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Autore: Esthel_    15/06/2009    1 recensioni
''...Il ricordo beffardo e tagliente, ritorna come punizione fatale nella sua mente. Le acque limpide, per un attimo, ai suoi occhi, sembrano tingersi di rosso, abbracciare un'aggraziata figura, che non è più calda. Non è più viva. Non è più fonte di piacere... ''
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Idioteque
‘’ Ingoierò finchè non scoppierò
finchè non scoppierò
finchè...’’

 

Venezia.
Umida, assonnata, e ammaliatrice Venezia.
Dove gondole solitarie galleggiano silenziose, a ricordar belle e inquietanti sirene, riposare sulla riva del canale abbagliante dal sole dorato.  

I passi affrettati, sfuggevoli, rumorosi e impauriti del ragazzo, echeggiano nel vicolo stretto e umido, dove lo scorrere dell’acqua crea un leggero e sottile sottofondo - assordante e insopportabile alle orecchie del confuso giovane bruno - , il respiro affannato, strozzato e mancato, cosi tanto desideroso di scappare.
Gli occhi sembrano danzare, terrorizzati, occhi neri che hanno visto vita e morte, occhi che non vogliono darsi pace, tremano. 
Labbra rosse che sanno ancora di sangue e desiderio, sono ora contorte a disgusto e consapevolezza. Mente in rivolta, mente straziata e ostinata a voler rimanere ignara a quella passione mista col sangue.

Follia e idiozia.
Nella Venezia addormentata e innodata dal sole.
Dove la gente sembra vivere sotto l’effetto di un incantesimo.
Dove l’acqua limpida rispecchia antiche case arancioni, e armoniose opere d’arte.
Dove tutti vivono nella bella ignoranza.

Venezia sorride.
Venezia piange.
Venezia è bagnata dal sangue.

Il ricordo beffardo e tagliente, ritorna come punizione fatale nella sua mente.
Le acque limpide, per un attimo, ai suoi occhi, sembrano tingersi di rosso, abbracciare un'aggraziata figura, che non è più calda. Non è più viva. Non è più fonte di piacere.
E’ stata strappata via, è stata usata e gettata via, senza consapevolezza o ragione.
Le mani sudate e tremanti stringono le sue ciocche nere e vellutate, gli occhi ricordano una carta accartocciata, il respiro viene a mancare, mentre le gambe continuano a scappare, imperterrite.
Nel isolato, silenzioso, sperduto, vicolo di Venezia.

Quando un cuore impazzisce.
La mente scoppia.

Il ricordo delle carini che si cercano, che si chiamano, che si desiderano spudoratamente, egoisticamente.
Le mani a esplorare e insudiciare ulteriormente quel corpo così all’apparenza lindo, ma così lercio. Le labbra unite a perdersi in un irremovibile vortice di sapori, respiri incontrollati, caldi, rumorosi e melodiosi, echeggiano padroni in quella penombra, unica spettatrice di tale goduria e peccato. 
Un tiepido sole a illuminare le loro carni scottanti, i perfetti boccoli biondi saettare sulla pelle diafana, le labbra rosse schiuse a sfogarsi all’apice del piacere immanente.
Occhi azzurri invece, erano serrati a gustare ogni odore, sensazione e goduria, attenta a non sprecare il minimo particolare di cotanta passione. 

Azzurro acqua.
Azzurro sangue.
Vicoli che ti  mozzano il respiro.
Consapevolezza ingannevole.

Una figura esanime stesa su lenzuola che sanno ancora di sesso e di peccato, e ora anche di morte.
Una folle, piacevole, morte.
L'acqua beffarda e cristallina, che riflette agli occhi, persi nel tormento agognante, la verità. 
Così cruda, e tagliante, verità.
E non si dà pace, e non si dà pace, e non vuole crederci, e non vuole crederti.
Ma ride.
Ride come un diavolo.

La mente ignora fin quando non scoppia.
Fin quando le acque lo perseguitano.
Mostrando il cadavere di una dea intrisa di sangue.
A ricordare il suo volto contorto dal piacere.

L’ha uccisa, e lo sa.
L’ha tenuta per sé, l’ha amata e desiderata, desiderata fino ad impazzire, nella beata ignoranza delle loro vite, nella beata ignoranza della vita stessa.
E quei vicoli lo intrappolavano ora nella morsa del dolore, imprigionandolo e tormentandolo con le acque che, costantemente, riflettono quel corpo bianco e senza vita.

Uccisa, per il gusto di farlo.
Uccisa per provare il sapore del sangue.
Uccisa per impazzire.

E lui ride e fugge.
Mentre Venezia dorme.    



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Ringrazio la mia socia-beta blind_blind
per le correzioni della FF qui presente u.u
  
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