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Autore: Ghillyam    05/08/2017    3 recensioni
[Seguito de "La battaglia finale"]
Le Trix hanno conquistato Magix e hanno espanso il loro dominio sulla Dimensione Magica, portando dolore e distruzione. Torture ed esecuzioni sono all'ordine del giorno e sono gli innocenti a pagare il prezzo più alto,
[Dal testo]
La Strega passò con noncuranza davanti alle varie celle – alcune occupate da più di una persona – lanciando giusto qualche occhiata di qui e di là senza però far troppo caso a chi stesse effettivamente guardando. Attraversò il lungo corridoio, illuminato solo da delle torce, fino ad arrivare all'ultima in fondo davanti alla quale si fermò, guardando con un ghigno soddisfatto la ragazza stesa a terra che, se non fosse stato per il leggero tremore che la scuoteva, si sarebbe potuta dare per morta.
Genere: Angst, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aisha, Trix
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
- Questa storia fa parte della serie 'So darkness I became'
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Era passato un anno da quando le Trix avevano preso il controllo di Magix e dominavano incontrastate sul pianeta, spargendo terrore in ogni suo angolo.

Le Streghe avevano mantenuto fede alle parole pronunciate in seguito alla sconfitta delle tre scuole di magia ed avevano dato inizio ad un'epoca in cui persino camminare per le strade poteva essere pericoloso: criminali e banditi di ogni genere popolavano la città di Magix ad ogni ora del giorno ed è inutile dire quanto fosse grande il loro divertimento nel compiere qualsiasi tipo di atto spietato, portato ad impedire che per i cittadini ci fosse anche un solo giorno di tranquillità.

Ognuno di loro, ovviamente, rispondeva agli ordini delle Trix e ogni qualvolta queste decidessero che avevano bisogno dei loro servigi erano sempre tutti pronti a scattare; essere sottoposti ad un gruppo di Streghe non li disturbava, finché potevano dar sfogo alla loro cattiveria senza rischiare di essere puniti non avevano nulla in contrario al dominio delle tre.

D'altra parte le Trix li lasciavano liberi di scorrazzare ovunque gli andasse perché era anche grazie a loro che riuscivano a mantenere un controllo più stretto sulla situazione, senza rischiare di trovarsi all'improvviso con un gruppo di ribelli decisi a spodestarle; dopo aver assunto il comando, Icy, Darcy e Stormy erano state piuttosto chiare sul far capire a chi fosse passato il potere e non avevano perso tempo nel reprimere coloro che, invece, non la pensavano così. Per i primi mesi la piazza principale di Magix aveva assistito a varie esecuzioni e numerose fustigazioni, il messaggio era arrivato forte e chiaro: ribellatevi e la fine che vi aspetta sarà questa.

Delle tre studentesse brillanti non era rimasto più nulla, quel briciolo di compassione, se mai lo avevano avuto, era scomparso e non c'era più niente che potesse fermarle dal fare del male. Le segrete di Torrenuvola, dove si erano stabilite, erano un via vai continuo di prigionieri che entravano e uscivano e questi ultimi, per loro sfortuna, non erano mai in grado di farlo da soli; ad essere rinchiusi erano soprattutto piccoli gruppi di Specialisti con il compito di pattugliare le zone della città per cercare di tenere al sicuro il più possibile i cittadini dai Mostri d'Ombra, peccato che, dato il numero esiguo, ne erano spesso sopraffatti.

Saladin, Codatorta e numerosi tra gli Specialisti, dopo essere rimasti insieme a Fate e Streghe per un certo periodo, avevano trovato rifugio presso i Templari di Roccaluce, la prigione riabilitativa per criminali della Dimensione Magica, e lì stavano acquisendo nuove tecniche di combattimento per essere sicuri di avere una possibilità in più quando avrebbero attaccato le Trix o quando le Trix avrebbero attaccato loro.

Era proprio di questo che Icy, Darcy e Stormy stavano discutendo quel giorno nell'aula magna della scuola per Streghe davanti ad un tavolo pieno di cartine e mappe raffiguranti le varie zone della Dimensione Magica.

«Non possiamo permetterci di aspettare – stava dicendo Darcy con particolare enfasi, era da giorni che stava premendo riguardo quell'argomento – Quanto pensate che durerà ancora questa situazione? Due, forse tre anni, ma poi la gente sostituirà l'odio al terrore e penso proprio che avremo qualche problema.»

«Si, sorellina, abbiamo capito, ma allora proponi qualcosa invece di lamentarti e basta.» ribatté Stormy.

«Ci. Servono. Alleati. – scandì parola per parola la Strega delle Illusioni – Lo ripeto da tre settimane.»

«Tu trovali e io ti seguo.»

«Sei insopportabile.»

«Tu sei insopportabile.»

