Crossover
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Autore: Ash Visconti    05/08/2017    4 recensioni
Europa, inizi del secolo XI: in pieno medioevo due cavalieri d’oro, Crysos dei Pesci e Acubens del Cancro indagano su alcune attività sospette di cavalieri rinnegati, ma ben presto si troveranno coinvolti in un’avventura che coinvolgerà loro e il misterioso Regno Argentato ed il Regno Dorato.
Crossover tra Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco e Sailor Moon. Nota AU inserita per il fatto che due universi condividono lo stesso universo.
Da un'idea originale di Suikotsu autore qui su EFP. La storia è da considerarsi in continuity con la sua fic "Le guerre degli dei". Non è necessario aver letto le sue fic per comprendere questa fic.
AVVISO: STORIA PER IL MOMENTO INTERROTTA.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17 - Endymion e Serenity



Un giorno la Principessa Serenity, vinta da una grande curiosità, decise di andare sulla Terra.
Sapeva che nessuno nel Regno Lunare avrebbe mai permesso una simile azione, nemmeno le sailor guardiane né tantomeno sua madre, così decise di andarsene di nascosto, fare un breve giro e poi tornare.
Nessuno si aspettava una tale azione dall’erede del Regno Lunare, benché avesse in precedenza fatto commenti curiosi su quel pianeta azzurro-verde che si vedeva dal satellite, quindi fu facile per lei eludere ogni sorveglianza ed usare il teletrasporto per andare sul mondo degli umani.
Prima di partire promise a sé stessa che sarebbe stata poco sul pianeta, poi sarebbe tornata a casa.
Quando la luce bianca della magia di teletrasporto svanì, agli occhi della Principessa apparve un paesaggio verde ed alberato, in lontananza si scorgeva la spiaggia di un mare.
Era una giornata mite ed il sole  era alto nel cielo, e Serenity guardava ammirata le bellezze della natura.
In lontananza, verso occidente, scorse una grande città dai tetti d’oro e rimase a fissarla con curiosità: che luogo era e quali uomini ci abitavano?
Mentre stava a riflettere, udì in ritardo il galoppo di un cavallo.
D’istinto provò a nascondersi e d’un tratto si trovò davanti il proprietario del cavallo, che frenò bruscamente l’animale per non investirla.
Serenity si trovò per la prima volta davanti a un terrestre: un giovane alto e di bell’aspetto, ben vestito, con il mantello ed armato di spada.
Senza saperlo aveva davanti il Principe Endymion, erede del Regno Dorato, che era solito cavalcare da solo a quell’ora del giorno nei dintorni della sua città natale.
Rimasero a fissarsi a lungo, lei stupita nel trovarsi inaspettatamente faccia a faccia con un terrestre, lui stupito da quell’incontro inatteso con una bella giovane riccamente vestita ed inspiegabilmente sola lì all’aperto.
Ma poi il momento di stupore passò in parte, tanto che Endymion chiese a quella strana sconosciuta:
“E voi chi siete? Come mai una nobile come voi gira completamente da sola? Soprattutto fuori dalla città?”
Data la fattura dell’abito che indossava, i gioielli, e l’aspetto curato che presentava, Endymion aveva dato per scontato che la sconosciuta fosse di sicuro una nobile.
“Io…” Serenity era indecisa. Che dire? Che fare?
“Ebbene? Che fate qui fuori da sola?”
Endymion scese da cavallo e guardò la giovane con più attenzione: non gli pareva affatto familiare e non ricordava di aver visto il suo volto tra i nobili del regno.
“A quale famiglia appartenete? Non mi sembra di avervi mai visto prima d’ora”.
Serenity restò muta. Non sapeva proprio che fare. Stava già cominciando a pensare di andarsene via col teletrasporto, quando quello insistette:
“Ebbene? Avete perso la parola? Si può sapere chi siete?”
“Io… mi chiamo Serenity”. Disse alla fine.
“Serenity?” Endymion corrugò la fronte. “Non mi suona familiare questo nome, a quale famiglia appartenete?”
“Io… Ecco, non sono di qui”.
“Come sarebbe?”
Endymion fece un passo avanti. Ma Serenity fece due passi indietro, con inquietudine nello sguardo verso quello sconosciuto.
Notandolo, Endymion tirò fuori un sorriso rassicurante.
“Non abbiate paura. Siete una straniera, avete detto? Io sono Endymion, Principe del Regno Dorato” ed accennò alla città sullo sfondo.
“E’ qui che siete diretta? Dov’è il vostro gruppo?”
“Sono… da sola”.
Il principe lo guardò ancora più confuso.
“Come “da sola”? Ma chi siete?”
“Sono… Una straniera” disse Serenity preferendo tacere sulla sua vera identità.
“Risposta vaga”.
“E non posso dire altro”.
Endymion inarcò un sopracciglio, sempre più confuso, mentre Serenity decise di levare i tacchi; l’escursione sulla Terra poteva anche concludersi lì.
“Perdonatemi, Principe, ma devo andare!”
In un attimo fu avvolta da una luce bianca.
“Aspetta! Ma chi… ”
E svanì in un lampo di luce.
“… sei?”
 
