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Autore: mononokehime    26/07/2017    2 recensioni
Elizabeth Thompson abita a Dover, a poche miglia dalle scogliere. La sua vita scorre tranquilla e senza pensieri, fino a che non viene coinvolta in un matrimonio di convenienza con uno degli scapoli più ricchi d'Inghilterra e si ritrova a vivere in una sfarzosa tenuta dello Staffordshire.
Nonostante i mille lussi che la circondano, si sente prigioniera di una vita che non è sua e desidera solo scappare... fino a quando non incontra un affascinante ragazzo dal passato avvolto nel mistero, che complicherà ancora di più la situazione.
***
DAL TESTO:
Infilai le mani nelle tasche della felpa, mentre camminavo lentamente godendomi quel raro momento di tranquillità lontano dall'opprimente sfarzo di Rangemore Hall. Proprio mentre stavo per tornare indietro notai una figura di spalle seduta su un muretto ai limiti del parco.
[...]
Rimanemmo a guardarci in silenzio per alcuni secondi, quando lui accennò un piccolo sorriso.
«Tu devi essere la famosa principessina di Tomlinson»
Storsi leggermente la bocca, contrariata.
«Non è esattamente il modo in cui mi definirei, ma suppongo che ormai tutta Rangemore Hall mi conosca come tale»
Il ragazzo ridacchiò divertito.
«In effetti non posso darti torto. Qui si parlava di te ancora prima che arrivassi»
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Per i tre giorni successivi non vidi Harry.
Louis non aveva fatto altro che portarmi con sé ovunque andasse, usando come scusa il fatto che non passavamo mai del tempo insieme. In realtà ne stava approfittando per farmi conoscere a tutti come sua fidanzata, esibendo il suo miglior lato appassionato e facendo sospirare d'invidia qualunque donna a cui mi presentasse.
Detestavo quell'ambiente, quei costosi profumi, quegli ambienti di design, quell'ipocrisia che si nascondeva dietro a lussuose auto e pregiati capi firmati. Non c'era un briciolo di sincerità in quel mondo: tutto era opportunismo, tutto girava intorno al potere ed ai soldi.
A qualunque festa, ricevimento o cocktail party a cui mi portasse, Louis si comportava con un doppiogiochismo tanto studiato quanto disgustoso: quando intravedeva qualche pezzo grosso che secondo lui avrei dovuto conoscere, prima mi sussurrava all'orecchio un paio di nozioni sulla sua posizione sociale e su come avrei dovuto comportarmi, poi me lo presentava e ci chiacchierava insieme per qualche minuto adulandolo spudoratamente, infine dopo essersi congedato ed allontanato a sufficienza iniziava a commentare l'arrivismo della sua famiglia, o quanto fosse brutta la cravatta che indossava, oppure come lo tradisse la moglie a sua insaputa.
Era tutto un grande gioco di ruolo in cui ciascuno mostrava il proprio lato migliore, in realtà sempre costruito ad hoc, e tentava di arrivare più in alto possibile senza che la propria maschera venisse scalzata. Chiunque vi prendesse parte sapeva perfettamente che gli altri non erano da meno; eppure in qualche modo quel grande meccanismo ipocrita continuava a ticchettare, lucido e ben oliato.
Dal canto mio mi sforzavo di assecondare le mosse di Louis, ma ora dopo ora il disgusto che provavo nei confronti di quel sistema mi dava sempre più la nausea. Nulla era genuino e spontaneo, era così lontano dal mondo a cui ero abituata che mi sentivo soffocare.
Mi manca Harry.
Ormai non fingevo nemmeno più di negarlo a me stessa; avevo bisogno della sua compagnia, era l'unico modo per sentirmi a casa in quell'ambiente ostile.
Eppure da quando mi aveva raccontato del suo passato non riuscivo a non vederlo con occhi diversi. Prima mi era facile e naturale assorbire semplicemente la sua allegria come una spugna per fuggire da un contesto che mi era estraneo; ma potevo davvero continuare a farlo dopo che avevo scoperto a quale prezzo lui stesse vivendo la sua vita a Rangemore Hall?
