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Autore: Vallinz_00    03/08/2017    1 recensioni
Se Eric, il capofazione diciottenne che tutti conosciamo avesse avuto una sorella?
Erika. Sedici anni. Bionda e bella proprio come il fratello, occhi color ghiaccio, però di carattere completamente diverso da Eric.
Erika scopre di essere Divergente, infatti il suo test risulta inconcludente.
Anche per lei è giunto il Giorno della Scelta.
Cosa sceglierà? Sceglierà di rimanere negli Eruditi, sua fazione natale, oppure sceglierà di andarsene?
Se Eric scoprisse che la sorella è Divergente? Lui che odia i Divergenti?
Cosa potrebbe succedere?
Spero di avervi incuriosito;)
Dal prologo:
L'acqua del lago è gelida. Non riesco a vedere bene il fondale. Sembra ci siano solo fango e alghe.
Sento mancarmi il fiato. 'È una stupida simulazione Erika, continua...' Mi ripeto mentalmente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Tris, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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*Buonasera a tutti! Dopo quasi un anno di sospensione della storia sono tornata! Nulla, l'altro giorno ho rivisto Divergent (per la miliardesima volta) e mi è tornata l'ispirazione per scrivere. Come succede da due anni a questa parte d'altronde. Mi scuso tantissimo per il ritardo che porto ma purtroppo d'inverno sono molto impegnata con la scuola e altre cose quindi non ho tanto tempo per scrivere ed aprire Efp. Riuscirò mai a finire questa storia? Spero al più presto di si. Beh, alla più brutta la continuerò l'estate prossima! Bene, ora basta chiacchiere, vi lascio con il nuovo capitolo, spero vi possa piacere (se si, lasciate una recensioncina) e niente ci si "rivede" la settimana prossima (credo proprio di sì perché in questo periodo sono molto ispirata) con un nuovo aggiornamento. 
Un bacione* 







-Eric- Lo chiamo e lui si gira di scatto verso di me. Sembra sconvolto e preoccupato. 
-Devo dirti una cosa, una cosa molto importante...-
Sto tremando e improvvisamente è come se mi sentissi svenire. 
Glielo dico o non glielo dico? Se non confessassi ora Eric lo scoprirebbe da solo prima o poi e a mio parere sarebbe peggio. Mi ucciderebbe? Ucciderebbe sua sorella solo perché è una Divergente? 
-Erika, che succede? Cosa devi dirmi di così importante?- La voce profonda di mio fratello mi riporta alla realtà. Faccio un respiro profondo e poi poso lo sguardo sui suoi occhi ghiacciati. Sto per aprire bocca quando una voce urlante fuori dalla casa mi impedisce di farlo. 
-Ehi, chi va là?- 
Sembra molto arrabbiato e sembra anche venire verso di noi. 
-Corri- Mi sussurra Eric. 
In un attimo ci ritroviamo alla ferrovia in attesa di un treno merci che possa riportarci alla residenza degli intrepidi. 

Quando salgo sul treno riprendo fiato e guardo fuori per distrarmi. 
-Chi era quello?- Chiedo a mio fratello col fiatone. 
-Probabilmente una guardia erudita che setacciava la zona- Mi risponde lui con voce ferma. 
-Perlomeno siamo riusciti a scoprire il motivo della morte di mamma e papà- Aggiunge fissando il vuoto. 
Deglutisco e poi incrocio il suo sguardo.
-È un'ingiustizia non credi?- Ora sono proprio curiosa di sentire la sua risposta. 
-Non saprei, i Divergent...- 
Mi alzo di scatto scioccata. 
-Eric ti rendi conto? Stai difendendo chi ha ucciso i nostri genitori! È grave come cosa. Anche se erano Divergenti erano pur sempre i nostri genitori. E poi perché la Divergenza dovrebbe essere un problema, perché?- Urlo disperata e con le lacrime agli occhi. 
Mio fratello si limita a guardarmi e poi a riabbassare lo sguardo; quanto lo odio quando fa così, proprio non lo capisco. 

-Comunque prima che cosa mi volevi dire di importante? Sembravi molto preoccupata- Cerca di cambiare discorso. 
Questo non è certo il momento giusto per dirgli che io sono una Divergente quindi faccio finta di non ricordare. 
-Prima? Non ricordo. Quando mi verrà in mente te lo dirò- Rispondo facendo finta di essere calma e tranquilla ma non lo sono, non lo sono per niente. 

