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Autore: Glory_95    30/07/2017    0 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la mia seconda storia e spero con tutto il cuore che vi piacerà :) Scusate se ci ho messo un po a pubblicare il primo capitolo ma stavo cercando idee buone...adesso le ho trovate e spero con tutto il mio cuore che vi piacerà questa storia quanto a me è piaciuta scriverla :) L' avventura di Emily, Daryl, Rick e gli altri continua ;) Stavolta dovranno affrontare un nuovo nemico. Un nemico noto nella serie tv, ma che non voglio ancora rivelarvi ;) Chi sarà mai il nemico da sconfiggere stavolta? Che succederà ai nostri eroi? Emily dovrà rinunciare a Daryl? Daryl smetterà di amare Emily? Rick si taglierà quella barba da barbone psicopatico in un mondo dove può avere tutti i rasoi che vuole? Lo scoprirete solo seguendo questa storia...spero davvero che vi piaccia e buona lettura :)
Ps: Spero di ricevere molte recensioni, di consigli e di opinioni..Grazie infinite e a presto :)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo stridio delle porte che sia aprivano, paragonabile a quello delle unghie che graffiano la superficie nera della lavagna, fu il primo suono che si sentì echeggiare in tutta Woodbury.
Uno stridio acuto e insopportabile, di quelli che ti fanno sanguinare le orecchie, ma non era quello il vero problema: quel rumore, spaventoso per certi versi, poteva significare una cosa soltanto, e non era affatto una cosa buona.
Quel fastidioso suono annunciava che qualcosa di brutto stava per accadere in quell'arena, qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Quel rumore durò pochi secondi, finché le porte si fermarono del tutto, e prestò lasciò il posto al silenzio più totale.
Quel silenzio, tuttavia, aveva qualcosa di strano, di misterioso ed inquietante: non era un silenzio come gli altri, dovuti alla noia o alla calma.
No.
Questo era completamente diverso: era carico di tensione, di paura: paura di quello che sarebbe accaduto di li a poco, quando quel silenzio avrebbe cessato, questo era un uno di quei silenzi che non vorresti sentire mai.
La quiete prima della tempesta.
Il silenzio, però, fu subito sostituito da un grido.
Un urlo istintivo e carico di paura, di adrenalina e, soprattutto di desiderio.
Desiderio di uscire vivi da quella situazione che sembrava assurda, irreale e che nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere, nemmeno in uno di quei film Hollywoodiani.
Fu proprio Daryl a lanciare quel grido. Gridò subito dopo aver visto con i propri occhi cosa contenevano quelle porte, e capì immediatamente il piano che aveva escogitato Emily.
Successe tutto in pochissimi secondi: Emily e Daryl, con tutta la loro forza, tirarono le pesanti porte di metallo alle estremità opposte; Daryl lasciò immediatamente la maniglia e afferrò la mano di Emily, si girò verso gli spalti accanto a loro urlando a pieni polmoni << Corri! >>.
Emily tirò quella porta con la forza che aveva in copro, sapeva che non poteva mollare proprio in quel momento, quella era la loro ultima speranza.
Quando capì che la porta stava per fermarsi, lasciò andare la maniglia immediatamente, ma sentì subito che veniva afferrata da Daryl e, quasi contemporaneamente, si voltò verso di lui e udì il suo grido.
Era successo tutto troppo in fretta, non riuscì nemmeno a pensare, al comando di Daryl, i muscoli delle sue gambe scattarono come molle ed iniziò a correre dietro di lui.
Non lasciando mai la mano di Daryl.
Scattarono entrambi come fulmini, non c'era tempo di pensare o elaborare ciò che stava succedendo: o si spostavano immediatamente da lì o sarebbero morti.
Si precipitarono entrambi sugli spalti che distavano pochi metri da loro, e li raggiunsero in pochi secondi: salirono quei gradini più veloci di quanto avessero mai fatto in tutta la loro vita, non potevano fermarsi e non c'era tempo di fare altro se non correre a perdifiato, dovevano mettersi al sicuro e dovevano in fretta.
E mentre Daryl e Emily scappavano, da quella porta si udirono rumori vari di passi, ma il suono che aveva preso il controllo di tutta l'arena e, forse, di tutta Woodbury erano dei lamenti.
Tanti lamenti indistinti: talmente numerosi che, ormai, si erano mischiati a tal punto da diventare un miscuglio informe e indefinito di suoni e rumori vari: che cosa poteva provocare tanti lamenti?
