Lughnasadh
Warning:
Questa robba potrebbe contenere tracce di una Bloom abbastanza
complottara e sarcastica, della festività pagana relativa al
primo
di agosto e di fiori (perché sono clonati nello stesso
stabilimento
della one-shot).
“Lughna-che?”
La
mattina stessa – una mattina estiva qualunque, dove il Sole
probabilmente non era mai tramontato ed era già onnipresente
alle
sei del mattino – Flora l'aveva fatta alzare ad un orario a
dir
poco improponibile; almeno, non che l'avesse fatto apposta, ma
condividendo la stanza con lei, non avrebbe potuto non accorgersi del
forte odore di fiori che per poco l'aveva fatta soffocare.
Il
locale era stato accuratamente riempito con diverse varietà
di
fiori, dai girasoli ai papaveri, dall'edera sul muro alle spighe di
grano che pendevano dalle mensole; le stesse che Bloom, con
moltissimo entusiasmo, aveva estratto dai propri capelli.
E,
fosse solo la loro camera conciata a quel modo, avrebbe potuto
pensare che la fata della natura avesse avuto qualche rotella fuori
posto; ma no, l'intera Magix era completamente impazzita, agghindata
a festa peggio del Giorno della Rosa.
Fiori
sulla via, fiori sui davanzali, fiori ovunque.
Per
non parlare dei fasci di grano e delle pannocchie.
E
la gente, oh la gente,
era messa
anche peggio di
quanto si aspettasse: vestiti lunghi, stampe floreali, colori
sgargianti – di quelli che non rientravano nemmeno nello
spettro
usato da Stella per i suoi capi d'abbigliamento – e
soprattutto
estrema tolleranza verso le streghe.
Doveva
essere opera delle Trix, un incantesimo che aveva gettato la
Dimensione Magica in un tale oblio.
Bancarelle
di oggetti magici erano state allestite per l'occasione in ogni
angolo della città, aggeggi sia di magia bianca che nera
riempivano
i teli verdeggianti sui quali erano esposti; molta gente vi si
fermava davanti, chi per comprare costose sfere di cristallo, chi per
acquistare della polvere di fata.
Non
potevano farlo anche loro, invece di rischiare la pelle per
raggiungere l'Enchantix? Ovviamente no.
Grazie
al cielo, Flora aveva frenato con il suo intervento una delle
più
lunghe invettive contro la scuola per fate di Alfea, la sua preside e
l'intero universo.
Intervento
provvidenziale, in quanto la compagna, evidentemente con la testa fra
le nuvole, stava per sbattere contro una delle ultime persone sulla
faccia del pianeta Magix che avrebbe voluto avere un contatto
ravvicinato con lei, che andasse oltre al prenderla a ginocchiate
nelle gengive.
Perifrasi
che si poteva benissimo riassumere con un solo nome: Stormy.
La
suddetta strega delle tempeste aveva appena agguantato una manciata
di monete dalla tasca del suo romper scarlatto da rifilare –
con
una grazia che rasentava quella di uno scaricatore di porto con la
luna storta – al povero commerciante che aveva finito di
imbustarle
una dozzina di candele, quando si era trovata accanto una familiare
massa di capelli fulvi.
Fin
troppo familiare; e, voltandosi, non aveva potuto evitare di
accennare un sorrisetto soddisfatto.
“Ma
guarda chi si rivede.” aveva detto, abbassando leggermente i
tondi
occhiali da sole per mimare un falso gesto di sorpresa. Le aveva
scrutate per qualche secondo con i suoi grandi occhi verdi e poi
aveva fatto una bolla con la gomma da masticare, quasi annoiata dal
loro silenzio.
“E
tu cosa ci fai qui?!” aveva quasi urlato Bloom, attirando
parecchia
attenzione; alla strega, contrariamente da ciò che si
sarebbe
aspettata, non era importato più di tanto avere
così tanti sguardi
addosso.
“Sono
fuori solo per oggi. E' festa, se non te ne sei accorta,
idiota.”
la risposta di Stormy l'aveva fatta innervosire ancora di
più; non
potevano essere sempre le Trix a spiegarle ciò che non
sapeva, ed il
fatto di essere costretta a chiedere spiegazioni ad una di loro
–
perché chiederle a Flora, tenendo conto del suo spiccato
entusiasmo
verso le piante ed i fiori, che l'avrebbe fatta dilungare su quale
fiore andasse meglio per un determinato infuso, sarebbe stato
abbastanza inutile – le faceva crollare l'orgoglio in un
colpo
solo.
“E
che tipo di festa sarebbe? Hippie?”
