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Autore: Moka95    05/08/2017    0 recensioni
In un epoca molto diversa dalla nostra, dove tutto il mondo è in guerra, la povertà è diffusa ovunque, in America, un piccolo paesino ospita la più grande prigione che nasconde un segreto orribile, un reparto nascosto ospita degli orrori impensabili. Ross, per salvare suo fratello deve trasferirsi a lavorare in quel posto, dove incontrerà amici, nemici, e persone di ogni genere
dal testo:
Loro li torturano, ma non torture normali, ancora peggio, li trattano come schiavi, gli dicono che sono insignificanti ma è vero, in quella stanza non sei nessuno, perdi persino la tua identità, la tua famiglia e una ragione per vivere. non vorresti mai trovarti lì dentro, e se ti capiterà.... bhe... buona fortuna
ah un consiglio, -tieni pronto il coltello-
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Laura Marano, Ross Lynch, Sorpresa
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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TRY TO ESCAPE
il mio ultimo pensiero prima di cadere in un sonno agitato, ricade su quella ragazza italiana, chissà quanto deve essere forte per riuscire a resistere per 8 lunghi anni in qulla prigione, e chissà come ci è finita.

CAPITOLO 3: inizia il lavoro

Un forte rumore di campane mi sveglia come quando a scuola finiva l'intervallo e ti toccava ritornare in classe, mentre qui mi tocca alzarmi e lavorare, mi metto seduto sul letto e noto che sono molto sudato, avrò fatto qualche incubo, penso alzandomi dal letto per essere stata la prima notte è stata tranquilla, ma non riesco ad immaginarmi qui per ancora chissà quanti anni.
mi do una sistemata ai capelli con le mani, poi giro la chiave nella serratura ed esco, richiudo la porta e cerco di andare nella dirigenza, dove il capo mi darà le mie mansioni, cammino un po' nei corridoi stretti e deserti senza sapere bene dove andare finchè non mi imbatto in una donna
"che fai qui cadetto" urla appena nota la mia presenza
"sto cercendo la dirigenza per ricevere le mie mansioni" la donna davanti a me ride di gusto
"tu lavori qui?" chiede sorpresa
"certo" dico confuso, perchè tutti sono sorpresi
"non sembri il tipo, bene arriva in fondo a questo corridoio, poi svolta a destra, ancora a destra ed infine a sinistra" 
"grazie" dico allontanandomi
"ah, e buona fortuna ragazzo" dice voltandosi
continuo a camminare finchè non mi ritrovo davanti una massiccia porta grigia socchiusa con un cartellino con scritto dirigenza mezzo staccato, sto per bussare quando sento delle voci dall'interno
"non me ne importa nulla se 6 stolti si sono fatti uccidere" urla un uomo con la voce bassa e roca
"ma signore non c'è più nessuno che è qui da 2 anni" dice l'altro uomo disperato
sono quasi sicuro che stanno parlando delle guardie della prigione dei ribelli
"non importa, reclutate chiunque ritenete all'altezza, raddioppierete le guardie e le torture, non posso perdere tutti i miei soldati solo per 14 ragazzini scatenati, fategli capire chi comanda, fategli perdere tutte le speranze che li tengono in vita" grida l'uomo che pare essere il comandante
"certo signore" dice l'altro uomo dirigendosi verso la porta, io faccio un balzo indietro e fingo di guardare l'orologio tranquillamente
"e tu che stai facendo qui" mi chiede severamente l'uomo appena uscito dall'ufficio
"lavoro qui signore, devo ricevere le mie mansioni signore" urlo cercando di fare l'aria da duro
"buon per te" dice quasi soddisfatto della mia risposta, aspetto che si allontana per poi bussare tre volte con decisione alla porta
"entra" dice l'uomo che prima gridava
apro la porta raccogliendo tutta la sicurezza che ho per non sembrare un ragazzino spaventato e mi siedo sulla poltrona davanti alla scrivania. L'uomo che mi si presenta davanti non assomiglia per niente a Mike, sembra avere una cinquantina di anni, una folta barba nera, muscoloso quanto basta, un po' in carne e con capelli neri rasati
"parla ragazzo" mi dice spazientito
"sono nuovo qui e devo ricevere e mie mansioni" dico con voce forte "signore" aggiungo dopo
"ho in mente una mansione ben pagata per te, ma prima devi guadagnare la mia fiducia, per ora farai il controllo serale"
"significa che devo controllare le stanze di chi sta qui?"
