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Autore: I_love_villains    03/08/2017    1 recensioni
Un nuovo survival game sta per iniziare.
Chi diventerà Dio stavolta?
[Storia ad OC. Iscrizioni chiuse]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altri, Deus Ex Machina, Murumuru
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Naoko passeggiava accanto ad Aya, scontenta. Era preoccupata per Ryo, ma l’amica l’aveva spinta ad uscire. La rossa fece uno sforzo per toglierselo dalla testa almeno per un paio d’ore, poi avrebbe cercato una soluzione per lui. Aya era più indifferente. Certo, lo avrebbe aiutato, però non si preoccupava troppo. Al momento voleva parlare con Gregory Mikami e Lucy e Koichi Leclerc. Infatti appena avevano deciso di andare da quelle parti i diari delle due ragazze erano cambiati. Unendo le loro informazioni, solo quei tre potevano essere utili, gli altri o non sapevano nulla o non avrebbero mai parlato con loro.
“Vai avanti tu” fece Naoko quando si trovarono a pochi metri da Gregory, che disegnava su dei gradini.
“D’accordo. Ciao, tizio!”
Aya si sedette vicino a lui, che arrossì guardandola meravigliato.
“Bel disegno, complimenti. Senti, per non girarci intorno, secondo te chi ha ucciso Raquele?”
La rossa si portò una mano al viso. Il suo Mirai Nikki prevedeva ciò che il ragazzo avrebbe pensato di lei, ovvero che era meno carina di Candace per lui, ma se avesse saputo che avrebbe considerato la sua amica pazza, non l’avrebbe mandata avanti.
“C- come …?” balbettò Gregory.
“Dai, il suo diario dice che ci trovi strane e ti ricordiamo lei più una certa Lara.”
“Candace” la rimproverò Naoko a denti stretti.
“Che c’è?” chiese lei, confusa.
“Lascia stare, parlo io.”
“A- aspetta, diario hai detto? Anche il vostro predice chi morirà?”
Le due ragazze si scambiarono un’occhiata. Aya sorrise vittoriosa e riprese il suo interrogatorio: “Più o meno, può prevedere solo la nostra morte. Tu ne hai visto un altro simile?”
Lui le guardò titubante. Non gli sembravano cattive persone, ma chi poteva mai dirlo. In quel momento si pentì di aver parlato con Lara: aver saputo ciò che possedeva lei sembrava averlo messo nei pasticci. Naoko gli mise una mano sulla spalla.
“Tranquillo, non vogliamo farti niente. Tu non c’entri nulla, lo sappiamo, ma sai qualcosa che può aiutarci.”
“Io … io so che Lara ha un’agenda e … e può prevedere chi muore, me lo ha provato! Ha previsto la morte di Raquele e quella della bambina e dei due psicologi o quelo che erano!”
“E questa Lara ha un cognome?” domandò Aya.
“Non lo conosco … Ma perché vi interessa?”
“Ce la puoi descrivere?”
“No.” Gregory si alzò precipitosamente, barcollando un po’. “Non vi dico più niente, ne ho avuto abbastanza!”
“Che frignone” commentò la mora alzando gli occhiali da sole per squadrarlo meglio. “Ascolta amico, noi qui rischiamo di morire. La tua amica aveva un diario simile al nostro, per questo ci ha rimesso la pelle.”
“È vero. Per favore, puoi salvarci la vita. Nessuna ha chiesto tutto questo, ma ormai ci siamo dentro …”
“Ok, ok, però poi non vi voglio vedere più.”
Gregory descrisse loro Lara, poi le salutò poco garbatamente e andò via quasi di corsa.
“Che tipo piagnucoloso, non lo sopporto.”
“Mh. Forza, muoviamoci ad andare dai Leclerc.”
“Sì, sì, vuoi correre dal fenicottero.”
“Sei poco sensibile, Candace.”
“Vero” rise l’altra, facendo sorridere Naoko.

