

Care lo guardò.

«Caroline, quella volta… è stato perfetto… » iniziò a dire l’uomo guardandola negli occhi «ma hai ragione… meritiamo di meglio, un posto più consono, privacy… tempo» continuò guardandosi intorno «ma abbiamo diritto anche a qualcos’altro… di riniziare nella maniera giusta, fammi fare le cose nel modo corretto… quindi smettila di guardarmi così, perché non lo so quanto ancora posso resistere e fatti portare fuori a cena!»

Caroline annuì… poi scoppiò in una risata.

«Vado a preparami allora…» disse sorridendo.

«Ed io vado a farmi una passeggiata… il pensiero di te, a pochi metri che ti svesti e ti vesti…» fece scuotendo il capo, si stava allontano quando si girò di nuovo «Hai bisogno di qualcosa? Di fare shopping dico… è tradizione che io mi occupi dei tuoi outfit, ma questa volta non ce ne è stato proprio il tempo…»

«Se non andiamo in un locale troppo pretenzioso… direi che sono a posto»

«Sarà un posto semplice… nella zona non ci sono grandi ristoranti, avremo tempo per serate più raffinate, una sera andremo a cenare in un ristorante nel Principato di Monaco e ti garantisco che metteranno una tua foto accanto a quella della Principessa Grace» rispose Klaus facendole l’occhiolino.

Caroline lo guardò uscire con un sorriso sulle labbra, raramente aveva visto un uomo così attento ai dettagli, ma lei era una donna…ed una donna la prima cosa che infila in una valigia è il tubino nero! 

Il passe-partout per ogni occasione, l’abito che grazie agli accessori puoi modificare ed adattare ad ogni situazione.

E lei aveva anche l’accessorio adatto, pensò maliziosa mentre lo tirava fuori dalla valigia…

Un’ora dopo si era fatta una doccia veloce, si era acconciata i capelli, si era truccata in maniera semplice e naturale… ed aveva indossato l’accessorio, aveva avuto un po' di difficoltà a farlo da sola, magari avesse avuto una Mammy ad aiutarla!

Lo sentì rientrare e si infilò velocemente il vestito, cercando di tirare su la lampo da sola, un'impresa abbastanza ardua, considerato che la cerniera si impigliava all’accessorio… era riuscita a farla arrivare a metà schiena, quando sentì bussare lievemente.

Sospirò… 

«Entra pure…» disse.

Klaus entrò e si fermò ad ammirarla «Sei bellissima…»

«Grazie…» rispose, poi fece un sospiro «Ho bisogno del tuo aiuto…» confessò sconsolata «Ma mi devi promettere di non sbirciare…»

L’ibrido la guardò con un sorrisino malizioso.

«Mi si è inceppata la lampo!» spiegò innervosita.

«Dubito che riesca a disincastrarla, senza vedere a cosa si è impigliata!»

«Sei un vampiro! Hai tutti i sensi sviluppati… chiudi gli occhi ed usa il tatto!»

«Pensi di aiutarmi così? Ti rendi conto di quanto sia pericolosa questa cosa?»

«Dobbiamo fare le cose nel modo giusto…» lo ammonì con un dito della mano puntato contro di lui.

«Ok… girati…»

«Chiudi gli occhi»

«Sono chiusi…»

Klaus le toccò la vita, poi risalì lungo la schiena, seguendo con un dito la cerniera fino a trovare il punto in cui si era bloccata.

«Dannazione…» ringhiò « Dimmi che è rosso…»

«E’ rosso…» sussurrò Caroline.

Klaus tirò su la lampo, poi appoggiò il suo visto contro la testa di Caroline.

«Nel modo giusto…» sussurrò roco.

Rimasero qualche attimo così, respirando per riprendere il controllo.

«Vero che potrò strappare questo dannato abito?» chiese Klaus tornando a respirare quasi normalmente.

«Ti sembra il modo giusto per togliermelo?» chiese la vampira ridendo.

«Quando torneremo qui… tutto sarà appropriato… nessuna regola…»

«Sono d’accordo…» replicò Care in un sussurro.

Caroline si girò a guardarlo, Klaus sospirò… e poi si allontanò per andare a prendere una cosa nella sua valigia.

Quando tornò verso di lei, aveva tra le mani un astuccio in velluto, con un nastro in raso panna.

Care aveva capito cosa contenesse prima che lui lo aprisse.

Klaus lo prese e glielo agganciò al braccio.

«Promettimi che questa volta non me lo tirerai dietro a fine serata»

«Te lo prometto» rispose Caroline.

 

Il locale era carino ed intimo, la cucina era genuina e tipica del luogo, molto simile a quella di New Orleans.

