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Autore: LadyDP    27/07/2017    1 recensioni
"Era piccola,Tiana.
Ma il dolore e le lacrime la facevano sembrare grande."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlotte La Bouff, Tiana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Due piedi piccoli,leggiadri,ma al tempo stesso pigri,scivolanti.

Due occhi grandi.

Ma terribilmente tristi.

Due mani congiunte.

Ma morbide,cadenti,senza forza.

 

Lo sguardo solcato da ombre rosse,come dopo un pianto.

 

Il sorriso,morto.

 

I capelli ricci,sciolti sulle spalle.

 

Una coroncina buttata in un angolo,segno di un’infanzia a cui Tiana aveva definitivamente detto addio.

 

 

Aveva tredici anni,e già aveva subito una delle più grandi disgrazie che ogni giorno possano

colpire l’animo di una persona.La morte del proprio padre.

 

 

 

Era piccola,Tiana.

 

Ma il dolore e le lacrime la facevano sembrare grande.

 

 

Seduta,sul letto,ricurva,a fissare il pavimento senza vita,come la sua gioia di vivere.

 

 

Quel silenzio orribile,angosciante,pesante,venne interrotto da sua madre,che con discrezione

aprì la porta,e pure lei,triste due volte,sia per il marito morto che per la figlia disperata,

aveva un muso che toccava il pavimento.

 

 

Sperava,comunque,che ci fosse un modo per tirarla un pochettino su di morale.

 

 

 

“Tesoro,ho chiamato Charlotte..”annunciò alla figlia,

ostentando un po' di allegria nel tono e nel sorriso.

 

“..pensavo ti avrebbe fatto piacere vederla.”

 

 

Tiana si voltò verso di lei,poi tornò con lo sguardo verso giù.

 

 

 

La piccola La Bouff fece il suo ingresso lentamente,discretamente.

Indossava un elegante basco rosa,un capottino con gli enormi bottoni,rigorosamente rosa,ed una gonna del medesimo colore,più due stivaletti.

 

Aveva uno sguardo profondamente dispiaciuto.

 

 

“Tiana..”la chiamò,cercando di sembrare felice.

 

 

La madre della bambina chiuse la porta e le lasciò sole.

 

 

 

Charlotte si avvicinò al letto,vi si sedette,tenendo la schiena all’amica,e rimase in silenzio.

 

 

Tiana si chiuse tra le sue ginocchia.

Ricominciò a piangere.

 

 

Charlotte si voltò,aprì le braccia e le disse dolcemente

“Vieni qui”

 

 

Le due ragazzine si abbracciarono con forza,e rimasero così per una decina di minuti abbondante.

 

 

“Tiana...”cominciò lei,con non poca esitazione.

 

 

“...quando è morta la mia mamma avevo solo 5 anni,ma me lo ricordo benissimo.”

 

 

L’amica cercò di bloccare il pianto,e cominciò a prestare seria attenzione a Lottie.

 

“Stava molto male,ma anche se sapeva che non avrebbe avuto una morte indolore e tranquilla,ha insistito con mio padre per farmi assistere.

 

Voleva vivere con me ogni momento,farmi sapere com’era stata fino all’ultimo attimo,

che io piangessi tutte le mie lacrime in un colpo solo,così da poter tornare alla mia vita spensierata in fretta.

 

Certo,mi era rimasta una grossa cicatrice nel cuore.

 

Ma a farmela sopportare erano i ricordi di lei.Non erano tanti,ma ognuno vale più dell’oro,per me.

 

La gente può dire quello che vuole,

che fossi piccola,

che non capivo niente,

 

ma io so di aver sentito molto bene quello che mi ha detto,prima di lasciarci.

Se il tuo sogno è un principe,Charlotte,cerca il tuo principe.

Qualunque sia il tuo sogno,non lasciare che nessuno te lo rubi.Potranno criticarlo,ma mai rubartelo.”

 

L’altra la guardava negli occhi,rapita da ogni sua parola,e sempre stretta al suo collo con le braccia.

 

 

“Anche se non li vedi,loro ci sono,Tiana.Restano.

 

Ogni mattina mi sembra di sentire ancora la sua voce,

ogni volta che passo davanti alla camera di mio padre mentre dorme,mi sembra che dorma ancora lì,

ed ogni sera,quando vado a dormire io,mi sembra di sentire ancora il suo bacio della buonanotte.

 

 

Lei mi segue in ogni cosa che faccio,mi guida,mi aiuta,mi protegge.

 

So sempre che fare,se penso a lei,è come se non mi avesse mai lasciata.”

 

Charlotte sorrise,le scese una lacrima e se la asciugò subito con un fazzolettino di stoffa.

 

 

Tiana sorrise a sua volta,ispirata dal suo discorso.

 

 

Si slacciò da lei,scavalcò il letto e si avvicinò al comodino,sul quale giaceva un barattolo vuoto.

 

 

Lo prese in mano.

 

 

“Da domani,lavorerò sodo per risparmiare ogni centesimo possibile,

ed aprire il ristorante che noi due avremmo desiderato.

 

 

E tutti i soldi li metterò qui dentro,su questa mensola!”annunciò convinta.

 

 

Posò il contenitore,aprì un casetto ed estrasse da lì una sua foto,e la poggiò vicino al barattolo.

 

 

 

 

“Sempre vicino a te,papà.”

 

   
 
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