Deathfic!
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=MXNNzUKrtq4.
★ Autore: Kamy
★ Fandom: X-men, film.
★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla Challenge “All Summer Long” a cura di Piscina di Prompt e Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 586.
★ Prompt: La piscina dell'hotel e i tuffi dal terrazzo del primo piano!
★ Genere: Dark.
★ Bonus:In piedi sul bordo di una scogliera.
L'ultimo tuffo
Erik avanzava lungo la
scogliera, rischiò d’inciampare
diverse volte, le scarpe gli scivolavano sulle rocce lisce. I capelli
candidi
gli aderivano al viso bagnato, le gocce di pioggia e il vento lo
sferzavano.
Batté ripetutamente le palpebre, i suoi occhi erano
arrossati. Si stringeva
spasmodicamente il braccio con l’altra mano,
all’altezza del numero inciso
nella sua pelle. Ansimò, la sua pelle era ingrigita, i
muscoli gli dolevano,
rabbrividì.
Un lampo lo
illuminò, rischiarando i nuvoloni neri.
Lo sciabordio delle onde
che si abbattevano contro la parete
rocciosa della scogliera si confondeva con il rumore della pioggia.
“Charles, non
puoi essertene andato, non puoi!” gridò. Il
fragore di un tuono coprì le sue urla.
Erik rischiò di
cadere in avanti, tossì e boccheggiò, le
rughe sul suo viso si erano ispessite e l’acqua vi scivolava
all’interno.
Charles
gli comparve
davanti e gli sorrise, la sua figura semi-trasparente aleggiava
perlacea. Lo
raggiunse e gli voltò intorno, passandogli le mani addosso,
in una serie di
carezze che lo facevano rabbrividire.
“Lasciati
cullare da
me. Mi prenderò cura di te come tu hai fatto con
me” gli sussurrò all’orecchio.
Erik cercò di
afferrare la mano all’allucinazione e
raggiunse il bordo della scogliera. Il ruggito del mare si faceva
sempre più
fragoroso e vicino.
“Non
ci posso credere,
la piscina è proprio qui sotto” disse Charles.
Indossò la cuffietta da mare
sopra il capo privo di capelli e si sporse di più dalla
balaustra di ferro del
terrazzo, la sentiva premergli contro l’addome.
Erik
gli accarezzò la
testa, sentendo la plastica della cuffietta azzurra sotto le dita.
“Charles,
sai di
essere adorabile come cavia?” domandò.
Charles
sbuffò.
“Come
cavia?” domandò.
Si raddrizzò e si voltò verso l’altro.
“Sono
stato una cavia.
Le riconosco quando le vedo” mormorò.
Charles
schioccò
rumorosamente la lingua sul palato.
“Perciò
per te sono
una cavia carina?” domandò.
Erik
socchiuse gli
occhi e sorrise, mostrando i denti candidi.
“Molto
di più, adorabilmente
bella” disse con voce seducente e accento tedesco.
“Ti
hanno mai detto
che il tuo modo di provarci è pessimo?”
borbottò Charles.
Erik
gli afferrò il
mento con la mano.
“È
la prima volta che
ci provo davvero” soffiò.
Charles
avvampò, gli
mise le mani sulle spalle e lo spintonò, facendolo
indietreggiare.
“Non
ho bisogno di
entrare nella tua testa per sapere cosa stai pensando. Però
adesso voglio
andare in piscina. Ho preso questo hotel proprio perché
l’aveva e…”. Iniziò a dire.
Erik
gli prese il
polso e lo tirò, allontanandolo dal bordo. Si
arrampicò sulla balaustra di
ferro e ghignò.
“Siamo
solo al primo
piano, con i miei poteri mutanti, sono convinto di poter prendere una
scorciatoia” sussurrò.
Charles
si sporse e lo
afferrò, stringendolo.
“Non
fare pazzie, è
pericoloso” gemette.
Erik
lo prese tra le
braccia e si voltò, saltò e si tuffò
nella piscina. Entrambi affondarono
facendo schizzare acqua tutt’intorno.
Charles
riemerse
dibattendosi e ansimando, Erik riemerse dietro di lui, ridendo.
“Non
c’era bisogno di
tuffarsi dal terrazzo dell’hotel!”
sbraitò Charles.
Erik
boccheggiò, scosse il capo e guardò oltre il
bordo, gli
spuntoni aguzzi di roccia s’intravedevano tra la schiuma del
mare e le onde
scure.
Guardò la
visione di Charles allontanarsi all’indietro,
allungò la mano cercando di sfiorarle il viso.
“Andiamo,
quel giorno
ci siamo divertiti. Ti va di fare un altro tuffo in piscina?”
domandò Charles.
Chiuse gli occhi e sorrise.
Erik sorrise a sua volta,
saltò verso l’illusione e
precipitò, rovinando sulle rocce.
Un lampo più
luminoso illuminò il cielo d’azzurro e un
fulmine squarciò a metà il cielo.