La fame?
Il dolore?
Semplice istinto?
I lamenti diventarono sempre più forti, fino a riempire completamente le orecchie di tutti i presenti.
Ma quei lamenti, come il silenzio, erano solo l'antipasto di quello che sarebbe successo subito dopo. Iniziarono a diventare più insistenti, come se volessero comunicare qualcosa, e il tono saliva.
Di più.
Sempre di più.
Ad un certo punto, però, i lamenti passarono come in secondo piano, vennero superati da un rumore ancora più terrificante: delle grida.
Grida umane, di persone ancora vive: urla di un dolore lancinante e straziante, provocato da una moltitudine infinita di morsi che ti strappavano la pelle e la carne, ancora viva, fino ad arrivare alle ossa; urla di paura per la scena orribile a cui stavano assistendo e, a cui, avrebbero preso parte anche loro qualche istante dopo senza possibilità di salvarsi; grida di rassegnazione, consapevoli che la loro fine era ormai giunta, anche se quella era decisamente una fine che nessuno avrebbe voluto e che nessuno avrebbe meritato.
Appena udirono le grida, Daryl e Emily si voltarono indietro e quello era, senza ombra di dubbio, la cosa più spaventosa a cui ebbero mai assistito: decine e decine di zombie si erano riversati nell'arena, riempiendola nel giro in pochi secondi, trasformandola in un vero bagno di sangue.
Ignoravano completamente chi gli stava di fronte, se era giovane o vecchio, uomo o donna, per loro erano semplicemente cibo che dovevano avere a qualsiasi costo; ignoravano le loro suppliche, le loro minacce o, peggio ancora, le grida strazianti mentre gli stappavano la carne dalle ossa con i loro denti.
Avevano fame e dovevano mangiarli.
Solo a questo riuscivano a pensare quei mostri.
Rick e il suo gruppo, per il momento, erano al sicuro sul tettuccio della jeep; quella jeep si era rivelata la loro salvezza ed anche se le ruote erano state bucate per evitare che i prigionieri scappassero, era comunque troppo alta per essere raggiunta da quegli zombie affamati, che cercavano comunque di prendere qualcuno di loro alzando le braccia, cercavano lo stesso di non muoversi troppo, per evitare che qualcuno potesse cadere o che il tettuccio potesse cedere.
Ognuno di loro, assisteva impotente a quello scenario apocalittico: Rick non riusciva a distogliere lo sguardo da quello scenario di sangue e violenza, l'apocalisse era iniziata ormai da tanto tempo, così tanto che non riusciva più a ricordare il mondo prima degli zombie, ma non avrebbe mai pensato di vedere una cosa tanto raccapricciante come quella; Carol si coprì gli occhi con le mani e si mise in ginocchio, non voleva più vedere quegli uomini venire mangiati vivi come se fossero pezzi di carne senza alcun valore; T-Dog guardava quello che si stava consumando intorno a lui, con uno sguardo di rassegnazione misto a dolore, sapeva di non poter fare nulla per loro, anche se avrebbe voluto aiutarli, nessuno poteva immaginare il dolore lacerante che stavano provando quelle povere persone; Carl si coprì le orecchie e chiuse gli occhi, non ce la faceva più a sentire quelle urla strazianti che gli stavano perforando il cervello, e non riusciva più vedere quei corpi mangiati vivi da quei mostri che loro combattevano ogni singolo giorno; Glenn versò una lacrima, pensando che nessuno, nemmeno l'essere più viscido dell'universo, meritasse di fare una fine tanto dolorosa e di, inevitabilmente, diventare lui stesso uno di quei mostri che lo avevano privato della vita.
Daryl e Emily, dagli spalti, assistevano anche loro impotenti a quella carneficina: uomini che venivano sbranati vivi, uomini morti che tornavano in vita, grida e pianti incontrollabili.
Quello era l'inferno.
Daryl guardava impotente tutta la scena, non riusciva a dire o fare niente, era paralizzato al pensiero che, se qualcosa fosse andato storto o se non fossero stai abbastanza veloci, ci sarebbero anche loro tra quei mostri.
Un pensiero che lo terrorizzò nel profondo dell'anima.
Guardava i soldati venire sbranato vivi, un dolore gli pervase il cuore: era dispiaciuto che fossero dovuti ricorrere a tanto per salvarsi, se avesse potuto evitargli una morte così piena di sofferenza lo avrebbe fatto.
Anche Emily fissava quella scena da far raggelare il sangue, guardava la gente scappare, urlare, morire e risorgere.