Non riuscivo nemmeno ad immaginare come fosse possibile che Harry potesse trasmettere tanta serenità e spensieratezza nonostante la vita gliele avesse strappate via fin dalla nascita.
Un bambino che decide di venire al mondo nel peggior momento possibile, niente più che uno sgradito imprevisto per i suoi genitori. L'hanno abbandonato e sono morti dall'altra parte del mondo. Non sanno nemmeno che persona meravigliosa è diventato.
Erano questi i pensieri che mi riempivano la mente durante le lunghe giornate con Louis; non provavo nemmeno a seguire le inutili chiacchiere che intratteneva con i vari finanzieri a cui mi presentava.
Quando tornavamo a casa – sempre dopo cena – mi guardavo intorno senza farmi notare per vedere se Harry fosse ancora in giro, ma non c'era mai. L'indomani ricominciava puntualmente il tour de force nell'alta società, perciò passarono alcuni giorni senza che io vedessi né lui né Phil.
Il venerdì mattina Louis dovette prendere parte ad una riunione con i membri più importanti della società finanziaria di suo padre; la mia presenza lì sarebbe stata inutile, pertanto ero riuscita a convincerlo a lasciarmi a casa.
Dopo aver fatto colazione ed essermi lavata uscii dalla villa, diretta verso il giardino di Rangemore Hall. Pioveva leggermente, al che mi tirai su il cappuccio della felpa ed accelerai il passo. Quando arrivai davanti alla dépendance alzai una mano per bussare, ma proprio in quel momento la porta si aprì.
Mi ritrovai davanti un ragazzo dai corti capelli biondi, evidentemente decolorati, portati all'insù in un pittoresco disordine che sembrava quasi studiato. Gli occhi, di un bel colore azzurro-grigio, mi osservavano con un'aria perplessa che probabilmente dovevo avere anch'io. Restammo una manciata di secondi a guardarci in silenzio, un po' imbarazzati, senza sapere cosa fare o dire.
«Niall! Che cavolo ci fai sulla porta?»
La voce di Harry proveniva dall'interno della dépendance, e il ragazzo biondo si voltò per rispondergli.
«Ehm, Harry... c'è una ragazza qui» farfugliò incerto, con un marcato accento irlandese.
Sentii dei passi avvicinarsi all'ingresso, finché la figura longilinea di Harry non comparve alle spalle del biondo. Non appena mi vide un sorriso si aprì sul suo volto.
«Lizzie, che sorpresa! Come mai da queste parti?»
Il ragazzo irlandese spostò più volte lo sguardo da me a Harry, prima di illuminarsi e rivolgersi all'amico.
«Lizzie? Sarebbe lei la famosa Lizzie? Quella che hai invitato a cena qualche sera fa?» domandò eccitato, al che Harry lo fulminò con lo sguardo e gli tirò una gomitata nelle costole.
«Niall, sei un idiota» sbottò esasperato. «Così la farai scappare a gambe levate. Vieni dentro, Lizzie, e non badare a lui»
Soffocai una risatina e seguii i ragazzi nella dépendance.
«Ero passata a salutarti, non sapevo avessi compagnia» spiegai, per rispondere alla sua domanda di poco prima.
«Ehi, posso andarmene se avete bisogno di privacy» si intromise Niall, guadagnandosi un'altra gomitata dall'amico.
«Lizzie, l'idiota biondo qui é Niall Horan, il mio migliore amico. Perdonalo già per tutte le sue stupidaggini inopportune passate, presenti e future»
Scoppiai a ridere e gli strinsi la mano.
«Sei irlandese?» gli chiesi, nonostante il suo accento parlasse da sé. Lui annuì con un sorriso fiero.