 
Endymion pensò spesso a quell’incontro nei giorni seguenti. Chi era mai quella misteriosa donna? Non disse nulla a suo padre, a sua madre od ai suoi amici, per qualche motivo che non capiva nemmeno lui, preferì tenerlo per sé quell’evento.
Nei giorni seguenti quando usciva da solo dalla città, si recava a cavallo al boschetto quasi volesse ritrovare quella giovane dai capelli biondi.
Tuttavia non trovava nessuno.
“Bah, probabilmente non la rivedrò mai più, inutile tormentarsi”, fu quello che si disse.
E fu con grande sorpresa che, il giorno dopo aver pensato questo, ed essersi convinto di questo, ritrovò quella giovane nello stesso boschetto.
“Tu? Perché sei tornata qui?”
Serenity ricambiò il suo sguardo stupito con uno identico.
“Ecco… Questa città mi incuriosiva… E, quindi ne volevo sapere di più”.
“Mh, immagino che ora mi chiederai di farti da guida?”
“Oh, mi farebbe piacere!” Esclamò lei con un timido sorriso. “Tuttavia, ti sarei grata, se non entrassimo in città e restassimo qui”.
Endymion scese da cavallo.
“Hai modi cortesi, sicura di non essere una nobile?”
“Vengo da una famiglia elevata.”
“Ancora una risposta vaga”, le fece notare Endymion, senza particolare rimprovero nella voce, per poi osservarla attentamente. “Serenity giusto? Cosa ti fa credere che io, un perfetto sconosciuto, non sia pericoloso?”
Serenity rimase un attimo in silenzio prima di rispondere.
“Non lo sei”.
“E cosa te lo fa pensare?”
“So che sei una brava persona. Lo sento dal cuore”.
Il Principe la osservò a lungo prima di sorridere.
“Sei una donna piena di sorprese, Serenity…”
 
 
I due si frequentarono per molti giorni, sempre di pomeriggio, nei momenti in cui Endymion cavalcava da solo, fuori dalle mura, ritagliandosi del tempo in quei momenti in cui il Principe era fuori dalla città, al riparo da sguardi indiscreti.
Passeggiando nel boschetto parlavano tranquillamente: dopo l’iniziale diffidenza, avevano visto l’uno nell’altra delle brave persone, oneste e gentili.
Endymion aveva parlato molto di sé e del regno, ma in sé desiderava scoprire il segreto di quella misteriosa straniera che appariva e spariva in un lampo di luce per tornare alla sua presunta casa.
“Ho fatto una scommessa con me stesso, sai? Scoprire cosa mi stai nascondendo su di te”.
Serenity lo guardò pensierosa.
“Oh… Pensi forse che io sia… pericolosa?”
“La verità? Voglio solo capire chi sei tu”.
“Temo che non porterai a termine ciò che hai scommesso”.
“Andiamo, io ti ho detto tutto quello che c’è da sapere su di me, eppure tu, a parte il tuo nome, non mi hai detto niente di te”.
“Vorrei mantenere il segreto, se non ti dispiace. Sappi solo che vengo da molto lontano”.
“Me l’hai già detto”.
“Lo so, e per il momento non aggiungerò altro”.
Il Principe sospirò.
“Ma chi sei, Serenity? Una maga? Uno spirito della foresta?”
Ancora una volta la donna preferì non rispondere, ed ancora una volta, alla fine della giornata, si salutarono, ma Lei disse: “A presto”.
“A presto”.
E quando tornò a casa, Endymion ammise tra sé che si sentiva irresistibilmente attratto da quella misteriosa giovane che frequentava da giorni: pensava spesso a lei nei momenti in cui non la vedeva, e quando la rivedeva provava una felicità insolita.
 