Un ciclo continuo che non accennava a smettere. Un senso di colpa la pervase in tutto il corpo: lei aveva avuto questo piano, sapeva di non avere scelta o sarebbero morti,ma magari poteva esserci un'altra soluzione; lei era la sola responsabile della morte orribile di tutti quei ragazzi che stavano solo ubbidendo agli ordini.
Era solo colpa sua. Il suo cuore si spezzò a quel pensiero e, senza che potesse trattenersi, si mise a piangere e disse singhiozzando << Io...sniff...mi dispiace..non...sniff..avevo scelta...saremmo morti tutti se...sniff...mi dispiace...è solo colpa mia! >>.
Daryl, sentendola si voltò verso di lei e il suo cuore perse un battito: stava piangendo disperatamente e singhiozzava in maniera incontrollabile, non poteva vederla in quello stato.
Così la strinse forte a se, le accarezzò ala testa e, con un tono dolce, cercò di rassicurarla << Emily ti capisco, so che sei dispiaciuta ma non avevi altra scelta, saremmo morti tutti se non avessi preso in mano la situazione...so che ti senti in colpa per loro ma non devi, dispiace anche a me per questa decisione, nemmeno io avrei voluto tutto questo...ma sei riuscita in una cosa che sembrava impossibile, hai salvato la vita a Rick, Carl, Glenn, T-Dog, Carol e la nostra...non piangere...so che ti piange il cuore, ma era la cosa giusta da fare...sono fiero di te, hai preso una decisione molto coraggiosa >>.
Emily lo guardò meravigliata: non solo era arrivato a salvarla contro tutto e tutti, si era fidato di lei al punto di aiutarla in un piano dove lui non aveva la minima idea di cosa dovesse fare, l'aveva portata al sicuro e, nonostante tutto, lui la sosteneva sempre qualsiasi cosa facesse.
Si sentiva la persona più fortunata del mondo ad avere incontrato Daryl.
Con gli occhi pieni di gratitudine, e ancora lacrimanti, gli rispose << Daryl..sniff...grazie per esserci sempre...io..>>. << AIUTO!!>>.
Un urlo disperato interruppe Emily che si paralizzò di colpo.
Quella voce era inconfondibile alle sue orecchie.
Si girarono entrambi di scatto e videro una cosa che difficilmente avrebbero rivisto: il Governatore, in bilico su una scatola mezza rotta, cercava di restare il equilibrio per evitare cadere in pasto agli zombie che, sotto di lui, cercavano di afferrarlo.
Era poco distante dagli spalti dove si trovavano Emily e Daryl.
Il Governatore era sull'orlo della disperazione: non voleva morire in quel modo orribile e sperava che il grido di aiuto venisse ascoltato, notò che Emily e Daryl aveva sentito il suo grido, così, guardandoli con gli occhi pieni di lacrime e paura, urlò più forte che pote << Vi prego aiutatemi!! So che vi ho fatto cose orribili, che mi odiate e che meriterei di morire in modi ben peggiori...ma vi supplico dovete aiutarmi! Non voglio morire! Vi scongiuro! >>, doveva essere veramente disperato per supplicarli in quel modo.
Emily, contro ogni proposito, prese una decisione che nessuno avrebbe mai pensato: si alzò in piedi e scese un paio di gradini, ancora un piede più giù e gli zombie l'avrebbero afferrata senza troppi problemi.
Era ferma immobile, Daryl capì subito le sue intenzioni, la raggiunse in un lampo, la prese per un braccio e urlò incredulo << Che stai facendo Emily?! Sei diventata matta?! Dopo tutto quello che ci ha fatto quel verme vuoi davvero aiutarlo?! Non so se ti ricordi che fino a dieci minuti fa cercava di ucciderci tutti; è venuto di notte al nostro accampamento ed ha rapito te e Carol; ha minacciato Christian puntandogli una pistola dritta in faccia; ti ha incatenato come un fenomeno da baraccone e minacciava di ucciderti! Ti servono altri motivi per lasciarlo morire come quel brutto bastardo che è? Perché ho ancora una bella lista! >>.
