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Autore: Irony_Rocks    29/07/2017    2 recensioni
Lui è un esperto agente doppio 0 con una passione per le Aston Martin blu intenso e i cacciavite high-tech. Lei è un’ex ladra di gioielli imprigionata per un omicidio che dice di non aver commesso. Quando lei fugge di prigione per aiutarlo a rintracciare i Gioielli della Corona rubati, scopriranno di avere in comune molto più di quanto avessero immaginato.
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 1, Doctor - 11, River Song, Rory Williams
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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III.

 







 

Arrivarono al suo attico verso le cinque del mattino circa, il filo di un’alba rossa che si levava in cielo. Amy e Rory non sarebbero arrivati per almeno un’altro paio d’ore, e River sembrava star usando quel momento di calma per pianificare qualcosa - ne era certo, anche solo per modo in cui era rimasta in silenzio. Presero l’ascensore fino al terzo piano, in cui il Dottore sarebbe rimasto per tutta la durata del suo viaggio là a Rio, come secondo gli accordi che aveva preso precedentemente. Non era una delle sue città preferite del mondo ma gli sarebbe andata bene, per il momento.

 

Si tolse il papillon mentre camminava, liberandosi della giacca del suo smoking e gettandola sullo schienale di una poltrona. Quando girò sui tacchi River era in piedi vicino all’entrata, che si toglieva il cappotto scuro per rivelare il vestito rosso che aveva indossato fin da quando si erano incontrati sulla pista da ballo. Osservava il luogo che la circondava con sguardo attento - l’ambiente furtivamente pulito, l’attico dall’alto soffitto, le stanze illuminate da blu e rossi brillanti. Era un luogo temporaneo per lui, ma River lo stava osservando come se potesse far luce su di lui.

 

“Bagno, stanza degli ospiti e cucina,” le fece notare, svogliatamente, guardandola. Si sciolse i gemelli. “Ci sono dei vestiti di riserva, nell’altra camera da letto, che potrebbero essere della tua misura.”

 

“Intrattieni spesso delle donne, qui?” Sorrise lei. “Cos’è che fanno, mi chiedo, per lasciare qua i loro vestiti?”

 

Lui sorrise; l’agenzia equipaggiava sempre i suoi nascondigli con tutto ciò che gli sarebbe potuto servire, compreso lo stretto necessario per una donna - ma lasciò che River giungesse alle conclusioni che preferiva.

 

Fuggì nella sua stanza da letto, chiudendo la porta dietro di lui. Le sue spalle erano tese e rigide, e per un momento si chiese se fosse assennato lasciare River sola nel suo attico - ma non c’era niente di valore là. Si occupò di togliersi i vestiti, e per quando fu sotto la doccia, stava già rivedendo mentalmente tutto ciò che sapeva dal file di River. La sua reputazione la precedeva - una delle ladre più rinomate al mondo, topo d’appartamento, borseggiatrice e scassinatrice insieme. Il suo file menzionava qualcosa riguardo un’infanzia violenta passata in numerosi orfanotrofi, ma per la maggior parte tutto veniva lasciato all’immaginazione.

 

Avrebbe dovuto scontare l’ergastolo in prigione, anche - per omicidio. Al processo si era parlato di una storia riguardo una rapina andata male, ma c’era qualcosa di sospetto in quell’intera faccenda. River, in prima persona, affermava la propria innocenza. A giudicare dalla ferrea risolutezza che aveva dimostrato fino a quel momento, sembrava assolutamente capace di compiere un omicidio, con gli opportuni incentivi.

 

Venti minuti dopo, era vestito e pronto per un nuovo giorno. Pensò di indossare la sua mise preferita - una giacca in tweed e un papillon, ma anni di lavoro in incognito l’avevano prontamente messo al corrente del fatto che a quanto pareva le donne avevano gusti differenti. Era straordinario come fosse molto più semplice lavorare con il sesso opposto quando indossava un completo fatto su misura di Armani, invece. Nonostante avesse il dente avvelenato per il fatto che River gli stesse già facendo cambiare il modo con cui normalmente gestiva le cose, immaginò che quanto più a lungo avesse mantenuto in atto questa sciarada di flirt sfacciato, tanto più semplice sarebbe stato per lei tradirsi.

