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Autore: Kim WinterNight    03/08/2017    5 recensioni
[STORIA SCRITTA A QUATTRO MANI CON Soul_Shine]
Secondo esperimento di scrittura a quattro mani per noi, se volete, il primo lo trovate sul profilo di Soul_Shine: si intitola "La religione Soadjiana" ed è sul fandom System of a Down!
Tanto la dignità è un ricordo ormai lontano per entrambe...
«Uno dei tanti tentati omicidi per mano di Keith Moon, leggendario e amatissimo batterista.
Insomma, niente di nuovo... ordinaria amministrazione.
Una parodia tragicomica nonsense delirante nata da un'ispirazione fulminante mentre le due autrici bazzicavano annoiate su Wikipedia.»
AVVERTENZE: non leggere questa storia se si è in compagnia, causa la perdita della dignità. Leggere la storia ben comodi su una sedia, altrimenti si potrebbe verificare qualche incidente di percorso. Tenere la bomboletta dell'ossigeno a portata di mano e tenere lontano dalla portata dei bambini. Non somministrare a gatti e conigli.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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ReggaeFamily

Oh, quasi me ne dimenticavo!




C'era una volta un batterista degli Who comunemente denominato Keith Moon.

Lui era conosciuto da tutti per essere un criminale organizzato/incendiario tipo Nerone che si divertiva a buttare le vecchiette in mezzo al traffico, bruciare le chiese e le sinagoghe, picchiare i bambini dell'Africa e distruggere qualsivoglia oggetto o abitazione si palesasse al suo cospetto.

Un bel giorno era in un albergo della catena Holiday Inn per una data del tour con la sua band; era ormai ora di dirigersi all'aeroporto, così Keith salì a bordo della limousine e tutto pareva procedere per il meglio.

D'un tratto, quando la vettura stava entrando nel parcheggio dell'aeroporto, il batterista gridò: «Torniamo subito in albergo, mi sono dimenticato una cosa importante!».

L'autista, sconcertato, ribatté: «Ma signor Keith, l'aereo parte tra un'ora, non faremmo in tempo a...».

Ma lui portò fuori una pistola, gliela puntò alla tempia e sbraitò: «Portami in albergo altrimenti ti uccido».

Non si sa cosa passasse per la testa di Keith, anche se probabilmente niente.

L'autista, terrorizzato, obbedì, fece un testacoda sulla pista d'atterraggio degli aerei e tornò verso l'Holiday Inn a 320 all'ora, infrangendo tutti i limiti di velocità possibili e immaginabili.

Una volta giunti a destinazione, Keith entrò nella hall dell'albergo e si rivolse cordialmente alla receptionist che si era portato a letto la sera prima: «Bellezza, potresti per favore rendermi le chiavi della mia stanza? Ho dimenticato dentro una cosa di fondamentale importanza».

Lei parve sorpresa. «Keith, abbiamo già fatto ripulire la camera e non c'era niente di tuo al suo interno. Mi dispiace, hai controllato in valigia?» obiettò la bionda.

Allora il batterista si inalberò all'istante e, dopo aver sniffato una buona dose di coca per rilassare i nervi (?), riportò fuori la pistola di Steven Seagal e gridò: «Dammi le chiavi o ti ammazzo e faccio saltare in aria l'albergo!».

Lei ammutolì e quasi svenne per la paura, si pisciò addosso e nel frattempo consegnò le chiavi a Keith senza osare guardarlo.


Intanto, nella piscina dell'Holiday Inn, le allegre e ricchissime famigliuole si godevano la calda mattinata sotto il sole.

I bambini, in preda al demonio, strillavano e si tuffavano in piscina producendo schizzi che neanche le gare olimpioniche di tuffi, mentre le signore con la puzza sotto il naso se ne stavano adagiato sulle sdraio con gli occhiali da sole, la paglietta e dieci litri di abbronzante addosso, intente a fare La Settimana Enigmistica (?). i loro mariti fingevano di lavorare con un quintale di documenti importantissimi sulle ginocchia ed erano abbigliati con il completo di tweed degli uomini d'affari; in realtà non facevano che guardare il culo delle altre ragazze presenti.