                      



-Grazie di essere venuta, ci vediamo in giro- Eric mi abbraccia, mi da un bacio sulla fronte e poi se ne va lasciandomi sola. 

Poco dopo m'incammino anche io verso il dormitorio. Stranamente in giro c'è poca gente e mi viene da pensare che la morte di Al abbia fatto scalpore e che abbia scioccato la maggior parte degli intrepidi. Se ci ripenso mi viene la pelle d'oca. 
Mi accorgo che è l'ora di pranzo e capisco la poca gente vista in giro. Non ho molta fame così decido di non andare a mensa anche perché ho voglia di stare sola, non mi sento dell'umore giusto per incontrare gli altri. 

Mi faccio una doccia, mi cambio e poi approfitto della pausa pranzo per appoggiarmi qualche minuto sul letto visto che questo pomeriggio dovrò affrontare nuovamente le mie paure. Il silenzio della camerata vuota lotta con il casino tremendo che si è annidato nella mia mente. 
Nonostante tutto riesco però ad addormentarmi per una decina di minuti che a me sembrano ore.
                   
                      


-Erika, Erika svegliati!- 
Mi sveglio di soprassalto e di fianco al mio letto trovo Chris che sembra essere molto preoccupata. 
-Dove sei stata stamattina?- Mi chiede lei incuriosita. 
-Ehm, sul tetto, volevo stare sola così sono andata a prendere un po' d'aria sul tetto della residenza. Mi sono persa qualcosa?- Rispondo con voce ferma. Chris e gli altri non possono sapere che sono tornata con mio fratello alla residenza degli Eruditi, mi riempirebbero di domande. 
-Beh in realtà non abbiamo fatto nulla di eccezionale. Hanno rimandato l'allenamento del secondo modulo a questo pomeriggio anche perché un'ora dopo la morte di Al abbiamo saputo che Peter era finito in infermeria...- 
Mi si gela il sangue. Peter? In infermeria? E perché mai?
-Cosa? Peter? Cosa gli è successo?- Mi alzo di scatto e mi dirigo verso la porta. 
-Non lo sappiamo di preciso, non ci hanno permesso di andarlo a trovare.- Mi risponde Chris con voce tremante. 
-Ci andrò io poi vi dirò, tu intanto vai dagli altri- 
-Erika se ti vedono sei nei guai, poi non puoi assolutamente tardare alle simulazioni che iniziano tra poco- 
Guardo l'orologio: quasi le tre. 
-Tranquilla arriverò in tempo- Abbraccio la mia amica e poi mi dirigo a passo svelto verso l'infermeria. Sono molto preoccupata. Cosa è successo a Peter? Dev'essere accaduto qualcosa mentre ero via. 



Quando varco la porta dell'infermeria subito individuo il letto di Peter. Non c'è nessuno oltre a lui. Mi avvicino e noto all'istante che ha un occhio nero, un taglio sulla fronte che si sta rimarginando e una flebo attaccata al braccio. 
Sta dormendo, così mi avvicino a lui e delicatamente gli accarezzo la guancia destra senza cercare di svegliarlo. 

-Amore mio, che cosa ti hanno fatto?- Sussurro e mi scappa anche una lacrima. 
Come non detto lui apre gli occhi e mi sorride. 
-Ehi- Mi sussurra con voce spezzata. 
-Ehi- Gli do un bacio. 
-Com'è andato il rientro a casa?- Mi chiede con voce debole.
-Così e così poi ti racconto- 
-A te piuttosto cos'è successo?- Gli chiedo con il battito accelerato.
Lui esita un po' prima di rispondere e mi prende la mano. 
-Mi hanno aggredito poco dopo che tu sei andata via.- Lo dice con le lacrime agli occhi.
-Ho cercato di dimenarmi e ho resistito per un po' ma alla fine loro erano più forti e mi hanno atterrato in pochi minuti. Mi sono risvegliato in infermeria, Quattro mi ha trovato e mi ha portato qui.- Aggiunge. 
-E perché sei stato aggredito? E poi, chi erano gli aggressori?- Corrugo la fronte. 
-Non sono riuscito a scoprirli. E comunque mi hanno aggredito per te- 
Quella frase riecheggia nella mia mente. 
Per me? Perché? 
-Per me?- Domando quasi senza voce.
-Erika- Ora Peter ha il suo sguardo puntato su di me. 
-So che sei Divergente. Perché non me l'hai detto prima? Non ti fidi di me?- Sembra molto deluso. 
-Peter io...- 
Sono senza parole, non so che dire.
-Mi dispiace, non potevo mettere a repentaglio anche la tua vita. Io ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non volevo, non avrei mai pensato che avrebbero potuto prenderti di mira. Perdonami ti prego, è tutta colpa mia- Dico tutto d'un fiato con i lacrimoni agli occhi e tutto ad un tratto è come se mi fossi scordata come si respira. 
-Erika, puoi calmarti? Non volevo... Perdonami, lo sai che anche io tengo a te, io ti amo. Starò bene, vedrai e non preoccuparti il tuo segreto con me è al sicuro.- 
Gli sorrido e poi gli do un altro bacio. Spero davvero che si rimetta presto. 
-Che ci fai qui Erika? Non dovresti essere ad allenarti per il test finale del secondo modulo?- 
Ecco che dal nulla sbuca Quattro. Lui sarà uno dei prossimi che scoprirà la mia divergenza. A meno che non l'abbia già scoperta. 
                        

