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Autore: Robigna88    30/07/2017    0 recensioni
Allison si è presa cura di Hope nelle settimane in cui Hayley è finalmente riuscita a recuperare tutti gli ingredienti necessari a creare la cura per svegliare gli Originali.
Una volta svegli è arrivato per Hope il momento di conoscere la sua famiglia ma la piccola è tesa e "spaventata". Sarà zia Allison ad aiutarla a superare il momento e, aiutando la piccola, lei stessa troverà un aiuto che non sapeva di volere.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Hayley, Hope Mikaelson, Klaus, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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-10-

 

 

 

 

 

Allison chiuse gli occhi per un attimo, lasciò che la mente vagasse lontana, in un ricordo e poi in un altro. La sua intera esistenza riassunta come in un flashback e ogni parte migliore era una parte che aveva vissuto con Elijah.

Il braccio dell’affascinante Originale elegante la avvolgeva completamente, il respiro calmo le scaldava il collo mentre condividevano quella stretta carica di ogni cosa. Era un momento magico, importante e lei sentiva dentro il cuore che era anche l’ultimo.

“Ti ricordi quando abbiamo litigato e poi, dopo qualche ora mi hai salvato la vita?” gli chiese girandosi piano, lasciando però che il braccio la stringesse comunque. “Credo che fosse sette anni fa circa.”

Lui sorrise, le dita di Allison accarezzavano il suo braccio su e giù ad un ritmo lento e costante. Lo faceva rabbrividire quel tocco, succedeva da sempre. Quanto stupido tempo avevano perso, illusi di essere andati avanti, di amare qualcun altro mentre erano sempre e solo loro due, in fondo.

“Me lo ricordo. Eri così arrabbiata che non mi ringraziasti neppure… anzi, eri infastidita dal fatto che ti avessi salvato la vita.”

Allison cercò il suo sguardo. “Ricordo esattamente cosa ti ho detto. Tu lo ricordi?”

Sto bene. Non che avessi bisogno del tuo aiuto, tanto per essere chiari. Avevo tutto sotto controllo " la imitò lui.

La donna rise. “Avresti dovuto vedere la tua faccia. Volevi ridere ma non potevi far cadere la facciata da arrabbiato.”

“In realtà” Elijah avvicinò la bocca alla sua e la baciò. “Avrei voluto baciarti. Sei molto sexy quando sei arrabbiata.”

Il vampiro si accorse che la pelle di Allison era fredda, le labbra secche, gli occhi non erano pieni di quella luce che avevano di solito. Era troppo presto... non doveva succedere.

“Sai, poco fa ho ripensato alla mia vita” parlò lei scuotendolo via dai suoi pensieri. “Mi sono resa conto che ogni ricordo piacevole comprendeva te, quindi grazie per gli sprazzi di felicità, Elijah Mikaelson.”

Lui sentì gli occhi riempirsi di lacrime. “Vado a prenderti un’altra coperta, sei gelata.”

Lei lo fermò afferrandogli un braccio. La stretta era debole ma presente. “Nessuna coperta potrà scaldarmi e credo che in fondo tu lo sappia. So che adesso hai paura e anche io ne ho, ma... ho bisogno che tu faccia una cosa per me.”

“Qualunque cosa.” Elijah lasciò cadere qualche lacrima.

“Chiama gli altri. È tempo di dire addio.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

La prima ad entrare nella stanza fu Hayley e per Allison il ricordo fu quasi immediato.

 

Allison sorrise sistemando tutto nella sua camera e poi raggiunse l’atrio dove Hayley stava dando una mano a mettere in ordine.

“Hey,” disse all’Ibrida “cercavo proprio te.”

“Mi hai trovata. A proposito, ho visto che il sorprendente Diego è riuscito a sorprenderti.”

“Sì, sto uscendo per andare da lui a dire il vero. Gli ho promesso un pezzo di torta.”

“Solo la torta?”

Allison rise e annuì tirando fuori dalla tasca della giacca un bracciale di diamanti che brillava in modo incredibile sotto la luce del grande lampadario.

“Solo la torta,” rispose. “Ma prima di andare ho un regalo per te.”

Le mostrò il bracciale ed Hayely corrugò la fronte perplessa.

“Per me? Non è il mio compleanno.”

“Ma ti sei sposata. E non ti avevo ancora fatto un regalo di nozze.”

“Allison” mormorò Hayley. “Non devi farmi un regalo.”

“Sì che devo e voglio farlo. Mi piace Jackson e spero che a lui piacerà questo bracciale che indosserai quando andrete a cena fuori ed io rimarrò qui a badare ad Hope.”

Hayley scosse il capo prendendo il regalo che Allison le porgeva e sospirò guardandola. “È bellissimo.”

“Era di mia madre,” confessò Allison recuperando una fetta di torta dal tavolo che ancora non era stato portato via. “Era di sua madre e viene tramandato di generazione in generazione.”

“No!” esclamò Hayley. “Riprendilo, non posso tenerla.”

“Hayley, questo bracciale è fatto per una sposa, e dubito che io mi sposerò mai. Sì, il tuo matrimonio è… un po’ insolito. Ma questo non significa che non possa diventare qualcosa di importante. Avrei voluto dartelo il giorno delle nozze, così da permetterti di indossarlo insieme all’abito da sposa ma ero in coma, quindi…”

“Allison, io non…”

“Devo andare ora,” la interruppe Allison sorridendole. “Ci vediamo domani.”

Hayley la guardò uscire senza aggiungere altro, stringendo in mano quel bracciale che però era molto di più di quel che sembrava.

