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Autore: Restart    05/08/2017    0 recensioni
Zayn ha appena trentasei anni quando perde tutto: la fidanzata, il successo, i soldi. 
E la sua cosa più preziosa: la voce. 
Sarà compito di Emily rimetterlo in sesto e farlo sentire nuovamente amato. 
Perché loro si sono amati, si amano e continueranno a farlo per sempre.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diario di bordo di Emily Callie Ford per la nascita del pupo/della pupetta
3 dicembre
Oggi abbiamo scoperto che sei un mostriciattolo femmina. Papà ha quasi pianto nel vederti nelle immagini dell’ecografia che gli ho portato. Mi ha stretto forte e ha detto che aveva già in mente un nome bellissimo.
Me lo sono fatto dire e inevitabilmente siamo entrati in contrasto, perché io ne avevo in mente un altro.
Ma le scelte sono diventate tre, perché ci si è messa di mezzo anche tua nonna Caroline che ha proposto il suo secondo nome. Comunque, dicevamo, le tre scelte.
Io pensavo a Grace (tua sorella doveva chiamarsi così, ma poi Jesse ha tirato fuori Chyler ed era così bello che abbiamo scelto quello).
Papà a Emma e nonna a Monica.
Credo che riuscirò a scegliere quando vedrò il tuo visino.
*
Febbraio
Zayn rientrò tardi quella sera. Era mezzanotte passata e fuori era un freddo glaciale. Quando mise piede in casa sentì un caldo torpore invaderlo e le mani cominciarono a scongelarsi piano piano. Trovò Emily addormentata sul divano e col telecomando in mano, mentre l’altra la teneva appoggiata sul pancione che iniziava ad essere scomodo. Aveva la bocca aperta e russava appena. Sorrise appena nel vederla. Gli era mancata così tanto in quei giorni che era stato fuori città per la promozione di Her. Le lasciò un bacio sullo zigomo lentigginoso e lei arricciò il naso.
«Bentornato» biascicò con la bocca impastata dal sonno. Gli detto un bacio sulla bocca e gli strinse le braccia al collo. «Come sei bello».
«Anche tu sei bellissima» la baciò ancora e le accarezzò il viso. Rimasero qualche minuto lì ad apprezzare la presenza dell’altro. Avevano aspettato così tanto per quei momenti intimi e adesso se li volevano godere per bene.
«Andiamo a letto?» chiese prima di mettersi le pantofole e ciabattare fino alla camera al primo piano.
«Amore dovremmo fare una camera al piano terra. Tra poco sarò gigantesca e non ce la farò a montare le scale» urlò lei dal piano superiore. Zayn sorrise tra sé e la raggiunse.
Marzo
Il telefono di Zayn emise un bip. Lui lo prese e distrattamente lesse il messaggio.
Sam:
Pranziamo insieme oggi??

Ci mise troppo poco tempo a rispondere con un frettoloso “sì”.
S’incontrarono in una piccola brasserie bretone nel centro della città. Sam era già arrivata in anticipo. Era una delle cose che preferiva di più della sua bassista. L’aveva trovata seduta sulla sedia di legno impagliata, i capelli castani legati in una coda confusa, i jeans aderenti infilati dentro gli stivaletti neri di pelle e la camicia bianca. Aveva anche il cappotto scuro ben stretto addosso e la sciarpa di lana viola, che le aveva regalato lui per il compleanno, avvolta attorno al collo esile. Si era messa gli occhiali da vista e leggeva attentamente il menu. Sorrise nel vederla. Sam era sempre un’esplosione di energia. E di disordine. Ma era per questo che gli piaceva così tanto. L’aveva colpito fin dal primo momento in cui aveva incrociato i suoi occhi color nocciola nascosti da un paio di lenti da vista.
Si avvicinò a lei e la salutò con un frettoloso bacio sullo zigomo spigoloso.
«Sai già che prendere?» lei annuì con foga.
«Le crêpes galettes con le coquilles di Saint Jacques sono deliziose qui» sorrise mostrando due file di denti bianchissimi. Lui nel vederla sorridere sentì il pizzicore all’altezza dello stomaco farsi sempre più insistente.
