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Autore: Tati Saetre    02/08/2017    3 recensioni
Bella ha diciassette anni, vive a Forks e conserva un segreto di cui nessuno dovrà venire a conoscenza.
Edward ha - apparentemente - diciassette anni, una bellezza eterea e si è appena trasferito nella città più piovosa di Washington.
Cosa li accomunerà?
I segreti di Bella verranno a galla, prima o poi?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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Quinto capitolo – Bella

Quinto capitolo – Bella

 

“Buongiorno sunshine!”

Sunshine.

Sunshine.

Sunshine.

“Buongiorno?” La mia risposta risulta più una domanda.

“Pronta per educazione fisica?” Assottiglio gli occhi, e se potessi lo brucerei con una sola occhiata.

“Non sei simpatico.”

“Ultimamente lo sono più del solito.”

Ed è vero.

E’ arrivato così, da un momento all’altro. Una settimana prima era scappato dall’aula di biologia, per evitare di mangiarmi davanti a tutti. Via. Fuggito.

Una settimana fa aveva scoperto di avere uno zio ancora in vita, e che io ero… la sua cantante.

Mi ero informata, una volta tornata a casa. Ed avevo scoperto che su internet c’è proprio di tutto.

Il mio sangue cantava per lui.

E lui non poteva farne a meno.

Non ti libererai di me facilmente, era quello che mi aveva detto una settimana prima. E niente fu più vero.

Ho ricordi vaghi prima di lui. Perché ora è sempre presente, quasi ventiquattro ore su ventiquattro.

Mi accompagna in classe, aspetta che le mie lezioni finiscono, mi riporta a casa, mi viene a prendere la mattina, usciamo, parliamo.

Insieme.

Tutto insieme.

“A che pensi?” Sussurra, accarezzandomi una ciocca di capelli.

“Com’è non leggere i pensieri?” La sua espressione frustrata parla da sé. “Ecco quello che provano tutti i comuni mortali.”

“Se potessi evitare di leggere i pensieri di qualsiasi persona sul pianeta terra e leggere i tuoi, lo farei.”

“Mi dispiace, allora. Niente pensieri di Bella.”

“Niente pensieri di Bella.” Sbuffa, posando un lieve bacio sulla mia fronte. “Ci vediamo dopo, mia Bella!” E mi lascia lì, fuori gli spogliatoi.

 

 

Entro nel chiassoso spogliatoio, e prendo il mio solito posto. Jessica e Angela si azzittiscono appena mi vedono

Appunto.

“Ciao.”

“Ciao Bella!” Dice Angela, ed è l’unica a parlare. Jessica si limita a salutarmi con un cenno della mano.

So che le cose sono cambiate. E non posso spiegarlo a due delle mie migliori amiche.

Vorrei, ma proprio non posso.

La famiglia Cullen è entrata prepotentemente nella mia vita, e così Edward.

Charlie passa la maggior parte del suo tempo a casa Cullen, ed io sono felice per questo. Finalmente ci sono persone come lui. Vampiri. Può essere chi è realmente, senza doversi trattenere dal dire o nel fare qualcosa.

Passo del tempo con Rosalie e Alice durante le mie giornate, e le sto conoscendo sempre di più. Ho scoperto che Jasper è l’ultimo vegetariano che si è unito a loro, ed è per quello che cerca di starmi il più lontano possibile. Carlisle ed Esme sono perfetti e dolcissimi.

E poi c’è Edward.

Stiamo insieme? No.

Siamo amici? Probabile.

Non è successo… niente. A parte il tempo che passiamo insieme a parlare e a scherzare, nulla di più.

Non si è mai avvicinato più del previsto, non mi ha mai chiesto nulla. Evita di stare con me quando a mensa pranzo con i ragazzi, e dall’altra parte del tavolo riesco a vedere la sofferenza sul suo volto.

Soffre. Siamo a tre metri di distanza, in due tavoli separati e sembra che lui non possa reggere la situazione.

E so benissimo che io non sono d’aiuto. Sono talmente abituata e assuefatta dalla sua presenza, che non ne posso farne a meno.

Ne voglio di più, di più e sempre di più.

Se potessi evitare di dormire, lo farei.

Un modo ci sarebbe.

Scaccio prepotentemente quei pensieri dalla testa, mi infilo i pantaloncini della tuta e mi dirigo in palestra.

Sperando di uscire da quella porta ancora intatta.

 

 

“Bells!” Urla Charlie dal piano inferiore.

Sono chiusa nella mia camera, e sto finendo il saggio di Letteratura Inglese che devo consegnare lunedì.

“Che c’è?” Dico, scendendo e inciampando insieme sull’ultimo scalino.

“Ti dispiace restare da sola questo fine settimana?” E’ venerdì, e di solito il venerdì io e Charlie andiamo in Alaska.

“Mh.” Annuisco.

“Andremo a trovare il Clan Denali.”

Andremo?”

“Sì, è stata un’idea di Carlisle.” Charlie sembra entusiasta. “Partiamo in serata, e torniamo domenica sera. E’ un problema?”

“Oh, no. Assolutamente.”

Capisco perché non sono stata invitata. Andranno da altri vampiri, e non è il caso che mi vedano. Che sappiano di me.

“Tu, Carlisle e Esme?” Domando, sgranocchiando una carota che ho appena preso dal frigo.

