Anime & Manga > Death Note
Ricorda la storia  |      
Autore: Amarilla    15/06/2009    4 recensioni
Una stella cadente! Avete espresso un desiderio?… Misa ha le idee chiare. E Rem?.. (Attenzione! La vicenda si svolge prima dell’incontro tra Misa e Light)
Genere: Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Misa Amane, Rem
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

Oh, somewhere deep inside of these bones
An emptiness began to grow
There's something out there, far from my home
A longing that I've never known

Jack’s lament (The Nightmare Before Christmas)

 

“Misa, cosa stai facendo?” L’espressione perplessa della shinigami tradiva una certa curiosità.

La ragazza per tutto il pomeriggio aveva corso qua e là per le strade della città spostandosi da un negozio all’altro: prima tappa, un enorme e affollatissimo centro commerciale, alto oltre tre piani; poi si era precipitata in un emporio poco distante dove un anziano signore dalla lunga barba raccolta in trecce vendeva oggetti antichi, curiosi o di seconda mano. Infine, aveva fatto un salto in una colorata fumetteria, fornitissima di gadgets e materiale per cosplay.

Rem come sempre l’aveva accompagnata senza fare domande. Era passato un mese da quando aveva lasciato il mondo degli shinigami per consegnare a Misa il death note di Gelus e ormai si stava abituando alle bizzarre iniziative della ragazza (anche ai suoi improvvisi capricci), ma ora che erano tornate a casa, vedendo la ragazza indaffarata a mettere a soqquadro la propria camera appena terminata la cena, non poté più trattenersi dal chiedere spiegazioni.

“È una sorpresa, Rem!” rispose l’idol divertita e misteriosa al tempo stesso, per nulla intenzionata a lasciarsi sfuggire alcuna informazione prima che l’opera fosse terminata.

Ora, seduta sul pavimento, indosso solo degli shorts aderenti e una canotta su cui era stampato un cuore rosa con delle tibie incrociate, la ragazza stava aprendo a uno a uno i pacchetti frutto dell’intenso shopping pomeridiano. Uno di essi, un tubo lungo e sottile, conteneva quello che a una prima occhiata sembrava essere un poster. Anzi, ce ne erano due. Da una busta di plastica, enorme, Misa estrasse invece un tappetino dalle tinte piuttosto sbiadite, vagamente sul beige. Ma non era finita qui: c’erano ancora due pacchi, di media grandezza. Nel primo erano contenute delle lastre di legno. Rem cercò di indovinarne il possibile utilizzo, senza successo. Sul punto di aprire il secondo pacchetto, di dimensioni poco inferiori, Misa si voltò leggermente verso la shinigami: “Potresti girarti per favore?” chiese, senza ulteriori spiegazioni.

La shinigami, pur se confusa, assentì e obbedì immediatamente: forse la ragazza voleva cambiarsi d’abito per sentirsi più comoda dentro casa, si disse, cosa che del resto era una sua abitudine.

Passarono diversi minuti. Misa non parlava ma era evidentemente impegnata in qualcosa. Rem poteva sentire i suoi passi veloci mentre –ipotizzava– si muoveva da una camera all’altra. Fruscii, rumore di oggetti che venivano trascinati, brevi schiocchi. Poi, suoni sordi, metallici, di cose che venivano sbattute l’una contro l’altra.

“Misa! Cosa..?” esclamò Rem allarmata, ferma al suo posto ma combattuta dall’istinto che le comandava di volgersi verso la ragazza per capire cosa succedesse.

“Ho quasi fatto!” trillò tranquilla la idol.

Passarono ancora altri minuti e altri ancora. La shinigami risolse che era il caso di prenderla comoda e si sedette sul pavimento dando le spalle a Misa. Nell’attesa, si mise oziosamente a contare le innumerevoli videocassette e dvd che la ragazza teneva sul comodino.

L’annuncio arrivò all’improvviso: “Ci sono!” Misa era trionfante.

“Mmm?”