"no, dalle 22:00 alle 2:00 girerai per i corridoi per controllare che nessuno esca dalla sua stanza"
"perfetto e di giorno?" 
"di giorno dovrai tenere d'occhio una prigioniera"
"che tipo di prigioniera?" chiedo spaventato, non voglio andare nella prigione dei ribelli ed essere una guardia di quelli
lui mi guarda insospettito e mi maledico per aver fatto quella domanda visto che non dovrei sapere niente di quel reparto segreto
"perchè quanti tipi di prigionieri ci sono?" mi chiede ironico, ma senza accennare ad un sorriso
"intendevo come si chiama?" dico provando a giustificarmi inutilmente
"Sabrina Carpenter" non mi ricordo che mike abbbia accennato a questo nome
"lei è speciale" prosegue l'uomo
"se i suoi comportamenti dovessero peggiorare la porteremo in un posto speciale, non so se mi spiego" dice accennando alla prigione dei ribelli, visto che ormai ha capito che so dell'esistenza di quel luogo
"e se dovesse migliorare?" chiedo positivamente
"se migliora non avrà più bisogno di una guardia solo per lei" dice il capo come se fosse logico
"perfetto, accetto dico allungando la mano per prendere il cartellino con scritte le mie mansioni
"non era una richiesta" dice senza battere ciglio, mi alzo imbarazzato e sto per uscire quando mi ferma
"prigione ala ovest sezione D" detto questo si alza e mi congeda
Ora che ho le mie mansioni devo andare nell'ufficio di Bred, quello che ieri sera mi ha controllato la stanza, per ritirare degli oggetti che tutti devono avere.
Cammino senza meta finchè non trovo finalmente l'ufficio, la porta è spalancata così entro senza bussare
"Ciao Bred" dico avvicinandomi alla scrivania
"ci conosciamo?" chiede diffidente
"certo sono Ross della stanza 106" la sua espressione perplessa non cambia, certo, ieri non gli ho detto il mio nome
"quello nuovo di ieri"
"ah certo! Ross" dice dandomi una pacca amichevole sulla spalla
"tieni" dice porgendomi una scatola di medie dimensioni
"grazie" la prendo e mi avvio alla porta, ma anche questa volta vengo fermato
"ehi, buona fortuna Ross" non so perchè ma oggi è la seconda volta che me lo dicono, non rispondo ma mi limito a sorridere, poi torno nella mia camera e sistemo le cose, appendo il calendario e l'orologio sugli appositi chiodi già posizionati in precedenza, appoggio sul letto le lenzuola di ricambio e la salvietta inoltre c'è un portachiavi con il numero della mia stanza, questo mi fa pensare che per ogni stanza di questo posto ci sia una scatola con gli accesori incorporati, e infine una mappa del posto.
Esco dalla stanza e grazie alla mappa riesco a trovare l'ala ovest del carcere, mi fanno subito entrare appena mostro il cartellino. Appena varcata la soglia vedo un corridoio lunghissimo pieno di celle contenenti persone vestite di arancione, cammino fino alla cella D che per mia fortuna non è troppo lontana, ad aspettarmi seduta sul lettino c' è una ragazza che dimostra meno di 18 anni, bassa, minuta, con dei lunghi riccioli biondi, che toccano le sfumature del dorato che le ricadono morbidi sulle spalle e due enormi occhi azzurri, pieni di sfumature blu, e a questo punto mi chiedo come può una ragazza così giovane e bella trovarsi in questo luogo lugubre , sembra quasi fuori posto, come una macchia d'inchiostro su un bianco e candido foglio. La tenuta arancione e le scarpe le stanno molto larghe, infatti quando si alza e si avvicina alle sbarre sembra stia per inciampare ad ogni passo
"sei tu la mia guardia del corpo" dice ironicamente, la sua voce sembra una profonda melodia accogliente che mi lascia incantato per un tempo indefinito
"ehi, ci sei?" dice spazientita
"si scusa, sono Ross, Ross L-Worthy" dico allungandogli la mano attraverso le sbarre
"Sabrina" dice stringendomela diffidente, è davvero bella, ma non quella bellezza che vorresti fosse solo per te, ma una bellezza innocente, che potresti ammirare per ore
"mi farai uscire da qui?" 