 

Quindi indossò un completo scuro e si sistemò i capelli lisciandoli all’indietro; controllando il proprio riflesso ancora una volta nello specchio. “Beh, ciao, bellezza,” disse compiaciuto rivolto al suo stesso riflesso. 

 

“Davvero.” concordò una voce femminile.

 

Lui emise uno strillo -molto mascolino-, si voltò di scatto e trovò River che stava in piedi all’entrata della stanza. “Cosa—solo,” farfugliò. “Da quanto sei lì?”

 

“Abbastanza, amore,” lo prese in giro lei, poi attraversò la stanza per sistemargli la cravatta, passando una mano lungo il suo petto. A quanto pareva aveva trovato qualcosa che le stava a pennello, perché adesso indossava un paio di pantaloni alla cavallerizza e una giacca bianca piuttosto attillata che faceva miracoli per le sue curve. “Allora, pronto per un nuovo giorno? C’è qualcuno in salotto che dovresti conoscere.”

 

Lui guardò la porta aperta. “Hai invitato qualcuno qui?”

 

“Certamente.”

 

“Quale parte di rifugio segreto non capisci?”

 

“La segretezza è relativa, e io ho degli orari da rispettare. La tua squadra arriverà ancora tra qualche ora e preferirei usare questo tempo per pianificare—“

 

“Già a pianificare. Non riesci proprio a star ferma e tranquilla, eh?”

 

“Non lo immagini neanche” gli disse con un sorriso - e che Dio lo aiuti, se c’era una cosa che River Song non era, era noiosa. La cosa non gli sarebbe dovuta piacere. (Gli piaceva, più o meno.) “C’è un intel su cui voglio lavorare, e se hai finito d’imbellettarti per oggi, c’è un uomo là fuori che sono sicura sarà impressionato da qualsiasi cosa tu ti sia messo addosso o deciderai di toglierti di dosso.”

 

“Cosa?” le chiese confuso.

 

“Sarà uno spasso, ne sono certa,”disse con divertimento. “Limitati ad uscire di qui. Jack è un tipo impaziente. Anche se, ora che ci penso, sono sicura che per te resterebbe.”

 

“Jack?” ripeté lui. “E cos’è che fa questo Jack?”

 

“Dottore, tu hai i tuoi amici ai piani alti - il capo dell’MI6 e cose del genere - ma i miei tendono verso… come posso metterla in modo delicato?”

 

Lui non poté impedirsi di essere divertito da quel continuo sberleffo perché, per lo meno, era rinvigorente. “Ai piani bassi?”

 

“Piani difficili da raggiungere,” lo corresse lei, facendogli l’occhiolino.

__________________________

 

Quando River uscì dalla stanza sapeva di averlo fatto arrabbiare abbastanza da averlo lasciato di nuovo scosso. Lui la seguì fuori senza una parola. Era un peccato, dato che quell’uomo stava cominciando a piacerle nonostante non avesse dovuto. Non era affatto quello che si era aspettata, anche se quello era un po’ un mistero adesso. Ad ogni modo, sarebbe stato difficile mantenere quel giochetto che stava facendo con il Dottore. Se si fosse spinta troppo in là, lui sarebbe solo diventato più sospettoso e avrebbe reagito bruscamente. Doveva tenerlo sulle spine abbastanza da tenerlo interessato, eppure distante - non facile, considerato che sapeva già che quell’uomo era dieci volte più intelligente e perspicace della maggior parte delle persone. A River normalmente piacevano le sfide, ma doveva mantenersi concentrata sulla missione.