“Rem, Rem! Puoi girarti ora!“

La shinigami si alzò con lentezza, distendendo il suo alto e bianco corpo, poi si voltò. Di fronte a lei c’era Misa, che la fissava con evidente aspettativa e un sorriso da brigante. Poi Rem vide tutto il resto: in un angolo della camera da letto ora trovavano posto un tappeto color sabbia, forse un pò liso in alcuni punti, ma spesso, poi un poster gigante nero attaccato alla parete su cui scintillavano punti luminosi simili a stelle, e al quale era stato parzialmente giustapposto un altro poster che rappresentava, così parve a Rem, una vallata desertica, di quella tipologia che gli umani chiamavano “canyon”. La shinigami si guardava attorno confusa e non poté evitare di rimanere a bocca aperta. C’era qualcosa di .. familiare in tutto questo. Incassato nell’angolo si trovava anche un piccolo mobile di legno a più scaffali.

“Ehi, Rem... Ti piace la tua camera?” Misa, gli occhi chiusi in un sorriso soddisfatto, era visibilmente compiaciuta di essere riuscita a stupire almeno una volta la sempre impassibile shinigami.

“La mia.. camera?..” Scandì Rem lentamente.

“Sì!” confermò l’idol con energia.

La shinigami corrugò la fronte. Senza dire nulla continuava a osservare disorientata gli oggetti che Misa aveva disposto. In piedi sul tappeto mosse un lungo braccio fino a sfiorare con gli artigli una delle stelle pitturate sul nero.

La reazione inintelligibile rese Misa incerta “Ho pensato che.. insomma..” si intrecciò “ecco, dato che saremo insieme a lungo, mi sembrava carino che tu avessi uno spazio tutto tuo.. Lo so che non è una camera nel vero senso della parola, ma sai.. ho solo questa, più la cucina.. e il bagno ovviamente, ma..” la testa leggermente piegata all’insù giocava in modo buffo con le dita, premendo indice contro indice, a dissimulare un’ombra di imbarazzo. “E poi” aggiunse “Ho pensato che potesse mancarti la tua casa, ehm” si corresse “il tuo mondo. Mi sono ricordata delle cose che mi hai raccontato, le rocce, il deserto e tutto il resto.. ma non so se è abbastanza somigliante..” chiese speranzosa.

Dalla shinigami non arrivò nessun commento. Al momento sembrava impegnata nel voler dare un qualche senso all’ammasso di punti luminosi o, forse, nella sua mente stava cercando qualcosa che mancava tra le dune del rosso canyon.

Misa però non si lasciò scoraggiare: “Ah” esclamò in tono vivace “Ho comprato anche quelli! Ho pensato che potessero metterti a tuo agio..” Aggiunse, indicando i misteriosi occupanti degli scaffali del mobile in legno.

Allineati uno di fianco all’altro apriva la curiosa parata di pupazzi la statuina in resina di un piccolo gargoyle, nero, le ali da pipistrello spiegate, gli occhi gialli sottili come fessure, la bocca spalancata e minacciosa a mostrar le zanne. Vicino c’era una dinoccolata figura in elegante completo chiaro con giacca a doppio petto, un sigaro tra le mani scheletriche, e una bizzarra testa tubolare su cui era stato dipinto un teschio stilizzato, con sopracciglia, orbite nere e un ghigno sprezzante. Il terzo era un mostro per metà rettile, per metà umanoide, una lunga coda da lucertola, la schiena attraversata da piastre e tubi che si allacciavano al muso allungato senza occhi, aperto in una doppia serie di zanne protese all’infuori. Chiudeva il grottesco assortimento uno scheletro allampanato, seduto a cavalcioni su una tomba tra lapidi e croci, rivestito di un distinto gessato a fondo nero più papillon: le scheletriche mani nascondevano con una posa riflessiva il sorriso del bianco teschio, truce e irriverente, simile per forma e espressione alle rosse zucche poste ai suoi piedi.

“Ah… ma questo…” La shinigami si avvicinò all’ultimo pupazzo. Lo afferrò delicatamente, quasi con cautela, per paura di romperlo. Tirandolo leggermente per le braccia, il teschio si afflosciò su sé stesso in un inchino involontario. L’occhio di Rem scintillò, una leggera increspatura percorse le guance della shinigami in quello che sembrava –o perlomeno così Misa lo interpretò– un sorriso divertito.