 
Più il tempo passava, più ognuno provava piacere nel stare in compagnia dell’altro, al punto che, una volta, in un momento in cui erano entrambi rilassati ed allegri, Endymion mosso da un impulso che non riuscì a frenare, baciò sulla bocca la donna.
Serenity rimase sorpresa da un simile gesto, ma, quasi d’istinto, chiuse gli occhi e rispose.
Fu una sensazione così nuova e strana che vi si perdette beatamente… finché non tornò pian piano in sé e, sbarrando gli occhi, lo allontanò con una spinta, staccandosi da lui.
Serenity lo fissava scioccata, mentre lui, prima perplesso, cominciò a provare ben presto vergogna per il gesto.
“Oddei… Serenity, mi dispiace, io non…”
Per un po’ lei non rispose, tanto che Lui riprese:
“Serenity… io mi spiace molto per il mio gesto, ti giuro che non so cosa mi è preso…”
“E’… E’ tutto a posto”, affermò Lei ritrovando la voce.
“A posto? Ma sono stato estremamente scortese! T-ti prego di accettare le mie più sentite scuse, e…”
“Le accetto, non agitarti” disse lei.
“M-ma... Resta comunque il fatto che io…”
“Endymion, ho detto che accetto le tue scuse. Era solo un bacio, non agitarti. Non parliamone più d’accordo?” propose la donna alzando una mano per interromperlo.
Quando si rividero di nuovo, Endymion fu intimamente molto felice: nei giorni precedenti aveva temuto che la donna non lo volesse più vedere a causa del suo gesto.
“Ma che mi prende? Nessuna donna nel Regno mi fa sentire così…"
Invece Serenity ammise tra sé di sentirsi sempre più attratta da quel giovane. Eppure… un terrestre? Un terrestre suscitava il suo interesse? Certo, era assurdo: non c’erano giovani migliori nel Silver Millennium? Eppure, era un terrestre, non un lunare, l’uomo che suscitava i suoi interessi!
 
 
Infine, un giorno di quegli appuntamenti, Serenity decise di rivelare al Principe la sua vera origine.
Come si aspettava Lui rimase molto sorpreso nel sapere che quella bella giovane era un abitante della Luna, di quel regno misterioso di cui si parlava spesso nel regno. Inoltre apparteneva ad una famiglia reale come lui, alla faccia delle coincidenze!
A Serenity fece piacere nel vedere che, per quanto stupito, Endymion accettò senza troppi problemi la cosa.
“Sai…” disse, “Sono molto colpito nell’aver potuto conoscere una lunare…”
“Anch’io potrei dire lo stesso sai? Non circolano belle voci sulla Luna riguardo i terrestri”.
“Oh. Anche qui…”
Serenity lo fissò colpita.
“Anche qui?”
“Già, girano un sacco di storie sul Regno della Luna e… beh, non sono carine”.
“Cosa dicono di noi?”
“Che… No, meglio che tu non lo sappia” affermò con imbarazzo il Principe.
“Ed invece voglio saperlo” replicò lei, testarda.
“Ma…”
“Insisto. Cosa si dice su noi?”
“Che…” Endymion si morse il labbro. “Che siete dei folli ubriaconi che si danno continuamente alle orge”.
Serenity emise un gridolino indignato ed alzò la mano destra come se volesse schiaffeggiare qualcuno.
“Come osano dire certe cose di noi?”
“Non lo so, davvero.” Esclamò mettendo le mani avanti. “ Questa è una voce che gira da tempo, ma ignoro da cosa abbia avuto origine. Ma credimi, rifiuto queste chiacchiere: mi basta guardarti per capire che non sei assolutamente quel tipo di persona!”
“Lo credo bene perché sono tutte menzogne!”
E Serenity parlò a lungo del suo regno, di come fosse bellissimo e di tutte le meraviglie che lì vi si trovavano. Ed Endymion ascoltava affascinato.
“E sono vere le voci sulla vostra presunta immortalità che possedete?” chiese il Principe ad un certo punto.
“Oh, certo!” rispose tranquillamente la Principessa. “Tutti noi siamo eternamente giovani grazie ai poteri del Cristallo d’Argento Illusorio; io, per esempio, sono nata ben duecento anni fa!”
“Duecento!? Accidenti!”
Endymion faceva fatica a mettere in relazione quell’età così assurdamente lunga con l’aspetto giovanile della donna, che, apparentemente, mostrava la sua stessa età.
Non chiese altro, ma in sé era un poco turbato: non poche voci nel Regno Dorato avevano lamentato il fatto che i Lunari godessero di immortalità nelle loro vite e fossero eternamente giovani. E tali voci erano cariche di invidia e desideravano l’immortalità per sé stessi.
 
