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Autore: frenz    26/07/2017    0 recensioni
TERZO E ULTIMO CAPITOLO 01/08/17
Alba e Niger sono come il giorno e la notte. Eppure sono stati insieme, per tanto tempo.
A volte non è facile far coincidere tutto quello che è diverso da noi e può capitare che non funzioni.
Ma chissà che questo non sia il loro caso...
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Collide
capitolo due



La mia auto è piena di scartoffie, briciole di biscotti che mi hanno sfamato la notte passata e vestiti stropicciati che coprono tutta la visuale: sembra un capannone di colori e, nel poco spazio possibile rilasciato, sono riuscita a sdraiarmi anche se non ho chiuso per niente occhio. I sedili della Fiat Cinquecento, dopo un paio d’ore, sono troppo scomodi e nonostante i vari spostamenti e posizioni, non sono riuscita nemmeno a rilassarmi. Oltre tutto questo, tutti i pensieri si affollavano uno sull’altro e mi è stato difficile distinguerli e scegliere a quale pensare prima. Il mio orologio da polso scandiva il tempo infinito tra la notte e il giorno, e i rumori mattutini della città mi ricordavano che mi trovavo in uno spazio dove era impossibile vivere. Il suono del clacson delle macchine adesso mi ricorda che il giorno deve andare avanti, e che è il momento di iniziare una nuova giornata. Dai sedili posteriori mi sposto sul lato del conducente e accendo il quadrante della macchina per visualizzare l’ora.
Sono passate le 8 del mattino e ancora non ho ascoltato le notizie del mattino, come d’abitudine. Mi accorgo che l’autoradio segna la lettura di un disco inserito al suo interno, ma non riesco a sentire niente. Provo ad alzare l’audio ma nemmeno questo tentativo ha il risultato sperato. Non mi fa nemmeno cambiare traccia perché mi riporta all’inizio della prima. Decido allora di estrarre il disco: è un dvd, Cappuccetto Rosso e Gli Insoliti Sospetti. Sicuramente è stato lui ad inserirlo: non riesce a distinguere i cd dai dvd e ogni volta inserisce tutto quello che gli capita sotto agli occhi, come questo film che dovevamo restituire al negozio dopo averlo noleggiato.
Sospiro, imposto la radio su RTL 102.5 e, mentre ascolto le ultime news del mattino con alcune canzoni che dovrebbero farmi rilassare, inizio a vestirmi. Non trovo le mie scarpe eleganti da abbinare al tailleur nero che ho scelto di indossare stamattina: un importante colloquio mi aspetta. Prendo il telefonino e telefono subito al ragazzo che mi ha permesso di passare questa indimenticabile nottata.
Mi dice di esser rimasto fuori e che i mocassini li ha lui, ma quando lo raggiungo mai avrei pensato che li avesse addosso. Lo guardo stranito:
«Se l’avessi saputo prima che ti piaceva indossare abbigliamento femminile ti avrei lasciato già da tempo!»
«Non era carina come battuta, e poi ammettilo che a me stanno meglio!»
Rido sotto i baffi. Credo di essermi innamorata prima di tutto della sua simpatia e dei suoi modi di fare che di lui e di tutto il resto.
«Ma non siamo ridicoli?» gli dico, guardandolo negli occhi. In meno di un momento son tornata di nuovo seria: non riesco a ridere senza pensare a cosa è successo tra di noi.
«Perché, scusa?»
«Ridiamo e scherziamo come se non fosse successo niente, quando invece fino a poche ore fa eravamo fidanzati e poi…»
«E poi ti ho detto di averti tradita»
Ancora mi fa male sentire quelle parole. Cerco di rimanere composta, ma in realtà voglio disperarmi, stapparmi di dosso quei vestiti e saltare come una mentecatta su quel marciapiede. Chiudo gli occhi e getto un respiro profondo, prendo le chiavi che ho in borsa e le metto dentro la serratura.

 
Something
Is wrong
And I do know just what it is
You no longer with me

Mi tocca le spalle e poggia la sua testa accanto alla mia, ma non sono ancora pronta per un contatto. Mi volto di scatto e mi parte istintivamente un calcio con le mie sneakers che stonano con quel vestito elegante. Lo prendo in pieno nei Paesi Bassi, che tra l‘altro son sempre stati i suoi territori preferiti.
«Ahia! Troia!» mi dice, cadendo per terra come un attore di una soap opera di quart‘ordine.
«Ma grazie!» gli dico, guardandolo negli occhi. Apro la porta, prendo le chiavi e gliele getto per terra.
«La vita è molto più di te e me» ribatte lui, ancora sdraiato.

 
That
Life is
Life is more than me myself and I
   
 
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