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Autore: I_love_villains    05/08/2017    0 recensioni
Dory decide di restare con i vampiri. Mentre la sua amicizia con loro cresce, qualcosa dentro di lei si fa più forte ...
Dal testo:
"Quindi ... c’è un rimedio sicuro? Eccetto la morte, ovvio.”
Reiji non rispose subito: “Forse. Forse qualcosa c’è per annullare la sua presenza.”
Dory si mordicchiò il labbro, riflettendo a sua volta.
“Ma non sarei più Eve? Insomma, il mio sangue non sarebbe più così, giusto?”
“Forse, difficile dirlo. La pratica a volte si discosta dalla teoria. Presto i miei fratelli saranno qui. Devi raccontare tutto anche a loro.”
“Certo, scendo subito. Ora scusa ma mi sta implodendo la vescica.”
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dieci vampiri solo per me'
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Passarono due settimane abbastanza tranquille. I Sakamaki maggiori non capivano perché Richter non si fosse ancora fatto vivo. La loro malcelata antipatia non gli aveva mai impedito di trascorrere del tempo nella villa di famiglia. Inoltre sapevano che il parente si credeva superiore a loro. Si aspettava forse che abbassassero la guardia?

Ruki non conosceva per niente Richter, quindi non trovava strano il suo comportamento. Quando sarebbe arrivato il momento lo avrebbe affrontato, semplicemente. Nel frattempo i suoi pensieri erano incentrati su Eve. La ragazza avrebbe voluto parlare con lui del tentato bacio, ma il vampiro aveva fatto in modo che non si trovassero mai soli. Evidentemente lei aveva capito, visto che lo aveva lasciato stare. Ruki sospirò: che c’era da dirsi? Lei era cotta del Sakamaki da quando lo aveva visto, mentre il suo interesse per Dory era cresciuto mano a mano che la conosceva. Aveva creduto che la ragazza lasciasse perdere Laito, prima o poi, visto il modo in cui la trattava, ma si era sbagliato. Tanto valeva lasciarsi la cosa alle spalle ed andare avanti come se non fosse mai successo niente.

Laito rigirava una rosa appassita fra le mani, in camera sua. Riusciva ancora a captare il suo dolce aroma, ma non era l’unico profumo che avvertiva. Sentiva distintamente l’odore del sangue di Dory. Infatti la ragazza, tenendola in bocca, si era graffiata con una spina e lui ... Doveva assolutamente chiarirsi le idee, era dal Ringraziamento che si sentiva strano!
Il rosso ripensò al giorno prima. Era pomeriggio da poco e lui sedeva sul divano a fare le parole crociate, quando un paio di mani calde e delicate gli avevano coperto gli occhi, accompagnate da una risatina infantile.
“Indovina chi è!”
“Uhm, credo che si tratti della mia dolce puttanella. Verifichiamo!”
Detto questo, Laito le afferrò gli avambracci e la tirò sul divano. Dapprima Dory fu sorpresa, ma poi rotolò dallo schienale e si sedette composta.
“Ti posso aiutare?” domandò accenando alla Settimana Enigmistica.
“Va bene” rispose lui allargando un braccio.
La giovane si appoggiò al vampiro, che le cinse le spalle e tornò a guardare le parole crociate. Anche Dory rivolse lo sguardo verso le definizioni, ma per qualche secondo non riuscì a leggere nulla per la forte emozione che provava. Il battito accelerato del suo cuore non faceva concentrare Laito, che con la coda dell’occhio fissava la sua gola. Era da un po’ che non beveva da lei. Il vampiro rilesse una definizione e scrisse la soluzione.
“Ehi, sette verticale: individuo poco intelligente, sinonimo di idiota, cretino. Cinque lettere. Ayato ci sta” disse la ragazza, ridendo.
Laito scrisse scemo ridacchiando.
“Riesci a trovare altro che si colleghi a noi?”
