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Autore: Melinda Hastings    29/07/2017    1 recensioni
[Sterek / Sciam/ Tematiche Delicate ] [I personaggi non mi appartengono]
[dal prologo]
“Sono stufo essere quello che risolve sempre tutto, perché i vostri piani fanno letteralmente schifo, sono stufo di essere quello intelligente del gruppo, stufo di farne parte solamente per questo motivo.” Dissi io alzandomi dal letto ed andando davanti al Hale che mi stava guardando sorpreso per la mia reazione
[dal primo capitolo]
“Cosa?”
“Cosa?” ripeté lui
“Cosa?!”
“Cosa!” mi guardò confuso ancora più di prima
“Che?”
“Smettila di dire cosa!” esclamò infine incazzato
“Cosa!” dissi io
[Dal secondo capitolo]
“E’ proprietà privata” dissi a loro due che si stavano guardando in torno, forse erano loro i licantropi… però la ragazza bionda aveva uno strano odore, diverso da quella della castana.
“Scusa, non lo sapevamo, siamo di passaggio” dice la bionda
“eravamo nei dintorni e abbiamo pensato di fare un giro nel bosco”
[dal terzo capitolo]
“Stagli lontano” ordina Scott
“non gli farò del male… almeno, non questa sera… è stato così coraggio a venire fino qui nel bel mezzo della notte…”
“…che fine ha fatto il tuo caro lupo mannaro compagno?”
Genere: Erotico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Il branco, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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*Derek

 

Dopo la riunione di ieri, abbiamo decretato che stanotte andremmo tutti quanti a casa Salvatore, per scoprire qualche cosa in più. In questo momento mi trovo al loft, sento l’odore di Stiles, è di nuovo tornato.

Apro il portone di casa ed entro dentro richiudendolo, vedo che è seduto sul bancone della cucina con in mano del the caldo.

“Da quanto sei qui?”
alza le spalle e poi bisbiglia un due ore, credeva di poter parlare con Scott, ma ha detto che è a scuola e che ci va dopo.

Si alza dalla sedia, e mi viene incontro

“ti va di uscire?” chiede

“uscire?” domando confuso

“un appuntamento intendo” risponde lui guardandomi negli occhi

“so che abbiamo litigato… anzi tutti i giorni lo facciamo, ma… vorrei uscire…”

“vorresti un… appuntamento?” domando e lo vedo annuire “…con me?” chiedo nuovamente e vedendolo di nuovo annuire

“dove vuoi andare?”

“è un si?” chiede lui sorpreso

Annuisco io stavolta

“sul serio?” chiede ancora incredulo

“si, Stiles, sul serio…”
lo vedo sorridere. Mi fa piacere che a farlo sorridere sia io.

“te lo dirò questa sera”

“eh?”
alza le spalle e poi mi dice di tenermi libero il sabato mattina

“dove vai stasera?” chiedo

“da mio zio, perché?” chiedo nuovamente

“no… non mi piace molto”

“Derek, per favore…” dice lui lasciando la frase in sospeso e tornando a bersi il suo the

Vedo che c’è ne ancora così ne prendo una tazza pure io.

“ti fa male?” dico riferendomi al polso

Lui nega

“non è la prima volta che lo faccio…”dice lui

Non parlo, resto ad ascoltare

“… la prima volta è successo quando avevo otto anni e morì mia madre” dice

“… la seconda volta quando è morto Zach”
“Zach?” chiedo confuso

Nessuno ha mai nominato un Zach

“mio padre… intendo, quello biologico”

“quindi è vero che sei stato…”
“…adottato? Si, è vero”
“lo saputo quando morì mamma, avevo litigato con John e andai nella foresta, li incontrai Stefan e Damon”

“Damon?”
“il fratello di Stefan” risponde

“mi hanno raccontato tutta la verità, mi hanno fatto conoscere Zach e quando avevo quattordici anni abbiamo fatto il test del dna ed era uscito positivo, due anni fa, Damon ha ucciso Zach”

“… e tua madre? Quella biologica intendo” dico bevendo un sorso di the

“non so chi sia e non so nemmeno se sia viva e non mi interessa” rispondo

“… la terza volta quando ho litigato con Scott due mesi fa…” dice

“prima che tu arrivassi”

Cosa? E non me ne sono accorto di niente?!
“la quarta volta è successo poche settimane fa e la quinta l’altro giorno” dice lui

“non lo devi fare mai più…”

Lo vedo abbassare gli occhi

“non è così facile…” risponde lui “…fallo per me” dico “smetti per me”
 

Non mi risponde e cambio argomento.