 
Vengono momenti in cui qualcuno deve fare delle confessioni importanti e nel loro ultimo appuntamento Serenity confessò ad Endymion, con molta timidezza, di essere innamorata di lui.
Quest’ultimo, sorpreso dalla confessione, ammise che da tempo meditava di fare una confessione identica alla sua genere.
Felice come non mai Serenity abbracciò con calore l’uomo che ormai amava, ricambiata con altrettanto calore.
Rimasero abbracciati a lungo, finché lei non mormorò:
“Endymion?”
“Sì?”
“Secondo te… In quel che proviamo l’una per l’altro, c’è qualcosa di… sbagliato?”
“No. Non vedo cosa c’è di male in tutto questo… Mi ami, vero?”
“Sì, sì! Ma…”
“Cosa?”
“Sono una principessa…”
“Ed io sono il principe ereditario del Regno Dorato, direi che qualcosa in comune l’abbiamo”.
Lei chinò un attimo il capo per poi fissare l’uomo che amava nei suoi occhi blu.
“Il punto è: tu cosa vedi in noi due? Una lunare ed un terrestre?”
“Solo un uomo ed una donna innamorati”.
Serenity tornò a guardarlo con dolcezza. Non avevano bisogno di altre parole, solo di sguardi e di sorrisi e si baciarono di nuovo con tanto amore.
Era bello passare un po’ di tempo come se fossero una coppia di innamorati.
Ma il tempo pareva contro di loro: il sole stava volgendo al tramonto.
“Devo tornare.” Mormorò lui. “La mia assenza potrebbe venire notata, e sai bene quanto me che tutto questo deve rimanere segreto”.
“Certo, lo so”.
“Ora che ci penso, forse è  meglio fissarci date specifiche per i nostri incontri. Non date fisse, ma più irregolari, affinché non vi siano sospetti eccessivi”.
“Capisco. Anche se mi dispiace doverci vedere poco”.
“Come ti posso contattare?”
“Mh, temo che non ci riuscirai a contattarmi… Ma io posso invece! Manderò io un messaggio per farti sapere che sono pronta per un incontro!”
“D’accordo, facciamo così allora! Ma come capirò che il messaggio è stato mandato da te?”
“Metterò il mio nome naturalmente!”
“Ecco, questo potrebbe essere sa un problema! E se il messaggio venisse intercettato? Non si può mai sapere!”
“Oh, hai ragione” rifletté Serenity. “Dunque se il mio nome no… L’iniziale del mio nome, forse?”
“No, potrebbe far nascere dei sospetti. Forse sarebbe meglio un simbolo, una Luna, o qualcos’altro. No, anche la Luna susciterebbe sospetti”.
“Avete conigli qui sulla Terra? Sapete cosa sono?”esclamò Serenity dopo un attimo di riflessione.
“Beh, certo, li abbiamo. E sappiamo anche cosa sono. Ma cos’è questa stor… Ah, aspetta vuoi usare come simbolo un coniglio?”
“Esatto!”
“Beh, perché no?”
“Quindi, se vedrai un messaggio con il disegno di un coniglio capirai che te lo mando io. Che ne dici?”
Endymion annuì convinto. “Sta bene. Facciamo così, allora. Una domanda: su cosa è basata quest’idea del coniglio?”
“Su… vecchi ricordi”.
Serenity arrossì.
“Ecco… Vedi, quando ero una bambina, le mie amiche mi chiamavano ‘coniglietto’…”
“Coniglietto?”
“Per i codini che portavo all’epoca, sai… sembravano le orecchie di un coniglio a detta loro”.
Endymion rise e lei distolse lo sguardo imbarazzata. Ma in ogni caso, si disse, aveva avuto una buona idea a proporre il suo soprannome d’infanzia: tanto le sailor non lo usavano più da un paio di secoli.
Era il momento di salutarsi, e con un sorriso la Principessa della Luna attivò la magia di teletrasporto.
“A presto, Endymion, spero di rivederti il prima possibile. Ti amo!”
“Anch’io!”
Un ultimo sorriso, e poi la Principessa della Luna svanì in un lampo di luce, diretta verso casa.
Endymion rimase per un attimo lì, in estasi, poi rimontò in sella e galoppò verso la sua città.
In quel momento della sua vita si sentiva l’uomo più felice del mondo. E scusate se è poco!
Prima di tornare in città però, dovette calmarsi e cercare di sbollire l’euforia: era meglio non far sapere a nessuno di quegli incontri segreti, perciò prima di entrare in città cercò di calmarsi ed acquisire un’aria il più normale possibile.
“Siete stato via parecchio, sire.” Gli disse Nephrite quando lo vide rientrare a palazzo.
“E’ stata una lunga cavalcata”.
“Va tutto bene?”
“Uh? Sì, perché?”
“Mi sembrate un po’ strano. E’ successo qualcosa?”.
“Sì, ho incontrato una driade” concluse cercando di buttarla sull’ironico. Vedendo che quello aveva inarcato un sopracciglio, aggiunse: “Davvero, non c’è niente di grave, non preoccuparti”.
“Va bene”.
Poi Endymion corse nelle sue stanze, mentre Nephrite lo fissava perplesso.
Ah, come avrebbe voluto non continuare a fingere, come avrebbe voluto che Serenity fosse soltanto una nobile del suo regno e non dover nascondere niente!
Osservando la città fuori dalla finestra della sua camera in preda ad un tumulto di emozioni, rifeltté su come fosse di fatto rimasto invischiato in qualcosa di più grande di lui a partire da quell’incontro inaspettato che avrebbe potuto tranquillamente dimenticare. Ma il Fato aveva deciso un altro corso.
Eppure ciò che provava era sincero.
“Chissà cosa accadrà per noi in futuro… Forse mi sono innamorato della donna sbagliata? Eppure mi basta pensare a te, ed a questa domanda mi rispondo di no”.
 