“Vediamo …”
Trascorsero il tempo così, prendendo in giro i loro conoscenti finché completarono quel cruciverba e qualche altro rebus. Laito chiuse il giornale. Dory rimase abbracciata a lui, con le gambe sul suo grembo. Il rosso lanciò l’Enigmistica sul tavolino: era tempo di succhiare. Prima però meglio assicurarsi che la sua puttanella fosse anche abbastanza in forze per fare altro dopo.
“Puttanella” cominciò, strofinando il naso contro il suo collo. “Avrei un paio di voglie … se non stai male …”
“Non so di che parli, io sto da dio” replicò lei, sorridendo contro di lui.
Si scostò appena per permettergli di bere. Laito indugiò, aspirando l’inebriante profumo del suo corpo vivo. Gli trasmetteva un tale calore, un calore che non sapeva definire. Eppure non aveva ancora bevuto. Anzi, a ben pensarci, era da quando lei aveva posato le mani sui suoi occhi che avvertiva quel tepore. E anche una certa leggerezza, una specie di vertigine. Quella sensazione ora si fece più forte. Confuso, il rosso si alzò, prese per mano Dory, alzò il volume della radio e la trascinò in una danza sensuale. La ragazza non se lo aspettava, ma lo assecondò, prendendo una rosa da un vaso. Intanto la sensazione non passava, alimentata dalla risata di Dory, dal suo sorriso, dagli occhi luminosi che gli trasmettevano un messaggio costante.
Per riportare l’equilibrio, Laito si teletrasportò con lei in camera sua. Ora la giovane era sotto di lui, stesa sul letto. La rosa le era caduta dalle labbra e una leggera strisciolina di sangue le arrossava. Il vampiro gliele leccò, per poi baciarle e tutto proseguì come al solito, in un modo che gli era comprensibile sin dalla più tenera età. Eppure con lei tutto era molto più dolce …
Laito lasciò cadere la rosa. Poggiò la testa sulle mani, pensieroso. Le sensazioni che gli dava Dory erano piacevoli, molto piacevoli. E lei sembrava così felice di essere con lui, anche se si trattava solo di non fare niente e stare fra le sue braccia. Un pensiero lo sorprese. Non fu una vera e propria rivelazione, perché sotto sotto lo aveva sempre saputo: Dory era innamorata di lui. Quando aveva cantato I will always love you, la stava dedicando a lui. Ora, quando lui aveva suonato al piano, era stato per lei? Per lo stesso motivo??
Il vampiro scosse bruscamente la testa. Basta con simili assurdità. La sua puttanella era Eve, ecco perché gli appariva tanto diversa. Probabilmente lei era innamorata, ma lui … mai più!

Dory sedeva sul divano, accanto ad Azusa, con le gambe ripiegate sotto di sè. Ogni tanto guardava il disegno del vampiro per dargli indicazioni riguardo il melo e la cattedrale dei suoi sogni, ma per il resto faceva ghirigori insensati su un foglio. C’erano anche cuoricini, a seconda che pensasse a Laito o ai giorni appena trascorsi. Erano stati strani, come se avesse la febbre. Non sempre ricordava cosa faceva e la camera di Cordelia la attirava come una calamita, ma lei era riuscita a resistere. Non la voleva rivedere come un fantasma! E cercava anche di ignorare i suoi pensieri, non potendo fare niente però per le fitte al petto o alla testa. Si sforzava come poteva, in attesa che Reiji finisse di fare qualsiasi cosa stesse facendo per aiutarla.
“Senza-Tette, mettiti qualcosa di più comodo. Usciamo.”
“Magari quando Azusa ha finito” replicò passivamente lei.
“Non importa, Eve ... Continuo a casa.”
“Oh. Va bene. A presto.”
Azusa salutò e scomparve. La ragazza si stiracchiò. Strano, quella mattina non aveva fatto niente di che, nessuno aveva nemmeno bevuto, eppure era stanca. Un po’ d’aria fresca le avrebbe fatto bene. Ayato le intimò di spicciarsi. Lei gli lanciò un’occhiata infastidita, ma obbedì.
Qualcosa di comodo, ha detto. Ma dove mi vuole portare?” si domandò mentre rovistava nell’armadio.
Alla fine optò per una felpa grigia e dei pantaloni neri. Aveva notato che il rosso era vestito sportivo.