Sentiamo il cellulare di Stiles emettere un bip ma non lo degna di uno sguardo

“non rispondi’?” chiedo dopo un po’

“no, non serve…” risponde lui lasciando la frase in sospeso

 

Mette la tazza nel lavandino e la lava, poi si volta verso di me

“se non fossi arrivato quel giorno a quest’ora sarei sicuramente morto” dice lui

“e ti ringrazio per questo, per esser arrivato in tempo” dice ancora

Mi alzo dalla sedia e vado davanti a lui

“Derek…”

“mi piace dire il tuo nome…” dice sorridendo

Sorrido anche io

“scusami”
“scusami per essere così come sono”
“no, devo scusarmi io con te…”
lui nega con la testa, si siede per terra e faccio anche io così lo abbraccio cosa che lui ricambia volentieri

“ti amo Derek, anche se non te lo dimostro abbastanza, sappi che ti amo”
“ti amo anche io” rispondo cercando di non piangere

Restiamo abbracciati per un po’, finché non sento Stiles crollare tra le mie braccia, doveva essere esausto anche se ha dormito tutta la notte, faccio per andarlo a mettere sul mio letto, dopo scendo e poi vado di sotto, sospiro.

 

 Sento una presenza nella stanza, credo sia Peter, è da un po’ che non si fa vedere in giro. Infatti è così, esce dal buio e quindi si fa vedere in tutta la sua bellezza e con indosso il suo unico colore che è il nero.

“che fine hai fatto?” domando

“sono dovuto andare fuori città per un po’” risponde lui tiene le mani nelle tasche

“tu e quel ragazzino state insieme?”
“anche se fosse?” chiesi

“non c’è niente di male…” dice lui lasciando la frase in sospeso

“senti posso stare qui per un po’?” chiede

Annuisco solamente

Lo vedo titubante

“che cosa c’è?” chiedo

“che cosa ci faceva il tuo ragazzo a New York?” domanda

Stiles? A New York? E quando mai?
lo guardo confuso, Stiles non è mai andato a New York

“è sempre rimasto dentro la California…” rispondo guardandolo confuso

“io l’ho visto a New York” risponde

“quando?” domando

“una settimana fa”

“è stato qui una settimana fa, lo possono confermare in molti” dico

“possono confermare che cosa?” sentiamo una voce maschile provenire dalle scale

È Stiles, si è svegliato

“che tu sei stato a New York una settimana fa” dice

“che ci facevi a New York?” domanda a sua volta

“Che ci facevi tu a New York, te l’ho chiesto prima io”
“non sono mai stato a New York”
“impossibile, eri te, ne sono sicuro”
“ti sbagli” dice Stiles

È stato agitato quando ha detto New York, ma poi si è calmato subito
“Sta dicendo la verità” dico di rimando io

“ma allora chi era?” chiede

“non ne ho idea” dice lui stavolta ancora più calmo

“esiste qualcuno che ti assomiglia, allora”
 

“Dove vai?” dico vedendolo uscire

“a fare delle cose” risponde lui

“ma…” dico lasciando la frase in sospeso

 

E vedo richiudersi il portone del loft

 

 

*Stiles

 

Che ci faceva Alex a New York? Le hanno lasciato il permesso per uscire? E soprattutto Sophie le ha dato il permesso?! Sophie intendo l’infermiera di Alex al Eichen House.

Prendo il cellulare e appena sono salito in auto faccio una chiamata

 

“Eichen House, buongiorno chi parla?”
“Salve sono Stiles… Stilinksi”
“Ah, buongiorno signor Stilinksi, vuole passare a venire a trovare suo fratello?”
“passerò domani, volevo solo avere un’informazione”
“si, certo, mi chieda pura”
“per caso avete lasciato uscire Alex la settimana scorsa?”
“ehm.., si, sua madre ha firmato i documenti per andare a New York una settimana”

“uhm… capisco, volevo sapere solo questo, domani dovrei arrivare per le cinque”
“l’aspettiamo” dice l’infermiera

 

Stacco la chiamata e quindi mi dirigo verso casa Salvatore, devo vedere Bonnie. Ci impiego almeno una mezz’oretta da dove sono e quindi appena arrivo vedo che c’è ancora il Suv di Caroline, l’auto di Stefan e quelle degli altri.