*
Aprile
Il telefono di Anne squillò varie volte quella mattina. La prima quando stava dando da mangiare a Eddie e il cellulare era in camera. La seconda quando era sotto la doccia. Alla terza rispose.
Dall’altro capo si sentivano solamente dei singhiozzi sommessi. Anne si allarmò.
«Em tutto okay?» chiese e non ottenne risposta se non un altro singhiozzo.
«Vengo da te» tagliò corto la bionda e buttò il cellulare in borsa. Infilò Eddie nell’ovetto e lo sistemò in macchina. In dieci minuti era davanti alla casa di Emily. Usò le chiavi che l’amica le aveva dato in caso di emergenza ed entrò velocemente. Trovò l’altra seduta sul divano a guardare il televisore spento. Due lunghi righi neri solcavano le sue guance lentigginose. Tirava su col naso e continuava a tenere lo sguardo fisso sul muro opposto. Anne lasciò Eddie sulla poltrona insieme a qualche giocattolo.
Si sedette accanto alla sua migliore amica e la strinse in un abbraccio. Lei si lasciò andare e chiuse gli occhi.
Passarono parecchi minuti così, senza riuscire a spiccicare una parola.
Alla fine fu Emily a tirarsi su di scatto e pulirsi il viso.
«Sono una terribile ospite, vuoi qualcosa da bere? Dovrei avere ancora un po’ di Earl Grey» si avviò in cucina con passo lento a causa della gravidanza ormai alla fine. Anne la seguì piano, osservandola con preoccupazione. Si appoggiò allo stipite della porta la guardò a lungo. Lo sapeva che c’era qualcosa che non andava già da qualche giorno. Zayn aveva prolungato la sua permanenza a Parigi più del necessario. Sentiva che stava tradendo la sua migliore amica. E lei l’aveva scoperto.
«Emily sputa il rospo» disse con tono autoritario la bionda. L’altra poggiò la tazza-souvenir di Edimburgo sul ripiano della cucina e la guardò con gli occhi sul punto di ricominciare a buttare fuori lacrime.
«Lo sento distaccato, Annie. Non gliene importa più di me, né della bimba. Non gliene frega niente della sua famiglia» piagnucolò stropicciandosi il viso con le mani pallide. «Mi sta tradendo, me lo sento». Dirlo ad alta voce fece ancor più male di tutte le volte che lo aveva sospettato. «Mi sta trattando come Ellen. Lui non vuole la tranquillità di una vita senza troppi sconvolgimenti e si è annoiato di me. Mi sta lasciando da sola con una bambina».
Anne era rimasta in silenzio senza saper cosa dirle, come confortarla. Le faceva così male vederla così distrutta. Erano ormai qualche settimana che Zayn cercava tutti i modi per starle alla larga. E questo non faceva altro che aggravare il disprezzo che l’ortopedico provava per il cantante.
«Andiamo a fare un giro a St. James’s Park. Ti farà bene» propose e senza aspettare risposta, prese il cappotto di lana leggero dell’amica e glielo porse.
Mezz’ora dopo stavano passeggiando per le viottole asfaltate del grande parco davanti a Buckingham Palace. Un frizzante vento primaverile sfiorava i loro volti. Annie aveva avuto ragione: le stava facendo bene un giretto nel suo posto preferito. Parlavano di Eddie, della bimba che stava per arrivare e di quanto fosse contenta di avere un altro figlio.
Proprio non si aspettavano di incontrare qualcuno di loro conoscenza lì.
*
Ian aveva deciso di andare a correre più tardi quella mattina. Non era sua abitudine, visto che ci andava sempre verso le otto. Ma quella mattina era stato inspiegabilmente occupato fino alle dieci ed era stato costretto ad infilarsi le scarpe da corsa verso le dieci. Decise anche di cambiare il posto e si diresse verso Buckingham Palace che in realtà era più vicino alla sua casa a Myfair di quanto non fosse Hyde Park.