“Finalmente. Forza che è una bella giornata.”
“Per fare cosa?”
Ayato le afferrò il braccio e si teletrasportò.
“Basket” rispose mostrando il campo all’aperto.
“Carino ... farai come a biliardo?”
“Ti straccerò, sì.”
“Potevi almeno farmi mettere un cappotto” fece Dory rabbrividendo.
“Fai un paio di giri di corsa per scaldarti e poi giochiamo.”
La giovane alzò gli occhi al cielo e si mise a correre mentre il vampiro faceva qualche tiro a canestro. Poco dopo lo raggiunse, ma non riuscì a sottrargli la palla. Era troppo rapido per lei. E forte. Non riusciva a batterlo né in attacco né in difesa. Ayato ne era contento.
“Mi sto annoiando” si lamentò lei incrociando le braccia.
“Anche io. Volevo una sfida, invece … Vediamo come te la cavi con i tiri liberi” replicò lui lanciandole improvvisamente la palla in faccia. Dory la evitò per un pelo.
“Ma sei fuso?!”
“Valla a prendere.”
Tutto sommato si stava divertendo. La ragazza palleggiò camminando verso il canestro, si fermò ad un paio di metri da esso e lanciò, andando a segno. Nei minuti successivi Ayato e Dory si alternarono nei lanci, provando a fare canestro in vari modi. La stanchezza della ragazza crebbe e fu costretta a fare una pausa.
“Puzzi di sudore.”
“Che scoperta … Piuttosto portami a casa, o mi ammalo sul serio stavolta.”
“No, ti porto in un altro posto caldo.”
“Dove?”
“Dove fanno i miglior takoyaki del Giappone.”
“In effetti ho un certo languorino.”
Si avviarono. Quel tratto di strada era deserto. Dory si fermò. Aveva un brutto presentimento. Ayato le prese il braccio e la avvicinò.
“Vieni fuori! So che sei qui!”
“Da quando sei così percettivo, Ayato?”
Richter si materializzò davanti a loro. Il suo sguardo oltrepassò il nipote, che gli mostrava i denti, e scivolò su Dory. Ayato sentiva la ragazza tremare, il suo cuore accelerare. Credette si trattasse di paura, ma si sbagliava. Quell’errore non lo fece intervenire tempestivamente.
Come lo aveva visto, Dory si era sentita travolgere dalla rabbia. Quel bastardo aveva ucciso la sua gattina! Chiuse i pugni e superò Ayato, decisa a fargliela pagare. Il rosso allungò un braccio, ma riuscì solo a sfiorarle la felpa. La ragazza si fermò davanti a Richter e tentò di colpirlo. Il vampiro le bloccò i polsi con facilità. Mentre lei guardava in su, qualcosa cambiò. Le sembrò di svenire.
Ayato stava per intimare allo zio di mollare Senza-Tette, quando vide con orrore che lui le lasciava spontaneamente i polsi affinché la giovane potesse passargli le braccia attorno al collo. Richter era chino su Dory e la baciava, le mani strette sui suoi fianchi. Finalmente si separarono.
“No, no” ringhiò il rosso.
La giovane si voltò verso di lui. Ghignava. Era Cordelia. Si staccò completamente da Richter, che la contemplava soddisfatto. Le sue movenze, il suo sguardo, persino la sua voce, erano diverse.
“Ayato, sembra che tu abbia visto un fantasma” rise la donna.
“No, una puttana che dovrebbe bruciare all’inferno!”
“Tsk, i tuoi modi non sono migliorati, vedo ...”
Cordelia ignorò sia lui che Richter per specchiarsi in una vetrina.
“Fa tornare Dory!” le ordinò Ayato, furente.
“Oh, adesso la chiami per nome? Davvero tieni a quella sciocca ragazzina? Che delusione ...”
Il rosso fece un passo verso di lei, ma Richter si frappose.
“Torna a casa, Ayato. Raduna i tuoi fratelli, presto la mamma vi raggiungerà.”
“Non prendo ordini da te, megera!”