Prendo le chiavi della villa e faccio per aprire quando due bambine sbucano fuori all’improvviso, le prendo per fermarle e loro incominciano a gridare, poi arriva Caroline

“Stiles, grazie, le hai fermate” dice lei

“sei una vampira e non riesci a stare dietro a due bambine?” domando divertito

“queste due non sono bambine” risponde lei

“come mai qui?” chiede

“devo chiedere una cosa a Bonnie”
“la puoi trovare nella biblioteca, Stefan ed io andiamo a Los Angeles, puoi stare qui tutto il tempo che vuoi” dice lei

La ringrazio

“in casa ci sono anche gli altri. E fatti una doccia per favore”
lo guardo malissimo e sbuffo e dico di usare la stanza quella in mezzo a quelle di Damon e Stefan

“Bonnie è con Rick per delle ricerche, che ti serve?”
“Alex è andato a New York, ho bisogno di un incantesimo della verità”
“se vuoi posso venire anche io…”
“no, grazie, vado domani da solo”
“ci vediamo, allora”
li saluto e poi mi dirigo verso la biblioteca, dal salotto sento Damon parlare con qualche componente del gruppo di non so che e io vado direttamente alla biblioteca

Apro il grande portone e quindi mi dirigo verso il fondo della biblioteca dove trovo Bonnie, sommersa di libri e fogli, con assieme Rick, che mi salutano ed io li saluto.

Bonnie chiede che cosa voglio e glielo chiedo se può farlo.

“Aspetta, vado a prendere il libro” dice lei uscendo dalla grande stanza

Annuisco, ringraziando.

Rimaniamo Rick ed io da soli. Non è la prima volta, andiamo parecchio d’accordo.

“Che state facendo?”
“stiamo cercando un modo per far parlare, la strega… si trova nello scantinato”

“Chamberlain?” chiedo

Lui annuisce

“Chi c’è ora?”
“ora nessuno, ma ci andrà Damon fra poco” risponde prendendo un altro foglio

“ah. Sappi che da lunedi sarò il professore di storia”

Lo guardo malissimo

“devo pur sempre lavorare” dice lui come scusa

“si, d’accordo” dico annuendo

“segui storia per caso?”
annuisco e lo vedo sorridere

“stai…?”

Lo guardo, se sto bene?

Non rispondo nemmeno più a quella domanda. Mi siedo su una sedia che c’era li sbuffando e metto le mani in tasca.

“Stiles, dovrai dirci tutto prima o poi”
“leggi quei diari che ci sono nella mia stanza e capirai tutto” dico solamente

“sono tuoi, non li leggo”
“leggili, ti do il permesso”

“c’è scritto tutto, cose che solo Stefan sa, nemmeno Damon conosce la vera verità”

 “tu sai chi è tua madre, vero?”

Annuisco solamente

“non lo mai vista dal vivo, so solo come si chiama” rispondo

“non voglio sapere altro” risponde lui

Poco dopo ritorna Bonnie, con in mano un libro

“prima tieni questo” dice porgendomi un anello simile a quello dei Salvatore

“cosa è?” chiedo

“un anello, è intriso di magia, c’è dello strozza lupo e della verbena, tienilo sempre, così non puoi essere soggiogato o qualcosa del genere” dice porgendomi un anello identico a quello di Stefan e Damon ma con sopra una M, per via del mio nome. La ringrazio e poi mi dice devo solamente dire quelle frasi in latino e dicono tutti la verità. Dice che posso farlo anche io, anche perché ha fatto in modo che possa pronunciarlo pure io.

 

Rimango a casa Salvatore per quasi tutto il giorno, finché non mi addormento da qualche parte. Qualche ora dopo, tipo verso le nove e mezza di sera, sono seduto sulle scale di casa Salvatore, quando sento il campanello suonare

“in questa casa esiste il campanello? E da quando?” sento domandare da zio Damon

“ci vivi tu qui, mica io” ribatte Caroline
“in questo momento ci vivi pure tu Barbie”
“non chiamarmi così”

Soliti litigi tra Caroline e Damon ed il campanello suona di nuovo

Dicevo sono seduto sulle scale, a studiare dei libri di scuola, più che altro storia e fisica con l’aiuto di Rick, senza di lui, sono perso in queste materie.

“un altro posto per studiare no?” domanda scettico zio Damon guardandoci malissimo

“apri la porta, idiota” ribatte Rick

Sorrido. Siamo arrivati alla guerra di successione e c’è ne manca parecchio.