Mentre correva spensierato, con Bohemian Rhapsody nelle orecchie, qualcosa gli dette nell’occhio. Dei capelli rosso fuoco, legati in una morbida treccia che scendeva sulla schiena. Era davanti a lui e l’avrebbe potuta riconoscere tra migliaia.
«Emily!» la chiamò a gran voce. Lei si fermò e si girò. Aveva un bel sorriso ad arricciare le sue labbra piene.
«Ian, che piacere!» si diresse verso di lui con le braccia aperte e per poco a lui non prese un colpo. L’abbracciò e lui rispose poco calorosamente.
«Wow, da quanto tempo non ti vedevo? Che sorpresa!» si congratulò guardandole il pancione e occhi sbarrati. Ad occhi e croce doveva essere di otto o nove mesi. E sicuramente l’ultima volta che erano andati a letto insieme erano otto mesi prima.
Emily parve non farci caso e si accarezzò dolcemente la pancia. «Sono di otto mesi, siamo agli sgoccioli orma…» le parole le si gelarono in gola. Alzò in fretta gli occhi verso quelli scuri di Ian che aveva la sua identica espressione. «Cazzo» bisbigliò. Nel frattempo Annie aveva indietreggiato e aveva salutato calorosamente Ian. Ma si era fermata appena aveva visto i loro sguardi terrorizzati.
«Cos’è successo…?» chiese, ma nessuno rispose. Rimasero così per altri secondi, entrambi che non sapevano che dire, entrambi con il cuore che gli pulsava veloce nel petto.
«Non hai mai fatto nessun test…?» domandò lui, ma Emily lo fulminò con lo sguardo.
«Ma secondo te? Ero fidanzata, cioè sono, con Zayn, mi mettevo a pensare a quelle cose?» lo attaccò senza rendersi conto di aver alzato troppo il tono di voce. Nel frattempo Anne era senza parole. Le sembrava di essere finita in una scena di una brutta soap opera.
«E adesso non puoi farne?» tentò lui, ma lei scosse la testa.
«Devo aspettare la nascita della bambina. Anche se allora sarà abbastanza evidente, non so se hai mai visto Zayn»
«Già» asserì lui sconsolato. «Non ci resta che aspettare dunque?» Emily annuì macchinosamente e riprese a camminare. Gli altri le andarono indietro senza proferire parola.
Qualche sera dopo a cena da Emily c’erano Anne, Jesse, Eddie, Chyler e Caroline.
Stavano tutti bene. Chiacchieravano, ridevano, erano una grande famiglia allargata. Jesse aveva annunciato che aveva parlato con il suo avvocato per annullare l’affidamento esclusivo di Chyler e aveva proposto un brindisi dicendo che presto la bambina sarebbe stata presto in affidamento congiunto.
Emily si sentiva finalmente felice.
Anne portò in tavola il semifreddo alle arance e cioccolato che aveva comprato quel pomeriggio e tutti mangiarono con gusto. Quando le mancavano giusto due cucchiaiate per finire la sua fetta, sentì i piedi umidi. Guardò con terrore in basso e notò di essere bagnata. Alzò lo sguardo verso gli altri commensali, ancora ignari della grande notizia.

«Mi si sono rotte le acque» annunciò con la voce tremante. Improvvisamente calò il silenzio. Si sentiva il gongolare divertito di Eddie che picchiava la giraffa di peluche sul tavolo. Emily guardò Chyler che era sbiancata più degli altri, le prese il viso tra le mani e sorrise. «Stai per avere una sorellina». La bambina sorrise.
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Innanzi tutto scusate il ritardo, ma sono stata senza WiFi per oltre una settimana.
Del capitolo c'è da dire molto poco, come potete vedere Zayn ha qualche tentazione che non passa inosservata agli occhi di Emily... vedremo come andrà avanti la cosa;) 
In più nella testa della nostra protagonista s'insinua un dubbio che potrebbe essere anche ben fondato... eheh
Ho già pronti i due capitoli successivi e sto lavorando sul 28. Il 26 e il 27 arriveranno non prima di lunedì perché sarò nuovamente senza internet in casa.
Quindi niente, un abbraccio sudaticcio e alla prossima!
Claudia
 
   
 
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