                       


Mi risveglio di soprassalto e Quattro mi blocca con il braccio destro prima che io possa cadere dalla poltroncina della sala simulazioni. 
Cerco di regolarizzare il respiro e contemporaneamente anche il mio battito cardiaco. Queste simulazioni mi sconvolgono ogni volta sempre di più. 
-Erika, tu, mio dio- 
Quattro fissa lo schermo del computer e noto che il suo sguardo si fa più severo. 
-Che succede?- Chiedo ingenuamente. 
-Tu, come hai fatto a...-
-A fare cosa?- 
-Ad uscire da quel tunnel così in fretta?- 
-Beh io ho semplicemente chiuso gli occhi e nulla poi mi sono risvegliata- Rispondo con tono fermo. 
-E lo dici così tranquillamente? Come se niente fosse? Erika, devi sapere che un intrepido non avrebbe fatto ciò.- Mi dice fissandomi negli occhi. 
-Sei impressionante- Aggiunge. 
Io mi limito solo a guardarlo e poi senza dire nulla me ne vado da quella stanza infernale. 


Soprappensiero cammino per i corridoi bui e freddi della residenza e quasi mi viene da piangere ripensando alla mia divergenza. È come se mi sentissi sbagliata, diversa. 
Improvvisamente urto qualcosa e quando alzo gli occhi sorrido per la contentezza: è Peter. 

-Ehi, sei uscito? Come stai?- Lo abbraccio fortissimo. 
-Bene, niente di rotto, solo qualche acciacco. Fortunatamente mi hanno fatto uscire quasi subito. Beh in realtà ho insistito per andarmene e me l'hanno lasciato fare visto che sto bene.- 
-Tu piuttosto, come stai?- Mi cinge la vita. 
-Bene, più o meno- Rispondo un po' titubante. 
-Avevo voglia di vederti, di stare con te- 
-E le simulazioni? Come sono andate?- Aggiunge. 
-Ti racconterò domani- E detto questo mi fiondo sulle sue labbra. 
Lui mi stringe più forte e mi bacia dappertutto. 
-Senti Erika, ci frequentiamo da un po' e ancora non... insomma- 
Peter che non riesce a finire una frase? 
-Io ti amo Erika. E beh, vorresti essere la mia ragazza?- Sorride mentre lo dice tutto d'un fiato e automaticamente poi lo faccio anche io. 
Me l'ha chiesto in modo semplice senza tanti giri di parole ma sono contenta così. Infondo a me interessa poter stare con lui. 
E a pensare che all'inizio lo odiavo e lui odiava me, almeno credo. Oppure eravamo troppo orgogliosi per dirci che provavamo interesse l'uno per l'altra. Si, quest'ultima spiegazione è decisamente più plausibile della prima.
Senza esitare gli rispondo.
-Certo che si- E subito dopo mi fiondo di nuovo sulle sue labbra calde e morbide. 
Ora Peter è l'unica persona che conosce tutto di me. Conosce la mia divergenza e anche la mia parentela stretta con Eric. Spero davvero con tutto il mio cuore che possa rimanere a me fedele perché come lui si fida di me io mi fido di lui. 
Ciecamente. 
 
  
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