«Sei ancora una bambina che non capisce cos'è importante e cosa no.»

«Tu invece sei solo...»

Stormy fu interrotta bruscamente dal suono della mano di Icy, sbattuta violentemente sul tavolo, che rimbombò tra le pareti.

«Smettetela. Subito.» le riprese la maggiore, massaggiandosi le tempie cercando di alleviare il mal di testa che la stava tormentando.

«Darcy ha ragione – riprese, poggiando le mani sul tavolo e osservando con attenzione una mappa che ritraeva tutti i pianeti più importanti della Dimensione Magica – Dobbiamo muoverci velocemente e scherzare non serve a niente quindi diamoci da fare e concludiamo questa storia una volta per tutte.»

«D'accordo. Dunque: gli Specialisti si nascondo a Roccaluce, le Streghe, quelle che non sono qui, sono tornate sui loro pianeti e lo stesso vale per le Fate, fatta eccezione per quelle odiose, egocentriche, esibizioniste, irritanti, ridicole...»

«Stormy.!»

«Insulse Winx.» concluse la Strega delle Tempeste.

«Esclusi i pianeti minori abbiamo già controllato Zenith, Linphea, Melody e Solaria – elencò Darcy, segnando con un pennarello rosso le immagini dei pianeti nominati – Le fatine hanno pensato bene di non tornare a casa e a questo punto inizio a chiedermi se non abbiano deciso di rimanere sulla Terra.»

«Credi siano ancora a casa dei genitori di Bloom?»

«Non sarebbe insensato. Il nostro controllo si fa più debole via via che si allontana dalla Dimensione Magica e quello stupido mondo è sufficientemente lontano.» spiegò la Strega delle Illusioni con tono irritato.

«Non penso che rischierebbero di mettere di nuovo in pericolo Mike e Vanessa, hanno fatto un errore andando da loro per dirgli della morte della figlioletta e non lo commetterebbero ancora – replicò Icy come se fosse ovvio – In ogni caso sapere dove si trovano adesso quelle farfalle luccicanti non ha importanza – aggiunse la Strega del Ghiaccio – Dobbiamo concentrarci sui pianeti dove pensiamo ci possano essere dei buoni alleati.»

«Ho già considerato alcune possibilità» disse la mora, mostrando alla maggiore un elenco di nomi che quella iniziò a studiare scrupolosamente.

«Penso che non avremo problemi con Xperia, Daimonia e Moonader. Ho qualche dubbio su Sondris e Jermos, ma non sarà un problema convincerli.»

«Perfetto, che ne dite allora di una visita a sorpresa?» propose Darcy.

«Partiamo immediatamente.» concordò Icy.

«Andate voi, io ho appena avuto un'idea su dove potrebbero nascondersi le fatine.» disse invece Stormy, che aveva avuto un'illuminazione e si chiese perché lei e le sue sorelle non ci avessero pensato prima.

«Cosa vuoi fare?» indagò la Strega delle Illusioni.

«Ho intenzione anch'io di fare una visita inaspettata, nelle segrete però.» spiegò la minore.

«Ti sembra questo il momento per un tête-á-tête con... quella?» esclamò la Trix dai capelli color del ghiaccio, allibita dalla mancanza di interesse della sorella per la precaria situazione.

«Rilassati, questa volta farò la brava. Ho avuto un'idea interessante.» la rassicurò quella.

«Di che si tratta?»

«Ve lo dico dopo, adoro tenervi sulle spine.»

«Giuro che se è solo una perdita di tempo...» cominciò Icy, ma fu subito interrotta dal rumore della porta, chiusa pesantemente da Stormy, defilatasi come se niente fosse.

«È insopportabile.»

«Lo dicevo io.»


 

Stormy stava scendendo le strette scale a chiocciola che conducevano nelle segrete del castello con passo lento e cadenzato, come se si stesse dirigendo verso un qualsiasi altro posto che non fosse un luogo dove si trovavano rinchiuse delle persone, costrette a vivere – se quella si poteva davvero chiamare vita – nelle condizioni fisiche e mentali peggiori possibile.

Il rumore dei tacchi riecheggiava tra le spesse pareti di pietra, riempiendo il sinistro silenzio che albergava in quel posto; di tanto in tanto, l'unica cosa che lo interrompeva erano i gemiti di dolore o le urla strazianti dei prigionieri, sottoposti a numerose torture, sia che esse fossero inflitte per ottenere informazioni sia che fossero semplicemente il frutto di una giornata particolarmente noiosa per le Trix.