Klaus parlò molto della città che amava tanto, raccontandole aneddoti divertenti.

Gustarono delle freschissime ostriche e mangiarono i gamberi di acqua dolce.

Presero anche il Gumbo, la tradizionale zuppa di pesce, densa e saporita, speziatissima e piccante.

Terminarono la cena dividendosi una porzione di Peach pie, la famosissima torta di pesche della Georgia, Klaus asseriva che non potevano evitare di farlo ed anche il cameriere che li aveva serviti era d’accordo.

La serata passò in un baleno, la conversazione era stata spontanea, parlarono un po' di tutto, delle loro figlie, di arte, di musica… tutte e due evitarono argomenti troppo intimi e personali, come se si fossero messi d’accordo, come se tutte e due pensassero che non fosse il momento.

Finita la cena, una volta pagato il conto, Klaus si alzò e con galanteria l’aiutò ad alzarsi, poi le porse il braccio.

Salutarono in maniera cortese il loro cameriere e la proprietaria del ristorante e si avviarono eleganti verso l’uscita.

Un impeccabile gentiluomo con al braccio una raffinata ragazza.

Fecero circa dieci passi sul marciapiede, quando si girarono a guardarsi nel medesimo istante.

Klaus l’afferrò e la sollevò da terra, un braccio intorno alle sua schiena e uno sotto l’articolazione delle ginocchia.

Con una risata Caroline si aggrappò al suo collo. Senza rendersene conto si ritrovò seduta in auto.

Qualche minuto dopo erano nel parcheggio della loro locanda.

Klaus scese e fece il giro per aprirle la portiera, poi le porse di nuovo il braccio.

Entrarono nella hall.

«Questa cosa ti sta sfuggendo di mano» mormorò la ragazza.

«E divertente… » ribatté l’uomo facendo un cenno cortese al Concierge che gli augurava la buona notte.

La ragazza alzò gli occhi al cielo, ma stava sorridendo, quel comportamento di Klaus non le era sconosciuto, aveva sempre apprezzato il suo senso dell’umorismo.

 

Klaus si chiuse la porta alle spalle.

«Vieni…» le disse prendendola per mano.

Entrarono nella camera da letto, il vampiro la posizionò delicatamente contro la colonna del letto a baldacchino, le sue mani le cinsero la vita e poi lentamente risalirono lungo la sua schiena fino ad arrivare al collo, prese i lembi del vestito e con movimento secco lo strappò, il tessuto cedette con grande facilità.

Non sentendo più le mani di Klaus su di sé, Caroline lentamente si girò.

Lo vide che la stava fissando.

«C’è un’altra arma a questo mondo in grado di uccidermi… sei perfetta» le disse con voce roca.

Caroline fece un respiro profondo, rabbrividendo sotto lo sguardo infuocato dell’Ibrido.

I suoi seni costretti nel corpetto rosso si sollevarono, scatenando la reazione di Klaus.

La prese per la vita e la rigirò, poggiandola di nuovo contro la colonna.

Poi con un sospiro, tirò i lembi dei nastri di raso che si incrociavano sulla sua schiena e con una lentezza esasperante cominciò a sfilarli dagli occhielli.

Ogni volta che le dita dell’uomo le sfioravano la pelle, Caroline rabbrividiva, le sentiva allontanarsi per assecondare la lunghezza dei lacci e rimaneva in attesa di sentire ancora il suo tocco.

Il bustino si stava allargando, liberandole i seni… Quando Klaus arrivò all’ultimo occhiello si aprì del tutto cadendo a terra.

L’Ibrido si piegò per baciarle la nuca, poi scese lungo la sua colonna vertebrale, fino ad inginocchiarsi dietro di lei, le sue mani partite dalle sue spalle, seguirono tutta la linea dei suoi fianchi, fino ad arrivare all’elastico della mutandina in pizzo.

Anche la sua bocca era arrivata allo stesso punto, l’Ibrido dischiuse le labbra e lei sentì la durezza delle sue zanne, sussultò emettendo un sospiro di piacere.

L’uomo le sfilò le mutandine, continuando a baciare le sue rotondità.

Poi si alzò e la voltò, passò in rassegna ogni centimetro del suo corpo nudo, come a volerselo imprimere nella mente, quando arrivò al suo volto e vide i suoi occhi arrossati e le piccole increspature che li adornavano, prese freneticamente a slacciarsi la cravatta. 

Caroline gli si avventò contro per aiutarlo, gli strappò la camicia di dosso e poi la fece scendere lungo le sue spalle ampie.

La fibbia della cintura di Klaus le premeva addosso insieme alla sua erezione, era così duro contro il suo corpo nudo che le mancava il respiro.