“ma guarda un po’ chi si vede… i mannari”
“piantala di dire mannari, idiota”
“idiota mi può solo chiamare Alarick”
“ottimo a sapersi” dice lui in risposta
alla fine sono arrivati, ed ecco il perché di quella domanda di Derek, lui sapeva che ero qui e forse non ha detto nulla agli altri, non ho il coraggio di guardarli così continuo a fare gli affaracci miei, credo che ci siano tutti, credo che mi stiano guardando ma non ci do molto peso a questo

“falli entrare, idiota” dice Caroline rivolto a Damon
“ti ho detto che solo Rick…”
“…può chiamarti idiota, si lo so” risponde Caroline

Alla fine Damon li fa entrare e vanno tutti nella sala grande, la chiamo così perché è spaziosa. Continuo ancora a studiare con Rick con delle verifiche scritte e lui corregge gli errori che faccio.

“che volete?” sentiamo dire da Damon scorbutico come sempre rivolto ai miei presunti ex-amici

“spiegazioni” sento dire da qualcuno, una voce maschile ma a questo punto non me ne importa, mi farò dire tutto dai ragazzi più tardi.

 

“andiamo di sopra?”  mi scrive su un foglio Rick

Annuisco. Prendo il resto dei libri e dei fogli e saliamo le scale per andare nella biblioteca, li almeno stiamo più tranquilli, anche perché è l’unica stanza insonorizzata della casa, grazie ad un incantesimo di Bonnie.

Mi siedo, su una sedia all’entrata e sospiro.

“Stiles?”

“uhm?”
“posso farti una domanda?”
annuisco e lo vedo chiudere la porta

“loro non c’entrano niente, solo quel tuo amico… perché sei così con loro?”
alzo lo sguardo verso di lui

“lo chiedi pure?” domanda alzandomi dalla sedia

“come non detto” risponde lui sospirando

“scusami, non volevo…”

“siamo tutti preoccupati…”

“…e non dire che stai bene, perché non stai bene, ti ho sentito l’altra sera mentre piangevi, in bagno” dice lui

Rimango in silenzio

“passami il braccio”

“eh?”
“passami il braccio voglio vedere se le ferite sono chiuse e le disinfetto” dice lui indicando il kit di pronto soccorso usato già gli altri giorni

Gli passo il braccio, quando toglie le bende, vede diversi tagli più o meno lunghi 5cm, poi prende il disinfettate e del cotone e c’è lo passa sopra, brucia ancora e quindi faccio una smorfia

“te lo meriti, se non vuoi che brucia, la prossima volta non farlo più” dice lui pulendo la ferita

“Rick?” lo chiamo

“sai tutte quelle pagine di diario?” chiedo “quelle nell’anta dell’armadio?”
annuisce

“leggile, tutte” rispondo “e capirai tutto quanto”

“tutto cosa?”
“tutto quanto… ci sono segreti che nessuno sa, solo Stefan”

“c’è scritto tutto”

Lo vedo guardarmi curioso

“perché mi stai dicendo di leggerli tutti? Sono tuoi! Sono privati…”

“tu leggili e basta” rispondo io sicuro di me stesso

“sei uno degli amici più cari che ho, ti prego leggili” dico infine

“come vuoi… c’è qualcosa anche su di me?”
“forse”

“qualcosa che di offensivo?”
“non credo”
lo vedo annuire

“tutti quanti li posso leggere?” chiede

“si, tutti quanti, prima che cambi di nuovo idea”
“sei il primo che li legge” dico infine

Mi sta  fasciando la ferita con una benda pulita

“onorato di leggerli per primo”

 

Sentiamo la porta aprirsi e vediamo Stefan entrare

“che succede?” domanda Rick

“potreste intrattenere Rebekah per favore? Caroline va su di giri, in questo momento, Bonnie sta cercando gli incantesimi e Damon è incazzato ed io devo intrattenere…”
dice lasciando la frase in sospeso, pensando a qualcosa

“…Teen Wolf” dico

“cosa?”
“chiamali i Teen Wolf, sono quelli che sono no? Ragazzi lupo…”
“beh… si… li chiamerò così” dice lui

Vedo Rick annuire

“che state facendo?”
“oltre a studiare, gli ho medicato la ferita…” dice lasciando la frase in sospeso

“grazie Rick”