Ogni tanto si levava una debole protesta da parte delle madri: «Dai, tesoro, non schizzare... fai il bravo...». Tutto, ovviamente, invano.

A un certo punto, come una manna dal cielo, dal terzo piano dell'hotel, piovve un oggetto che, inizialmente, nessuno riuscì a classificare; qualcuno, infatti, pensò che si trattasse di una navicella spaziale o di un disastro ecologico sconosciuto, e qualcun altro addirittura pensò che fosse giunta la fine del mondo.

Invece presto si scoprì che si trattava di un televisore dell'era dei dinosauri da 5855 pollici che era stato lanciato con foga dalla finestra di una stanza. Quest'oggetto andò a schiantarsi sulla superficie dell'acqua e produsse un boato infernale/effetto splash dei piatti della batteria, per poi fracassarsi sul fondo.

Ovviamente si scatenò il panico: forse qualche bambini morì ma non ci è dato saperlo, i documenti degli uomini d'affari volarono via/si inzupparono di acqua e anche i numeri de La Settimana Enigmistica divennero presto inservibili. Le donne gridavano, gli uomini bestemmiavano, i bambini facevano entrambe le cose e ridevano continuando a tuffarsi in acqua come se niente fosse.

Solo a qualcuno venne in mente di sollevare lo sguardo e solo allora si accorse di una figura affacciata alla finestra che sorrideva con fare soddisfatto.


Keith Moon se ne stavo con i gomiti appoggiati al davanzale della finestra e si godeva lo spettacolo da lui stesso creato, contento come una Pasqua di aver dato l'opportunità agli ospiti dell'Holiday Inn di guardare la televisione anche in piscina.

Poco dopo strofinò le mani tra loro con estrema soddisfazione ed esclamò: «Bello il suono del televisore in acqua, mi sa che mi faccio produrre un piatto per la batteria che faccia lo stesso effetto! Sì, uno splash enorme che solo io avrò l'onore di possedere! Ho deciso!».

Detto questo, tracannò una bottiglia di vodka, buttò il contenitore di vetro ormai vuoto dalla finestra e si diresse fischiettando nuovamente verso la limousine che ancora lo attendeva.

Non appena fu entrato sul mezzo, sospirò ed esclamò: «Oh, quasi me ne dimenticavo, ora va molto meglio! Su, servo della gleba, riportami immediatamente all'aeroporto!».




NdAs


[STORIA SCRITTA A QUATTRO MANI CON Soul_Shine]


Eheheheheheheheheheheheheh, ciao a tutti, come va? Tutto bene?

Sì, forse qualcuno di voi si sta domandando perché io (Kim), essendo giovedì, non abbia aggiornato la mia long sui System Of A Down...

E sì, forse starete pensando che anche noi ci siamo fatte di qualcosa come il protagonista di questo delirio, ma in realtà tutto nasce da sobrie, astemie e con il sangue pulito. Abbiamo creato tutto con consapevolezza (?) e lucidità (???)...

...vabbè, non ci crede nessuno, ahahahah XD

Boh, qualche giorno fa stavamo leggendo qualche info sui misfatti del leggendario batterista dei The Who; infatti, Keith Moon ne ha combinato davvero di tutti i colori quando era in vita, si è proprio fatto riconoscere.

Questa è la parodia di un incidente realmente causato da Moon durante uno dei suoi attimi di follia; visto che a causa del suo comportamento squilibrato fu bandito da diverse catene di alberghi, tra cui l'Holiday Inn, ci siamo inventate che l'incidente sia avvenuto in uno di questi ^^

Speriamo solo di avervi fatto ridere e ci auguriamo che la nostra reputazione non sia annegata in piscina come quel televisore XD

Grazie a chiunque avrà il coraggio di leggere e recensire questa cosa, sappiate che avete già tutta la nostra stima! :D

Alla prossima, con affetto,


Soul & Kim

  
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