 

C’era troppo a rischio - sei anni, ci aveva messo. Sei anni, e adesso era così vicina al Silenzio, a Madame Kovarian, poteva quasi sentirne il sapore.

 

Non poteva permettersi distrazioni, neppure una tanto attraente quanto il Dottore.

 

In salotto, Jack Harkness sedeva disteso sul divano, un braccio gettato al di là dello schienale, le gambe allungate difronte a lui come se si fosse accomodato come a casa propria. Indossava una giacca di pelle e dei jeans polverosi come se fosse appena uscito da una gara di motociclette e quando sollevò lo sguardo verso il Dottore, si esibì in un sorriso lupino.

 

“Salve, bel fusto,” lo salutò, prevedibilmente.

 

Il Dottore si fermò di colpo, stando in piedi ad un capo della stanza e fissando in maniera diffidente lo sconosciuto nel suo appartamento. “Jack Harkness,” li presentò River con un po’ di divertimento, “questo è il Dottore. Dottore, questo è Jack Harkness, procuratore di oggetti dal valore inestimabile.”

 

“Preferisco imprenditore in import-export,” aggiunse Jack, poi si alzò, sorridendo al Dottore con il suo sorriso migliore - che, doveva ammetterlo, era piuttosto affascinante. Lei stessa aveva quasi ceduto a quel sorriso un paio di volte, prima che si fossero resi conto del fatto che, cascamorti o meno, Jack Harkness e River Song erano più adatti ad essere compagni nel crimine che nella camera da letto.

 

“E che cos’è che importi ed esporti?” Domando il Dottore, sospettoso.

 

“Fornisco alle persone come River gli oggetti di cui hanno bisogno per fare le cose che fanno. Di tanto in tanto, mi sporco persino le mani se lei me lo chiede abbastanza gentilmente.” Fece una pausa, fissando il Dottore. “River non me l’aveva detto, ma è evidente dal taglio del completo. Intelligence britannica?”

 

River era sicura che il Dottore odiasse essere così evidente perché fece una smorfia e camminò trascinando i piedi fino alla parte opposta della stanza. Jack si limitò a sorridergli di rimando e si avvicinò all’altro uomo per offrirgli un drink del suo stesso armadietto dei liquori.

 

“Io non bevo,” affermò il Dottore.

 

Jack sollevò un sopracciglio, poi finì lui stesso il drink che gli aveva offerto in un solo sorso. “Sei un uomo dalle molte sorprese.”

 

“Così mi dicono.”

 

“Oh, ma io adoro gli enigmi,” disse Jack, praticamente facendo le fusa, poi rise quando il Dottore arrossì un poco.

 

River quasi rise assieme a lui; non poteva assolutamente farne una colpa a Jack. Il completo faceva praticamente sembrare il Dottore sesso su due gambe, ma sospettava, dal modo in cui il Dottore aveva guardato lei per tutta la sera, che Jack stesse bussando alla porta sbagliata.

 

Poteva darsi che si stesse sbagliando lei, però; non sarebbe stata la prima volta.

 

Jack s’interruppe, però, studiando il Dottore prima di aggrottare le labbra. “Non me lo dire: un agente Doppio-0?”

 

“0011,” rispose, un po’ causticamente. “Ma nessuno mi chiama con quell’appellativo. Sono conosciuto come il Dottore.” 

 

“Dottore chi?” chiese Jack.

 

“Solo il Dottore,” fu la prevedibile risposta.

 

Jack fissò River dall’altra parte della stanza, il divertimento che svaniva appena un poco dal suo volto mentre i due condividevano uno sguardo significativo, uno che il Dottore non avrebbe dovuto vedere. Lei distolse lo sguardo, maledicendo silenziosamente l’abilità di Jack di leggerla nel profondo e sfrecciò oltre entrambi gli uomini senza stringere alcun tipo di contatto visivo con nessuno dei due.