"no, non mi hanno consegnato le  chiavi della tua cella, non si fidano ancora di me, sono nuovo qui"
"si capisce sai" dice sorridendo
"perchè?" chiedo curioso
"qui nessuno si mette a parlare con i prigionieri" dice sempre con quel sorriso angelico "certo che però le guardie non sono mai così carine" dice accarezzandomi la guancia, il suo tocco mi provoca scintille, la sua mano è morbida e accogliente, la sua chiarissima pelle è liscia, poi questo bel momento viene rovinato
"se pensi che sarò gentile con te solo perchè sei carino ti sbagli di grosso" dice trasformando quel sorriso angelico in un ghigno
mi prende per il colletto della maglietta attraverso le sbarre e mi avvicina al suo viso
"dove nascondi le chiavi bastardo?" sussurra sulle mie labbra
"io non c'è le ho" balbetto sorpreso dal cambiamento del suo atteggiamento e dalla vicinanza dei nostri visi
"e pensi davvero che ti credo" grida tirandomi ancora di più contro le sbarre facendomi picchiare la testa, rimango tramortito dal colpo e cado a terra, vedo una figura sfuocata correre verso di me, e poi, tutto nero...
Apro gli occhi ma li richiudo subito per la troppa luce che mi acceca, li strofino e noto una benda sulla mia fronte
"hai preso una bella botta è biondino?" mi dice una voce che non riconosco, riprovo ad aprire gli occhi e la vedo, una ragazza molto giovane che indossa quella che sembra essere una divisa da infermiera, bruna alta e magra si siede sul lettino dove sono sdraiato
"che mi è successo?" chiedo confuso 
"Sabrina ti a colpito provocandoti un forte trauma cranico, sei svenuto e ti hanno portato qui, ma tranquillo, ti riprenderai presto. io sono Rowan" dice allungandomi la mano, la sua voce ispira tranquillità e sicurezza, come se ripetesse quelle parole tutti i giorni
"Ross" dico stringendola e provando a mettermi seduto "dove sono?" dico non riconoscendo il posto
"in infermeria, spero di non rivederti presto" dice sorridendomi
"già" dico imbarazzato, è molto bella, fresca come un fiore, i suoi occhi scuri come la pece mi scrutano attentamente, ma non è certamente bella come Sabrina o meglio, è una bellezza diversa
"sei giovane" dico per fare conversazione
"già, ho 16 anni" dice incupendosi
"scusa non volevo..." dico rivolgendomi al suo improvviso cambio d'umore
"no è solo che, o questo, o la fame" dice ritornando a sorridere, la capisco, anche io devo stare qui per mio fratello, ma non oso chiederle della sua famiglia
"quando sarò dimesso?" 
"tra qualche ora, ora approfitta della pausa e riposa, quella ragazza ti ha davvero prosciugato" dice mentre si allontana
"aspetta!" urlo attirandola di nuovo vicino a me
"sai perchè è qui dentro?" 
