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Autore: Marta_Chan    29/07/2017    0 recensioni
Dopo che il loro pianeta è andato distrutto, gli alieni sono costretti a trovare un altro rifugio: il pianeta Terra.
Quazel ha studiato gli umani per tutta la sua vita ma, quando si ritrova a confrontarsi con uno di loro, si rende conto che non sono proprio come se li era immaginati...
Genere: Comico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dieci anni di studi e sono finalmente qui. Non so ancora in che pericolo mi stia cacciando, ma di certo non voglio tornare indietro. La nave ha bisogno di quell’essere e io sono l’unico che sappia come interagirci. Ho imparato la lingua, i gesti, le abitudini e le necessità dei suoi simili e, non per vantarmi, mi sono laureato a pieni voti. Sì, sono pronto.
Mi volto verso il rapitore che mi comunica che mancano dieci secondi al completamento del rapimento. Torno a guardare il portello ovale sul pavimento. Questo inizia lentamente ad aprirsi e un fascio di luce pervade la sala circolare. Il rapitore inizia il conto alla rovescia.
Dieci, nove...
Come prima cosa, vedo spuntare della peluria nera. Annuisco con la testa, orgoglioso di me stesso per aver già capito di cosa si tratta: capelli.
... otto, sette...
Ho visto tante riproduzioni, olografiche e non, ma quelle fessure nere e bianche non smetteranno mai di infestare i miei pensieri. Ho letto che, a volte, gli basta utilizzare gli occhi per comunicare, senza emettere alcun suono. Rabbrividisco solo al pensiero e cerco di farmi coraggio, ma appena vedo la bocca... Sento un gemito di terrore e mi giro: il rapitore punta contro all’essere la sua kontram, pronto ad attaccare nel caso ci fosse bisogno. Non si è mai troppo prudenti quando si entra in contatto con un’altra specie. Sono tentato di ricordargli che quel mostro ha dei denti nella bocca, organi così duri da potergliela staccare, la kontram. Nonostante la paura, il rapitore continua a contare. Osservo il corpo finire di entrare e ripeto mentalmente quello che ho imparato: “la struttura del loro corpo è simile alla nostra, ma gli arti sono rigidi in quanto sorretti da muscoli e ossa.” Non posso fare a meno di associare ciò che ho davanti a una macchina rigida e immobile.
... quattro, tre...
Il portello si chiude in fretta e il corpo viene appoggiato in posizione verticale sul pavimento. Una gabbia viene fatta calare per evitare possibili aggressioni.
... due, uno...
E poi, è come se la macchina si fosse riavviata. Sul volto del nostro ospite, appaiono quelle che definiscono “emozioni”. L’essere inizia a guardarsi intorno e sembra essere... spaventato? Sì, i segni sono proprio quelli: muove velocemente gli occhi, cerca di allontanarsi da noi (anche se impossibilitato) ed emette suoni molto forti che mi costringono a coprire i miei padiglioni auricolari. Scommetto che il suo battito cardiaco è accelerato.
Tornando al mio lavoro, mi attengo al programma e gli pongo la domanda che avevo già preparato prima di venire: – Qual è il tuo nome?
Lui farfuglia qualcosa e sembra non capire. Provo a richiederlo pensando che, magari, non ha sentito o che ho forse formulato male la frase o sbagliato a pronunciare qualcosa, ma invece mi interrompe subito e risponde: – M-Marco...
– Bene, Marco. Io sono Quazel e mi occuperò di te durante la tua permanenza sulla nave Linx. Benvenuto a bordo, umano.
   
 
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