Film > Zootropolis
Segui la storia  |       
Autore: Plando    28/07/2017    6 recensioni
Se l'esterno era messo male, l'interno era ancora peggio, tutto faceva pensare che la baracca stava su per miracolo, si diede degli sguardi veloci in giro, non voleva stare li un minuto di più, a terra nulla più che dei vestiti a brandelli, logorati dagli anni, delle vecchie foglie secche probabilmente formavano quelli che potevano sembrare due letti di fortuna, un vecchio orologio da polso rotto, poi nient'altro, ci rimase deluso, non aveva scoperto nulla che potesse far capire chi fosse stato, anche solo per far sapere ad eventuali famigliari della sua sorte, fece per uscire quando pestò qualcosa che attirò la sua attenzione, semi-nascosto sotto le foglie secche ci stava qualcosa.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Allora, Carotina?”

Dopo aver preso tra entrambe le zampe il test di gravidanza, Judy lo torse finché non si spezzò, per poi gettarlo a terra in preda alla rabbia.

“Ancora niente”

“Judy, devi rassegnarti al fatto che non è possibile, ormai è evidente e continuare a sperarci non ti farà altro che male”

“NO, non ci rinuncio, deve funzionare, deve…”

“Per certe cose, volerlo non è sufficiente, lo sapevi quando abbiamo iniziato questa relazione che era impossibile, non avremo mai figli nostri, ed io non voglio privarti di tutto questo”

Queste ultime parole fecero preoccupare mortalmente la coniglietta “N…Nick?”

“Potresti…”

Alzò le orecchie, curiosa di sentire l’idea del partner ed allo stesso tempo terrorizzata che le dicesse di lasciarlo, per trovarsi un compagno che potesse darle quella possibilità, per ora negata, non avrebbe mai potuto reggere una simile cosa.

“Potresti provare con l’inseminazione artificiale, scommetto che la banca del seme di Zootropolis ha anche…”

“Ma…ma così…sarà solo mio, mio e di chissà quale coniglio, non avrà nulla di te”

“Avrà il mio cognome, ed io gli vorrò comunque bene, come se fosse mio”

Judy si fermò un attimo, per riflettere, non ci aveva mai pensato, poteva avere un figlio, magari anche più di uno, ma quell’attimo durò troppo poco prima che tornasse con le zampe a terra, era convinta di quello e niente le avrebbe fatto cambiare idea.

“No, o si fa assieme oppure niente e su questo non transigo”











Rivederla, dopo tutti quegli anni, fece tornare alla mente di Nick gli ultimi momenti che avevano passato assieme, prima che lei partisse per quel maledetto volo e da cui non era più tornata, fu riportato alla realtà da Judith, che nel frattempo aveva raggiunto le due volpi, lasciando per un attimo da sola la zia.

“Ha bisogno di cure mediche, avete visto come zoppica?”

Nick annuì per poi voltarsi verso di lei, era ancora in mezzo all’orto, li guardò per qualche istante per poi dargli le spalle e girarsi verso la boscaglia.

“La cosa più importante da fare è condurla via da qua, portiamola alla barca, scommetto che tuo padre sarà al settimo cielo appena la vedrà”

La coniglietta lo fissò per poi alzare lo sguardo verso il cielo “Presto farà buio e abbiamo almeno quattro ore di camminata per arrivare alla spiaggia, credo sia meglio aspettare domattina, tanto mio padre lo sa che potremo metterci un po' e poi…”

“No” Nick la interruppe a metà discorso “Non ho nessuna intenzione di farle passare un’altra notte qui, è fuori discussione”

A quel punto si avvicinò anche James, guardando prima suo padre e poi la coniglietta, quest’ultima lo stava letteralmente implorando con gli occhi di farlo ragionare.

“Papà, è inutile rischiare per un giorno in più, c’è la luna nuova, stanotte sarà buio pesto e con lei in quelle condizioni ci metteremo ancora di più, non è sicuro, ha atteso trent’anni, può aspettare una sera in più e comunque ora non è più sola”

Nick la guardò ancora, era sempre ferma nello stesso punto e gesticolava qualcosa con le zampe, per poi voltarsi verso loro due.