La Strega passò con noncuranza davanti alle varie celle – alcune occupate da più di una persona – lanciando giusto qualche occhiata di qui e di là senza però far troppo caso a chi stesse effettivamente guardando. Attraversò il lungo corridoio, illuminato solo da delle torce, fino ad arrivare all'ultima in fondo davanti alla quale si fermò, guardando con un ghigno soddisfatto la ragazza stesa a terra che, se non fosse stato per il leggero tremore che la scuoteva, si sarebbe potuta dare per morta: la pelle era scura e, anche se nella penombra non si vedeva chiaramente, livida in più punti. I lunghi capelli mori, già ricci per natura, erano pieni di nodi e incrostati dal sangue, ormai rappreso, di una profonda ferita inflittale da Darcy. Non portava né scarpe né calze e i suoi abiti erano quasi del tutto ridotti a brandelli. L'unica cosa che le permetteva di non morire per il freddo era una misera coperta grigia, trovata sul pavimento e lì da chissà quanti anni.

La giovane si trovava lì ormai da quattro mesi ed era finita in quella terribile situazione mentre cercava di sfuggire alle Creature d'Ombra, che aveva incrociato non appena aveva messo piede a Magix; si era recata poche volte sul pianeta e per lo più quando era piccola, ma quando aveva sentito della minaccia che lo opprimeva era scappata di casa decisa ad aiutare per quanto le fosse possibile. Peccato che avesse fatto male i suoi calcoli e si fosse trovata prigioniera delle Trix immediatamente. Inizialmente le tre Streghe pensavano che potesse avere qualche informazione utile riguardo i loro nemici, ma quando avevano capito che non sapeva niente o che, in ogni caso, non avrebbe parlato l'avevano lasciata perdere e se ancora si trovava lì, viva per altro, era solo per il personale divertimento di Stormy, assai entusiasta di aver trovato un giocattolo con cui divertirsi.

Con un movimento della mano, la Strega annullò l'incantesimo che proteggeva le sbarre da eventuali attacchi magici o manomissioni ed entrò nella cella, facendo sussultare la prigioniera, che con uno sforzo che le richiese più energia del previsto si rannicchiò contro la parete, cercando di farsi il più piccola possibile. La reazione della Fata scatenò l'ilarità di Stormy che scoppiò a ridere, ma nella sua risata non c'era allegria.

«Non dirmi che sei spaventata, fatina. Dov'è finita tutta la tua spavalderia?» domandò retorica la Trix, tornando improvvisamente seria ed avvicinandosi minacciosamente alla ragazza, che, se possibile, si ritrasse ancora di più.

«Be', hai scelto il momento migliore per esserlo perché ho un'importante domanda da farti e sarà meglio che tu mi risponda, e alla svelta.» continuò quella, chinandosi fino a trovarsi alla stessa altezza della ragazza.

Con una mano le scostò una ciocca di capelli dal volto, scoprendo lo zigomo destro tumefatto, poi le si accostò all'orecchio e sussurrò «Credimi, non vuoi farmi perdere tempo.»

«C-come se... non avessi già dato il peggio di te.» ribatté la Fata con voce roca, dovuta alla mancanza d'acqua e al freddo costante.

«A quanto pare non hai ancora perso il tuo caratterino. Vediamo se così ti smuoverai un po', Aisha.»

Detto questo la Strega si mise in piedi e afferrò bruscamente Aisha per i capelli, facendola gemere per il dolore, e altrettanto bruscamente la buttò a terra; il mento della Fata sbatté contro il pavimento e subito la ragazza si sentì invadere la bocca dal sapore ferroso del sangue.

Sferrandole un calcio sul fianco, Stormy la costrinse a voltarsi poi la bloccò a terra con l'aiuto di catene, sbucate magicamente dal pavimento, che le legarono polsi e caviglie, impedendole di muoversi. La Trix la sovrastò e si sedette sopra di lei, appoggiandosi al suo ventre e tenendo piegate le ginocchia in modo che fossero poggiate al pavimento.

La Fata provò a divincolarsi, ma i suoi tentativi furono inutili e, anzi, provocarono una nuova risata della Strega, che sembrava divertirsi un mondo.

«Dove si trovano le Winx?» chiese Stormy, con un tono che faceva presupporre tutto fuorché buone intenzioni nel caso la risposta non fosse stata quella desiderata.

«Te l'ho detto. N-non lo so.»

«Non mentire, la mia pazienza si sta esaurendo.» l'ammonì la Strega delle Tempeste, che proprio in quel momento fece comparire tra le sue mani un pugnale dalla lama decisamente affilata con cui iniziò a giocherellare.

«Io non so niente.» ribadì Aisha, che però alla vista dell'arma non aveva potuto fare a meno di lanciarle un'occhiata spaventata.

«In tal caso...»

