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Autore: nikita82roma    30/07/2017    4 recensioni
Una passione che diventa un'ossessione. La ricerca del passato nel fondo di un bicchiere. I ricordi di un uomo e di una ragazza.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Beckett, Johanna Beckett, Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Partner in Crime. Partner in Life'
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Jim era sempre stato un amante della tequila, almeno da quella volta che era stato in Messico e quella bevanda era diventata il ricordo di quella vacanza: il sole, il mare, le risate, quelle due settimane senza pensieri e soprattutto Johanna. Il loro era stato un matrimonio semplice, voluto fortemente dopo anni di fidanzamento, aspettando che le cose andassero per il verso giusto, che fossero indipendenti economicamente che lo studio legale andasse bene ed alla fine ce l'avevano fatta. Poterono sposarsi senza sfarzi, senza esagerazioni e lussi, per loro nulla di quello era necessario. Una cerimonia semplice, presenti gli amici più cari ed i parenti, un ricevimento senza nulla di sensazionale, condito soprattutto dai sentimenti autentici, come erano loro. L'unico lusso che si erano concessi era stato quel viaggio che Johanna desiderava fare da tanto ed era stato il regalo di Jim per il loro matrimonio.

Si ricordava tutto di quel viaggio, aveva scelto una nuova meta, non la classica Acapulco, il centro delle vacanze di tutti gli americani che andavano in Messico, ma una località piccola ed ancora quasi sconosciuta che si affacciava sul Mar dei Caraibi, Cancun, dove c'erano ancora pochissimi resort ed era tutto molto più tranquillo e selvaggio, come piaceva a loro. Ricordava i lunghi bagni al mare e in piscina, le passeggiate in spiaggia al tramonto, le serate trascorse a chiacchierate la sera fino a tardi quando insieme bevevano qualche bicchierino di tequila, ridendo e fantasticando su quello che sarebbe stato il loro futuro appena tornati a casa, quella voglia di famiglia che si erano confidati quasi imbarazzati. E Jim non avrebbe dimenticato mai lo sguardo di Johanna che si rifletteva il fondo del piccolo bicchiere contente quel liquido chiaro mentre gli confessava che sì, avrebbe voluto un figlio: non era il capriccio di una donna che voleva completare un percorso standard che prevede matrimonio e figli, era una reale consapevolezza di voler creare una famiglia con lui, l'uomo che amava. "Piantare un seme per il futuro", così gli aveva detto e lui aveva sorriso bevendo un sorso di tequila e brindando con lei.

Il loro progetto si era realizzato prima di quanto pensassero e circa un mese dopo il loro ritorno Johanna gli confessò di essere incinta una sera mentre erano seduti sul divano a guardare la tv. Glielo disse senza discorsi complicati, senza annunci clamorosi, con quella semplicità e praticità che l'aveva sempre contraddistinta. Johanna prese una mano di suo marito e se la accostò sul ventre. "Saremo in tre" gli disse facendogli andare di traverso il bicchiere di vino che stava sorseggiando, prima che la guardasse incredulo ed incantato dal sorriso di sua moglie e dai suoi occhi che brillavano con la luce della tv che continuava a parlare ma non la sentiva più nessuno.

Da quel viaggio in Messico una buona bottiglia di tequila non era mai mancata a casa Beckett e Jim e Johanna spesso ne bevevano un bicchierino insieme ricordando quelle serate in riva al mare della loro luna di miele ed anche quella sera Jim bevve un bicchiere di tequila, gli serviva qualcosa di forte per riprendersi dallo shock e sua moglie rideva di lui, di quanto fosse rimasto sconvolto dalla cosa, ma assolutamente felice ci tenne a precisarle, solo che non si aspettava così presto.

Se le ricordava anche Kate le bottiglie di tequila nel mobile dei liquori, di varie qualità e pregio. Gli amici di Jim ormai lo sapevano quanto amasse quel liquore e ne era diventato un intenditore, così se volevano fargli un regalo gradito prendevano per lui qualche bottiglia importante di marche prestigiose, 100% agave, come gli aveva insegnato lui era questa la cosa importante da vedere, erano le migliori. 

