Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: jawaadskebab    25/07/2017    0 recensioni
«Okay, okay. Calmati. - mio fratello chiuse gli occhi tirando un profondo sospiro, per poi riaprirli e puntarli su di me - Tu potresti fingerti me.»
Silenzio.
L'unico rumore che si sentiva era l'abbaiare di un cane in lontananza.
«Sei fatto?» dissi infine, contemporaneamente agli altri due.
Assunse un'espressione indignata, come se si vergognasse anche solo di pensare che avrebbe potuto fare una cosa del genere: «Certo che no! - per poi mormorare - L'effetto ormai è svanito.»
Ecco, come non detto.
«Scusa Louis, - risi, leggermente isterica - potresti spiegarti meglio?»
«Dai, siamo gemelli! Se ti mettessi una parrucca e ti togliessi le tette, saresti me.» disse come se fosse una cosa ovvia.
Adrian commentò, con la sua solita gentilezza: «Beh...diciamo solo se ti mettessi la parrucca.»
-
Tratto dall'omonimo film del 2006.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A








PROLOGUE

 





Ero abituata ad essere invisibile. Beh, non invisibile nel vero senso della parola, invisibile nel senso di...sconosciuta, ignorata. 
Beh sì, invisibile.
D'altra parte è normale sentirsi così quando si cresce accanto a Louis Livingstone. Il figlio modello. Brillante, bellissimo, stella del basket, buoni voti a scuola. 
...Beh, diciamo che se la cavava.
Il 90% della gente quando veniva a sapere che eravamo gemelli reagiva sempre allo stesso modo: iniziava con un'espressione impassibile alla 'Mi stai prendendo per il culo?' per poi lasciare spazio alla consapevolezza che non si trattava di una menzogna, seguita dall'incredulità e infine dal disgusto. 
L'altro 10% aveva il buon gusto di tenerselo per sè.
Già, bella vita.
Seduto alla mia destra, mio padre allungò il braccio davanti a me offrendo dei popcorn: «Volete, ragazze?»
Sam ovviamente ne prese una manciata, nonostante ne tenesse già sulle gambe un bidone pieno. Anche London fece rifornimento, mormorando: «No grazie, signor Livingstone. Sono a posto così.»
«Figurati.» rispose lui, senza neanche distogliere lo sguardo dalla partita di basket in corso. Dopo dieci anni, anche papà si era abituato alle stranezze di London.
Pensando che fosse arrivato il mio turno feci per prendere i popcorn, ma Robby Ray mi allontanò il bidoncino lasciandomi con la mano a mezz'aria.
Che vi avevo detto? Invisibile. 
Sospirai scuotendo la testa, per poi tornare a osservare la partita. Eravamo sessantaquattro a sessantaquattro. La Cornwall, la mia scuola, contro la St. John's.
Spostai lo sguardo sul segnapunti elettronico notando che mancavano sedici secondi alla fine della partita, per poi tornare a guardare la palla.
Il numero quattro la passò a Louis, che cominciò a palleggiare diretto verso il canestro. 
Tredici secondi.
Un ragazzo della squadra avversaria gli si piazzò davanti per bloccarlo, vietandogli di continuare e costringendolo a passare la palla alla sua sinistra. Quando Zane la prese al volo, giurai di aver sentito alla mia sinistra Sam che gridava: «Vai, tappo!»
Nel frattempo Louis aveva continuato la sua strada. 
Otto secondi.
Papà era fuori di sè, mentre gridava insulti e agitava la mano facendo volare in giro tutti i popcorn. L'ultima volta che lo avevo visto in quello stato, aveva ricevuto una multa accompagnata dall'obbligo di restare per un periodo di tempo ad almeno 100 metri di distanza da una partita di basket della scuola. Mi chiesi se fosse il caso di intervenire, per poi decidere di lasciar perdere visto che non mi avrebbe cagata minimamente.
Mio fratello gridava agitando le braccia per aria convulsamente, e Zane, notando che era libero, gli passò il pallone da basket. Presa al volo la palla, Louis si girò verso il canestro. 
London gridò: «Vai Louis, fai goal!»
Quattro secondi.
Lanciò.
La palla rimbalzò su un lato del ferro.
Tre secondi.
Rimbalzò sull'altro lato.
Due secondi.
Proprio nel momento in cui suonò la sirena che segnava la fine della partita, la palla entrò nel canestro e un boato si levò dalla folla.





----------
okay.
sono più di tre anni che non tocco efp.
dopo aver lasciato incompleta una fanfiction.
e ho appena pubblicato la prima storia senza gli One Direction.
e ora non so che scrivere.
prima di fare ulteriori figure, spero che la mia ennesima storia demenziale vi ispiri. 
alla prossima. <3





 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: jawaadskebab