 
Alla Principessa, invece, il ritorno a casa fu molto meno tranquillo di quello Principe, questo perché la sua assenza era stata notata.
L’avevano cercata dappertutto, ma sembrava svanita dal Silver Millennium, e quando essa tornò finalmente a casa, aveva trovato le sailor che la cercavano con ansia.
Non vi era scusa che potesse reggere, così alla fine la Principessa ammise di essere andata di nascosto sulla Terra, facendo però intendere che vi era andata solo quella volta.
La Regina Serenity non prese bene il gesto della figlia sconsiderata: urlò così forte che la sentirono da un capo all’altro della Luna, mentre la figlia, davanti a lei con la testa china, ascoltava i suoi rimproveri.
“Hai idea di che pericoli avresti corso, andando in quel posto tutta da sola? No, ovvio che non lo sai, altrimenti non ci saresti andata, razza di stupida!”
Insomma la futura regina della Luna non diede una bella impressione di sé ai suoi futuri sudditi, tutt’altro.
Eppure, pur dispiacendosi davvero di aver fatto preoccupare sua madre, Serenity si dispiaceva anche perché conscia che di sicuro non sarebbe potuta tornare mai più sulla Terra, dal suo Endymion.
Ma guardando la Terra dalla finestra della sua stanza, la Principessa della Luna era decisa su una cosa.
“Endymion… non mi terranno lontana da te, te lo prometto!”
 