Emily si voltò verso Daryl e, con tono fermo e risoluto, urlò << Cosa credi che mi sono dimenticata tutto?! Pensi che io non lo odio tanto come lo odi tu o Rick o gli altri?! So benissimo che è un figlio di puttana, che merita di morire tra dolori atroci per quello che ci ha fatto...ma nessuno merita di morire così! Nessuno merita di morire in questo modo: spaventato, gridando aiuto senza nessuno che si degni di alzare almeno la testa! Non lascerò morire una persona in questo modo senza provare a salvarlo! Ha fatto cose orribili a noi e chissà quante altre persone, questo non posso negarlo e, di certo, non lo dimenticherò ne lo perdonerò mai, ma anche lui merita di vivere! >>.
Emily e Daryl si fissarono negli occhi per un tempo che sembrò infinito: lo sguardo di Emily era fisso, trasmetteva sicurezza e determinazione, quello di Daryl era stupito: nonostante l'avesse minacciata più volte, rapita, spaventata e gli avesse fatto del male voleva davvero provare ad aiutarlo; nonostante tutto l'odio che provava per quell'uomo, se così poteva essere definito, lei aveva messo da parte tutti i dissapori perché nessuno meritava di morire come un topo in gabbia, e su questo Daryl era d'accordo, anche se voleva dire salvare quel pezzo di merda.
Lo sguardo di Daryl si addolcì: Emily era davvero la persona più straordinaria del mondo, sapeva mettere da parte l'odio, la paura e l'orgoglio per cercare di salvare tutti perché, secondo lei, la vita era importante, in quel mondo più che mai; la sua Emily era davvero troppo buona, perfino quel bastardo, secondo lei, meritava di avere una vita.
La guardò e, con tono sicuro le disse << Se per te è così importante d'accordo...facciamolo! >>, Emily si stupì di quelle parole, era così orgogliosa di Daryl: aveva messo da parte l'odio per lei e questa era la prova che, per lui, lei era la cosa più importante.
Lo abbracciò e gli disse << Grazie Daryl, ti amo con tutto il mio cuore >>.
Si staccò subito, capendo che ormai restava poco tempo, aveva già un piano e, guardando il Governatore, ormai quasi spacciato, gli urlò << Ehi idiota! Ascoltami bene! Io cercherò di venirti in contro, tu afferra la mia mano e ti tireremo qui al sicuro!>> , si girò verso Daryl e disse << Tienimi e cerca di non lasciarmi...cercherò di afferrargli la mano, appena l'avrò presa ti urlerò di tirare...cerca di tirare più che puoi...tutto chiaro? >>, << Si piccola! Vai forza e fai attenzione! >> rispose Daryl con sicurezza afferrandola per un braccio, lei si voltò e, con cautela si sporse dal bordo dei gradini.
Daryl la teneva per un braccio mentre lei si allungava più che poteva verso Philip, gli zombie sotto di lei cercavano di afferrarla, ma sfioravano a mala pena i suoi vestiti ormai logori.
Si allungava con tutta la forza che aveva ma, per quanto si sforzasse, non era abbastanza vicina da toccargli le dita, sapeva che se si sarebbe allungata troppo avrebbe rischiato di far cadere lei e Daryl e, questo avrebbe significato andare incontro a morte certa.
Guardò Philip e, con tutta la voce che aveva in corpo, urlò << Ascoltami! Sei ancora troppo lontano, ed io non riesco ad afferrarti! Non posso andare oltre o cadrò! Devi avvicinarti un po verso di me e devi farlo adesso!!! >>.
Philip la guardò incredulo, quella ragazza che aveva torturato e minacciato, stava rischiando la sua vita per aiutarlo.
Stava rischiando nonostante tutto quello che le aveva fatto passare, distrattamente pensò che era davvero fortunato Daryl ad aver incontrato una ragazza tanto dolce quanto bella: aveva la straordinaria capacità di vedere il buono in tutti e, per quanto le cose si mettessero male, lei pensava sempre prima agli altri, si sarebbe sacrificata senza pensarci due volte per le persone a cui teneva.
Persone così non esistevano più ormai.
Si destò dai suoi pensieri e cercò di avvicinarsi a lei, ma tra loro c'era ancora troppo distacco. << Forza! Ci siamo quasi! Un ultimo sforzo!! >> gridò Emily, speranzosa e con la voce tremolante.
Daryl la teneva più saldamente che poteva.
Emily si allungò ancora di qualche millimetro, nella speranza che fosse sufficiente stavolta.
Philip si allungò ulteriormente per cercare di avvicinarsi.
Le loro dita, calde e sporche di polvere, si sfiorarono per qualche istante.
Il rumore di legno che si spezza.
Le dita che scivolano via.
Un tonfo.
Un grido << NOOOOO!!!! >>.

   
 
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