 

“Agenti doppio-0,” rifletté Jack dietro di lei, a voce bassa, apertamente. “Avrei dovuto sapere che ti sarebbe piaciuto l’alone di mistero.”

 

River si scostò una ciocca di capelli dagli occhi, troppo nervosamente per i suoi gusti, ma la necessità di farlo era troppo forte perché potesse controllarla. River desiderò che Jack lasciasse cadere quel discorso. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era che gli venisse ricordato 0010 e tutti gli incasinati, complicati problemi in merito. Il dolore - quello l’incasinava sempre. Doveva rimanere concentrata sulla missione e cosa più importante, non voleva che il Dottore sviluppasse dei sospetti sui i suoi precedenti rapporti con gli agenti dell’MI6.

 

Avrebbe… complicato le cose ed erano già abbastanza complicate così.

 

“Abbiamo bisogno di alcune planimetrie,” disse lei a Jack, rimettendoli in riga. “Puoi riuscire ad ottenere quello che ti ho chiesto?”

 

Jack la studiò per un momento, poi sorrise. “In dieci anni da che ti conosco, quando mai non ci sono riuscito?” Le porse rapidamente una mano. “E prima che tu lo dica, quella volta a Belgravia non conta!”

 

“Aspetta, frena. Planimetrie?” S’intromise il Dottore. “Planimetrie di che cosa?”

 

River si voltò verso di lui, si poggiò contro il divano imbottito e sorrise. “Che ne dici di un piccolo furto con scasso? Per la Regina e la Nazione, ovviamente.”

 

“Dove? Qui? Che c’è di così importante a Rio?”

 

“Non hai davvero creduto che io fossi a Rio per un ballo di beneficenza, vero?”

 

____________________________

 

Il Silenzio controllava alcune compagnie elencate nella lista Fortune 500[1], controllava - se le voci erano vere, e River sospettava che lo fossero - persino le monarchie di alcuni paesi di minor rilievo. Ma ciò in cui avevano maggior influenza era la principale Tower aziendale delle Industrie Mycroft, la più grande compagnia di contratti di difesa della regione. La Tower si trovava all’estremità ovest di Rio, ampiamente difesa da guardie armate e da un sistema di sicurezza all’avanguardia.

 

River voleva disperatamente dare una sbirciata ai loro segreti. “Entriamo e scarichiamo il file chiamato Raven’s Nest[2]La mia intelligenza mi dice che ha qualcosa a che fare con i Gioielli della Corona.”

 

“La Mycroft è una compagnia di R&D,” disse il Dottore. “Che cosa potrebbe avere a che fare con i Gioielli della Corona?”

 

“E’ proprio quello che abbiamo intenzione di scoprire, dolcezza.”

 

“Non sarà facile,” rifletté Jack, sospirando, andando a posizionarsi accanto a lei mentre lei alzava le planimetrie dallo schermo del computer del tavolo touch screen su cui erano sparpagliate. Gli alloggi del Dottore erano sempre equipaggiati con una varietà di novanta gadget, tutti high-tech e sottili. Jack ingrandì i progetti sullo schermo ed indicò alcune misure di sicurezza che sarebbero state problematiche da eludere. “La video sorveglianza è molto elevata qui, qui e qui,” osservò, “Ma praticamente ogni metro quadrato dell’edificio ne è tappezzato. Dovremo entrare nei loro feed. In più, ci sono sensori biometrici ai livelli superiori della Tower, ed è impossibile accedere all’area del computer centrale fuori orario lavorativo e durante le messe in sicurezza a causa di sensori di movimento a infrarossi e di un sofisticato reticolo laser invisibile. Il che significa che sarebbe molto più semplice fare irruzione durante l’orario lavorativo.”

 

River emise un fischio d’apprezzamento. “La cosa si fa divertente.”