“non c’è problema” risponde lui

“il campanello… deve essere arrivata Rebekah, ve la mando di qua” dice lui uscendo dalla biblioteca

“finito” dice lui per la ferita

Annuisco e ringrazio

Qualche secondo dopo vediamo comparire Rebekah

“perché devo essere intrattenuta da voi due?” domanda lei di ripicco

“per favore” risponde Rick

“sei in casa nostra e farai quello che diciamo noi”
“altrimenti?” chiede lei

“altrimenti vattene e non tornare mai più” rispondo al posto di Rick

Lei sbuffa e si mette su una sedia li vicino, e prende un libro e lo incomincia a leggere. Riesco a leggere il titolo del libro “orgoglio e pregiudizio” sbuffo e mi rimetto a studiare storia.

Non ho proprio voglia di rivedere tutti insieme nello stesso momento. Non ora, non è il momento e il luogo adatto!

Non riesco a sopportare che siamo tutti sotto allo stesso tetto da quasi un’ora.

“finiscila di essere agitato” dice Rebekah

“non lo sono” rispondo dondolandomi con la sedia dalla noia

Lei sbuffa e ritorna a leggere il libro.

“quanto ci impiegano a finire?” chiede alzandosi alla fine

“dove vai?” chiedo

“a prendere un altro libro, questo l’ho finito” dice lei mostrandomelo

Rick è dovuto andare di sotto perché Stefan voleva che andasse di sotto, e non è ancora ritornato. Chiudo il libro di storia e apro quello di filosofia, una noia.

 

“Devo per forza studiare di sera?” chiedo a Rick appena entrato nella biblioteca

“se vuoi recuperare le insufficienze si” risponde lui sedendosi davanti a me con una sedia che era a portata di mano li

“sono andati tutti via”
“finalmente” si sente dire da Rebekah che era andata negli scaffali più lontani

“odio l’udito da vampiro”
sorrido

“che dicono?”
“volevano sapere la verità, e anche sulla strega” dice

“Damon ha minacciato tutti di ammazzarli”
“come al suo solito” rispondo

“Stefan ti cerca Rebekah” dice alla vampira comparendo con un enorme volume di storia antica

“posso portarmelo a casa vero?”
“chiedi a Stefan non a me” dico io

Lei sbuffa, e poi scende senza salutare

“ciao eh?” dico

Lei mi ignora e chiude il portone

“ti accompagno a casa, si è fatto tardi”
“posso andarci da solo”
“no, ti accompagno, la jeep la vieni a riprendere domani”
“devo proprio lasciarla qui?” chiedo

Lui mi guarda male

“prendiamo il suv di Caroline” dice

Annuisco

Lascio i libri qui, tanto domani ritorno, poi prendo il cellulare e lo metto in tasca, prendo la giacca e le chiavi della mia jeep, poi scendiamo al piano di sotto

Saluto tutti e usciamo di casa, durante il tragitto restiamo in silenzio e poi arriviamo a casa che sono le undici e mezza, vedo le luci accese e papà credo sia già a casa.

Quindi saluto Rick, che dice che mi viene a prendere domani, poi entro in casa, vedo papà seduto sul divano con Melissa

“sono a casa” dico sorprendendoli

“Stiles, ciao… credevo dormissi da loro”
“no” rispondo solamente

Poi Melissa mi guarda, ha qualcosa di diverso, e anche papà

“che succede?” domando

“niente, non ti preoccupare, hai già mangiato?”
“si” rispondo solamente

“vado a fare una doccia e poi dormo”
“si, domani mattina vado via presto”
rispondo che andava bene

 

 

 

 

 

 

*Melissa

 

Sono a casa Stilinksi, Stiles è appena tornato. Sono qui perché dovevo chiarire delle cose con John, ultimamente andiamo parecchio d’accordo. E questo mi piace.

“dobbiamo dirglielo” dice Jonh

“lui non ci dice, non ti dice niente, perché dobbiamo?” chiedo

Abbiamo trovato Michael, il gemello di Stiles e Alex, John mi ha raccontato solamente di loro tre, ma è meglio di niente ed io ne ho approfittato per fare delle ricerche.

“ma è suo fratello” bisbiglia John

“appena saremo sicuri che sia lui, glielo diremo” dico

Lo vedo annuire poco convinto.

“ho chiesto a Scott di fare delle ricerche…”

“ha reagito male?”
“parecchio”

Lo vedo sospirare un'altra volta.