“Richter qui sarebbe più che felice di darti una bella lezione, in mia vece. E non solo a te ... Ma ogni cosa a suo tempo. Vedrò prima i Mukami, poi mi riunirò alla famiglia, non temere.”
Detto questo si strinse al braccio di Richter. Ayato borbottò qualcosa fra sè, guardandoli male, e sparì.
“Ti accompagno dai mezzosangue, mia diletta?”
“Fra poco, non intendo andare da nessuna parte in questo stato.”

La porta della villa si aprì. Ruki si alzò, avvertendo una presenza mai percepita prima. Era solo a casa.
“Risiediti, mio caro.”
Il vampiro fissò stupito la ragazza, la sua attenzione completamente assorbita da lei. Badò appena a Richter, che si appoggiò a braccia conserte ad un muro.
Dory indossava un vestito viola scuro che le lasciava scoperte le spalle e lunghi guanti dello stesso colore. Una rosa rossa era appuntata sul petto, mentre un’altra si trovava fra i suoi capelli, sciolti.
Ruki non riusciva a capacitarsi di come potesse essere così diversa. Erano soprattutto i suoi occhi a sconvolgerlo. Privi di calore, dolcezza, gioia, ma freddi e calcolatori. Il vampiro capì chi aveva di fronte solo quando la giovane fu ad un passo da lui. La assecondò, risedendosi e permettendole di sedersi su di lui. Cordelia lo guardò negli occhi, passandogli le mani inguantate fra i capelli.
“Ruki ... sei stato vampirizzato da Karl e scelto da lui per portare avanti il suo progetto. Mi interessi. Puoi essere il mio Adam.”
“E lui?” le domandò Ruki accennando a Richter, il quale non sembrava molto contento della scena.
“Oh, lui mi asseconderà qualsiasi cosa faccia ... E tu? Mi vuoi aiutare ad uccidere Karlheinz?”
“Cosa?!”
Cordelia sorrise del suo sbigottimento. Una mano rimase dietro il suo collo, l’altra gli carezzò il viso.
“Lo amo ancora profondamente. Lui desidera morire, sai. Uccidendolo gli dimostrerò tutto il mio amore.”
“Questa è follia” replicò Ruki freddamente. Si stava riprendendo dalla sorpresa.
“Non sai di ciò che parli ... lascia che ti istruisca. In fondo la desideri, no?”
Cordelia chiuse gli occhi e lo baciò. Lui non la respinse nè la incoraggiò.
“Non ricambi?” ghignò lei.
“Avrai il suo corpo, ma non sei lei. Non mi interessi. Non ho provato nulla.”
La donna scattò in piedi, risentita. Come osava quel mezzosangue provocarla in quel modo? Lo schiaffeggiò. Ruki si toccò la guancia, desiderando poter ricambiare con tanto di interessi. Cordelia gli voltò le spalle e si strinse a Richter. Lui la accolse nonostante tutto ciò che lei aveva detto.
“Dovresti essere una buona guida per i tuoi fratelli, Ruki. Rifletti bene su ciò che fare.”
L’attimo dopo erano spariti. Il vampiro strinse i pugni. Non si sarebbe mai alleato con lei, nemmeno se avesse preso il controllo di Dory per sempre. Distolse i pensieri da una tale prospettiva e aspettò il ritorno dei fratelli.

I Sakamaki erano riuniti in salotto, Ayato, Reiji e Subaru in piedi, gli altri seduti o stesi sui divani. All’arrivo di Richter e Cordelia tutti si limitarono a guardarli.
“Finalmente la famiglia è riunita” disse la donna.
“Tsk” fu il commento di Ayato.
“Che ci fai qui?” le chiese Shuu.
“È casa mia, da prima che arrivaste voi” rispose Richter.
“Non sei stato molto presente in questi mesi” osservò Reiji.
“I miei affari non vi riguardano” concluse seccamente lo zio, avviandosi verso le scale.
“Aspetta” fece Cordelia staccandosi dal suo braccio. Li guardò. “In questi anni non avete combinato nulla. Nessuno di voi. Mi stupisce che Karl l’abbia permesso. Ma adesso che sono tornata, sarò io la nuova guida della famiglia.”