 

La bocca del Dottore s’incurvò verso l’alto, quasi in un sorriso, anche se aveva compiuto un lavoro eccellete nel cercare di reprimerlo. “Usare la porta d’ingresso, invece?” chiese. “Sembra più semplice che fare irruzione.”

 

“Non è il modo in cui agisco di solito,” lo prese in giro River, “Ma si, credo di capire dove vuoi arrivare. L’accesso al computer centrale, ovvero dove potremmo arrivare al nostro Raven’s Nest, è limitato solo ad un pugno di persone. Cinque, a dire il vero.”

 

“Dobbiamo rubare una delle loro identità per entrare,” affermò il Dottore.

 

“Possibile,” concesse lei. “A parte il fatto che sarà difficile. Ci sono solo due candidati. Il CEO ed il Vice della compagnia sono i primi due, ma sono entrambi fuori città. Due tecnici di laboratorio hanno accesso all’area, ma non l’autorità di accedere al computer centrale, quindi non ci sono molto utili. Il che ci lascia con una sola opzione. Il Dr Frederick Weinheimer, lo scienziato principale a capo della divisione R&D. Il suo permesso d’accesso è illimitato, ma non lascia mai il laboratorio, a quanto pare.”

 

Jack prese il file su di lui, sparpagliando le sue foto e informazioni personali sullo schermo. “E’ un tipo pelle e ossa, più basso di uno qualsiasi di noi. Non so come faremo a impersonarlo.”

 

Le labbra del Dottore si allungarono in un sorriso scaltro. “Non ti preoccupare di questo. Credo di conoscere un uomo che può riuscirci.”

 

River sospettò che fosse uno dei membri della squadra che il Dottore aveva chiamato in aiuto. Lanciò uno sguardo al suo orologio, calcolando che avevano altre due ore o giù di lì prima che la sua squadra intervenisse, poi studiò ancora una volta le planimetrie.

 

River osservò il Dottore con sguardo di sfida. “Beh, allora, Dottore, capiamo come riuscire a mettere a segno questo furto.”

 

“Oh,” lui stette al gioco, ridendo. “Sapevo che saresti stata un interessante primo appuntamento.”

 

Ci volle uno sforzo comune per capire quale fosse il modo migliore per fare irruzione nel complesso più sicuro di tutta Rio. Non era impossibile, ma si stava dimostrando un’impresa più difficile di quanto River si fosse aspettata perché il Dr. Weinheimer non lasciava mai il proprio laboratorio, il che significava che avrebbero dovuto prima introdursi di soppiatto nella Tower, poi falsificare l’identità e duplicare le scansioni delle sue impronte digitali e della sua retina, poi infiltrarsi nel computer principale per scaricare il file Raven’s Nest. Tutto ciò, probabilmente mentre la giornata lavorativa ingranava la quarta, ciò significava che ci sarebbero stati molti civili in circolazione per l’edificio.

 

Eppure, le loro risorse non erano poche. Il Dottore aveva già rivelato diversi pannelli nascosti nel suo appartamento, che contenevano tutto ciò che le sarebbe servito per una delle sue irruzioni, compresa un’imbracatura e un’attrezzatura, videocamere wireless a foro stenopeico, indicatori di posizionamento GPS, una radio sicura, occhiali protettivi per la visione notturna ed un cellulare che riusciva a compiere virtualmente qualsiasi incarico gli venisse assegnato. Era un po’ possessivo riguardo il suo piccolo, splendido cacciavite sonico, però. Purtroppo.

 

In più, c’era il dispositivo che avevano usato per duplicare una realistica maschera in latex del volto di Weinheimer. Le piaceva alquanto quell’aggeggio.

 

Quando ebbero assegnato ad ognuno il loro ruolo, gli ultimi due membri di quella piccola avventura alla fine arrivarono. Rory Williams e Amy Pond sgusciarono attraverso la porta d’ingresso con valigie abbinate e l’ultima dei due, con un evidente cipiglio. “Oi, Dottore,” disse la ragazza, furiosa. “Hai interrotto la nostra luna di miele!”