“Ok, ok avete ragione, passeremo la notte nel bunker, ma domattina all’alba partiamo, se servirà me la caricherò sulle spalle, ma qua non ci resta”

Judith tirò un sospiro di sollievo, solo l’idea di avventurarsi in quella boscaglia in piena notte la terrorizzava, aveva dei figli da cui tornare, decise che una volta soli, quella sera avrebbe chiarito tutto con James, sebbene continuasse ad essere pessimista a riguardo, l’idea di tornare a casa e poter finalmente dire di avere una famiglia vera la allettava non poco.

“Ok, allora vado ad avvisarla, meglio dirgli che…”

“TI HO DETTO DI STARE ZITTAAAAA!!!”

Volpi e coniglia si voltarono verso Judy, che in quel momento stava letteralmente imprecando contro degli alberi.

“Non è del suo stato fisico che c’è da preoccuparsi”

Nick annuì alle parole del figlio per poi dirigersi vero di lei “Andiamo, cerchiamo di non lasciarla sola nemmeno un minuto”

Appena la raggiunse gli posò una zampa sulla spalla, facendola girare verso di lui.

“Ju…”

“Portami via da qui” Si rivolse a lui, interrompendolo, con tono disperato, appoggiandogli il muso sul petto “Ti prego”

“Tranquilla, domattina lasciamo questo posto”

“No, subito”

“Presto farà buio, ci muoveremo domattina all’alba”

“Ma…tu ci vedi benissimo al buio…e anche lui” Si voltò verso l’altra volpe, notando solo in quel momento che la coniglietta più giovane non lo mollava un secondo, arrivando a pensare che tra loro due ci fosse qualcosa, per un momento si sentì triste, ricordando quello che gli aveva detto l’Altra un attimo prima, pensando tra sé e sé.

“No, Nick non mentirebbe, non a me”

Alzò lo sguardo, incrociandolo con quello di Nick, capendo che non avrebbe cambiato idea, quindi si voltò verso l’entrata del bunker.

“O…ok, prendete delle foglie dalle palme, il pavimento è duro da dormirci sopra”

James sghignazzò per un attimo attirando l’attenzione della coniglia “Foglie? Ma non ci penso nemmeno” Finita la frase indicò il grosso zaino che aveva sulle spalle “Ho due teli qua dentro, sono sicuramente più morbidi e comodi, quindi, possiamo entrare?”

Judy annuì con la testa per poi avvicinarsi all’entrata, seguita dagli altri.

L’enorme porta d’acciaio, che a giudicare dalle dimensioni era studiata per consentire il passaggio di un elefante, era semi aperta, dalla quantità di ruggine presente sui cardini Nick capì che non si sarebbe spostata da lì, sicuramente c’era stato un tempo in cui sarebbe bastato posargli una zampa contro per farla slittare senza nemmeno un cigolio ed aprirla senza sforzo, ma ora, dopo quasi un secolo di abbandono, era completamente bloccata in quella posizione, permettendo a fatica il passaggio di Nick e dell’ingombrate zaino di James, quando anche quest’ultimo si accingeva ad entrare venne fermato da Judy.

“Aspetta”

“Cos…mi vuoi lasciare fuori?”

“No, c’è una catasta di legna, una decina di metri sulla sinistra, portane un po’, accendere il fuoco è l’unico modo per vederci di notte”

“Ok, ma…”

“Niente ma, sei maschio, giovane e forte…è tuo dovere”

Finita la frase Judy tornò dentro, lasciando la volpe a pensare a quanto appena accaduto, era certo di sentire suo padre sghignazzare, probabilmente aveva sentito tutto.

“Tsk, adesso ho capito chi portava i pantaloni tra quei due”

Come aveva detto lei, gli bastò percorrere una decina di metri prima di trovare un’enorme catasta di legna, già bella spaccata e pronta da bruciare, si era data parecchio da fare.
Ne approfittò per fare un giro li attorno, non sembrava esserci nulla di strano, di tanto in tanto, ancora fissati sui basamenti di cemento, si potevano vedere dei pezzi di artiglieria contraerea, abbandonati come tutto il resto e resi inutilizzabili dal tempo, dietro al bunker, invasa dagli alberi, si poteva scorgere quello che restava di una piccola pista di atterraggio, con qualche carcassa di vecchi caccia monoposto ad elica.