“Brava!” L’idol le batté le mani “È proprio Skeleton Jack.. ! Ricordi il film che ti ho fatto vedere due sere fa..? Oh, lo adoro!” sottolineò entusiasta mentre saltellava fino a raggiungere il mobiletto. Si piegò leggermente a salutare gli altri pupazzi. “.. Non sono de-li-zio-si?” commentò con tenerezza “Eh già, Rem, tu ancora non li conosci tutti, ma.. a questo rimedieremo presto, vedrai!” Indicò prontamente l’interminabile pila di cd e DVD alle sue spalle.

“Uh.. sì” assentì la shinigami, il piccolo scheletro di plastica nella sproporzionata mano. “Ma.. queste cose sono per me?” Rem indicò l’angolo con il tappeto e i posters, il mobile e i pupazzetti.

“Certo!” confermò Misa con un sorriso soddisfatto” Non lo avevi capito?”

“Mmm. Non dovevi disturbarti..” farfugliò la shinigami alla ricerca di una appropriata formula di ringraziamento. Si sentiva presa in contropiede: non aveva mai ricevuto un regalo.

“Figurati!” minimizzò la ragazza “Piuttosto..” Misa, seduta sul letto, si stiracchiò “che ne dici se ora andiamo un pò fuori, sul balcone?.. Qua dentro è così caaaldo” si lamentò.

“Va bene” annuì la shinigami.

“Ah, prendo l’aranciata!” l’idol corse in cucina e ritornò con un bottiglione e un solo bicchiere. “Tanto tu non la vuoi, vero?”

Rem scosse la testa, aprì delicatamente le ante della finestra che dava sul terrazzo e lasciò passare Misa. La ragazza appoggiò con cura sul pavimento del balcone bicchiere e bottiglia; poi rientrò a passi svelti nella camera.

Rem uscì, si mise a sedere lentamente, la schiena scheletrica appoggiata alla parete, le lunghe gambe incrociate.

Misa fu presto di ritorno. Aveva recuperato dal labirinto dei suoi armadi una stuoia e la gettò a terra per stendersi, sospirando di soddisfazione: sì, si stava davvero meglio!

I rumori della notte giungevano ovattati, distanti. Il brusio lontano di qualche televisore acceso, il monotono sferragliare al passare del treno, parole e voci dei pochi in strada, metri e metri più in basso, le frenate improvvise di automobilisti disattenti. Il cielo era sgombro di nubi, trapuntato di stelle.

La ragazza prese fiato e una lunga sorsata di aranciata. Per una buona mezz’ora illustrò a Rem le sue personali considerazioni e commenti su manager e colleghe. La Nakamura era troppo severa con lei e la sottoponeva a orari di lavoro assurdi.. anche fino alle undici di sera!.. Antipatica! e con quegli occhiali che la invecchiavano di almeno dieci anni oltre a far risaltare quel suo –bleah!– profilo aquilino. Come era più divertente quando il loro manager era Yokota (Fujimaro-chan!), mooolto più giovane.. e così carino! Aveva sempre la battuta pronta e spesso le accompagnava anche a fare shopping. Quanto alle colleghe.. ieri Chisato l’aveva fatta davvero arrabbiare! Che presuntuosa! Si dava tante arie solo perché era stata scelta dal regista Go Sato per la sua nuova fiction TV. Figuriamoci! Non sapeva mettere insieme due parole in croce e la sua capacità recitativa era pari a quella di una scopa di paglia! Quanto sarebbe resistita?..

Rem ascoltava, annuendo.

..Meno male che c’era Akemi! Così graziosa e così gentile! Vestiva sempre all’ultima moda ed era una fonte inesauribile di preziosissimi consigli: quando andavano in giro insieme per fare compere le sapeva sempre indicare l’abbinamento di rossetto più azzeccato o l’accessorio –apparentemente privo di valore– capace di reinterpretare l’intera mise. Anche Sachiko sapeva essere simpatica, per quanto non uscisse spesso con lei; in qualcosa era simile a sua sorella e..

Misa si bloccò. Passarono diversi minuti in silenzio.

La shinigami, stupita ma discreta, non fece domande.

Poi, la voce della ragazza si riaccese:  “Rem.. Tu hai una famiglia..?”

“Mmm?”

“Dei genitori, dei fratelli.. Una famiglia.”

Rem valutò la domanda ma non si dilungò in spiegazioni: “No, Misa. E, a essere del tutto sincera, non saprei neanche dirti quando sono nata. Il tempo scorre molto lentamente per noi shinigami.”