Stormy strinse il pugnale con più forza e colse la Fata alla sprovvista quando iniziò ad incidere sul suo viso quello che doveva essere una specie di simbolo, dati i movimenti della lama; la ragazza non riuscì a trattenere le urla di dolore e provò nuovamente a sottrarsi a quella tortura, ma la presa della Trix era salda e sembrava non avere alcuna intenzione di lasciarla andare senza prima aver finito il suo lavoretto.

Quando una lacrima silenziosa le bagnò il volto, avvertì la mano di Stormy fermarla prima che toccasse terra e sentì la Strega deriderla «Sei patetica, fatina. Piangere non ti porterà da nessuna parte, potrebbe farlo invece dirmi dove si nascondono quelle quattro farfalline.»

Aisha non rispose e si limitò ad appoggiare la testa al pavimento, in un gesto di rassegnazione; non aveva più le forze per continuare a fronteggiare Stormy con caparbietà. Sentiva il sangue scivolarle lungo la guancia e la ferita sembrava bruciare . Era un dolore intollerabile e non era più in grado di sopportare tutto quello, ma non poteva cedere.

«Finora siamo state clementi – affermò la Strega delle Tempeste – Ma adesso basta.»

Il tono della Strega non era mai stato tanto serio e Aisha iniziò a temere seriamente che quella per lei sarebbe stata la fine, tuttavia non voleva farsi vedere sconfitta e trovò la forza di replicare «Uccidimi allora.»

«Ucciderti? E dove sarebbe il divertimento?»

Quelle parole spiazzarono completamente la Fata.

«Io non ho intenzione di ucciderti, non ora almeno. Io e le mie sorelle vogliamo sapere dove trovare le Winx e tu sai dove sono, sarebbe tutto molto più semplice se ce lo dicessi e basta, ma tu rendi tutto così complicato che non mi lasci altra scelta. Mettiamola in questo modo: o mi dici dove si nascondono o, per ogni giorno che passerà senza che tu dica niente, uno degli altri prigionieri morirà al posto tuo.»

In quel momento la corazza di Aisha crollò definitivamente e la Fata non riuscì più a trattenere le lacrime, che subito le rigarono il viso, procurandole un forte bruciore nell'istante in cui entrarono in contatto con la ferita; non capiva come delle ragazze, perché, alla fine dei conti, prima di essere Streghe e assassine le Trix non erano che delle ragazze, potessero essere tanto crudeli e spietate. Come riuscivano a guardarsi allo specchio sapendo di star procurando tanto dolore? Come potevano minacciare di morte delle persone innocenti e poi dormire tranquille?

Erano quesiti a cui non riusciva a dare risposta e probabilmente non ne avrebbe mai trovata una. In quel momento l'unica cosa che sapeva con certezza era che non poteva permettere che degli innocenti pagassero un prezzo così alto per colpa sua; fino ad ora non aveva rivelato nulla perché l'unica vita in gioco era la sua e in quella situazione ci si era ficcata da sola, ma non avrebbe permesso che fossero altre persone ad andarci in mezzo.

«Andros – sussurrò, senza riuscire a guardare la Strega negli occhi – Si trovano su Andros.»

Stormy sorrise soddisfatta e non si fece problemi ad infierire «Pensa a quanto saranno fieri mamma e papà nel sapere che la loro principessina ha venduto così il proprio pianeta.»

«Come fai a sapere che sono la principessa di Andros?!» esclamò Aisha, sicura di non aver mai confessato quali fossero le sue origini per paura che le Trix avrebbero capito subito che i suoi genitori stavano proteggendo la preside di Alfea insieme alle sue Fate.

Andros era sempre stato difficile da raggiungere e spesso per questo non lo si prendeva in considerazione, ma era stata proprio la sua lontananza dagli altri pianeti che aveva spinto Faragonda a sceglierlo come rifugio.

«Solo qualcuno con un popolo da difendere sarebbe così stupido da addentrarsi nella tana del lupo senza pensare alle conseguenze.» spiegò Stormy, accompagnandosi con una risata che fece accapponare la pelle alla ragazza.

La Trix, ottenuto quello che voleva, liberò la Fata dalle corde e si rimise in piedi, notando che il rosso dei suoi guanti era accentuato da quello del sangue della Fata e, lanciando un'ultima occhiata verso di lei, disse «Spero che il mio regalino ti sia piaciuto.»

Dopodiché richiuse la porta della cella e rinnovò gli incantesimi che la circondavano, lasciando Aisha sola e tremante nell'oscurità delle segrete.

NdA: Hola!!!! Allora, dato che in questo periodo non me ne esce proprio di andare avanti con la stesura del nuovo capitolo di "Una fantasia molto più che reale" e visto che avevo voglia di pubblicare qualcosa di nuovo ho optato per questo. Spero che la OS vi sia piaciuta perchè ne è prevista una terza e non vi lascerò in pace finchè non avrò finito. Aspetto le vostre opinioni!

   
 
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