“Eh?
Che razza di nome sarebbe 'Hippie'
?! Una di quelle cazzate di voi inutili terrestri? - Aveva
cominciato, ridendo in modo forse troppo strafottente – Non
hai
guardato il calendario? E' impossibile che tu non conosca Lughnasadh,
uno dei giorni del potere.”
L'espressione
ebete che aveva assunto la fata della Fiamma del Drago non aveva
fatto che confermare l'ipotesi della strega delle tempeste,
provocando in lei una sonora risata, ancora
più forte della precedente,
che era stata incapace di trattenere.
“Lughnasadh,
fatina. Pensavo fosse facile anche per una mente semplice come la
tua.”
A
rispondere
non fu Stormy, ma una profonda voce che veniva da dietro di loro; un
lungo bocchino in avorio sfiorò i capelli della fata della
natura,
mentre un pesante odore di fumo riempiva l'aria circostante.
“Non
ci credo, sei riuscita a trovare la
stronzata più tamarra della festa. A cosa ti serve quel coso
poi?”
fece la riccia, mettendo nella borsa il pacchetto con le candele in
modo piuttosto distratto.
Icy
prese un lungo tiro, espirando con tutta calma una nuvola di fumo
bianco; come se non si fosse accorta minimamente della presenza delle
due fate – e
tralasciando
il fatto che avesse appena corretto la
rossa
–
prese qualche passo in avanti e controllò con una mano il
peso della
borsa della sorella.
“Se
hai già fatto fuori tutti i soldi ti uccido. Comunque serve
a
filtrare il catrame.”
“Ne
ho ancora di soldi, cagacazzo. E poi ho comprato solo cose utili, a
differenza tua: ammettilo, l'hai preso solo perché ti senti
una
strafiga con quello.”
“Come
ti pare. – e finalmente si girò verso Bloom e
Flora, degnandole un
minimo della sua attenzione – Le
Winx. Quanto è passato dall'ultima volta, un anno?”
Il
suo tono palesemente disinteressato avrebbe fatto passare la voglia
di rispondere a tale domanda anche alla solitamente pacata e gentile
fata della natura; tuttavia si apprestò a precedere la sua
compagna,
che già fumava di rabbia per aver incontrato di
nuovo la
sua acerrima nemica.
Che,
malgrado il tempo che era trascorso dal loro ultimo incontro, non era
cambiata di una virgola.
“Sì,
più o meno...”
“Un
anno e mezzo, Icy. Ah, la vecchiaia si fa sentire, eh?” ed
eccola,
la strega dell'oscurità, che pareva mancare all'appello.
Dopo
aver ignorato l'occhiataccia della maggiore, Darcy
prese posizione accanto a Stormy, in quello che sembrava più
un
accerchiamento che un gruppo di persone intente a parlare in modo
civile.
“Cosa
ci fanno qui? Non sanno che è una festività
tipica delle streghe?”
disse, abbandonando la punta di ironia con la quale aveva pronunciato
la frase precedente. Il suo sguardo, leggermente celato dalle lenti
arancioni degli occhiali che portava, si era fissato sulle fate in
maniera quasi inquietante.
“Veramente
– cominciò Flora, acquistando un briciolo di
sicurezza man mano
che andava avanti – il primo giorno di raccolto lo
festeggiamo
anche su Linphea. Da noi si chiama Lammas.”
“Hm,
già sentito.” rispose la mora, annuendo.
“La
terrestre non lo sapeva.” intervenne la strega dai capelli
ricci,
cercando di provocare la fata della Fiamma del Drago, ma senza
ottenere alcun risultato.
Bloom,
che era straordinariamente rimasta in silenzio per tutto il tempo,
una volta ottenute le risposte che voleva, si fece avanti.
“Se
vi hanno fatte uscire da Roccaluce solo per oggi, dove sarebbero le
guardie incaricate di controllarvi?”
Icy
scosse la testa, accennando una risata asciutta
all'ingenuità della
sua acerrima nemica; con le mani si sollevò poi il lungo
vestito
bianco, scoprendo le caviglie e mostrando all'ottusa fatina il
localizzatore legato alla sua gamba.
“Di
certo i templari sono stupidi, ma non si fidano così
ciecamente di
noi. Se lasciassimo la città ci verrebbero subito a
riprendere.”
“Ah,
ecco. Ero convinta che mi avreste attaccata per prendere il mio
potere.” rispose la fata con un tono profondamente
sprezzante. Nessuna
delle tre
perse la calma, incredibilmente neanche la minore.