 
Concluso il racconto della sua storia d’amore, Serenity attese la reazione di Sailor Venus, pronta ad intervenire: era certa che avrebbe reagito male.
Infatti dopo essere stata per parecchi secondi muta ed allibita, la sailor si era messa ad urlare tirandosi i capelli.
“IN CHE RAZZA DI SITUAZIONE TI SEI… !?”
Immediatamente la Principessa le tappò la bocca con le mani.
“Shh! Vuoi che lo sappia tutto il palazzo?”
“Mh-mhhh!”
“Cosa?” fece, togliendole le mani dalla bocca.
“Se tua madre lo viene a sapere come minimo le verrà un infarto, collasserà, morirà sul posto e...”
“E via, che esagerata che sei!”
“Esagerata, esagerata? Tu e quel terrestre vi siete… Vi siete solo baciati, vero?”
“Sì, che altro dovevamo fare?”
Venus si trattenne dal rimettersi ad urlare. Non si stupiva che Serenity avesse voluto tacere: lo scandalo sarebbe stato assai vasto se la cosa fosse stata resa pubblica. Una lunare ed un terrestre! Nessuno avrebbe apprezzato. Pensò alla Regina: sarebbe rimasta scossa senza alcun dubbio, ma forse era meglio non nasconderle la cosa.
Fece per alzarsi.
“Lo devo dire…”
Ma venne bloccata dalla principessa che le strinse il polso destro con la mano.
“Venus, vuoi fare la spia? Offendere una tua amica?”
“Q-questo è un ricatto! Stai abusando della mia…!”
“Venus, per favore ascoltami!” esclamò attirando la sua attenzione.
“Mi sono voluta fidare di te perché tra tutte le mie sailor guardiane, te sei quella di cui più mi fido. Mi serve il tuo aiuto per incontrare l’uomo che amo. So che la nostra relazione ti sembra innaturale, ma dentro di me sento che il Fato abbia voluto che ci conoscessimo e ci innamorassimo!”
“IL FATO?" gridò Venus, che dovette essere zittita nuovamente. "Ti rendi conto dei guai in cui mi stai infilando? La Regina e gli altri se la prenderanno anche con me per averti aiutato e per aver taciuto della cosa”.
Un’ombra passò per un attimo sul viso di Serenity, ma poi dimostrò di nuovo sicurezza.
“Andiamo, torniamo e nessuno se ne accorge. Che ne dici?”.
Venus però non era affatto entusiasta.
“Perché mi hai voluta coinvolgere in questo casino?” piagnucolò.
“Allora mi aiuti?”
“I-io…”
“Ti prego, conto su di te!”
Venus la fissò esasperata: niente, non sapeva che pesci pigliare con quella donna. Impossibile smuoverla dalla sua decisione. Alla fine capì che non aveva altra scelta che aiutarla, sperando che andasse tutto liscio.
“Sì… Va… Va bene. Ti aiuterò”.
Anche se bene non andava.
 
 
Come Endymion si aspettava, Kunzite non prese bene quella rivelazione sulla sua storia d’amore con una lunare, ma ebbe una reazione assai contenuta, sebbene era rimasto scioccato da una storia che se resa pubblica, avrebbe messo a soqquadro l’intero Regno Dorato.
“P-Principe… Vi rendete conto, che…”
“Ne sono consapevole Kunzite, tuttavia, se vuoi incolpare qualcuno, dovrai prendertela con l’Amore in persona, perché io la amo con tutto il mio cuore quella donna!”
Kunzite lo fissò in silenzio, non sapendo che dire o pensare, ed Endymion approfittò della pausa per dire:
“Ascolta, mi sono confidato solo con te, perché in te ripongo totale fiducia. Ed ora voglio che tu mi aiuti ad incontrare Serenity. Oltre mantenere segreta la faccenda, s’itende”:
“Ma è una follia!”
“Kunzite, come guardia del corpo dell’erede del Regno Dorato, non mi hai forse giurato fedeltà?”
Kunzite sospirò.
“Sì, mio signore”.
“Ebbene, sarò anche il tuo principe, ma prima di tutto sono un tuo amico”.
“E come vostro consigliere e amico, dovrei impedirvi di compiere questa pazzia”.
“In tal caso dovresti fermarmi con la forza. Sei certo di volerlo fare?” ribatté il Principe, con tono molto serio.
Kunzite chinò il capo, stringendo i pugni sulle ginocchia.
“No, non potrei fermarvi, in nessun senso. Ascolterò la vostra richiesta... in memoria dei vecchi tempi”.
Endymion si rilassò.
“Grazie”.
“No, principe, non mi ringrazi”.

 
   
 
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