"no, si?" dice  poco convinta
"lo sai o no?" chiedo confuso
"si ma non so se posso dirtelo" dice insicura
"andiamo, io sono la sua guardia, e sono ferito" dico provando a smuoverle compassione
"ok va bene, ma io non ti ho detto nulla" dice facendo gesto di tenere  la bocca chiusa, io annuisco e la spingo a continuare
"Sabrina viveva insieme a suo padre, un uomo vecchio e ubriaco che faceva parte dell'esercito, sua madre morì quando lei aveva 10 anni credo, e da lì suo padre iniziò a peggiorare, era sempre più spesso ubriaco e abusava di lei quando non lavorava per l'esercito. Suo padre la torturava, si dice che stava perfino per ucciderla, ma un giorno lei riuscì a rinchiudersi a chiave in camera per due anni, quando sentiva suo padre uscire poteva rifornirsi di cibo e acqua e poi tornava subito in camera, prigioniera nella sua stessa casa, il giorno del suo tredicesimo compleanno, stanca di quella vita si nascose sotto il letto di suo padre e quando calò la notte, lo uccise con 17 coltellate nel petto, nei giorni segueti il colonnello si accorse che un soldato mancava da settimane, così andarono a casa sua e lo trovarono morto. Sabrina era scappata, ma non ci misero molto a rintracciarla e portarla qui." 
"e da quanto tempo si trova qui?"
"tre anni, e fra due settimane compierà 17 anni"
"e perchè l'hanno portata qui? non ha detto che abusava di lei"
"l'ha fatto, ma se uccidi un soldato sei un traditore di guerra, ed è fortunata che non l'abbiano portata come vittima per..." Rowan si zittisce subito, ma capisco cosa voleva dire
"come vittima per passare la prova ed entrare a lavorare nel carcere dei ribelli" dico concludendo la frase
"e tu come fai a saperlo?" chiede sorpresa
"conosco delle persone" dico rimanendo vago per non mettere Mike nei guai "e tu invece? pensavo fosse una cosa molto riservata"
"lo è, ma io sono qui da molti anni, ho curato molte guardie che uscivano da quella prigione, e la maggior parte non si sono salvate" dice tristemente, come se stesse ricordando qualcosa di molto spiacevole
"ora è meglio che vada, ma tu devi rimanere qui e riposare" dice alzandosi dal mio lettino sulla quale era seduta, e scompare dietro una tenda bianca
Rimango nel lettino per un tempo che mi pare infinito poi quando vedo che sono le 12 decido di alzarmi per andare a pranzare. Non so di preciso dove mi trovo ma con l'aiuto della mappa riesco in qualche modo a raggiungere la mensa dove vedo Mike seduto a mangiare. Dopo essermi fatto la fila e aver preso la mia porzione di minestra vado a sedermi vicino a lui
"allora biondino, che cosa fai?" dice riferendosi alle mansioni che mi hanno affidato
"guardia notturna e di giorno guardia personale di Sabrina Carpenter"
"Sabrina?" dice Jonson che sentendo il nome si unisce alla conversazione "io la conosco, è una tosta e credo finirà dentro" dice accenando alla prigione speciale
"perchè l'hanno affidata proprio a te?" chiede Mike sorpreso
"credo che potrei aver fatto capire al capitano che so dell'esistenza della prigione dei ribelli" dico cauto
"cosaaaaa?!" si mettono ad urlare in coro Jonson e Mike attirando l'attenzione dei tavoli vicini
"non gli avrai mica detto come lo sai?" dice Mike preoccupato
"cosa ti ha detto? ti vuole buttare fuori?" aggiunge Jonson altrattanto preoccupato
"no e no" dico rispondendo a tutti e due "semplicemente mi ha affidato Sabrina"
"sei fregato" dice Mike incrociando le mani e lasciandosi andare sulla sedia
"perchè sono fregato?" chiedo infastidito della loro reazione esagerata
"dici che lo vuole buttare dentro?" chiede Jonson a Mike
"è sicuro, se Sabrina peggiora lo metterà dentro a farle da guardia e se migliora allora lo metterà dentro visto che è riuscito a tenerla a bada" dice come se fosse scontato "sei fottuto" dice poi rivolgendosi a me
"ho sentito dire che scarseggiano di guardie lì dentro, potrebbero metterci tutti e tre" dico arrabbiato
"l'unico modo per me di rientrare lì è dietro le sbarre" dice Mike provocando una risata collettiva
Jonson si alza pensieroso e si allontana "sei stato stronzo biondino" dice Mike ridendo
"perchè che ho detto?" chiedo confuso
"la prossima settimana Jonson dovrà fare il test per entrare in quel postaccio, glielo hanno riferito oggi" guardo nella direzione in cui è andato dispiaciuto, non volevo di certo sbatterglielo in faccia
"cambiando argomento, come è andata con Sabrina? non la conosco bene, ho sentito solo delle voci su di lei" cerco di nascondere l'imbarazzo mentre gli racconto di come mi ha messo ko dopo pochi minuti
"ma tu sei pazzo" dice lui ridendo
"perchè che ho fatto?" chiedo arrabbiato
"prima regola: mai avvicinarsi troppo ad un prigioniero, soprattutto se è femmina e se è talmente pericolosa che gli hanno assegnato una guardia personale" dice come se fosse scontato "seconda regola: non fidarti dei prigionieri, a partire dalla più bella alla più cessa" dice ridendo " e ultima cosa: cosa pensavi di fare scopartela?!" 