“Il
mondo non gira intorno a te, Bloom. Pensavo l'avessi capito.”
disse
Darcy, lanciando una rapida occhiata all'orologio.
“Già,
e poi abbiamo di meglio da fare. – continuò
Stormy, per poi
accorgersi dell'interesse della sorella verso il suo polso destro
–
E' già ora?”
“Sì.
Abbiamo il coprifuoco, fatine. Ci rivedremo un giorno, forse.”
La
fata dai capelli rossi, ancora poco convinta, fece per fermarle; ma
Flora lo impedì, forse sarebbe stato meglio lasciarle andare
per
evitare
eventuali
danni. Non era sicura che le cavigliere limitassero anche i loro
poteri, se avessero
voluto dar loro una lezione, l'avrebbero fatto.
Senza
curarsi delle conseguenze che avrebbero dovuto affrontare una volta
tornate alla Camera Purificatrice.
“Flora,
non se ne possono andare in giro come se niente fosse! E
poi non ti sembra che se la siano filata troppo in fretta?”
“Lo
so, lo penso anche io… Ma non possiamo farci nulla. Dai,
andiamo a
vedere le altre bancarelle, di solito a Lammas fanno tutti del pane
ottimo.”
Faragonda,
nel suo ufficio, era intenta a rivedere in modo nostalgico i volumi
dedicati alle imprese della Compagnia della Luce.
Lughnasadh
stava giungendo al termine, i falò illuminavano la
Dimensione Magica
più della Luna stessa la sera, creando
una piacevole atmosfera di quiete per chi vi stava a distanza,
esternato dai frenetici
balli e dai riti tipici.
La
grande finestra del locale offriva una meravigliosa visuale sulla
magica notte che stava trascorrendo anche troppo velocemente, fra
l'ultimo assalto del caldo d'agosto ed i primi accenni di settembre.
La
preside della scuola per fate si stava beando di tutta quella
tranquillità, quando un ologramma illuminò di
colpo la stanza; al
suo interno, uno dei templari di Roccaluce, nella sua solita
compostezza, aspettò la sua attenzione prima di parlare.
“Preside
Faragonda:
Icy, Darcy e Stormy sono evase dalla Camera Purificatrice. Ce
ne siamo accorti solo poco fa, quando setacciando Roccaluce non le
abbiamo trovate.”
A
qualche centinaio di chilometri da Alfea, un'auto sfrecciava
ben oltre i limiti di velocità, allontanandosi sempre di
più da
Magix. La
sua carrozzeria
scura si confondeva con il buio, se non fosse stato per il rumore
prodotto dal motore ed i fari accesi, sarebbe passata totalmente
inosservata.
“Non
riesco ancora a credere che se la siano bevuta.” disse
Stormy,
sghignazzando e svaccandosi sui sedili posteriori. Icy
accennò un sorriso compiaciuto, premendo ulteriormente il
piede
sull'acceleratore e stringendo il filtro di una delle sue sigarette
fra le labbra.
Avvertenze
e condizioni per l'uso:
Che
bello essere in ritardo, una meraviglia. L'ispirazione mi è
venuta
solo alle sette di sera, quindi mi sono messa a scrivere questa
one-shot fino ad ora, per far uscire una robba decente (si spera).
Peccato
che ora sia tipo mezzanotte e dieci, quindi, di fatto, sarebbe il due
agosto. But anyway-
Ho
intenzione di fare una serie di storie simili, prendendo come filo
conduttore “The Weel of the Year”, ossia l'insieme
delle
festività pagane, come Lughnasadh.
Lughnasadh,
festeggiata all'incirca il primo di agosto (quindi non sarei neanche
in ritardo) simboleggia l'estate che giunge al termine, insieme con
il primo raccolto. In tale festa si usa cucinare del pane fatto in
casa, raccogliere frutti, decorare la propria casa con spighe e
fiori. Ho provato a trasporre tale festa nel mondo magico (come
probabilmente farò con le altre feste), sperando di tirare
fuori una
storia a cuor leggero, che non sia qualcosa di angst come quello che
scrivo di solito. Ho tagliato le parti dove Icy scoppia di caldo,
Stormy si lamenta e Darcy cerca di ipnotizzare Bloom e Flora, quando
dovrebbe fare finta di non avere i poteri. Spero sia più
scorrevole
così.
Dichiaro
di non essere pro commercio dell'avorio (anzi) e che nessun animale
è
stato maltrattato dalla nostra strega del ghiaccio per permetterle di
fare la figa in giro.
Detto
questo, mi eclisso, sperando che una robba del genere possa piacervi.
Mary