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Autore: Jinny82    04/08/2017    2 recensioni
Tutto quello che avrei dovuto dirti, ma non ti ho mai detto perché eri troppo importante
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20 anni sono davvero tanti. Dai 14 ai 34 poi fanno una vita. In 20 anni si possono capire tante cose su un'altra persona. A volte belle, altre volte meno belle. In 20 anni si capiscono tante cose anche su sé stessi, ad esempio con quali persone si riesce ad andare d'accordo e con quali no.

In 20 anni si capisce anche che "è per il tuo bene" è una delle peggiori bugie che le persone ti propinano per qualsiasi critica "costruttiva" ti facciano. Ora, non ho nulla contro le critiche costruttive, ma sminuire continuamente qualsiasi cosa uscisse dalla mia mente e non dalla tua non rientra propriamente nel concetto. Rientra pi+ nel "ho ragione io e fai quello che dico". Atteggiamento che ha anche mio padre, da sempre. Sai, negli ultimi anni mi rendevo sempre più conto di quanto andreste d'accordo. Potreste passare ore a parlare di quanto io non sia mai all'altezza, non sia mai "abbastanza". Di quanto non sia abbastanza brava per fare quello per cui studio da una vita, di quanto non sia abbastanza indipendente per poter vivere da sola (csa di cui mi rendo conto ad ogni "bel curriculum, ma ...", grazie, il coro greco non è proprio utile come credete). Potreste anche cominciare dalle piccole cose, dal fatto che non riescca a segire una dieta, dal fatto che se divento ansiosa mi taglio (si, sono "si ma così sembri deficiente, ehm autolesionista, da almeno 15 anni), dal fatto che cambio taglio e colore di capelli a seconda di come mi gira e non di come sia di moda o secondo voi mi stia bene.

Andreste d'accordo anche sulle persone che mi apprezzano: per lui sono deficienti, per te mi dicono sol quell che voglio sentirmi dire. Cosa che fa a pugni con ilfatto che teoricamente non mi conoscono bene ... devono essere degli indovini.

La differenza principale tra voi due è che con lui non ho nessun problema a litigare, erché ormai di cosa pensi di me non mi importa più così tanto. Ma di quello che tu pensavi di me mi importava eccome, ecco perché buttavo giù tutto. E' fatta così, mi dicevo. E' una fase. In questo periodo è nervosa. Poi la fase, il periodo, sono diventati 20 anni e non ce l'ho fatta più. 

Ogni tanto ho provato a dire qualcosa, ma le risposte erano sempre "lo faccio per il tuo bene", "ti conosco meglio di quanto ti conosca tu" e "ma non ti si può mai dire niente", salvo poi vedermi rinfacciato il fatto di non aver mai detto niente (e queste risposte sono finite nel dimenticatoio, insieme al "quando sento certe cose cambio canale" riferito ai Muse, che poi sono diventati "ma che cazzo dici? Mi sono sempre piaciuti" .., oh, ok. Tanto ho torto io), e alla fine mi sono trovata a dover fare la parte della stronza.

Si, anch'io ogni tanto me ne sono uscita con delle rispostacce, tipo "allora fai tu" quando quello che facevo non era abbastanza giusto o veloce (più o meno sempre ... deve sempre esserci la persona meno abile tra due), mi è capitato di dirti che sembravi tua sorella in certe occasioni. Mi è capitato di guardare in alto o da un'altra parte durante discorsi in cui la mia opinione divergente non era richiesta.

Ho nascosto uscite con altri amici perché volevo vederli, e per troppe volte non mi era stato possibile per improvvisi cambi di piano. Mi soo sentita dare della tira bidoni, quando se contassi i bidoni tirati ad altri non finirei mai. Ma non mi importava, in realtà, andava bene così. Ma mi sono anche trovata messaggi rabbiosi perché avevo finito al lavoro più tardi del pattuito, rovandomi però ad aspettare perché stavi ancora lavorando, e li una si sente un pochino considerata meno importante. 

Prove con i vari gruppi saltate all'ultimo perché c'era altro da fare (cogliona io a non essermi imposta, perché "beh, ma se mi dici di si, vuol dire che va bene", no, se ti dico di si vuol dire che l'unica volta che ho tentato di dire di no fatalità era un momento in cui avevi assolutamente bisogno della mia presenza e mi sono sentita in colpa per anni. Scusa, ma non mi ci sento più)

E nell'ultimo periodo, ci si vedeva nel tuo giorno libero, facevo ruotare qualsiasi mia attività attorno a quello, e lo stesso mi trovavo a trare bidoni, perché se ti cambia il giorno libero ovviamente la precedenza va a te, pazienza se non registro il pezzo. Tanto la musica che faccio non è vendibile. E tanto avrei già dovuta lasciarla perdere quando me lo dicevi al liceo. Scusa, è arrivata prima lei. Ed è rimasta.