Così quando veniva qualche suo nuovo amico a casa a cena era d'obbligo sentire le sue spiegazioni in merito e passare ad una degustazione. Ormai anche Kate aveva imparato a memoria le differenze tra la "Blanco" non invecchiata, dal colore chiaro che aveva un sapore più agrumato con sentori di lime, la "Reposado" che invece veniva fatta riposare per alcuni mesi prima di essere imbottigliata, dal retrogusto più corposo e dolciastro con note di cioccolato e vaniglia, per poi passare a quelle più pregiate, invecchiate per oltre due anni dal colore ambrato scuro.

Capitava a volte, dopo aver vinto qualche causa importante, che Kate vedesse i suoi genitori festeggiare brindando con un bicchierino di tequila, la migliore della collezione di Jim e tutte le volte le sembrava strano, perché sua madre difficilmente beveva alcolici, ma lì, con Jim sul divano, Johanna sorrideva sempre brindando con lui e Kate rimaneva per qualche attimo incantata a spiare i suoi genitori chiedendosi se mai avrebbe incontrato qualcuno che la guardasse come suo padre guardava sua madre.

 

Era gennaio ed era freddo. 

Freddo dentro, freddo fuori, freddo ovunque. Quella casa era diventata vuota, era spenta, come lui. Jim era seduto sul divano e istintivamente allungava la mano ed ogni volta incontrava solo il vuoto e stava male. 

Ripassava mentalmente ogni giorno la sua vita, quegli ultimi 25 anni passati con Johanna, venti dei quali da marito e moglie. Nulla aveva senso prima, nulla avrebbe avuto senso dopo. 

In un angolo del soggiorno c'erano ancora gli scatoloni di cartone dove aveva aiutato Kate a riporre tutti gli addobbi di Natale che ancora ornavano la loro casa fino a pochi giorni prima solo perché non avevano voglia di toglierli. Poi lo avevano dovuto fare, perché con quel via vai di parenti ed amici a casa era tutto così fuori luogo, così era stata Kate a prendere coraggio, cercare delle scatole e cominciare a staccare tutto e mettere via, senza la cura necessaria e sentiva nelle orecchie la voce di Johanna dirle di fare le cose per bene e la sua rabbia aumentava e più di una volta si dovette fermare perché con gli occhi colmi di lacrime non riusciva più a vedere nulla, nemmeno il volto di suo padre che la guardava incapace di reagire al proprio dolore ed al suo. E poi fu la rabbia a prenderla che le fece spaccare una di quelle palline di vetro nella mano tagliandola con il sangue che scorreva ai lati e lungo il polso mentre Jim la guardava, ancora incapace di dire o fare niente e Kate i sentì per la prima volta veramente sola.

Quel ricordo fresco di unì agli altri nella mente di Jim, dove non c'era più spazio per nulla di felice, di bello, gioioso perché ogni ricordo gli faceva male, anche quelli che erano dolci e teneri erano solo sale sulle ferite.

Rivide tutti i momenti che avevano condiviso lui e Johanna lì su quello stesso divano, quando gli aveva detto che era incinta, quando teneva Kate appena nata in braccio e lui le si metteva vicino e le guardava entrambe, adorante ed innamorato delle sue due donne. La morte di Johanna si era portata via tutto, tutti i colori della sua vita. Cosa gli rimaneva adesso? Dove avrebbe ritrovato sua moglie? Si alzò dal divano ed andò verso il mobile dove teneva i liquori e la sua collezione di tequila. Vide l'ultima bottiglia, una Don Julio 42, la sua preferita. Era stato il regalo di Johanna per quel Natale, aveva ancora il fiocco rosso legato al collo. 

La aprì e se ne versò un bicchiere. Lo assaporò pensando a quelle notti in Messico, alla risata di Johanna al chiaro di luna, ai loro propositi per il futuro, ai progetti, ai sogni... ne bevve un altro e questo lo mandò giù senza nemmeno sentirne il sentore e poi un altro e uno ancora...

