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Autore: Xenebe    29/07/2017    2 recensioni
Ranma e Akane hanno finalmente finito il liceo, ma non sembra cambiare niente nella loro vita. In realtà Ranma sembra finalmente pronto a fare una mossa, proprio ora che Akane ha deciso di prendere in mano la propria vita e dare una svolta al loro rapporto. Peccato che la prima scelta che decide di fare sia partire per l'università, lasciandosi alle spalle un fidanzato più innamorato che mai, ma ancora incapace di esprimersi.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Cologne (Obaba), Happosai, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vi ringrazio tutti per seguiti, ricordati e preferiti! Non mi aspettavo che la storia piacesse tanto. Un ringraziamento speciale e un bacio a chi ha recensito! Grazie mille! come al solito la storia è dedicata ad Emanuela :*

La scelta di Akane




Capitolo 3


"Sapòn*, stavo per uscire io." Le parole di Akane erano tese , il suo sorriso forzato. Sapeva di avere molti sguardi addosso, ma, notò, non quello di suo padre. Soun stava osservando Ranma.
"Scusami, cara, ma ero troppo curiosa di conoscere la tua famiglia!"
"Io non credo...", ma il ragazzo bloccò Akane, sedendosi tra lei e Soun e dandole un leggero bacio sulla guancia.
Dopo qualche attimo straordinariamente teso in cui l'attenzione si focalizzò sul nuovo arrivato - ma, ancora una volta non quella del capofamiglia - tutti iniziarono a lanciare sguardi di sottecchi a Ranma che, dal canto suo, sembrava non essersi accorto di nulla, almeno ad un occhio inesperto. Le spalle rilassate, il volto quasi cordiale, come fino a pochi momenti prima, il corpo e le espressioni di Ranma erano totalmente invariate, quasi innaturalmente, infatti questo preoccupò i quattro esperti di arti marziali a tavola e, appena ripresasi dallo shock di vedere apparire Sapòn all'improvviso a casa sua, colpì l'erede della scuola Tendo di arti marziali indiscriminate, tanto da scattare nella direzione di Ranma come se la stesse bruciando. Infatti sembrava che il ragazzo stesse usando una versione modificata dell'umiseken fusa con il cuore di ghiaccio. Era totalmente imperturbabile e ... vuoto, come i suoi occhi, spenti.
Vedendo la sua sorellina scattare in quel modo, Nabiki capì che doveva esserci qualcosa di strano.
"Ranma, aiutami a prendere il dessert, è pesante!"
Senza neanche rispondere il ragazzo si alzò e seguì la ragazza, pochi secondi dopo si sentì 
Happosai dire che sarebbe andato ad aiutarli.
Appena arrivati in cucina, Nabiki si voltò a guardare il ragazzo, che rimaneva fermo, immobile e senza nessuna reazione. Non ebbe il tempo di chiedergli nulla, infatti vennero subito raggiunti dal maestro della scuola indiscriminata, che immediatamente prese un bicchiere d'acqua fredda e la buttò addosso al suo allievo.
"Sono guarito", questo sussurro fu l'unica reazione del ragazzo.
"Lo so, ragazzo mio, ma devi uscire da questo stato. Ascoltami," Nabiki non aveva mai visto il vecchio così serio," stai mischiando due tecniche troppo potenti e in un certo senso troppo simili. Rischi di rimanere bloccato in uno stato indeterminato di apatia. Reagisci, Ranma!" Così dicendo lo schiaffeggiò.
Ranma rimase impassibile e i tre sentirono qualcuno avvicinarsi alla cucina, pochi secondi e li raggiunse il dottor Tofu. A questo Nabiki prese il dolce e raggiunse gli altri a tavola, lasciando i tre da soli.
Happosai e Tofu stavano provando in tutti i modi a far reagire il ragazzo, Happosai cercava di provocarlo, mentre Tofu ad applicare pressione a nervi e tendini, a fare massaggi per stimolare il calore corporeo. Il vecchio era persino andato a rovistare nella biancheria di Akane, ma non aveva ottenuto nulla, neanche il gatto che gli aveva lanciato addosso aveva svegliato il bell'addormentato.
Lo videro riprendere consapevolezza, solo per un attimo, quando sentirono la voce seria e autoritaria di Soun: "Trovo molto maleducato imporsi in questo modo in casa d'altri!"
"E io che alcuni dei suoi ospiti si siano chiusi in cucina come delle donne per non affrontarmi." Queste parole portarono Ranma a tornare nella sala da pranzo.
"Tu sei Ranma Saotome, vero?" Gli chiese il cinese, ricevendo in risposta un cenno di assenso,"Ebbene?"
"Accetto la tua sfida." Fu la risposta piatta.
A quelle parole Happosai e Gemma sbiancarono.
"Bene, se vuoi tenere questo atteggiamento come segno di superiorità... che ne dici di anticipare ad ora la sfida?" 
Ranma annuì, guardò Soun che gli fece un segno di assenso, e si diresse al dojo facendo strada.
Happosai sembrava un cadavere. Non aveva mai avuto un aspetto più sconvolto e pietrificato.
Appena ripresosi si precipitò nel dojo, dove erano ormai tutti.
I due ragazzi erano già uno di fronte all'altro, immobili, ma se Ranma rimaneva in piedi, dritto, le spalle rigide, ma le braccia lungo il corpo, senza assumere nessuna posizione da combattimento, neanche la sua solita di finta noncuranza, Sapòn era pronto all'attacco, con il suo bastone, con una posa che a Ranma ricordava terribilmente qualcuno, anche se non riusciva a capire chi.
Happosai corse tra i due.
"In quanto gran Maestro della scuola di arti marziali indiscriminate, chiedo di poter disputare questa sfida d'onore al posto del mio erede designato."
Le parole pronunciate dal vecchio sorpresero moltissimo Akane. Da quando Happosai aveva ufficialmente designato Ranma come suo erede? Dovevano essere cambiate molte cose in quell'anno.