 

Dopo della sua amica ibrida fu il turno di Freya e di lei Allison ricordò il calore di un abbraccio in uno dei momenti più difficili della sua vita.

 

“Cos’è?” Allison prese il bicchiere che Freya le porgeva. “Se è caffè ne faccio volentieri a meno, il mio cuore batte già all’impazzata.”

La strega si mise a sedere accanto a lei e sospirò spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “È una tisana” le spiegò. “Passiflora, lavanda e un po’ di verbena. Ti aiuterà a rilassarti.”

“Grazie” l’altra bevve un sorso, poi si abbandonò contro lo schienale della sedia sulla quale era seduta, a pochi metri dalla porta della stanza di Victor. “Elijah è passato a lasciare dei fiori prima. Li ha dati a Gladys, l’infermiera di Victor, affinché me li consegnasse.”

Freya si prese un attimo prima di parlare. “Mio fratello non è molto bravo ad esprimere i suoi sentimenti; credo che tu lo sappia meglio di chiunque altro.”

Allison abbozzò un sorriso. “Direi di sì. Sta bene?”

“Perché me lo chiedi?”

“Conosco Elijah meglio di chiunque altro al mondo, l’hai detto tu stessa. So che in questo momento non c’è nessun altro posto in cui vorrebbe stare che non sia questo ospedale, con me. Ma so anche che si sente terribilmente inutile e terribilmente in imbarazzo perché non sa cosa dire per farmi star meglio; quindi posso solo immaginare quanto sia combattuto.”

L’altra sorrise annuendo. “Lo è, molto combattuto. Lui ti ama Allison, vederti così sconvolta, vederti star male, lo fa soffrire.”

Allison bevve ancora un po’ della tisana, sospirò ed infine si voltò a guardare la porta della stanza di Victor. “Sarà meglio che torni dentro” disse alla sua amica alzandosi. “Ringrazia Elijah per i fiori, Klaus per la tequila che mi ha lasciato ieri mentre dormivo e grazie a te per la visita e per la tisana.”

Freya la imitò e una volta in piedi la strinse in un abbraccio che, nonostante tutto, la fece sorridere. “Non c’è di che. Posso fare qualcosa?”

La cacciatrice sembrò rifletterci. “Potresti scoprire dove diavolo è mio fratello? Non lo vedo da due giorni e il suo silenzio mi preoccupa.”

“Ci proverò.”

“Grazie” Allison sparì dentro la stanza di Victor, Freya invece lungo il corridoio.

 

Poi fu la volta di Klaus. Ah Klaus... pensò Allison guardandolo sedersi sul bordo del letto. Con quel suo sorriso furbo e gli occhi pieni di malinconia. Il suo caro amico Klaus...

 

“Devi essere impazzito!” esclamò la donna dopo aver ascoltato la folle richiesta che Klaus le aveva fatto in cambio del sangue che avrebbe guarito Elijah. “Non ti aiuterò ad uccidere Tyler Lockwood.”

“Allora non avrai ciò che chiedi.”

“Klaus tutto questo è assurdo. E credo che tu te ne renda perfettamente conto.” Allison allargò le braccia. “Cosa ti ha fatto Elijah di così terribile da farti arrabbiare così tanto?”

“Non è solo quello che ha fatto!” urlò l’altro. “È anche quello che ha detto! Ha creduto alle parole di quell’insulso Lockwood, alle parole di Hayley ma non alle mie.”

“Quali parole?”

“Quelle secondo le quali una volta che mia figlia sarà nata la userò come un distributore di sangue per creare nuovi Ibridi.” Il suo amico fece un grosso respiro. “Credono che questa sia l’unica cosa che mi importi, mi giudicano come padre prima ancora che lo diventi. Io non sono mio padre, amerò mia figlia più di ogni altra cosa al mondo.”

Gli occhi di Allison si riempirono di lacrime mentre le fragilità del grande Klaus Mikaelson venivano fuori attraverso le sue parole, attraverso la rabbia nel suo sguardo. Era indignato e se quello che le aveva appena detto corrispondeva a quello che era davvero accaduto, allora non aveva tutti i torti ad esserlo. Senza chiedere altro gli si avvicinò e lo strinse in un abbraccio. “So che lo farai, e anche loro lo sanno. Ma a volte si dicono e si fanno cose stupide. Hai morso tuo fratello, dovresti saperlo.”

Lui rimase un attimo immobile poi con un sorriso ricambiò l’abbraccio sentendosi più leggero.

 

L’ultima ad andare da lei fu Hope. Allison dormiva quando arrivò, gli occhi stanchi e la testa pesante. Il fresco della mano della bambina sul suo viso la svegliò. “Ciao piccola peintre” le disse con un sorriso. “Ti va di sdraiarti qui con me per un po’?”

Hope annuì, si tolse le scarpe e si infilò sotto le coperte, il viso nascosto nell’incavo del collo di Allison, mentre la donna che le aveva fatto da zia, amica, seconda mamma, le baciava il capo. “Zio Elijah ha detto che dobbiamo salutarci.”

“È vero. Scusami se ti ho fatto venire in questa stanza che puzza di chiuso. Avrei voluto che ci salutassimo fuori sul prato ma non riesco ad arrivarci, sono troppo stanca.”

La bambina si allontanò poco e la guardò. “Non fa niente” le disse. “Ma non voglio salutarti.” Le poggiò la mano sulla guancia e solo allora Allison si accorse che il suo braccialetto era sparito. Stava per chiederle che fine avesse fatto ma un’ondata di energia la scosse. Poi il buio. 

 

 

 

 

   
 
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