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Autore: strayheart00    31/07/2017    1 recensioni
Quando, in una normale giornata di luglio, Logan Stuart si era svegliato non credeva che di lì a poche ore sarebbe diventato amico di Sam Ferrari. Non si aspettava nemmeno che nel corso dei mesi avrebbe perso la testa per lei fino a consegnarle il suo cuore. E di certo non poteva mai sospettare che quella ragazza gli avrebbe cambiato totalmente la vita, facendo crollare ogni sua certezza. Peccato che nella vita niente va come ci si aspetta e il destino ha sempre in serbo qualcosa. Così Logan si ritroverà coinvolta in una storia che lo porterà a toccare il cielo con un dito per poi fallo sprofondare nel gelo dell'inferno.
*Tratto da uno dei capitoli:*
«Vieni qui e guardiamo il sole sorgere brontolo. La nostra notte folle è finita» detto questo venne di nuovo a sedersi accanto a me e insieme guardammo il sole svegliare la città che non dorme mai. E insieme al sole si svegliò anche qualcosa dentro me.
Che fosse il mio cuore?
Sam Ferrari mi era entrata dentro più di quanto mi piaceva ammettere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Badboy vs Goodgirl '
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Dovevo bussare o entrare direttamente? Nella mano destra stavo stringendo le chiavi indeciso se entrare o meno. Non potevo crederci. Da quando mi sentivo di troppo a casa mia? Il problema principale era la paura che mia madre mi sbattese fuori, la probabilità era alta. Ma perché non potevo avere 24 ore di pace? Mi andavano bene anche solo 10 minuti di tranquillità. Invece no, non dovevo avere nemmeno un momento di serenità. Mentre ero perso come al solito nei miei pensieri il cellulare prese a vibrare nella mia tasca. Non volevo nemmeno rispondere e quando vidi il volto di Sam sulla schermo un dolore sordo al petto rischiava di farmi morire. Cristo non era possibile, io l'amavo così tanto! Lei era tutta la mia fottuta vita, la prima persona di cui mi ero fidato davvero. Perché mi aveva fatto questo? Perché ci aveva fatto questo? Nonostante tutti i miei problemi con lei ero felice come mai prima. Sam rendeva il mio mondo più bello, ma tradendomi mi aveva scaraventato all'inferno. Avevo bisogno di ubriacarmi, di nuovo, adesso, prima di scoppiare a piangere. La porta davanti a me si aprì con uno scatto secco e lo spettro di mia madre mi comparve davanti. Quel fantasma aveva occhiaie profonde e puzzava di vodka scadente e erba.

«Che ci fai qui?» la voce era dura e roca, lontana anni luce dal suo normale tono dolce.

«Ci abito» stavo cercando di vedere le condizioni in cui versava la casa,ma mi era impossibile.

«Non più» non mi stava nemmeno guardano negli occhi mente iniziava a tirare le maniche del maglione.

«Mamma fammi entrare, possiamo parlarne con più calma» stavo cercando di mostrarmi tranquillo, ma era davvero difficile.

«Questa non è casa tua» tirò su con il naso mentre si stringeva tra le braccia. Sembrava ancora più magra dell'ultima volta che l'avevo vista.

«Ma che cazzo stai dicendo?» la sua affermazione mi aveva fatto scattare.

«Tu non vivi più qui. Vattene» continuava a non guardarmi il che mi innervosiva ancora di più.

«Mamma smettila» stavo cercando di non dare di matto, ma era difficile.

«Tuo padre sta tornando e tu non puoi stare qui» aveva finalmente alzato lo sguardo ma era come se non riuscisse a guardarmi davvero. Era strafatta, vaffanculo.

«Stai scherzando?» ero troppo sconvolto per dire altro.

«Prendi le tue cose e vattene» mamma era seria, mi stava cacciando davvero.

«Vuoi farlo tornare? Dopo tutto quello che ci ha fatto?» non poteva farlo.

«Si» la sua risposta era stata secca e veloce.

«Non puoi...» non riuscì a finire la frase che Rachel comparve sull'uscio e in un attimo mi ritrovai la piccola peste addosso.

«Logan! Sei a casa» mi disse abbracciandomi.

«Mi sei mancato! Mamma urlava e non sapevo cosa fare» stava piangendo, il mio angelo stava piangendo e io l'avevo lasciata sola.

«mi dispiace baby, mi dispiace così tanto»La strinsi più forte a me.

Mia madre iniziò ad urlare, il dubbio che non avesse preso solo erba si fece largo nella mia testa.

«Vedi la fai solo piangere! Sei uno sconsiderato! Non torni a casa la notte, non vai a lavorare e fai anche piangere tua sorella. Io non so più che fare!» era ridotta malissimo, aveva gli occhi rossi (chiaro segno di quanto fosse ubriaca) e sembrava sull'orlo di un attacco di panico.

«Non è Logan a farmi piangere! Sei tu!» Rachel si era rivolta alla mamma ed era saltata via dalle mie braccia.

