Era l'alba. Un raggio di luce entrò timido dalla finestra, illuminando l'intreccio dei nostri piedi. Ero racchiusa nel suo abbraccio, l'unico luogo nel quale mi sentivo realmente al sicuro, piccola piccola, ma piena di coraggio. Sentii il suo corpo muoversi in un piccolo scatto, come succedeva spesso quando dormiva. Si mosse di nuovo, stavolta in modo diverso, capii che si stava svegliando- Buon compleanno piccolina - sussurrò Nate. Sorrisi; in quel letto, tra le sue braccia mi sentivo la persona più felice del pianeta. Mi svegliai all'improvviso. Per un secondo mi sembrò di essere ancora a Brooklyn, soltanto per un secondo. Invece ero lì, a Prim Hill. Era il 27 agosto. Ripensai allo scorso 27 agosto: avevo dormito da Nate, lui mi aveva preparato la colazione e.... Erano cambiate tante cose dallo scorso 27 agosto, troppe cose. Un altro luogo, un'altra me... Una me senza di lui, ai tempi mi sarebbe sembrata un'idea assurda. Tutt'ora era un'idea assurda. Nate è morto. Quante volte avevo ripetuto questa cosa dentro di me, ma ancora non riuscivo a crederci. Mi aspettavo di sentire i suoi piccoli scatti nel sonno ma non sarebbe mai più successo. Mi aspettavo di sentire la sue voce che diceva "Auguri piccolina", ma ero solo un'illusa. Un raggio di luce entrò dalla finestra e illuminò timido i miei piedi, soli. Era l'alba.