Dopo più o meno cinque minuti la volpe tornò con la legna, chiedendo dove la dovesse sistemare per accendere il fuoco, la coniglia gli indicò esattamente il centro della stanza, il pavimento era nero in quel punto, segno che già parecchie volte era stato piazzato lì.

“Non finirà che ci soffocheremo ad accenderlo qua?”

“No, il tetto è bucato”

James alzò lo sguardo, esattamente sopra al punto in cui doveva esserci il falò c’era un buco di cinquanta centimetri di diametro, il cemento armato del tetto, dello spessore di almeno un metro, era stato perforato come fosse fatto di carta.

“Cosa è stato?”

Judy osservò per un po' Nick, poi lentamente si voltò verso un angolo della stanza, indicando un’oggetto conico lungo almeno un metro e mezzo.

“Quello”

James si avvicinò per osservare bene, tirandosi subito indietro non appena si rese conto di cos’era; un proiettile perforante da quattrocentosessanta millimetri, probabilmente sparato da una corazzata nel tentativo, a quanto pare fallito, di distruggere il bunker.

“Ma, è sicuro stargli così vicini?”

Judy reclinò la testa di lato, osservandolo “Non è mica radioattivo”

“Ok, ma può esplodere”

“Non lo ha fatto per tutto questo tempo ed era già lì quando sono arrivata, lascialo in pace e vedrai che se ne starà buono”

L’idea di passare la notte a pochi metri da mezza tonnellata di esplosivo non piaceva a nessuno, ma come diceva lei sarebbe bastato ignorarla.
Dopo aver sistemato la legna al centro del spazioso atrio ed averci buttato sopra una manciata di foglie secce la coniglia comincio a dare dei colpetti con una pietra sull’elmo di ferro, sprigionando piccole scintille, nonostante la buona volontà non sembrava proprio volersi accendere.

“A volte ci metto anche mezz’ora”

James aprì una tasca dello zaino, dopo aver frugato un po' ne tirò fuori uno zippo, porgendolo alla coniglia “Tieni, con questo farai prima”

Lo prese e dopo averlo aperto, con un rapido movimento del dito accese lo stoppino, osservava la piccola fiammella muoversi ad ogni suo respiro, pensando a quanto un’oggetto così piccolo gli avrebbe semplificato la vita, se solo lo avesse avuto prima, non sarebbe durato tutto quel tempo certo, ma almeno all’inizio sarebbe stato più semplice.

A quanto pare Judith era molto meno attratta da quell’oggetto.

“Che…che cosa ci fai con quello?”

Nick, che sapeva, capì fin da subito le preoccupazioni della coniglietta, mentre James si limitò ad osservarla in silenzio qualche secondo per poi risponderle “Ci…creo le fiamme?”

Finì la frase con un sorriso da idiota, non durò molto, lei non rideva affatto e Nick si era posato un palmo sulla fronte, facendolo lentamente calare sul muso in segno di disappunto.

“Non fumo, se è questo che ti interessa, l’accendino è semplicemente per utilità, giusto Judy?”

La coniglia stava ancora fissando la fiammella quando venne chiamata, attirando la sua attenzione.

“S…si”

Allungò la zampa verso le foglie secche, non appena la fiamma le sfiorò si accesero, non ci volle molto perché anche la legna prendesse fuoco, illuminando la stanza, fuori cominciò a calare l’oscurità.

Nick si mise a sedere di fianco a lei, stava osservando il fuoco in silenzio quando sentì la zampa della volpe accarezzarle la testa, chiuse gli occhi e si abbandonò a quel piacevole tocco, posando il capo sul fianco di Nick che nel frattempo ricordò l’ultima volta che la vide.










“Dai Carotina, non ti sembra di esagerare?”

Judy gli dava le spalle mentre preparava la valigia, sbuffando ad ogni parola della volpe.