«Sì, vengo da Mullingar, una città nel cuore dell'Irlanda. Sono venuto a vivere in Inghilterra a dieci anni, quando i miei hanno divorziato; mia madre aveva degli amici da queste parti e voleva cambiare aria, perciò non è stato difficile trovare una nuova casa qui. Stiamo a Burton»
Niall era un tipo piuttosto loquace, ma comunque simpatico; aveva un'espressione gentile e un viso da bambino che lo rendevano una presenza gradevole. Inoltre era senza dubbio un bel ragazzo.
«Ok, ok, non ti ha chiesto la storia della tua vita» tagliò corto Harry. «Ma poi, che ci facevi alla porta?»
«Volevo vedere se pioveva ancora, ma quando ho aperto la porta lei era lì davanti» rispose Niall con un'alzata di spalle.
«Ci sono le finestre per questo tipo di cose!»
«Ma dalle finestre non si capisce mai quanto forte sta piovendo!»
Harry scosse la testa e si lasciò andare ad una risata, poi tornò a guardarmi.
«É da qualche giorno che non ci si vede» disse dolcemente, dandomi l'impressione che quella frase nascondesse una muta domanda.
«Louis ha voluto presentarmi alcune sue conoscenze» spiegai, restando sul vago.
Tanto lo so che mi leggerai nel pensiero come fai sempre.
Socchiuse gli occhi e mi scrutò in silenzio per un lungo istante. Il suo sguardo inchiodato al mio mi provocò di nuovo quella sensazione di formicolio alla bocca dello stomaco, al che iniziai a sentire le mie orecchie diventare bollenti.
«Capisco» rispose infine, ed i suoi occhi allentarono la presa sui miei. «Sono felice che tu sia venuta»
Sorrisi in risposta, mentre lo sguardo di Niall si faceva sempre più eloquente e malizioso.
Lui e Liam andrebbero decisamente d'accordo.
«Avete voglia di fare qualcosa o restiamo qui a guardarci teneramente negli occhi tutto il giorno?» commentò il biondo con aria canzonatoria, al che l'amico alzò gli occhi al cielo.
«Guardiamo un film?» domandò Harry. Annuii spostando lo sguardo su Niall, che a sua volta approvò.
«Fight Club, Inception, Shutter Island, Memento... hai un solo film che non sia un thriller ansiogeno?» si lamentò Niall, esaminando i Blu-ray all'interno del mobile sotto la TV.
«Scusa se sia io che Phil detestiamo quelle stupide commedie che tu adori» replicò piccato Harry.
«Se ti riferisci ad Anchorman prima o poi ti farò capire quanto ti sbagli»
«Buona fortuna, Ron Burgundy dei miei stivali»
«Non avrò bisogno di fortuna, il grande cinema comico d'America parla da sé»
Harry roteò gli occhi e non gli rispose. Io decisi di prendere l'iniziativa, altrimenti avremmo finito per non guardare nulla.
«Facciamo così» proposi, sventolando un Blu-ray che avevo recuperato sotto gli altri. «Guardiamo La Compagnia dell'Anello e non se ne parli più»
Niall mi guardò storto.
«Lo sai quanto dura, vero?» domandò con una punta di sarcasmo.
«Certo» risposi, con un'alzata di spalle. «Però é da parecchio tempo che non lo vedo. E poi la trilogia dell'Anello é l'unica alternativa che vedo ai thriller ansiogeni di Harry»
Harry afferrò prontamente la scatola dalla mia mano, la aprì ed inserì il Blu-ray nel lettore.
«Ottima scelta, Lizzie. Hai buon gusto»
Il biondo si arrese ed andò a prendere una coperta, dal momento che la pioggia era aumentata ed aveva iniziato a fare più freddo. Dopo aver spento la luce ci accomodammo sul divano, un po' stretti, con Harry in mezzo, dispiegando la coperta sulle nostre gambe.
Appena ci fummo sistemati non potei fare a meno di notare che tutta la parte sinistra del mio corpo era letteralmente incollata a Harry; questa consapevolezza mi fece avvampare all'istante. Ringraziai il cielo che la stanza fosse in penombra e il mio rossore non si notasse.