«Come ti permetti piccola ingrata! È tuo fratello il problema!» adesso mamma urlava.

«Non è vero! Tu sei cattiva!» Rachel si allontanò dalle mie braccia per avvicinarsi a mamma.

«Non ti rendi conto che tuo fratello è solo un drogato?» nel dirlo mi aveva rivolto uno sguardo di odio puro.

«Smettila di trattarlo male. Lui è più bravo di te. Io voglio più bene a Logan!» Rachel aveva di nuovo le lacrime agli occhi.

Mamma, alle parole della figlia, tremava dalla rabbia. Sentì il rumore prima di riuscire a capire cosa quella donna avesse davvero fatto. Rachel finì a terra e io a quel punto scattai.

«STALLE LONTANA. NON TI AVVICINARE.» mi inginocchiai accanto alla bambina e le girai il volto per controllare se ci fosse un segno rosso. Ed eccole là, le cinque dita della mano di mia madre. COME AVEVA POTUTO. Aiutai Rachel a rialzarsi mentre la mamma era ancora in piedi senza parole. Entrai in casa diretto in camera con la bambina in braccio. Feci prima la valigia di Rachel e poi la mia, attento a prendere tutto e non lasciare niente. Uscì da quella casa con Rachel in lacrime tra le mie braccia e mia madre che ci guardava allontanarci attaccata ad una bottiglia di tequila. Dio non potevo crederci.

****

Char mi fece entrare senza chiedermi niente. Liberò il suo letto da tutto il disordine e fece sdraiare Rachel che nel mentre si era addormentata. Io mi buttai sul divano troppo stanco anche solo per pensare. Avevo bisogno di bere, tanto, forse troppo. Volevo che il cervello smettesse di funzionare anche solo per pochi secondi. Ero arrivato al limiti massimo di sopportazione. La vita doveva avercela con me, non poteva esserci altra spiegazione. Mi sembra di stare su delle cazzo di montagne russe. Fino all'altro giorno ero tre metri sopra il cielo e ora mi trovavo dodici metri sotto terra. Il karma non mi aveva preso abbastanza per il culo?

Il telefono squillò di nuovo e quella volta, stanco e distrutto risposi.

"Chi è?" Non avevo nemmeno fatto controllato chi cazzo fosse, che mossa stupida.

"Logan..." capì immediatamente di chi si trattava, avrei riconosciuto quella voce ovunque.

"Sam non ho la forza o anche solo la voglia di starti a sentire. Io mi sono innamorato di te e tu mi hai spezzato il cuore. Ho imparato la lezione però: mai più sentimenti. Mi sono fidato di te e ci ho rimesso il cuore e la sanità mentale. Voglio solo stare bene quindi ti prego di non cercarmi più" ero stato il più sincero e diretto possibile, senza lasciare spazio a vane speranze.

"Dammi solo la possibilità di spiegare! Ieri hai iniziato ad urlare, abbiamo detto cose che non pensiamo e sei scappato via. Voglio solo dirti la verità" le tremava la voce e sapevo bene che stava piangendo, ma era colpa sua.

"La mia risposta è no. Ho cose più importanti a cui pensare di una ragazzina viziata che passa il suo tempo a giocare con le persone. Pensavo tu fossi migliore di così" e con un gesto secco chiusi la chiamata perché non avevo davvero niente più da dirle.

Nello stesso momento Char venne a sedersi vicino a me, aveva aspettato anche troppo.

«Vuoi dirmi cos'è successo?» cercò di prendermi la mano per stringerla, ma io ero con la mente troppo lontana per accorgermene.

«No» volevo solo dormire.

«Logan con me puoi sfogarti» sapevo di poterlo fare ma non ci riuscivo.

«È difficile Charlotte»

«Provaci almeno, ti prego»

«da quando mio padre è andato via la maggior parte delle notti mi sveglio in preda al panico. Sogno due mani attorno alla gola che tentano di uccidermi e, proprio quando tutto diventa nero, mi sveglio» non avevo la minima idea del perché stessi raccontando tutto ciò a Charlotte, ma aveva ragione lei sul mio bisogno di sfogarmi.

«Logan dovresti parlare con qualcuno di questo incubo» lei provò nuovamente a raggiungere la mia mano, ma anche quella volta senza risultati.

«Non posso. Ammettere che sogno ancora quella notte farebbe di me un debole. Io ho superato il mio passato per Rachel» doveva essere così, io ero l'eroe di mia sorella e non potevo essere debole.

«È normale che tu non riesca a superare il ricordo di quella notte Logan, sei umano. In questi anni hai fatto così tanto per tua madre e tua sorella che hai finito per annullarti. Non eri più un ragazzo da tanto tempo, poi è arrivata Sam e le cose sono cambiate» Char si fece più vicina Fino a poggiare la testa sulla mia spalla.

«E vedi che fine ho fatto? Fidarmi di Sam mi ha procurato solo altro dolore!» mi ero alzato di scatto dal divano, troppo arrabbiato con me stesso e con il mondo intero.