"no" urlo subito diventando rosso come un pomodoro "è solamente molto bella e mi ha distratto" dico per giustificarmi
"ok, ti accompagno da lei e le parlo, questa ragazzina va messa in riga" 
così ci alziamo e insieme ci dirigiamo verso l'ala ovest dove dopo aver mostrato i cartellini le guardie ci lasciano passare, camminiamo fino alla cella D dove troviamo un uomo in divisa che con le braccia incrociate e lo sguardo severo mi allunga la mano "Robert il responsabile" dice velocemente "gli abbiamo somministrato un sonnifero per calmarla, si sveglierà a momenti, questa è la chiave della cella e questo un taser" dice consegnandomeli, poi si allontana con altrettanta fretta senza lasciarmi il tempo di fare domande.
la ragazza bionda giace sul pavimento con gli occhi chiusi, sembra così dolce e innocente da fare tenerezza a chiunque, dopo qualche minuto di silenzio nel quale io e Mike la fissiamo finalmente spalanca gli occhi spaventata, come se si fosse appena risvegliata da un incubo, si mette seduta e appena se ne accorge sfila subito la siringa che le è stata conficcata nel polso per sedarla.
"Sabrina" dice Mike per attirare la sua attenzione, che appena ci nota sobbalza indietro
"Sono Mike piacere" dice allungandogli la mano che lei diffidente stringe lentamente
"quindi troietta, ho sentito che hai fatto male al mio amico qui presente" dice lui prendendomi le chiavi dalla mano
"sai questo cosa significa?" dice infilandole nella serratura "RISPONDI" grida Mike facendola sobbalzare 
"no non lo so" risponde con un fil di voce
"vedi io ora ti sto facendo un piacere"  entra nella sua cella e le si avvicina lentamente mentre lei indietreggia 
"Mike basta" provo a prenderlo per il braccio ma continua ad avanzare ignorandomi "se tu fossi la dentro, in quel postaccio dove ti vogliono portare, subiresti ciò che stai per subire ora ripetutamente fino alla morte, quindi ti conviene capire ora di rigare dritto e fare la brava" dice estraendo il suo taser dalla tasca
"fermati Mike ha capito" dico entrando a mia volta
"no non ha capito, se no la smetterebbe di fare la puttanella e mi bacerebbe le scarpe per ringraziarmi del consiglio che le sto dando" accende il taser e le da un primo tiro nello stomaco, provocandole un urlo straziante "una scarica di 50000 volt ti sta contraendo violentemente i muscoli provocandoti un dolore lancinante" dice guardandola mentre si contorce dal dolore "ora non ti sentirai più parte del tuo corpo" dice dandogli un altra scossa, che la fa' cadere a terra "e con quest'ultima potresti anche perdere i sensi" sta per dargli l'ultima scarica quando gli strappo la pistola elettrica dalle mani
"perfavore basta, sta già soffrendo abbastanza" dico mettendomi in mezzo a loro
"sei fortunata che al mio amico qui gli fai pena, perchè a me fai solo schifo piccola bastarda" si abbassa per prenderle il viso con una mano e le strizza le guance, le gira la testa da un lato e dall'altro fissandola in ogni minmo dettaglio, come se fosse una bambola sotto il suo controllo. "ci si vede Sabrina" detto questo si alza, e sogghignando se ne va tranquillo lanciando le chiavi per terra lì vicino a lei