“L’importante è crederci” le sorrise Laito.
“Laito caro, non sono forse io la tua amante preferita? Per quale altro motivo quella ragazzina è stata con te? Mi sentiva.”
Il rosso smise di sorridere, mentre il ghigno crudele della madre si ampliò, salvo poi accigliarsi per un attimo.
“Qualcuno non è d’accordo” constatò Reiji. Aveva passato le ultime settimane a osservare Dory e aveva imparato a riconoscere le interferenze di Cordelia. Ora avveniva il contrario.
“Taci. Ha ragione, mi sbagliavo. Non sarai mai come Karl.”
“Questo è un complimento” fece il moro aggiustandosi gli occhiali.
“Non ci posso credere … vampiri purosangue, dei Sakamaki, che tengono ad una sciocca umana. Ma non importa” disse Cordelia ridendo. “Appena il riveglio sarà completo mi occuperò io di voi.”
La donna tornò ad attaccarsi a Richter. Insieme salirono le scale. Ayato fece un passo avanti, ma Kanato fu più veloce: “Quel corpo è di Dory! Se non c’è lei fa parte della mia collezione! Tu devi stare all’inferno!”
“Così ti rivolgi a tua madre, Kanato?”
“Non ci disturbate, o vi accorgerete presto che nessuno di voi può competere con me.”
“Non saprei, zietto, ci riuscivo già da piccolo” fece candidamente Laito.
Richter ringhiò, ma continuò a seguire Cordelia in camera sua.
“Li lasciamo fare così?” domandò Subaru, stringendo i pugni.
“L’hai sentita … Appena il riveglio sarà completo … significa che non la possiederà ancora per molto” spiegò Reiji.
“Sempre troppo!” ribatté Ayato.
“Rivoglio la mia cugina” confidò Kanato a Teddy in un sussurro ben udibile.
“Aspettiamo, tornerà da sola” concluse Shuu.
“Nel frattempo, però, quella farà ciò che le pare” fece Laito guardando in su, in direzione della camera della madre.

Cordelia si sedette ad una sedia dopo aver rimosso il telo che la ricopriva. Si passò le mani sul viso e poi tra i capelli. Quella ragazzina … non stava un attimo zitta!
Mi senti, vero? Come hai potuto prendere il controllo?! Restituiscimelo! Li hai anche insultati, poi!
“Sì” mormorò lei. “È stato un errore. Sai, umana, so come ci si sente. Riesci a reagire solo quando percepisci un forte strimolo esterno. Ma pian piano si acquista forza. Tu sei avvantagiata perché …”
Perché tu sei una parassita! Non riuscirai mai a tornare del tutto in vita! Te lo impedirò!
“Queste sono solo minacce vuote. Io prenderò il tuo corpo, tornerò in vita e ucciderò Karl, così da diventare la regina dei vampiri.”
No … in un modo o nell’altro tu perderai” fece decisa Dory.
“Stai bene?” domandò Richter. Le posò una mano sulla spalla e Cordelia poggiò la testa sul suo braccio.
“Sì, caro. Si tratta solo di una fastidiosa zanzara che finirà schiacciata. Ma tu dimmi, anche così trovi che sia la donna più bella ed elegante?”
“Sempre, mia diletta.”
“E farai di tutto per me?”
“Resterò al tuo fianco per tutta l’eternità” disse piano lui, la sua voce molto più dolce di quando parlava con qualsiasi altro essere vivente.
“Non sei cambiato” sorrise lei.
Gli permise di baciarla. Fu un bacio lungo, a cui ne seguì un altro. Cordelia gli passava le mani fra i capelli, assaporando sensazioni che non provava più da molto tempo. Richter le fece scivolare una mano sulla gamba, ma lei lo respinse.
“Mi spiace, ma la mia presa non è molto forte. Se proseguiamo, lei tornerà prima.”
“Capisco” mormorò lui.
Aveva aspettato per quasi quattro secoli, qualche giorno in più non avrebbero fatto differenza. Solo il fatto di poterle di nuovo parlare lo appagava: finalmente il cuore di Cordelia batteva in un corpo compatibile! Molto presto la sua anima vi si sarebbe insidiata completamente e non sarebbe rimasta nessuna traccia della ragazzina.
