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Autore: Arny Haddok    27/07/2017    3 recensioni
E se John si fosse accorto della mancanza di Sherlock quando cominciarono le danze al suo matrimonio? Lo avrebbe cercato.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa volta non è una song-fic! Jeez, che progresi.
Eccomi con una One-Shot ispirata da una discussione su un gruppo facebook, con un John triste, perché ci piace vedere John triste.
Insomma... buona lettura!

 

After the Fall


 

- Quindi sarà questo il mio futuro... -

- Il nostro futuro, vorresti dire. - irruppe Mary cercando lo sguardo gioioso di John. La sua voce lasciava intendere una felicità che prima d'ora non era mai stata colta nelle sue parole, nei suoi occhi; la Signora Watson era splendida con quel sorriso sulle labbra.

Sherlock probabilmente avrebbe confermato la deduzione del suo amico, guardando di fronte a sé, con gli angoli della bocca sollevati e il petto gonfio.

Quell'immagine attraversò la distratta mente di John, come una nota stonata in una composizione classica e cristallina. Sorrise a Mary per poi voltarsi e allontanarsi. - Vado a cercare qualcosa da bere. - mentì, come se non conoscesse esattamente la posizione del tavolo delle bevande, come se chiedere a qualcuno fosse troppo scortese.

Subito controllò gli angoli della sala, sapeva di poterlo trovare il più lontano possibile dalla ressa, dalla folla, dalle persone; lui non c'era. Lestrade lo fermò per un braccio stringendo un po' troppo la presa, lo fissò negli occhi per qualche istante per poi concentrarsi sulla cravatta dello sposo.

- Qualcosa non va, John? - gli domandò con un tono leggermente preoccupato.

- N-no Greg, va tutto bene, sto solo cercando una persona. - replicò Watson sorridendo e sporgendosi impercettibilmente in avanti com'era solito fare.

- Proprio ora che tutti cominciano a ballare? Beh, buona fortuna allora con la tua ricerca - concluse l'ispettore lasciando il braccio dell'amico. Rimase a guardarlo mentre si dirigeva verso un altro salone, per poi voltarsi e tornare a festeggiare.

Non lo trovò. Si fermò fuori dalla sala principale, con un cielo scuro e senza stelle sopra la sua testa, e il suo viso rivolto verso quello sfondo nero. “Non significa che non le apprezzi” e gli occhi di John tornarono sul giardino, illuminato da una luna pallida e infelice. Sorrise per sé stesso, con lo sguardo nebbioso distratto dal vuoto che aveva di fronte, ricordando quelle giornate a ritmo del ticchettio di timer mortali. Inspirò per poi abbassare le spalle mentre lasciava andare l'aria trattenuta.

Se ne era andato.

- Ehi John, che ci fai qui, chi stai cercando? - una voce familiare si appoggiò sulla sua spalla sinistra, accostandosi a lui silenziosamente – Dai, torna dentro, hai intenzione di lasciarmi sola in pista il giorno del nostro matrimonio? Sarebbe scortese. - scherzò.

- Sì scusa, torno subito. - una risposta secca, addolcita da un incrocio di sguardi di breve durata.

I passi di Mary riecheggiavano sulle piastrelle di pietra grigia; eppure qualche attimo prima non l'aveva sentita arrivare.

Rimase di nuovo solo, respirando lentamente, ancora una volta. Raddrizzò la schiena e spostò il piede sinistro in direzione dell'entrata, osservando un'ultima volta il giardino con espressione severa. Sarebbe sopravvissuto a quel futuro? Questa era la domanda che si pose in quel preciso istante, voltandosi verso le vetrate della sala.

Senza nessuno a chiedergli di correre in direzione dell'uscita, senza che nessuno gli gridasse “Noiose! Le feste sono noiose, John!”. Non tornò sui suoi passi, anche se aspettava che una voce pronunciasse il suo nome dall'altro lato del giardino.

Non lo aspettava, lo voleva.





Spazio (in)utile: giuro che questa volta ci ho rimuginato su almeno per una mattinata, il che è un miracolo dato che sono abbastanza impulsiva solitamente. Non c'è molto da dire questa volta, ma cercherò di cavare qualche ragno dal buco. Innanzitutto ringrazio le ragazze del gruppo facebook che danno spunti strettamente angst, che però non ho inserito come genere perché non ritengo questa One-Shot abbastanza "dannosa" per le povere anime che seguono questa serie; quindi grazie, perché ho trovato qualcuno con cui soffrire anche solo per alcuni commenti sotto un post, ve se ama. 
Per quanto riguarda il testo, beh, John non può non essersi accorto della mancanza del suo Sherlock, e sì, per me questo breve scritto è catalogabile come Slash (anche se non accade effettivamente nulla). Sappiamo che al nostro soldatino piace la vita movimentata, e questo momento è quello che ritengo più giusto perché accada una cosa: John Hamish Watson si accorge di aver dato Sherlock Holmes per scontato e di amarlo. 
Il titolo... questo perché il matrimonio è la caduta di John (a mio avviso), e l'atterraggio è proprio quello che ho scritto sopra. No, non è morbido, non c'è il pandoro ad aspettarti sweetheart. In più è anche il titolo di una canzone dei Kodaline, fonte inesauribile di tristezza.
Ok ora basta, devo prepararmi al vero Angst con la puntata con cui Paramount Channel ha deciso di deliziarci questa sera. 
Come al solito vi ricordo la mia pagina Facebook "Arny Haddok EFP" e di recente ho aperto un account Twitter @CallmeBoo dove potete venire a trovarmi. 
Alla prossima!

 

   
 
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