 " prova a prenderle" urla da lontano sapendo che non riesce a muovere nemmeno un dito. Ora non so nemmeno io che fare, se seguire Mike e ignorare Sabrina oppure aiutarla ad alzarsi e lasciare andare il mio amico. Opto per una via di mezzo, quindi raccolgo le chiavi e la richiudo dentro, ma non mi allontano, semplicemente resto a fissarla senza dire una parola
"che hai da guardare?" dice lei cercando di mantenere un tono accusatorio anche se le trema la voce
"devo stare qui a guardarti, è il mio lavoro" dico sorridendole, cosa che le dipinge in viso uno sguardo ancora più disgustato "senti siamo partiti con il piede sbagliato che ne dici di ricominciare da capo" faccio una pausa per vedere una sua reazione che non arriva, quindi continuo il mio discorso "non voglio essere quel genere di guardia che ti ignora completamente come se fossi un oggetto o una pianta, io vorrei poter stabilire un rapporto, professionale ovviamente, mi piacerebbe che tu ti comportassi bene così io potrò fare lo stesso con te" 
"e a quale scopo?!" dice lei che finalmente sembra avere una reazione "dimmi perchè dovrei stare qui ferma da brava bambina a farmi comandare?! tanto da questo posto non uscirò mai, come tutte le persone che ci sono entrate, marcirò qui dentro per scontare il mio" si ferma per cercare una parola appropriata "crimine" dice con sarcasmo
"senti io sono dalla tua parte, e penso che quello che hai fatto sia giusto, ma siamo tutti qui per una ragione diversa, tu non sei l'unica vittima sai? i miei genitori sono morti qui dentro e ora io sono obbligato a stare in questo schifo a far soffrire la gente per mantenere mio fratello" dico buttando fuori tutti i miei sentimenti
"chi sei Ross?" dice guardandomi negli occhi
"sono un Lynch" dico a voce bassa
"e hai il coraggio di venire qui a comandare sui prigionieri, quando anche tu dovresti essere dietro le sbarre?" dice sarcasticamente
"non avevo alternativa, o vedevo mio fratello morire lentamente per la fame, o venivo qui"
"beh vedrai altre persone morire qui" dice con tono severo "ma ovviamente a te non importa degli altri" la guardo, la scelta che avevo intrapreso con tanto coraggio e eroismo ora mi sembra solo una cosa egoista "non ti piacerebbe vivere insieme a tuo fratello in un mondo dove non bisogna sopravvivere? tu avevi la possibilità di opporti ma sei venuti a lavorare qui come un cagnolino obbidiente, ma se ti aspetti che io faccia lo stesso ti sbagli, se ti aspetti che io me ne stia chiusa qui dentro ad abbaiare ti sbagli di grosso, anche se dovessi rischiare la vita io scapperò da questo posto, voglio costruire un mondo migliore, non piegarmi al sistema" si risiede sul lettino e guarda il pavimento 
"mi dispiace, ma non posso permettermi di pensarla in questo modo" dico allontanandomi dalla cella seguendo la direzione del mio amico            


SPAZIO AUTRICE 
E' da praticamente un anno che non aggiorno la storia ma avendo scritto questo luuungo capitolo volevo pubblicarlo e sto già lavorando sul prossimo. se c'è qualcosa che non è chiaro potete chiedere nelle recensioni e sarò lieta di spiegarvelo visto che magari alcune descrizioni non sono troppo chiare.
grazie per aver letto anche questo capitolo
Bye Bye
   
 
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