 

Il Dottore si voltò, emettendo una risata un po’ acuta mentre osservava lo sguardo minaccioso della ragazza. Amy Pond era una giovane e splendida rossa, ma a giudicare dall’espressione sul suo volto, River sospettava che non fosse una con cui potersi permettere di far tanto gli spiritosi. Suo marito, invece, sembrava un bonaccione e persino gracile, quasi un topo di biblioteca. Formavano una coppia insolita, là in piedi con addosso abiti da turisti, sofferenti per il jet-lag.

 

“I Pond!” li salutò il Dottore, con affetto, anche se stava osservando il cipiglio di Amy con un po’ di nervosismo. “Quanto tempo!”

 

“Siamo stati via solo una settimana e mezzo,” replicò Amy. “Dovevano essere tre settimane, ma sono state meno perché tu hai interrotto la mia luna di miele!”

 

“La nostra luna di miele,” s’intromise Rory, debolmente. “Amy—“

 

“Sgridalo assieme a me oppure taci,” Amy avvertì suo marito, poi si avvicinò al Dottore in tre lunghi passi. “Tu. Non. Puoi. Interrompere. Le lune di miele altrui! E’ offensivo e sbagliato, e ci devi un viaggio dopo che tutto questo sarà finito.”

 

“Cosa?” Il Dottore cercò di difendersi. “Vi sto offrendo un viaggio! A Rio! Non conta niente questo?”

 

Amy lo pungolò sul petto. “Siamo qui per lavoro. Ma appena avremo finito qui?”

 

Il Dottore si rassegnò. “Vi porterò in un posto carino.”

 

Dietro di loro, Rory sollevò un dito. “A dire il vero, se per te è lo stesso, Dottore, preferirei accompagnare mia moglie in luna di miele da solo.”

 

Il Dottore roteò gli occhi e annuì. “Bene. Bene! continuate tutti con le vostre richieste irragionevoli!”

 

Jack colse l’opportunità di quella riunione che li distrasse per prendere River da parte. Prima che lei potesse protestare, la portò a passo di marcia ad un’estremità dell’appartamento mentre il Dottore e i suoi compagni parevano aggiornarsi sugli ultimi avvenimenti, e dall’espressione sul volto di Jack, non si sarebbe trattato di un intermezzo piacevole. River emise un sospiro, consapevole di ciò che l’attendeva fin da tutta la mattina.

 

Quando lui la spinse in una stanza degli ospiti, chiuse la porta dietro di loro e si voltò per fronteggiarla, “Ciao,” la salutò, come se non le avesse parlato per tutto il giorno. Anche se, dato che il Dottore li aveva accompagnati per tutto il tempo, in effetti era il primo attimo che avevano a disposizione solo per loro due, “River Song, sei completamente impazzita?”

 

“Beh, su quale definizione di pazzia ci stiamo basando —“

 

“L’MI6?” disse lui, bruscamente. “Che problemi hai con gli agenti Doppio-0?”

 

Lei come se l’avessero schiaffeggiata. “Questo non me lo merito,” disse lei, a voce bassa.

 

In sua difesa, Jack sembrò rendersi conto di ciò che aveva detto e le sue spalle si abbassarono di colpo, mentre si calmava leggermente. Un po’ della sua rabbia sembrò svanire, ma l’intensità del suo sguardo rimase forte. “Non puoi continuare a farti questo.”

 

“A fare cosa?” lo sfidò River. “A perseguire l’organizzazione che mi ha privata di tutto?” 

 

Jack sospirò. “Finirai per ammazzarti con questa vendetta.”

 

“E’ la mia vita, Jack. Ne faccio quello che mi sembra più adatto.”

 

“Perdonami se mostro un po’ di preoccupazione—“

 

“Preoccuparsi è una cosa,” l’interruppe River. “Non dirmi come vivere la mia vita.”