“Era uno scherzetto, te la prendi veramente per poco ultimamente”

Altro sbuffo, Nick cominciò a pensare che avesse perso il dono della parola, decise di giocare la sua carta, se non gli fosse passata nemmeno con quello, allora nulla l’avrebbe fatto.

“Ehi stupidotta, vieni qui” Gli posò una zampa sulla spalla costringendola a voltarsi.

“Te non sai proprio quando è ora di fare il serio, vero Nicholas Wilde?”

Doveva proprio essere arrabbiata per chiamarlo col suo nome completo, ma questo non fece demordere Nick che si inginocchiò davanti a lei per parlarle da un’altezza decente.

“No, nemmeno un po', ma è anche per questo che ti piaccio, anche perché sono un figo da urlo chiaro, ma più che altro per questo”

Judy soffocò a fatica una risata per poi voltarsi dall’altra parte “N…no, ti tengo il muso”

“Ok” Disse Nick alzandosi “Vorrà dire che questo anello con brillante lo riserverò ad una coniglietta meno imbronciata”

Le orecchie di Judy scattarono in su in un attimo, poi si girò verso di lui “Cosa?”

“Si insomma, come si può fare la proposta con una che ha un carattere come il tuo?”

“Dannazione Nick, la pianti con queste buffona…”

Venne zittita dalla zampa di lui che si chinò nuovamente verso di lei, mostrandole l’anello.

“Poche storie, mi vuoi sposare oppure no? Non voglio condizionarti, ma ti avviso, non accetto un no come risposta”

Judy guardava ad occhi sgranati l’anello nel cofanetto rosso, era adornato con due piccole gemme intagliate in modo da formare un cuore, l'una la metà dell'altra, uno smeraldo e un'ametista, non riusciva a crederci che finalmente si era deciso a farlo, certo, ormai potevano definirsi una coppia, considerando tutti i tentativi di avere figli provati finora, ma temeva che non glie lo avesse mai chiesto.

“Carotina? Tutto a posto? Sai, sto aspettando una risposta”

Decise che si sarebbe vendicata di quello stupido scherzo, e lo avrebbe fatto ora, mise sul muso un bel sorriso e si preparò a parlare.

“Certo…” Nick stava per fare i salti di gioia “…avrai la tua risposta, quando tornerò”

“Ma…ma…”

“Niente ma, così impari a fare lo scemo”

In quell'istante si sentì un clacson suonare fuori dall'appartamento, Sofia era arrivata, Judy prese la valigia ed uscì dalla porta seguita da Nick.

Appena raggiunta l’auto della sorella buttò il trolley nel baule per poi mettersi al posto del passeggero, Nick si appoggiò al finestrino, salutando la futura cognata.

“Ciao Sofy, fammi un favore, tieni d’occhio la peste di tua sorella”

“Ahahah, si, lo farò Nick”

Judy si voltò verso di lui “Sicuro di farcela senza di me?”

“Stai via una settimana, mica trent'anni, sopravvivrò, nel frattempo pensa a quello che ti ho detto”

“Non ce né bisogno, so perfettamente cosa risponderti”

Quasi contemporaneamente a quelle parole l’auto partì, imboccando una curva e sparendo alla vista della volpe.





Note

Meglio tardi che mai si dice, non è una scusa buona lo so, ma che vi devo dire, c’è caaaaaldooooo e la voglia di scrivere è ridotta ai minimi termini.

Come sempre ringrazio Redferne, Djmathew, nami92, salamander92, zamy88 e Freez shad per le recensioni lasciate finora, spero in un ritorno di MizukiZukishima28 e Psiche_00 (Se leggi, sto aspettando con ansia il proseguimento della tua long)

Ultimi ma non perché meno importanti, uno speciale ringraziamento a Freez shad per farmi notare un errore che mi capita spesso e spero di non aver fatto almeno qua, e poi Iron_Captain per l’aiuto che mi ha dato a sistemare la OS “Bye-Bye Bunny”

Alla prossima con un nuovo capitolo di “War never changes” o in caso una OS, dipende cosa finisco prima.

2184 parole
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Zootropolis / Vai alla pagina dell'autore: Plando