Tramite la musica ho conosciuto un sacco di persone che mi prendono come sono, a cui vado bene così come sono, non cercano di cambiarmi, quando faccio qualcosa non mi dicono che non va bene, anzi, e sai? Non gliene viene niente a dirmi che va bene, perché se non andasse bene ci rimetterebbero pure loro. Non hanno motivo di leccarmi il culo, casomai avrei motivo io di farlo. Probabilmente non gli importa niente di me, perché non mi dicono che sbaglio tutto. Perché il messaggio che è arrivato in 20 anni è proprio quello: io sbaglio tutto, devo cambiare completamente, ma seccondo criteri dettati da te. E non è un bel messaggio: se non ti vado bene, lasciami perdere.

Mi dicevi che hai sempre dovuto difendermi con la tua famiglia e con gli altri amici: beh, pure io. "ma se te lo die lei non puoi uscire?!" beh, si. 

E so che dire certe cose in questo momento è da stronze, ma d'altra parte è quello che sono diventata, una stronza. So che adesso è un momento difficile, uno dei tanti, no di quei momenti in cui mi rendevo conto di essere inutile, completamente, uno di quei momenti in cui qualsiasi cosa portava ad una brutta risposta. E stavolta non ci sono. Questa volta devi fare senza di me. Questa e le prossime. Perché purtroppo mi sono resa conto di non poter continuare a vivere con l'ansia di "oddio dove ho sbagliato oggi". Non ce la posso fare, sono già abbastanza ansiosa di mio, con l'assenza di un lavoro, il continuo sentirsi dire che il curriculum va bene, ma io no, il continuo sentirmi dire che sono troppo vecchia, due genitori anziani, il terrore che succeda qualcosa, l'essermi sentita dire per una volta (di troppo) "guarda, ne ho già abbastanza delle mie!", che forse proprio perché detta in un periodo della vita in cui si è particolarmente ricettivi ha fatto più effetto che mai.

Si, forse porto rancore, adesso riesco ad ammetterlo. Scrivendo, perché è sempre stato il modo in cui riesco ad esprimermi meno peggio, No ho una mente veloce io: le parole a volte fanno fatica ad uscire, e quando escono "non importa a nessuno!", quindi ... scrivo. Così se uno ha voglia di leggere, legge, sennò amen. 

So di essere esplosa, improvvisamente e pubblicamente. Avrei dovuto farlo privatamente, come questa cosa dovrebbe essere a sua volta privata. Ma sono stronza, e non riesco a tenere quello che scrivo per me. Nemmeno le fanfiction, scusa, "quelle robe da pazze" riesco a tenere più per me, e le posto qui e li dove ci sono altre "pazze" che "sarebbe ora di crescere" che le leggono.

E sai una cosa, alla fine sono cresciuta: ho capito che "diverso" non è "male". Ho capito che avere opinioni differenti sulle cose non sempre è sinonimo di avere torto. Ho capito che se solo una persona manda giù tutto e l'altra non si fa problemi a far notare ogni minimo difetto, il rapporto non è alla pari. Ho capito che se per far stare tranquilla una persona bisogna camiare completamente, non si è l'altro giusto. E su questo ti do ragione: non vado bene. Non sono mai andata bene per te. Non sono mai stata abbastanza.

Non sono una persona affidabile, non lo sarò mai, amo troppo il mio tempo, sto troppo male quando gli altri decidono per me, non riesco più a dire "si, ha ragione" quando qualsiasi cosa faccia non va bene. Nonostante tutto, ho un minimo di autostima o di orgoglio residui, che mi dicono che forse, forse, forse, ogni tanto potrei azzeccarne qualcuna pure io se non mi fermassero sempre.

E intanto scrivo, parole e canzoni, e ho ci mi dice "tu spacchi", ho chi legge e dice che quello che scrivo è bello (pure quello che io considero poco più che cacca) e sono più che stufa di pensare che nessuno lo pensi davvero, che lo dicano solo per quieto vivere. Perché io ho lottato per anni per il quieto vivere, e so com'è. So come si agisce, come si parla, come ci si rivolge agli altri, e quindi no, non lo fanno per quieto vivere.

E a proposito del quieto vivere, a volte serve, soprattutto nei posti che si vorrebbero considerare dei rifugi dal continuo litigare. 

Insisto un'ultima volta sul fatto che continuare a dire ad una persona che sta sbagliando più o meno tutto, è sminuire non criticare costruttivamente: trovare sempre e quasi solo difetti non ha nulla di costruttivo.

Da novembre non mi taglio più, oggi ho avuto la tentazione due volte, la prima quando mi sono sentita dire che devo fare la pace con te, cosa che vorrebbe dire tornare a sentirmi meno importante e non poter dire niente ma dover dire tutto (che non ho capito bene come si fa, chiaramente). La seconda quando ho saputo cos'è successo e mi sono resa conto che no, non ti avrei scritto o telefonato nemmeno ora, perché non saprei cosa dire, perché ho troppe cose ancora da mandare giù, prché se mi sono staccata è perché non potevo continuare.

(ho detto continuare?)

  
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