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Autore: Poeta di Arras    05/08/2017    0 recensioni
Questa storia fa parte (ma ne è slegata) di una serie di racconti introspettivi che i prefissano di raccontare l'anima umana nei suoi caratteri più complessi, quelli emotivi.
Nel caso specifico, l'anima in analisi appartiene a quella di una non meglio identificata persona che ripara gli aquiloni che non avviene, appunto, descritta in alcun modo nelle sue caratteristiche fisiche (non sappiamo, ad esempio, se a parlare sia un uomo o una donna) e che ci racconta il mondo che vede, attraverso il personalissimo filtro della sua sensibilità.
Buona lettura.
P.S. Invito, inoltre, a passare dalla pagina Facebook del Poeta di Arras, per tante nuove avventure, al seguente link: https://www.facebook.com/ilpoetadiarras/
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riparava gli aquiloni; non aveva mai fatto altro nella sua vita (e probabilmente null'altro sapeva fare) e se ne vantava.
Aveva ricevuto in dono dal caso l'abilità più bella, in quella vita modesta passata tra i vichi stretti che disgiungevano sgarbati quelle casupole in pietra cocente che risplendevano dell'amore degli abitanti, i quali, con atavica generosità, si passavan per la finestra un poco di sostentamento.
La sua educazione erano stati il pane raffermo sulla tavola e il sole che brucia la pelle nelle lunghe giornate nei campi.
Ora, dalla vetrinetta opaca della sua piccola bottega, spiava un mondo che non riconosceva: quello dell’infanzia era sfuggito dalle sue mani senza che se ne accorgesse.
Ma tant'è aveva fatto la sua parte per il mondo, crescendo, col suo mestiere, generazioni di sognatori.
I bimbi dai volti variegati che entravano nella sua bottega, lacrimando per l'amico caduto, ne uscivano, poi, sorridenti per quella resurrezione e di nuovo quel variopinto compagno di giochi poteva portarli in alto.
I loro sogni, ne aveva la convinzione, non avevano bisogno delle ali di un aquilone per arrivare lontano; ma ne aveva la loro autostima di piccoli adulti alla scoperta del mondo che, una volta ultimata, gli avrebbe lasciato ben poco di cui sognare.
Quel giorno la creatura che si presentò in bottega era di certo la più inusuale e curiosa.
Si affacciava a malapena di sopra al bancone, il corpicino squassato dai singhiozzi, e le sue dita stringevano gelosamente quello scrigno che custodiva il più prezioso dei tesori: non certo un aquilone, ma non meno capace di far librare la fantasia!
Dei bulli si erano accaniti prima sulla creatura e poi sul libro, riducendolo a brandelli.
Quella volta, però, purtroppo l'esperienza vegliarda non poteva andare in soccorso a nessuno dei due.
“Lo può riparare?” chiese
“Posso fare di meglio” sorrise di rimando: “Posso sostituirlo con il libro più bello che sia stato mai scritto”.
E sparendo per un attimo dietro al bancone ne tornò con un bel libro di pagine bianche. 
   
 
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