“vado a casa, prima che mi diano per dispersa. Grazie per la compagnia John”
“grazie a te, Melissa, davvero” dice lui

 

Siamo all’uscita della porta. Dopo averlo salutato prendo la mia auto e mi dirigo verso casa, dove mi aspettano i ragazzi. Appena arrivo, vedo che ci sono le luci accese, credo quindi siano tornati.

Esco dall’auto e dopo esser entrata in casa, vado nel soggiorno dove vedo Isaac con in mano una tazza di the caldo, mi chiede se ne voglio un po’ anche io, ma rifiuto.

“Stai bene?” domando a Isaac

“credo di si, lei?”
“dammi pure del tu” e poi risposi che stavo abbastanza bene

“mio figlio sai per caso se è in casa?”
“credo sia in camera” risponde lui

“Liam?”
“fuori credo…” risponde titubante

“avete litigato?”
abbassa lo sguardo e poi annuisce

“Mamma?” mi chiama Scott dalle scale

Indossa solo dei pantaloni della tuta del pigiama e delle pantofole

“puoi venire un attimo?” chiede lui

Annuisco e saluto Isaac dandogli la buona notte, salgo le scale e vado nella sua camera, che è sempre in disordine

“che cosa c’è?” chiedo

“che ne sai di Chamberlain Faye?” chiede lui

Chamberlain Faye?! Come ha saputo quel nome?!

 

 

*Scott

 

Sa qualcosa, ma non mi vuole dire niente.

“niente, perché mi fai questa domanda?”
“perché i nuovi amici di Stiles la conoscono…” rispondo

“… e si trova qui in città”

Mi guarda sorpresa. Non se l’aspettava.

“ne riparliamo un'altra volta, voglio andare a dormire”

“Mamma!” la richiamo

Ma lei chiude la porta. Qualche minuto dopo bussano alla porta, è Isaac

“se anche tu voi farmi incazzare, o darmi di nuovo delle botte fa pure, eh…!”

“non voglio darti delle botte” incomincia a dire

“ne farti incazzare” dice ancora avvicinandosi sempre di più a me

“allontanati” ordino

Sono il suo Alfa, dovrebbe ubbidirmi

“come Alfa o come…?”

“…amante? Non sarò mai il tuo amante” rispondo seccamente

“ma di Liam, si”
“Liam è il mio compagno”

“continuando a litigare?”
“non… non te ne frega niente” dico guardandolo in volto, è serio.

“fa come vuoi, vado a dormire” dice lui chiudendosi la porta alle spalle

 

Vado di sotto, in salotto, aspetto che ritorni Liam. Poco meno di due ore, che sono seduto qui, tipo è l’una di notte, la porta di casa si apre e Liam ritorna.

“dove sei stato?” domando io incrociando le braccia e lo sguardo serio

Lui si spaventa, fa cadere le chiavi che ho dato in prestito, così da uscire quando vuole, “mi hai spaventato” dice lui riprendendo le chiavi

“dove sei stato?” domando ancora avvicinandomi a lui

“a casa mia” risponde lui

Non mente… i suoi battiti cardiaci sono regolari.

“dovevo stare da solo per un po’” risponde

“fino all’una di notte?” domando

Senza la luna non riuscivo a guardarlo in volto, ed è grazie a quella che posso farlo: ha gli occhi gonfi e il viso distrutto

Non risponde, sale le scale, ma lo fermo per un braccio. Poi lo porto più vicino a me e i nostri vivi sono vicini, molto vicini, ci guardiamo l’un l’altro.

Sento il suo cuore battere molto più velocemente. Credo che se potesse diventerebbe tutto rosso.

“vuoi baciarmi o vuoi prendermi a pugni?” domanda lui bisbigliandolo

“voglio baciarti” rispondo guardando le sue labbra, che mi invitano a baciarlo

“fallo, allora” mi dice lui

“baciami” continua

E non me lo faccio ripetere nemmeno due volte di fila. Lo bacio, metto le mani nei suoi capelli, e lui intorno al mio collo, le nostre labbra si toccano, si muovono insieme, sono in sincronia, si muovo, le nostre lingue si toccano, si cercano si trovano. Gli mordo il labbro inferiore, e fa una smorfia, poi gioco un po’ con le sue labbra, così invitanti così…

“Liam…” bisbiglio roco

“… Liam…” dico il suo nome

Decidiamo di andare a dormire in camera mia, restando abbracciati tutta la notte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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