“Oh” commentò l’idol, senza nascondere un pizzico di delusione. Ma non era certo tipo da mollare la presa; e per questo Rem non si meravigliò quando la ragazza, tempo una brevissima pausa, tornò all’attacco: “Ma.. non hai nemmeno degli amici nel tuo mondo?”

Amici? “Mmpf. Noi shinigami non siamo per natura di indole socievole. Forse perché in fondo non abbiamo realmente bisogno gli uni degli altri. E questo è il motivo principale per cui i più tra noi conducono una esistenza solitaria. Anche se.. Sì, avevo un amico.” La voce di Rem si arrestò seccamente.

“Ah!” Misa, sorpresa dalla stuzzicante rivelazione, rotolò a pancia in giù, gomiti puntati a terra, chiaramente curiosa di saperne di più.

“No.” Rem aveva già capito il suo gioco, ma non voleva parlare, non voleva ricordare. Non ora. Non ancora.

“Uff!” sbuffò la ragazza “Non ti fidi?.. Misa-Misa sa ascoltare..” suggerì con un sorriso accattivante.

“Un’altra volta” le assicurò Rem “un’altra volta.”

Tutto a un tratto una scia bianca divise in due il cielo, illuminandolo.

“Uao!” Misa sgranò gli occhi e saltò subito in piedi, le mani in alto. “Rem, Rem! Una stella cadente!” avvertì indicando l’evanescente traiettoria.

“Mmm. Ho visto, ho visto” gracchiò la shinigami “..ma non capisco cosa ci sia di tanto particolare” commentò in tono distaccato, grata di poter cambiare discorso “in fondo si tratta di un fenomeno atmosferico molto comune, che si verifica quando un meteorite raggiunge l’atmosfera terrestre e, in virtù di...”

“Oh, REM!” la bloccò Misa “Questo non c’entra nulla!” esclamò stizzita, arricciando il naso.

“Come no?” la shinigami alzò leggermente un sopracciglio, confusa. “Eppure l’ho letto in uno di quei volumi impolverati che si trovano sullo scaffale alto della tua libre..”

“La prima cosa da fare quando si vede una stella cadente è esprimere un desiderio.” Sentenziò la ragazza portando solennemente un dito alla bocca.

“Un.. desiderio?” Rem si sforzò di capire quale connessione logica ci potesse essere tra le due cose.

“Sì.” confermò Misa “Tutto quello che chiedi alle stelle si avvera. Parola di Misa-Misa.”

“E tu sai già cosa chiedere?” domandò la shinigami, sinceramente curiosa.

“Sì..” La luce della camera, ancora accesa, illuminò il sorriso di Misa. “Voglio che i miei genitori sappiano di quello che sto facendo, del mio impegno, vedano come sto realizzando il mio sogno. Io diventerò una star!” concluse raggiante, alzando un braccio al cielo.

“..Rem.” Misa si voltò verso di lei “Io ho espresso il mio desiderio. E tu..?”

Rem non rispose. Gli shinigami non hanno desideri. Hanno l’eternità.

Misa interpretò il silenzio della creatura come un no e scrollò le spalle. Poi, quasi avesse improvvisamente perso ogni energia, tornò a distendersi, la testa ora appoggiata sulle gambe della shinigami. Rem la lasciò fare, per quanto non le sembrasse una posizione granché comoda per la ragazza. Misa teneva gli occhi ancora fissi nel cielo. “Se mi vedessero, Rem..” la voce sottile sembrava sul punto di spegnersi da un momento all’altro. “..dalle stelle..” Un umido riflesso velò le sue pupille ma fu solo per un attimo. Chiuse gli occhi, rilassò le spalle adagiandosi sul corpo immobile della shinigami. Poi non disse più nulla. Passarono minuti. Altri minuti. Ancora. L’unico rumore che interruppe il silenzio fu il rimbombo dei motori di un aereo che attraversava il cielo. Rem ne scrutò la luci in movimento, intermittenti. Poi, rivolse la propria attenzione a Misa, impensierita dal suo mutismo. La ragazza si era assopita. Era evidentemente sfinita –pensò la shinigami– Non si era fermata per un solo attimo e anche le ore di lavoro erano state più impegnative del solito.