L’Ibrido la attirò ancora più a sé, poi la sollevò facendole allacciare le gambe intorno ai suoi fianchi, la teneva con una mano, mentre con l’altra si sbottonava i pantaloni. Se li tolse insieme ai boxer. Poi si avvicinò al letto facendola stendere tra le lenzuola.

 

“Dio… Caroline, quanto ti desidero… quanto ti voglio.

Ora ci siamo solo io e te… e siamo affamati, una fame che deriva da un digiuno senza fine…

Sei di una bellezza mai vista…

Ti muovi, rabbrividisci sotto il mio tocco…

Finalmente sei qui, sotto di me…

La mia bocca tra le tue gambe, i tuoi capezzoli tra le mie dita…

Ti assaggio, ti mordo… piano… non voglio ferirti…

Sei eccitata, lo sento dal tuo respiro che è diventato sempre più affannoso, lo vedo dai canini che spuntano dalle tue labbra.

Ti stai lasciando andare… finalmente Caroline… finalmente…

Sei troppo intelligente per non capirlo, troppo coraggiosa per pensare di poter sfuggire. 

Io lo so quello che vuoi… io ti conosco…

Io li vedo i tuoi bisogni, le tue voglie… percepisco i tuoi desideri ed i tuoi sogni. 

Permettimi di starti accanto, di prendermi cura di te… di proteggerti.

Voglio spogliarti e vestirti.

Farti dormire tra le mie braccia… e poi svegliarti per rifare l’amore con te. 

Li senti i miei canini Caroline? 

Lo so che li senti, spingi la mia testa tra le tue gambe e mi vieni incontro con il bacino… sento il tuo sangue che scorre nelle vene.

Ma mi piace il tuo sapore… non voglio altro.

Mi piace sentirti urlare come stai facendo adesso… mentre sento le contrazioni contro la mia lingua… il tuo ventre che si appiattisce… i tuoi seni che si muovono.

Sono ipnotici Caroline… li afferro… li palpo… pizzico i tuo capezzoli eretti e risalgo lentamente.

Le mie labbra… i miei denti… la mia lingua passano sulla tua pancia, giocano con il tuoi addominali delineati… eleganti… eleganti come te Caroline.

Easy, Love…

Mi afferri per i capelli e mi tiri su.

Vuoi che ti bacio?… Lo voglio anch'io Love.

Ti apro le labbra con la lingua, te la faccio scorrere piano… prima sul labbro superiore, poi su quello inferiore… poi comincio a giocare con la tua.

Le mie mani sul tuo viso… sul tuo collo.

Mi chiami… mi supplichi…

Non vorrei… non ancora…

Non resisto più!

Entro dentro di te…

Mi lascio sopraffare dal profumo del tuo collo… ti abbraccio… 

Continuo, scivolo, respiro forte… la tua schiena si inarca…

Ed io spingo… ti guardo mentre ti faccio mia…

Respiro i tuo sospiri… i tuoi gemiti… ed affondo sempre di più, sempre più forte…

Le nostre gambe intrecciate…

I tuoi seni che mi stringono il viso…

Le mie mani sollevano ritmicamente le tue natiche e io entro ed esco da te…

Stai per venire di nuovo… ogni respiro mi fa capire che sei vicina al culmine…

Godi… vieni tremando come una foglia…

Vengo anche io… dentro di te…

Crollo su di te…

Rimango stretto a te…

Tu mi abbracci… io chiudo gli occhi…

Quanto ti amo Caroline…“

 

Rimangono così, le gambe intrecciate, stretti in un abbraccio.

Passano i minuti… tanti…

Non dicono niente, non perché non sappiano cosa dire… ma perché non serve.

Caroline lo stringe forte, accarezza i suoi capelli… scorre le dita tra i suoi riccioli ribelli.

Klaus apre gli occhi e si solleva sui gomiti.

Si guardano, si sorridono…

Caroline ha fatto un lieve sussulto quando l’Ibrido si è mosso.

Klaus scende con lo sguardo lungo il suo corpo, poi lo vede… un piccolo graffio vicino l’inguine.

Era solo un taglietto… ma stava diventando rosso, un po' gonfio…

«Dannazione… ti ho graffiato…» mormorò l’Ibrido, portandosi il polso alla bocca.

«Fermo…» Caroline blocca il suo braccio, prima che Klaus riesca a mordersi.

«Aspetta…» sussurra.

«Sei impazzita? Cosa vuoi aspettare?»

«E’ solo un piccolo graffio…»

«Ma peggiorerà… devo curarti!» Klaus la guardava sconvolto…

«E lo farai… prima che diventi pericoloso…»

Caroline lo guardava con una strana luce negli occhi.