Le ragazze bussarono a casa dei Leclerc. Ad aprire fu una bella donna dall’aria sciupata ed un braccio bendato.
“Salve, lei è Lucy Leclerc?” chiese Naoko.
“Sì, sono io. Voi siete troppo giovani per essere agenti, giusto?”
“Sì, noi … siamo costrette ad indagare in privato, diciamo.”
“Venite, ne parliamo dentro.”
Le ragazze si accomodarono sul divano, un po’ a disagio.
“Vi posso offrire del tè?”
“No, grazie signora. Ci serve solo l’identikit di chi ha ucciso suo fratello.”
Gli occhi di Lucy si riempirono di lacrime. Prese in fretta un fazzoletto e se li tamponò, cercando di controllarsi.
“I- io l’avrò ripetuto non so quante volte. Era un uomo pelato, ma con una barba incolta. Aveva occhi grigi, un piercing ed era abbronzato. L- lui si muoveva come uno abituato ad ammazzare gente, però mio fratello era una brava persona, n- non si era messo in nessun guaio.”
“Le crediamo” fece Naoko dispiaciuta.
“Signora, noi vendicheremo suo fratello!” esclamò Aya. “Se sa altro, come il nome, ce lo dica adesso, perché tornare potrebbe essere pericoloso.”
“Su quel mostro non so altro. Vi posso dire una cosa strana. Insisteva nel volere il diario di Caleb, poi non è stato necessario ma … ma ha ucciso S- Seiko strappando un quaderno.”
“Deus ha detto che se i diari vengono distrutti noi facciamo la stessa fine” ricordò la mora.
“Li avete anche voi, eh?” chiese Lucy senza sorpresa. Strinse le mani di entrambe. “Promettetemi di stare attente. È un uomo molto pericoloso.”
“Sì, signora.”
“Tranquilla, non ci faremo ammazzare.”
“Bene … spero che la polizia riesca ad arrestarlo” sospirò la donna.
“In ogni caso gli dobbiamo dare la caccia. Grazie di tutto.”
Le due giovani ringraziarono ancora Lucy ed uscirono. Lei le guardò allontanarsi. Pregava che quelle ragazze non morissero come il suo Caleb, che riuscissero davvero a vendicarlo.

Ryo quella notte non riuscì a dormire. Il pomeriggio dell’indomani sarebbe morto, secondo il suo Mirai Nikki. Sarebbe successo al cantiere, dopo il lavoro. Aveva accuratamente evitato questo argomento con le ragazze, anche se non era stato facile. Dopo aver ascoltato il resoconto delle informazioni da loro raccolte, aveva insistito nel rivedersi a casa sua prima che uscisse. Alla fine Naoko aveva ceduto e lo aveva salutato.
Ryo si rigirò nel letto. La rossa sembrava essersi affezionata molto a lui. Doveva ammettere che anche lui provava qualcosa di simile. Era buffa, carina, gentile, responsabile … e con buone forme, a giudicare da cosa aveva sentito cadendole addosso. Il rosa arrossì. Non doveva pensare certe cose! Naoko era una ragazzina, in fondo. E aveva altro su cui concentrarsi, tipo sistemare il fratello se non ce l’avesse fatta ad arrivare vivo a casa il giorno dopo.
Naoko e Aya si presentarono da lui di buonora. Ryo le fece entrare.
“Shiki, John, queste sono due amiche. Ragazze, loro sono mio fratello Shiki e John.”
Le ragazze strinsero la mano a Shiki e coccolarono l’husky, intenerite.
“Beh, fratellone, hai sempre fatto colpo sulle donne” rise Shiki. “Scommetto che sono bellissime.”
“Puoi contarci” confermò Aya, facendo ridere anche gli altri.
“Ma le hai pescate in discoteca da non sapere i loro nomi?”
Le due si guardarono e decisero che di loro ci si poteva fidare.
“Naoko Fuente.”
“Aya Nakano, ma tutti mi chiamano Candace.”
I quattro ragazzi fecero colazione insieme e chiacchierarono amichevolmente. Ryo era soddisfatto. Era sicuro che Aya e Naoko sarebbero riuscite ad occuparsi di Shiki nonostante fossero così giovani. Era ora di andare a lavoro.
“Aspetta” lo fermò Naoko prima che lui uscisse.
Il rosa le fece segno di parlare fuori, nel caso il fratello origliasse.
“Non andare da solo, ti prego.”
“È una mia battaglia, Naoko. Non voglio che tu ed Aya rischiate al posto mio.”
“Sì, ma se c’è scritto che perderai ti serve aiuto. Ci siamo alleati per supportarci a vicenda!”
“No, io l’ho fatto solo per Shiki. Ascolta, magari cambierò il futuro, sai che è possibile.”
La ragazza annuì, abbassando la testa. Non voleva mostrargli le sue lacrime. Indugiò davanti al portone senza sapere che altro dire per convincerlo a restare o a farsi seguire.
Ryo poteva aver fatto sempre colpo sulle donne per il suo bell’aspetto, ma raramente riusciva a tenersi una ragazza a causa della sua abilità a spezzare loro il cuore senza volerlo. Le cose troppo romantiche lo terrorizzavano, in un certo senso. Questa volta però si mostrò più empatico e ciò che fece gli venne naturale. Alzò il mento della ragazza, guardandola negli occhi.
“Naoko, stai facendo già tanto per me. Resta con Shiki e John fino a pranzo. Io dovrei tornare a quell’ora. Ci conto, sai?”
Lei non replicò. Il ragazzo avvicinò la bocca alla sua e la baciò. Naoko spalancò gli occhi, mentre il cuore le batteva a mille. Passata la sorpresa iniziale gli posò le mani sul petto e ricambiò, desiderosa che quel momento non finisse mai. Ma finì. Ryo la salutò con la mano, incapace di parlare, e corse al cantiere. Naoko si appoggiò alla porta e si lasciò scivolare per terra.
Le 11:35. Naoko era sempre più inquieta. Aveva lasciato che Aya chiacchierasse da sola con Shiki, dicendo ogni tanto qualche parola ma occupandosi delle faccende domestiche per distrarsi, senza molto successo. La rossa si toccò le labbre. Le sarebbe piaciuto un altro bacio. Che finalmente avesse trovato l’uomo a capo del suo filo?
Alle dodici in punto la ragazza si preparò ad uscire.
“Ehi, ma dove vai?” chiese la mora.
Naoko non rispose.
“Ok, domanda stupida. Se vai tu però vengo anche io.”
“No, qualcuno deve restare.”
“E resta te, allora.”
Aya ghignò vedendola cedere. Le due salutarono Shiki e andarono al cantiere insieme.