 

Quando Kate quella sera tornò a casa trovò suo padre riverso a terra vicino al divano con la bottiglia vuota di tequila vicino a lui e l'aria viziata della stanza era permeata di quell'odore acre di alcool. Non avrebbe più dimenticato quell'odore e nemmeno quella sera. Suo padre, Jim Beckett, la persona più razionale e coscienziosa che avesse mai conosciuto aveva completamente perso il controllo di sè lasciandosi andare e affogando il suo dolore nell'alcool. Non lo giustificava ma quella scena le fece così male da non riuscire nemmeno ad arrabbiarsi. Un momento di debolezza, in quella situazione, poteva capitare, cercò di capirlo, di capire il suo dolore e ripensava agli occhi che guardavano sua madre nella penombra su quello stesso divano: quello sguardo non lo avrebbe visto più. Ma quella non fu una sera, fu solo la prima alla quale ne seguirono molte altre sempre uguali, sempre la stessa scena e lui sempre più lontano e distante, senza capacità di reagire ed anche se era freddo Kate spalancava tutte le finestre per far uscire l'odore di alcool e disperazione e poi piangeva da sola, senza farsi vedere. Sola come era da quel 9 gennaio quando aveva perso sua madre ed ora stava perdendo suo padre, quel padre che aveva sempre conosciuto, amato e stimato stava scomparendo dentro le bottiglie di tequila vuote dove cercava il ricordo di Johanna e la loro felicità. 

 

--- 

 

Quel ristorante messicano Rick lo amava anche se era tanto tempo che non ci andava, era sempre troppo affollato e con la musica troppo alta per parlare, almeno così lo ricordava.

Invece adesso l'ambiente era molto più soft, ma il cibo sempre delizioso e l'atmosfera era anche migliorata senza tutto quel caos. Era la prima volta che ci andava con Kate e si erano diverti molto, come sempre. Quella relazione segreta non gli impediva di concedersi qualche uscita da coppia normale, soprattutto se andavano fuori da quelli che erano i locali frequentati abitualmente.

Avevano finito la cena quando Kate lo aveva lasciato alcuni minuti per andare in bagno e lui ne aveva approfittato per ordinare due bicchieri di tequila per finire la serata.

- A noi? - le disse porgendole un bicchiere appena tornata al tavolo proponendole un brindisi con le migliori intenzioni ed il sorriso sulle labbra.

Non ebbe bisogno di portare il bicchiere alle labbra. L'odore della tequila bastò per farle cambiare espressione ed umore. Lasciò il bicchiere sul tavolo con Castle che aveva ancora il suo sospeso a mezz'aria e la guardava non capendo cosa stesse accadendo.

- Tutto bene? Ti sei sentita male? - Le chiese preoccupato per la sua salute, ma lei scosse la testa portandosi una mano a coprire la bocca mordendosi nervosamente l'interno della guancia.

- Papà... - Disse solamente e per Rick non ci fu bisogno di aggiungere altro. Appoggiò anche il suo bicchiere e li allontanò mettendoli nell'angolo più lontano del tavolino. Chiese il conto ed uscirono velocemente passeggiando in quella mite sera di primavera. Rick abbracciò Kate silenziosa e nervosa. Poteva sentire il suo tremore e non sapeva se fosse per il freddo della temperatura o dei suoi ricordi. Si tolse la giacca e la mise sulle sue spalle e lei gli sorrise. Passarono davanti ad un chiosco aperto e si avvicinò prendendo due caffè. 

Si sedettero nella panchina lì vicino ed il rumore del generatore elettrico faceva da colonna sonora al loro silenzio. Rick la guardava come se non ci fosse niente altro al mondo oltre lei e Kate ricordò di aver già visto uno sguardo così, era quello di suo padre quando guardava sua madre.

- A noi? - Riprovò Castle alzando la tazza di cartone bianco e Beckett gli sorrise, brindando con noi.

- A noi, sempre. - Poi si appoggiò sulla sua spalla e cominciò a raccontargli quella storia dall'amaro sapore di tequila. 

 
   
 
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