«E poi è stata colpa mia… è successo quando ti ho afferrato, perché volevo che mi baciassi…» aggiunse sussurrando «L’ho sentito… il tuo canino che mi tagliava la pelle, ma solo superficialmente, mentre avrei voluto che affondasse… » confessò con la voce roca, mentre gli prendeva il viso con entrambe le mani e lo avvicinava al suo.

 

“Hai queste labbra così invitanti… carnose, morbide…

E queste fossette che si formano mentre sorridi… mentre mi sorridi.

I tuoi occhi che mi stanno scrutando… che si muovono velocemente, sul mio viso.

Guardami… guarda quello che mi fai… guarda come mi fai perdere il controllo.

Tu… solo tu ci riesci.

Strofino la mia guancia sul tuo accenno di barba… è così morbida e profumata… sa di me…

La mia bocca segue il contorno del tuo viso, sulla tua mascella… sul tuo collo.

Il primo uccello che vola libero dalla piuma… e poi il secondo e tutti gli altri.

La piuma disegnata sulla tua spalla… che scende sul tuo avambraccio.

Fammela guardare… l’ho sognata così tante volte.

Pensavo di ricordarmela bene… invece no, è molto più bella.

Segue l’armonia dei tuoi muscoli… si fonde con loro.

Si muove mentre cerchi di afferrarmi…

Invece sono io che ti prendo… con forza.

Ti giro e salgo sopra di te.

Ringhi…

Mi piace quando lo fai…

Sono Caroline Forbes… ogni tanto dovrai concedermi di avere il controllo!

Zitto!

Fermo…

Non ti muovere… lascia fare a me.

Te lo dico… te lo ordino!

E tu mi sorridi… eccole le fossette.

Continuo a fissarti dritto negli occhi… mentre mi abbasso lentamente…

Scivolando lungo il tuo corpo… fino ad inginocchiarmi davanti a te….

Non sorridi più… la tua bocca semiaperta.

Mi raccolgo i capelli.

Voglio che tu veda quello che sto per farti.

Prendo la tua mano…

Mi metto un tuo dito in bocca… 

Lo succhio un po’… 

Tiro fuori le mie zanne…

Ti guardo… e poi mordo.

Faccio gocciolare un po' del tuo sangue sopra di… te.

E poi mi chino per succhiarlo… ti prendo… tutto.

Tu sei immobile… mi guardi sorpreso.

Che c’è… Love… preferivi un olio per massaggi?

Sento la ferita che si rimargina… le forze tornare.

Il tuo sguardo ora è compiaciuto.

Tu fai per affermarmi i fianchi…

«Ho detto FERMO!» ti ringhio… ti mostro i canini…

Tu tiri indietro la testa e ridi.

Sei bellissimo…

Finalmente cedi…

Chiudi gli occhi e ti abbandoni.

Io posso tornare ad occuparmi di te…

Gioco con te… ti assaporo… ti assaggio… 

Fino a che non ti faccio impazzire“.























Ciao a tutti!
Finalmente Klaus e Caroline si sono lasciati andare...
Mi è sembrato il modo migliore per mettere in pausa la mia storia fino a settembre...
Impegni famigliari e le vacanze estive, non mi permetteranno di aggiornare il prossimo mese...
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che leggono la mia storia, chi mi ha messo nei favoriti... chi legge in silenzio
Grazie mille! di cuore...
E la mia prima esperienza e non credevo che mi prendesse così tanto, che mi divertisse così!
Ovviamente la mia gratitudine va in modo speciale a chi ogni settimana si prende un pò di tempo per lasciarmi una recensione, ogni volta è un piacere immenso leggerle e rispondere!
grazie grazie grazie...
E poi c'è la mia Beta! che non ha preso molto bene questa cosa della pausa estiva! :-D
Senza di lei, questa storia avrebbe molti meno capitoli e con molta probabilità sarebbe già terminata.
E' stata lei a convincermi ad ampliarla...
quindi se vi ha stancato prendetevela con lei!
Io invece la ringrazio, è una persona stupenda ed è stato un vero piacere conoscerla!
Grazie tesoro... di tutto quello che fai, per fortuna che tu conosci l'uso corretto dei pronomi e degli accenti! senza di te sarei persa! :-D
Ci leggiamo a settembre! Buone vacanze a tutti...

PS:
Ho fatto un banner celebrativo del capitolo... spero che vi piaccia! ;-)

nda:
le descrizioni dei due momenti...
sono raccontate dal punto di vista dei due protagonisti
prima Klaus...
poi Caroline...
ma sono solo un loro pensiero... quelle cose non se le dicono realmente...
questo per chiarire in modo particolare un pensiero di Klaus... il suo “Quanto ti amo Caroline…“ 
Non glielo dice... ancora non è il momento...

 

   
 
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