Dai, Lizzie, non hai dodici anni.
Quando il film partì, i familiari paesaggi della Terra di Mezzo mi aiutarono a distrarmi dal martellare incessante del mio cuore. Almeno fino a quando Harry non mi rivolse la parola.
«Tutto bene? Sei un fascio di nervi, hai freddo?» chiese sottovoce, lanciandomi un'occhiata preoccupata.
«Un po'...» farfugliai in risposta, senza riuscire a pensare ad una risposta migliore.
Harry sorrise e mi avvolse un braccio intorno alle spalle, attirandomi a sé e sistemandomi meglio la coperta.
«Va un po' meglio?»
«Sì... grazie»
Stupida. Stupida. Stupida.
Cos'avevo in testa? Mi stavo davvero permettendo di pensare a Harry in quel modo? Forse mi ero dimenticata in che situazione mi trovavo? Non ero in vacanza a Rangemore Hall, avevo un fidanzato e un impegno nei confronti della mia famiglia. Certo, vivevo il tutto come una soffocante prigione senza via d'uscita, ma questo non mi permetteva di prendermi libertà di questo tipo.
Cosa avrebbe potuto farmi ottenere un mio interesse nei confronti di Harry? Solo ed esclusivamente problemi. Non avrei di certo potuto dire ai miei genitori che avrei buttato all'aria il benessere della famiglia per correre dietro ad un tuttofare orfano pieno di tatuaggi che aveva meno risorse di me, senza contare il fatto che avevo mentito alla mia famiglia per mesi – e questo di certo non sarebbe stato apprezzato.
Dovevo liberarmi il prima possibile di quelle stupide idee su Harry che mi impedivano di mantenere la tacita promessa che avevo fatto a me stessa ed ai miei genitori.
Ma poi, da quand'è che ho iniziato a pensare a lui in questo modo?
Forse era stato quando mi aveva raccontato del suo passato. Oppure quando mi aveva regalato la campanula blu che conservavo ancora, infilata tra le pagine della mia vecchia copia di Orgoglio e Pregiudizio. O magari quella volta che si era avvicinato a me mentre ammiravo l'acero rosso accanto alla dépendance. O forse la prima volta che l'avevo guardato negli occhi, la notte in cui ci eravamo conosciuti.
Ormai non stavo nemmeno più seguendo il film, che peraltro conoscevo a memoria; il mio cervello lavorava senza sosta, analizzando e razionalizzando, nel tentativo di liberarsi di quella morsa allo stomaco così illogica e dolorosamente piacevole che si intensificava ogni volta che la mano di Harry prendeva ad accarezzarmi distrattamente la spalla.
Non volevo ammettere che stavo bene come non succedeva da parecchio tempo, che non avrei voluto altro che lasciarmi andare e godermi quella sensazione di piacevole rilassamento, che avrei desiderato con tutto il cuore poter semplicemente cancellare Louis dalla mia esistenza senza curarmi di tutte le problematiche annesse e connesse.
Mi limitai a stabilire una temporanea tregua con me stessa, concedendomi di non sottrarmi all'abbraccio di Harry e ripromettendomi che sarebbe stata solo un'eccezione.
Solo per questa volta. Che sarà mai?



Spazio autrice
Ciao a tutti!
So che questo capitolo è un po' più corto del precedente, ma lo ritengo comunque uno dei più importanti della storia. Qui infatti Lizzie capisce di provare qualcosa per Harry... e tutti i suoi problemi a Rangemore Hall si ridimensionano drasticamente. Ora cammina sul filo di due rasoi, se vogliamo; da un lato deve far funzionare la sua relazione con Louis, dall'altro deve stare attenta a non alimentare dei sentimenti che potrebbero mandare all'aria tutto quello per cui si sta sacrificando.
Sarà mooolto dura... come gestirà il prossimo futuro la nostra eroina?
Come sempre, lo scoprirete mercoledì prossimo :D

Un abbraccio,
mononokehime
   
 
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