"Non sono più il tuo erede, Happosai, da molti mesi, ormai. Non faccio più parte della scuola di arti marziali indiscriminate."
Lo shock di Akane stava solo crescendo, ma di che stavano parlando?
Si voltò a guardare suo padre, proprio mentre Gemma si alzava, ma veniva bloccato dalle parole del figlio.
"E non accetterei di essere sostituito in un incontro da nessuno." 
La voce di Ranma era sempre incolore, mancava della solita arroganza, dello spirito combattivo.
"Si può sapere che sta succedendo?", sussurrò la ragazza a sua sorella Kasumi.
"Oh, sorellina! Tofu..."
Fu il dottore a spiegare.
"Vedi, Akane... un paio di mesi dopo la tua partenza, la signora Nodoka è riuscita a riscattare il debito d'onore verso Ukyo, quindi l'unica fidanzata rimasta di Ranma era Shampoo, così Cologne ha preteso che Ranma si trasferisse da loro per provare a convincerlo a partire con loro, anche se non ci è ancora riuscita. D'altro canto per... spronare Ranma, Happosai lo aveva da poco nominato suo erede, ma prima di trasferirsi al Nekohanten, lui decise non solo di rifiutare la nomina, ma anche di abbandonare la scuola, in questo modo saresti stata tu l'unica erede."
Akane era a bocca aperta, certo sapeva già della richiesta di Cologne, ma il resto le era sconosciuto. C'erano poi un paio di cose che ancora non le quadravano, come perché sembrava che nessuno volesse che Ranma si scontrasse con Sapòn, quando chiese spiegazioni al futuro cognato, questi si mostrò in difficoltà. Fu Nodoka ad intromettersi.
"È giusto che lei sappia, dottore. Vedi Akane... Ranma non si allena più, non si allena più da un anno."
"COSA???", l'urlo della ragazza svegliò i due giovani che erano ancora fermi a squadrarsi e Sapòn attaccò Ranma, colpendogli il braccio con il bastone, prima di saltare e atterrare alle sue spalle. Il giapponese si voltò per fronteggiarlo. Dopo aver notato questo Akane riprese a parlare con la donna, mentre i due ragazzi riprendevano a studiarsi.
"È impossibile, Ranma ama le arti marziali, più di qualsiasi altra cosa al mondo."
Ricevette in risposta solo un sorriso triste.
"E cos'è che gli è accaduto a tavola? Perché è così?" 
Tofu sospirò: "Non sappiamo come accada, né perché: a volte si annulla completamente, chiude persino tutti i chakra. Sappiamo solo che è pericoloso se resta in questo stato per troppo tempo."
Intanto Sapòn era ripartito all'attacco. Aveva movimenti rapidi e all'apparenza quasi distratti, uno stile tutto angoli e movimenti curvilinei, Happosai sapeva perfettamente quale stile fosse, ma non capiva come potesse il nuovo ragazzo di Akane conoscere quei movimenti e la cosa da un lato lo incuriosiva e dall'altro lo preoccupava, soprattutto perché invece i movimenti di Ranma sembravano meccanici, un trascinarsi per schivare a stento il maledetto bastone del cinese, che proprio in quel momento sembrò aumentare la velocità, colpendo il suo avversario prima al petto, poi la schiena, per finire con una spazzata, che mandò il ragazzo con il codino a tappeto. Questi si sollevò a stento.
"Mi aspettavo molto, molto di più dal grande Ranma Saotome. Erede imbattuto della scuola di arti marziali indiscriminate! Solo chiacchiere, si vede che non hai mai dovuto combattere realmente!", la voce era cristallina e strafottente, mentre quella di Ranma era a stento un sussurro mentre rispondeva di non essere  l'erede di un bel niente. Il suo avversario lo colpì con la punta del bastone, mandandolo nel muro dal lato opposto del dojo.
"Per fortuna ora l'erede sarà Akane! Grazie a me è migliorata in modo incredibile!", disse mentre, dopo averlo raggiunto, lo colpiva allo stomaco.
"No! Ranma!"
Per la prima volta lo sguardo di Ranma sembrò davvero mettere a fuoco quello che avveniva: quando alzò lo sguardo sulla sua ex fidanzata sembrava più se stesso che mai.
"Akane, stanne fuori!", quasi le urlò.
"Già, Akane, non ti permettere di intrometterti!", Ranma spostò lo sguardo sul suo avversario e sembrò pronto a combattere davvero, poi l'altro continuò," A che pro provare pena per un ragazzo che non è neanche in grado di difenderti, capace solo di lasciare che tu ti sacrifichi per lui, incapace di proteggerti sul serio... come quella volta con Saffron." 
"Sapòn...", provò a rabbonirlo la ragazza. Non trovava giusto torturare l'ex fidanzato in questo modo.
"Sta' zitta donna!", fu la risposta che ottenne.
Il ricordo della quasi morte di Akane o il modo in cui il suo ragazzo le aveva parlato o, probabilmente, entrambe le cose riuscirono a scuotere Ranma, che, senza neanche muoversi, scaraventò il suo avversario al centro del dojo con un colpo di chi.
Appena Sapòn fu in piedi e Ranma lo ebbe raggiunto iniziò il vero scontro. Solo Happosai riusciva a seguirne tutti i movimenti: i due ragazzi erano davvero molto veloci e forti, ma Ranma lo era di più e fu chiaro a tutti quando lo scontro terminò con Sapòn incosciente. Ranma era in piedi, oltre alle ferite precedenti aveva solo un graffio sullo zigomo sinistro, ma, appena Soun lo dichiarò vincitore, si accasciò a terra, sfinito.
Akane corse verso di lui proprio mentre Happosai e Tofu spiegavano che Ranma aveva rilasciato tutta la sua energia troppo velocemente e, visto che ne stava trattenendo la gran parte da mesi, ora era sfinito. Aveva solo bisogno di riposo e di riprendere poi degli allenamenti più equilibrati e costanti.