“Cordelia, quali sono i tuoi piani per il futuro? Certo, uccidere mio fratello e chiunque ci contrasterà, ma riguardo noi?”
“Che vuoi dire?” chiese fredda lei, sottraendosi ad una carezza con la scusa di guardare fuori dalla finestra.
“Sai che vivo solo per amarti e servirti. Quando tutto sarà finito … potremmo sposarci. Tu governerai, tutti si inginocchieranno dinanzi a te, ed io farò in modo che tu continui ad essere felice. Mi basta starti vicino, aiutarti, sapere che mi ami …”
Richter la contemplò in attesa che lei dicesse qualcosa, o almeno che si voltasse a guardarlo. Ad un tratto le sue spalle iniziarono a sussultare. La ragazza si lasciò cadere sulla sedia piangendo. L’uomo si scostò, ogni traccia di tenerezza cancellata dall’irritazione.
“C- che cosa romantica” disse Dory fra le lacrime.
“Falla tornare” le ordinò minaccioso lui.
“No! E poi non saprei come fare … è così strano …”
Avvertiva ancora la presenza di Cordelia, chiara come non era mai stata fino ad allora. Era un po’ come essere ubriaca, solo che la mente non era ottenebrata dall’alcool, ma dalla volontà di quella donna orribile.
“Tu … è confuso, ma tu hai già avuto una moglie, vero?”
“Sì” rispose Richter, laconico.
“A lei dicevi certe cose?”
“No, non l’ho sposata per amore.”
“E lei ti amava?”
“No … come potrebbe?” fece lui, più a se stesso che a lei.
“Ti prego, Cordelia non ti ama! Le interessa sfruttarti, ascoltare i tuoi complimenti, nulla di più ... Tu sei diverso. Per favore, non …”
Richter le afferrò la gola e la serrò al muro. Il grido di Dory morì sul nascere. La ragazza posò le mani sul suo braccio cercando di allontanarlo, terrorizzata. Alzò lo sguardo su Richter, che si era chinato.
“Credi che mi importi di te? Non è così. Se fra tre giorni Cordelia non sarà te posso sempre ucciderti e trovare un’altra sposa. Assicurandomi di far fuori i miei nipoti sotto i tuoi occhi, prima.”
Il vampiro la mollò e dopo un ultimo sguardo minaccioso scomparve. Dory oscillò, sfinita. Appoggiandosi al muro o ai mobili, si avviò meccanicamente verso la sua stanza.
Capito, carina? Hai le ore contate” disse Cordelia, nella sua testa, con gioia crudele.
Se- se è vero … permettimi di stare con loro senza che tu ci sia …
Perché dovrei?
Così, quando sarà il momento, non mi opporrò. Prenderai il controllo senza lottare.
Cordelia non rispose subito. Intanto Dory aveva raggiunto la sua camera. Si mise sotto le coperte senza togliersi il vestito.
Li voglio salutare … ti prego …
E sia. Non mi sentirai. Tanto, non potrai fare molto in due giorni.
“Grazie …”
La ragazza chiuse gli occhi, esausta. Si addormentò all’istante.



***Angolo Autrice***
Ho sempre provato sentimenti contrastanti per Richter.
“Sai che vivo solo per amarti e servirti …”
Aw, che tenero! Un cucciolo innamorato!
“... Assicurandomi di far fuori i miei nipoti sotto i tuoi occhi, prima.”
Crepa bastardo!! XD
Il riferimento alla sposa di Richter deriva dalla fic di AnnyWolf99, Sara Sakamaki. Visto che stiamo collaborando ad una storia, l'ho inserito.
E poi i 4 secoli ... non si sa quanto tempo passa dalla morte di Cordelia all'arrivo di Yui, ma considerando le bambole di Kanato e che Shuu dice che è l'unica sopravvissuta al risveglio, devono essere passati parecchi anni.
Ci aspettano due capitoli dolciii!
A presto!
   
 
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