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Autore: Akrois    15/06/2009    2 recensioni
C’era una volta, un dio che si sentiva un pò solo ed una bambola senza vita.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Doll (And His God)

A Doll (And His God)

 

 

 

 

C’era una volta, un dio che si sentiva un pò solo ed una bambola senza vita.

 

Il dio pensava di sapere tutto, ma si muoveva nel cielo con ali di cera e piume, pensando che nessun fuoco avrebbe potuto farlo cadere, poiché era la reincarnazione del fuoco stesso.

La bambola pensava di sapere tutto, ma si limitava a guardare, senza mai entrare nel turbine del mondo, convinto che questo non potesse catturarlo.

 

Un giorno, la bambola ed il dio si trovarono nel cielo e la bambola volle sfidarlo.

Ma gli dei del fuoco non perdonano le bambole che li sfidano e così distrusse il fragile biscuit  che la costituiva, insegnandole il vero significato della sconfitta.

Ma ciò che il dio non seppe mai era che in quella sconfitta, in quelle ferite, lui aveva riversato le sue fiamme e che queste fiamme erano scese nel corpo della bambola, riparando le sue ferite e dandole vita.

 

E così la bambola scelse il cielo come nuova casa, bramando il potere del suo dio, cercandolo e inseguendolo.

 

Ed intanto, il dio era caduto a terra e così gli umani lo chiamarono amico e fratello.

Ed il dio pensò che fosse bello, nonostante tutto e che gli anni in cui aveva volato con ali intrise di fiamme e sangue erano finiti e che poteva essere chiamato fratello, anche se la sua vita d’uccello era ormai terminata.

E la bambola ritrovò il suo dio. Ma ella non era più una bambola, ma una persona come ogni altra.

Pretese il diritto di chiamarlo rivale, di mettersi in competizione con lui, ridendo al suo fianco ed appoggiandosi alla sua spalla se stanca.

Pretese il diritto di chiamarlo compagno ed il dio pensò che fosse bello avere un amico ed un rivale così.

 

E la bambola volle anche sognare e guadare le stelle e dargli ogni cosa desiderasse.

Perché, se glie l’avesse chiesto, si sarebbe strappata il cuore e glie l’avrebbe servito su d’un piatto d’argento.

 

- Aeon, non dire di cose così macabre.

- Ma è vero Spit.

 

Spit, il buon vecchio dio delle Fiamme cadute in disgrazia, fissò per qualche istante il compagno, prima di scoppiare a ridere.

Aeon si sollevò su d’un gomito, fissandolo interrogativo con i suoi begli occhi.

Allontanando le coperte dal suo torace, Spit gli puntò un dito al petto, sorridendo.

 

- Il tuo cuore è già mio, Aeon.

- Non allargarti troppo Spit.

 

 

C’era una volta due Re, che morirono assieme nel luogo più vicino al cielo.

C’erano una volta e ci saranno ancora, il tempo ed il fuoco.

C’erano una volta e ci saranno in eterno, due anime vicine e lontane, d’una bambola vuota che guardava il cielo e d’un Icaro solitario che guardava la terra.

C’erano una volta e ci saranno in eterno, perché il ricordo non muore, anche se fiaccato dal tempo ed incenerito dal fuoco.

C’erano una volta…

Una bambola ed il suo dio.

 

 

 

 

A.Corner____

 

Cioè..

No.

Non può finire  così.

Odio Ogure lo odio sentitamente ç_ç

Spit e Aeon, i miei personaggi preferiti (superati solo forse da Mitsuru, ma io amo i personaggi  tappezzeria XD) morti, così.

Che tristezza ç_ç

 

 

 

 

   
 
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