Quando Ranma si svegliò, notò per prima cosa che doveva essere in un letto, non un futon, perché non sarebbe stato così comodo. La seconda cosa che notò era il profumo di Akane che gli pervadeva i sensi. Sembrava un bel sogno, uno di quelli che aveva fatto tante volte, tra poco avrebbe percepito la sua presenza accanto a lui e avrebbe pensato che si erano addormentati entrambi sul letto di lei, abbracciati. Poi aprendo gli occhi si sarebbe ritrovato nella stanza che divideva con Mousse nell'appartamento di Cologne. A quel pensiero il suo viso assunse una smorfia infastidita, mentre ancora restava con gli occhi chiusi: non era pronto ad abbandonare il suo bel sogno e la donna che amava.
"Ranma, sei sveglio?" Corrugò la fronte, questo sogno sembrava più vivido dei soliti, sentiva addirittura la voce di Akane e... quella che sentiva posarsi sul suo avambraccio sembrava la sua mano, gli dava le stesse scosse di quando toccava Akane, ma non poteva essere! Poi ricordò: Nabiki, il Natale, Akane, Sapòn, la sfida.
Un grugnito lamentoso gli uscì dalle labbra mentre si metteva seduto e apriva gli occhi. Si ritrovò subito accecato dal sole.
"Devo aver rilasciato troppa energia tutta in una volta, che idiota!"
"Ranma..." a quel sussurro aprì di nuovo gli occhi ed eccola lì, la sua Akane, che lo guardava preoccupata.
Fu automatico, si mosse con quanta più velocità possibile e la tirò a sé, abbracciandola e nascondendo il volto tra la sua spalla e il collo. Dopo un iniziale momento di sorpresa, la ragazza ricambiò l'abbraccio, ma quando gli posò le mani una sulla nuca e l'altra tra le scapole lo sentì sobbalzare leggermente.
"Ranma, lasciami, sei ancora malridotto."
Il ragazzo prese un bel respiro, riempiendosi i polmoni e la testa del suo profumo e la lasciò andare, facendosi cadere sul cuscino.
"Scusa, non avrei dovuto", iniziò senza guardarla, " dov'è Sapòn?"
"Si è ripreso ieri sera ed è andato via, doveva passare a trovare un'amica."
Ranma la guardò incuriosito.
"Per quanto tempo sono stato senza sensi?"
"36 ore, Baka!"
A sentire quel soprannome, Ranma sorrise, prima di provare ad alzarsi.
"Dove pensi di andare?", gli chiese Kasumi dalla porta. La maggiore delle sorelle Tendo aveva sentito delle voci ed era andata a controllare.
"Devo andare, Kasumi, lo sai."
"Ranma, no... è tutto finito." Gli disse Akane sfoderando uno dei soliti sorrisi che mandava in pappa il cervello del ragazzo. Lui d'altro canto non ci stava capendo molto, così la sua ex fidanzata gli chiese di farle tre piaceri: non muoversi di lì, non chiederle nulla e accompagnarla l'indomani. Lui acconsentì volentieri ad ogni sua richiesta.

*Sā wōm
   
 
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