 “Stelle..” mormorò Rem, osservando Misa che le riposava in grembo, i capelli sciolti e sparsi tra le pieghe tortuose delle sue ossa. Reclinò la testa, lasciando che bianchi tentacoli cadessero in avanti a coprire la benda che attraversava il suo volto e l’unico occhio, chiuso a richiamare ricordi, immagini sbiadite, lontane.. 

Misa.. nel mondo degli shinigami non ci sono le stelle che tu hai disegnato, ma solo nebbia e sabbia, fumo e polvere, e ombre. Non ci sono colori. Non ci sono fiori. Non c’è vento. Ferro e pietra e di tanto in tanto lo sbattere sui sassi dei dadi. Le stelle appartengono al vostro mondo. Noi, dèi della morte, possiamo vederle solo attraverso le vuote caverne di pietra da cui controlliamo voi umani. Gelus.. ne era affascinato. Qualche volta credo che sia stata proprio la loro luce ad accendere in lui la curiosità della vostra Terra. Poi, ha trovato te. E da allora non ha fatto più caso alle stelle.”

Sospirò. Misa ancora dormiva, una ciocca di capelli biondi arricciata da un alito di vento, lucente, le labbra distese. Così calda. Così candida. Così innocente. Istintivamente, Rem aprì le sue ali a circondarla. Forse per proteggerla. Dal freddo, dal buio, dal male che –lei sapeva– possedeva quella città. Forse, per trattenere la sua luce e averla tutta per sé.

Con la coda dell’occhio percepì un rapido movimento nel cielo. Un’altra stella cadente.

Ora anche io ho un desiderio.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

NOTA AUTRICE: Grazie a voi che siete arrivati fin qui! Scrivere Stelle è stato davvero impegnativo.. un pò perché l’ispirazione originaria mi ha colto diverso tempo fa, ma a causa del troppo lavoro ho dovuto “trattenermi”; un pò perché è stato difficile (ma stimolante) far convivere nello stesso pezzo una certa leggerezza di toni e sprazzi di malinconia. Alla fine però quello che è venuto fuori mi ha abbastanza convinto e ora lo potete leggere e dire la vostra (ne sarei contenta e onorata).

Per la citazione di Skeleton Jack in apertura.. ha un significato e forse nel corso della narrazione si intuisce; è una opinione del tutto personale però credo che Rem e il Re Zucca abbiano realmente qualcosa in comune: entrambi sono due creature sovrannaturali legate al mistero della morte, che pure sentono, a un certo punto della loro esistenza, il richiamo di qualcosa di diverso: della luce, del colore, della gioia.

Volevo dare più spazio a questo parallelo e svilupparlo, ma poi la vena astronomica :D ha preso il sopravvento e il titolo da "Skeleton Jack" è diventato "Stelle". E credo sia andata meglio così.

PS: finalmente non c'è Light! lol O.o


@Neko88: Grazie mille, sei sempre molto gentile :) Sono contenta che tu abbia apprezzato anche Stelle. Eheh, sì, senza Light Misa sembra quasi un'altra persona.. tuttavia, mi è risultato abbastanza facile caratterizzarla (non credevo, e invece!) .. e mi è piaciuto pensarla così, una ragazza apparentemente come tante altre, ma con un grande dolore e un grande sogno. Rem.. è Rem O.o Con tutti i suoi sentimenti, indecifrabili, profondi, assoluti (ali comprese, ormai è un must, ne sono troppo affascinata e non riesco a non inserirle nella narrazione!). Sono felice che dalla FF traspaia un senso di dolcezza: era proprio l'emozione che volevo trasmettere, dolce, e un pò triste. Grazie ancora, un bacio :)

@Misa_4ever: Grazie mille delle tue parole :) Stavo per suggerirti, dato che Stelle ti è piaciuto, di dare un'occhiatina anche alle altre cose che ho scritto su Rem e Misa ma ho visto -con piacere- che mi hai preceduta. Sono contenta di aver stuzzicato la tua curiosità, grazie ancora della fiducia :D

@Violet Nearina: Grazie Violet che mi segui sempre :) lo apprezzo molto. Addirittura perfetta? :O Mi sento lusingata, soprattutto perché so che questi non sono proprio i tuoi personaggi preferiti... Secondo me è l'assenza di Light il segreto del successo, lol! un bacio.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Amarilla