“No, tutti. Jasper ancora non ha conosciuto il Clan di Denali, ed allora abbiamo deciso di partire tutti insieme.”

Tutti?” Cerco di nascondere la mia sorpresa. E non ci riesco.

Dannata Bella! E dannati vampiri!

“Se non vuoi restare da sola, posso rimanere.”

Ho passato talmente tanto di quel tempo sola in questa casa, che dirgli di non andare sarebbe una cattiveria.

“No, papà. Vai e divertiti.”

Andranno tutti.

Sola.

Sola.

Sola.

“Bells.” Mi chiama, quando sto per risalire le scale.

“Sì?”

“Mi devi dire qualcosa?”

Non lo so, Charlie.

Soltanto che credo di essermi presa una cotta plateale per un vampiro, dice che sono la sua cantante, e poi decide di andarsene tre giorni senza avvisarmi.

Dannata Bella.

E dannato Edward Cullen.

“Niente, papà. Tutto bene.”

 

 

Ringrazio che sia passata soltanto una settimana, e non di più.

Stavo per giocarmi le amicizie di sempre. E’ una settimana esatta che non sento Mike e Erik, e che parlo a malapena con Jessica ed Angela.

Per chi?

Per un vampiro.

Se Charlie sta coltivando le sue amicizie, devo farlo anche io.

Io sono umana, e non sarei stata mai come loro. Le nostre vite erano diverse e distanti. Per quanto volessi bene a mio padre, prima o poi lo avrei lasciato. Per vivere.

“Bella?” La voce sorpresa di Jessica non mi stupì per niente.

“Hey, Jess. Ti va se andiamo a mangiare una pizza stasera?”

Ehm… mi vedo con Mike.”

“Mike? Quel Mike?”

“Chi altro, Bella?”

“Da quant’è che ti vedi con Mike?”

“Da quando una delle mie migliori amiche è sparita, e non ho più avuto il modo di sentirla.”

1 a 0 per Jessica.

“Hai ragione.”

“Non voglio sentirmi dire che ho ragione. Anche se non è niente male.” Soffoco una risata contro la cornetta.

“Che succede?” Domanda interessata.

“Il padre dei Cullen è un vecchio amico di Charlie. Mi ha detto che arrivavano in città, e che volevano ospitarmi a cena. Sanno che sono qui da sola, e ci hanno preso un po’ la mano. Sono sempre da loro, ultimamente.”

“Sei sempre da loro.” Ripete Jessica, enfatizzando sul sempre.

“Sono stata una stronza. Non so cosa mi è preso.”

“Non ti è preso niente, Bella. Ti sei soltanto presa una cotta per quel Cullen.”

“Si, come no.”

“Ti conosco da diciassette anni, Isabella Swan. E non hai mai guardato nessuno come guardi lui. Nessuno. Lui gira, e tu giri. Lui parla, e tu pendi dalle sue labbra.”

Dio, dio, dio, dio.

“Non è vero.”

“Oh, e lui non è da meno!” Stavolta addrizzo le orecchie.

“Come?”

“Certo, almeno tu lo fai con discrezione. Io lo vedo, perché sono la tua migliore amica. Ma lui! Ti guarda come se volesse mangiarti da un momento all’altro! Quando pranzi con noi? Sembra che vuole sbranare il tavolo, noi compresi.” Gioco con il filo del telefono, e il cuore sembra uscirmi dal petto.

“Dici?”

“Bella, devi starmi a sentire. Ci sei già andata a letto?” Arrossisco e me ne pento.

“Jessica!”

“Hey! Non c’è niente di male! Hai diciassette anni, prima o poi dovrai perdere la verginità!”

“Perché parliamo di queste cose?”

“Perché sono ragazzi, Bella. Quell’Edward ti guarda come nessuno ha mai guardo nessun’altro. Mai. Quindi, sbrigati. Perché poi si stanca, e se ne va.”

Quella era un’ipotesi plausibile. Ma Edward non sarebbe stancato di me perché non ci sarei andata a letto.

“Non voglio parlare di queste cose.” Sbuffo, buttandomi di schiena sul materasso.

“Comunque, anche lui è cotto.”

“Jess, non dire stronzate.”

“Sei accecata. Mi sembrate quelli della Bella e la Bestia. Lui ti rinchiuderebbe in un palazzo e butterebbe via la chiave. Nessuna copia. Solo tu e lui, lì dentro.”

“Basta, ti attacco. Ci vediamo domani?” La risata che sento dell’altro capo mi fa capire che si è divertita abbastanza, e che tra di noi è tutto okay.

“Certo, Belle.”

“Sono Bella, non Belle.”

“Vai dalla tua Bestia.”

“Ciao.” Ride di nuovo, e mette giù.

Sospiro, e decido che è arrivata l’ora di scendere e preparare qualcosa per cena.

“DIO! SEI IMPAZZITO?”

E’ lui.

Proprio lì. Proprio qui.

Davanti a me.

“Da quant’è che sei qui?”

“Abbastanza.” Dice appena, quasi in un sussurro.

“Abbastanza per…?”

“Abbastanza per dirti che Jessica Stanley ha ragione.” Sussurra di nuovo, ma le sue parole bombardano la mia testa.

La Bella e la Bestia.

   
 
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