Lara strinse leggermente la rete metallica fra le dita. Socchiuse gli occhi, cercando di mettere a fuoco i volti degli uomini che lavoravano, ma erano troppo lontani. La sirena che segnava la fine del turno la fece sobbalzare. Era quasi ora di entrare in azione, lo stava facendo davvero!
Lei si lecco le labbra, secche, e prese un coltelo dalla borsa. Ne aveva altri due con sé. Ora che i muratori si erano tolti il casco, vedeva distintamente la chioma rosa di Ryo. Il ragazzo sembrava attardarsi apposta. Quando anche l’ultimo collega fu lontano, urlò: “Avanti, so che ci sei! Affrontami faccia a faccia come un vero uomo!”
Lara sgranò gli occhi, chiedendosi come potesse sapere di lei, poi si ricordò della flag di dead end. Beh, lei non era un uomo e in un corpo a corpo con quel tipo non sarebbe mai uscita vincitrice. Doveva agire nell’ombra, letteralmente. La giovane, tutta vestita di nero, si mimetizzò con la penombra dell’edificio in costruzione. Si mosse cautamente. Si fermò dietro un pilastro e lo osservò. Il rosa si guardava intorno, impaziente, incitando il misterioso aggressore a farsi avanti. Lara si scostò leggermente dal suo riparo, si mise in posizione di lancio e … per poco una mazza da baseball non la prese in faccia.
“Eccoti qua, Eleventh” disse Aya. “Naoko!”
La rossa accorse subito, katana alla mano. Lara indietreggiò, squadrando le sue avversarie. Anche se bassa e robusta, si mosse agilmente: lanciò il coltello verso Candace, la più vicina, e si mise a correre, estraendo il secondo coltello dalla borsa prima che essa cadesse.
Ryo si era già voltato verso le ragazze. Vide la sconosciuta avvicinarsi sempre più, inseguita da Naoko. La rossa guadagnava terreno. Non potendo usare altro per fermarla, la ragazza sollevò la katana e la colpì. Lara cadde per terra, tenendosi il fianco. Ryo raccolse subito il coltello.
“Quindi sei tu che volevi uccidermi” mormorò.
“E adesso che facciamo?” gli domandò Naoko, agitata.
Il ragazzo la capiva. Nemmeno lui desiderva uccidere quella giovane, che ora li fissava quasi con sfida. Aya li raggiunse barcollante.
“Candace, sei ferita!”
“U- un taglietto” minimizzò la mora. Porse al rosa la borsa di Lara.
Lui guardò preoccupato il sangue che usciva dalle spalle dell’amica, ma decise di occuparsene dopo. Frugò all’interno della borsa e trovò l’agenda. La sfogliò.
“È il suo Mirai Nikki. A quanto pare prevede chi muore. Ma guarda, oggi non è riportato il mio nome!”
“Morirete lo stesso, prima o poi” disse Lara. “Che aspettate ad uccidermi?”
“Naoko, colpisci il suo diario” consigliò Aya.
La rossa guardò Ryo, che annuì a malincuore e le porse l’agenda. Lei tuttavia non ce la faceva a calare la katana. Aya afferrò l’ultimo coltello rimasto.
“Questa bastarda mi ha colpito, avrebbe ammazzato il fenicottero e forse ha ucciso qualcun altro. Non si fa.”
Trafisse il diario. Lara urlò come se anche lei fosse stata pugnalata, poi sparì in una specie di vortice. La mora cadde in ginocchio. Naoko ripose la katana e, assieme a Ryo, aiuto l’amica ad arrivare fino all’ospedale più vicino.
“Guardate che vi vedo” fece Aya con un sorriso.
I due arrossirono e smisero di lanciarsi sguardi al di sopra della sua testa.



***Angolo Autrice***
Non è morto Ryo! Lara sì invece ... Chi sarà il prossimo?
Ryo e Naoko avranno il tempo di frequentarsi?
Alla prossima!
   
 
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