 

Lui emise un verso d’agitazione dal retro della sua gola, come se riuscisse a percepire dove quella conversazione sarebbe andata a parare e, frustrato, cercò di cambiare argomento. “John non l’avrebbe voluto, sai? Non è mai stato un uomo a cui piaceva la violenza, anche se il suo lavoro la richiedeva. Non avrebbe voluto che tu rischiassi la tua vita—“

 

“Beh, John è morto,” gli disse River, un po’ tesa. “E’ morto e sono vicina - così vicina - a trovare le persone responsabili della sua morte. Non posso fermarmi adesso. Non lo farò.”

 

Bussarono alla porta e lei si rese conto che la sua voce si era alzata troppo durante il litigio. Chiudendo gli occhi per resistere ad un’andata di mortificazione, guardò in direzione della porta quando il Dottore li chiamò, “Tutto bene là dentro?”

 

“Benissimo,” rispose River, rapidamente.

 

Lanciò un ultimo sguardo a Jack e tornò alla porta. L’aprì rivelando il Dottore poggiato tranquillamente contro lo stipite della porta, gli occhi nascosti dai capelli. Lui sollevò lo sguardo, l’espressione incuriosita - e lei si chiese cosa avesse sentito così come odiò il fatto che lui avesse udito qualsiasi cosa in primo luogo.

 

Il Dottore osservò Jack oltre la spalla di lei, studiandolo per un secondo. Dietro il Dottore, sia Amy che Rory erano nel corridoio ad assistere alla scena che si stava svolgendo, ma River, a quanto pareva, aveva occhi solo per il Dottore perché riusciva a percepire la curiosità che scaturiva da quelli di lui.

 

“Chi è John?” le chiese, di punto in bianco.

 

River sentì il sangue dileguarsi dal suo volto. Ripercorse la conversazione che aveva avuto con Jack nella sua mente, chiedendosi se lui potesse riuscire a capire molto di quello che aveva sentito. Avevano menzionato John, ma solo il suo nome di battesimo - e anche in quel caso, c’erano milioni di John Smith nel mondo. Non avrebbe mai potuto collegarlo all’ultimo 0010, il predecessore dello stesso Dottore; l’agente dell’MI6 che era morto sei anni prima e che l’aveva galvanizzata nel dare la caccia alle persone responsabili di più atrocità di quante River avrebbe saputo nominare.

 

John Smith, il suo ultimo fidanzato[3]. 

 

“Nessuno,” gli rispose River, rigida. “Adesso, seguimi. Abbiamo delle cose da rubare.”

 

Cercò di superarlo senza dire un’altra parola, ma lui la fermò con una mano sul braccio. La sua presa era stretta, ma i suoi occhi la imploravano con un tocco in più di gentilezza. “Smettila di mentirmi, River. Se vuoi che mi fidi di te, devi smetterla di mentirmi.”

 

Se solo le cose fossero state così semplici.

 



Note Traduttrice:

[1]Nel testo ‘Fortune 500’, è una lista annuale compilata e pubblicata dalla rivista Fortune, che classifica le 500 maggiori imprese societarie misurate sulla base del loro fatturato.

 

[2]Nel testo ‘Raven’s Nest’, significa letteralmente ‘nido del corvo’ ed allude ai corvi che si trovano alla Torre di Londra, in cui vengono anche conservati i Gioielli della Corona. Secondo un’antica superstizione è importante che i corvi non muoiano e non lascino la Torre, altrimenti “la Corona cadrà e con lei la Gran Bretagna”.

 

[3]Nel testo ‘fiancé’, prestito francese comunemente usato e storpiato nella pronuncia in inglese, che indica colui che ha compiuto la proposta di matrimonio. In italiano per riportare chiaramente in italiano la distinzione che troviamo nella lingua inglese tra il termine boy-friend e fiancé usiamo “ragazzo” per il primo e “fidanzato” per il secondo.



 

   
 
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