«Logan la vita è dolore! Quando lo capirai?» Char si prese la testa tra le mani come se fosse stanca di tutta quella Merda.

«ma non dovrebbe essere così! Io non voglio che mia sorella viva in un mondo dove non può fidarsi di nessuno, dove deve stare attenta ad ogni suo passo e dove anche il più piccolo errore può farla soffrire!» le lacrime mi pungevano gli occhi ormai.

«Non puoi proteggere Rachel per sempre. Arriverà il momento in qui dovrà andare avanti da sola» la mia amica mi guardava in attesa di una mia resa.

«Ho paura Char, ho tanta paura» mi sedetti perché all'improvviso non avevo più la forza di stare in piedi. Dire la verità mi aveva prosciugato. La paura era l'unica cosa che mi impediva di fidarmi davvero.

«Lo so Logan per questo sono qui, sono sempre stata qui» Charlotte mi strinse il braccio per dimostrarmi come avesse detto la verità. Lei c'era sempre stata, nel bene e nel male, in salute e malattia, il nostro rapporto era più intimo di un matrimonio. Solo con la mia ancora al mio fianco mi permisi di prendere la testa tra le mani, in preda allo sconforto e scoppiare a piangere. Ero arrivato al capolinea.

****

La pizza era da sempre il mio tallone d'Achille. Potevo mangiare pizza tutti i giorni e a tutte le ore, che fosse mattina o notte non rifiutavo mai un pezzo di paradiso. Eravamo tutti nel salone di Charlotte, ognuno con la propria pizza sulle gambe. Io tenevo in braccio Rachel, che si divertiva a guardare Char e Tom litigare sul tappeto per l'ultimo pezzo di diavola. In quella stanza, in quel momento, c'era tutta la mia famiglia.

«Perché fanno così?» Rachel si voltò verso di me con il volto tutto sporco di sugo.

«Perché sono dei cretini» mi allungai sul divano per recuperare un tovagliolo.

«Sono divertenti però» la mia sorellina si lasciò pulire il viso senza smettere di sorridere.

«Si lo sono» ed era vero. Tom e Char erano due pazzi.

«Quando torniamo a casa?»

«Non ti piace stare da Charlotte?»

«Voglio tornare a casa mia» Rachel aveva gli occhi lucidi e io non potevo sopportarlo.

«Non possiamo andare a casa»

Per un po' nessuno dei due parlò. Entrambi guardavamo la battaglia all'ultimo sangue che era scoppiata tra i miei migliori amici. Ad un tratto sentì il respiro di Rachel farsi più pesante e capì che si era addormentata. Mi alzai dal divano e la portai in camera di Char, avrebbe dormito con lei fino a quando non sarei riuscito a trovare una sistemazione migliore. Tornato in salotto vidi i due cretini di nuovo in pace mentre cercavano di dividersi quel dannato pezzo di pizza.

«Io esco, se Rachel si sveglia chiamatemi» lo dissi mentre ero già con un piede fuori dall'appartamento.

«Dove vai?» Char urlò per farsi sentire meglio da tutto il palazzo.

«Devo risolvere una cosa. Tra un'ora sarò di ritorno» e uscì con le gambe che già correvano verso casa di mia madre. 
****

Quando Gwen mi aprì la porta scoppiò a ridere, ma senza farmi domande mi fece entrare in casa sua. Mi ritrovai così sul pavimento della sua stanza mentre lei stava a gambe incrociate sul letto.

«Vuoi iniziare a parlare o devo cavarti le parole di bocca?»

«Voglio vendicarmi» ecco, l'avevo detto davvero.

«Sei nel posto giuro allora, la vendetta è la nostra specialità» Gwen mi sorrise prima di prendere in mano il cellulare.

«Nostra?» ero perplesso, io volevo solo il suo di aiuto.

«Taylor ci aiuterà, stanne certo» detto ciò inviò un messaggio.

«Non voglio che troppe persone sappiano di questa cosa»

«Tranquillo, fidati di noi»

Fidarmi, Gwen avrebbe fatto meglio a chiedermi i polmoni e non la fiducia.

«La nostra amica ha risposto» Gwen questa volta scoppiò a ridere per poi passarmi il telefono.

Lessi il messaggio è quello che c'era scritto fece sentire meglio la parte che odiava Sam, ma quella ancora innamorata di lei gridava il suo dissenso.

"So già cosa fare"

Mi ero alleato con le streghe della West High School. 







 

Angolo Autrice

Mi dispiace così tanto! Molte di voi mi hanno chiesto di aggiornare, ma l'ispirazione mi mancava. Non sono riuscita a scrivere niente di decente per un po'. Chiedo scusa ai lettori per avervi fatto aspettare a lungo, ma non posso pubblicare qualcosa di cui non sono convinta nemmeno io. Il prossimo capitolo è già a buon punto, spero di non tardare con la pubblicazione come al mio solito. 
Al prossimo capitolo!

   
 
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