Anime & Manga > Il mistero della pietra azzurra
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Autore: Vitani    04/08/2017    3 recensioni
“Non potevo permetterlo”, mormorò.
Ecco la domanda, quella che le era rimasta in gola sin dalla plancia di comando.
“Perché?”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elusys Ra Arwol, Medina Ra Lugensius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Mr Fogg, a quella parola, si era alzato a sua volta con un insolito bagliore negli occhi, e con le labbra tremanti. Mrs Auda lo guardava. La sincerità, la dirittura, la fermezza e la dolcezza dello sguardo raggiante di una nobile donna, che tutto osa per salvare colui a cui tutto deve, dapprima lo stupirono, poi lo commossero. Chiuse gli occhi un momento, come per evitare che quello sguardo penetrasse di più… Quando li riaprì: – Vi amo! – disse semplicemente. – Sì, davvero, per tutto quel che c’è di più sacro al mondo vi amo!”
(Jules Verne – Il giro del mondo in ottanta giorni)
 
 

 
 

UN ALTRO GIORNO IN PARADISO

 
 
 
 
“Ti amo tanto”.
Mormorò quelle parole con l’urgenza di chi si libera di un peso, con gli occhi chiusi e in un solo respiro. Le mormorò col senso di colpa che la dilaniava, accostata a lui ma senza osare toccarlo se non con due dita, quelle tremanti che teneva sul suo braccio, sopra la benda che copriva il colpo di pistola che lei stessa gli aveva inflitto. Usò la bella lingua di Tartesso, che non aveva più parlato per tredici anni ma che scopriva incarnare meglio di qualunque altra la natura dei suoi sentimenti.
Amava quell’uomo immensamente, più di se stessa, e se ne rendeva conto in quel momento in cui l’aveva finalmente vicino, in cui avrebbe potuto sfiorarlo e tuttavia non osava, frenata dalla colpa e dal timore.
Medina l’aveva chiamata, e aveva risvegliato un ricordo così lontano e così dolce da sembrare un’illusione. Passò i polpastrelli su quel braccio fasciato, sul suo bel volto si disegnò il dolore.
“Perdonami”, riuscì a sussurrare.
Non osava alzare lo sguardo, troppo forte era il terrore di venire allontanata. Così stava a testa bassa, ignorando l’affetto, l’incertezza negli occhi neri del capitano. Solo un brivido la percorse nel sentire il respiro di Nemo fra i capelli, nel capire che avrebbe voluto baciarli ma che per qualche motivo esitava, come lei. Le sfiorò una guancia, però, col palmo di una mano.
“Non potevo permetterlo”, mormorò.
Ecco la domanda, quella che le era rimasta in gola sin dalla plancia di comando.
“Perché?”
Una domanda semplice eppure, lo sapeva, potentissima. Attese. Attese e le sembrò di farlo per secoli anche se fu questione di pochi istanti.
“Perché per tredici anni sei stata l’unica gioia della mia vita.”
Crollarono in quel momento, il muro fra loro e lei stessa. Il suo corpo si tese, s’abbandonò, colmò quei pochi millimetri che ancora li tenevano divisi. Lo abbracciò forte, senza badare più a niente, e rabbrividì quando lui la ricambiò. Persa nella stretta di quelle braccia, intuì tutto. Che nulla sarebbe stato più come prima. Che il capitano, in quel suo modo singolare, non solo accettava i suoi sentimenti ma li corrispondeva. Che forse era sempre stato così, solo che lei, Electra, non l’aveva mai saputo vedere. Convinta di essere il surrogato di una figlia, pur con tutto l’amore del mondo non era mai stata in grado di vedere oltre.
Scostarsi appena e baciargli le labbra, una volta, due, fu tutt’uno con quella consapevolezza, senza traccia di imbarazzo o di vergogna. Non le era mai mancato il coraggio.
“Ti amo”, ripeté, e si sentì baciare di nuovo.
Aveva bisogno di lei, quell’anima fragile, e mai avrebbe pensato a Nemo in quei termini solo pochi minuti prima. In ogni suo gesto, perfino in una carezza fra i capelli, c’erano intimità e tenerezza e una muta preghiera. Qualcosa che lei, accecata, non era mai riuscita a scorgere.
Ormai, invece, non vedeva soltanto.
Era rimasta se stessa eppure era anche del tutto cambiata.
Forse sarebbe tornata Medina, forse no. Quello che era stato l’avrebbe portato con sé. Tutto il dolore, la gioia, le speranze. Ci avrebbe aggiunto questo amore forse insensato, sicuramente profondo e sincero. Per anni l’aveva custodito, finalmente l’avrebbe donato.
Era passata attraverso.
Un’ultima volta ancora, sì, era rinata.
 
 
 
 
N.d.A. Buongiorno. Torno con una oneshottina sulla mia OTP, così a caso e non so nemmeno cosa ne sia uscito. Solo che continuano a ispirarmi variazioni sul tema, quindi eccoci qui. (Ho in preparazione anche una oneshot più lunga su Nemo.) Spero intanto che questa sia leggibile e che vi dia un po’ di sollievo dal caldo estivo, non so da voi ma qui veramente si brucia.
Buona giornata! ^^
 
Vitani
   
 
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