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Autore: miseenabime    06/08/2017    2 recensioni
"Una delle cose che il suo primo cavaliere aveva cercato di farle capire, e che lei aveva notato nel corso di quell’incontro, era che Jon Snow non si sarebbe piegato. [...] aveva capito che l’unico modo per fare di Jon Snow un alleato era guadagnarsi la sua fiducia, e Jon Snow non si sarebbe mai fidato di un’estranea."
Ambientato dopo la 7x03.
Il soggiorno di Jon Snow a Dragonstone da più punti di vista e lo sviluppo della relazione con Daenerys.
Vorrei tanto essere in grado di gestire una storia con più trame e personaggi, ma siccome sarebbe solo un bel casino, si parlerà principalmente di chi si trova a Roccia del Drago. Ah, dovrebbe avere 9 capitoli (prologo escluso). Buona lettura :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Davos Seaworth, Jon Snow, Missandei, Tyrion Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4: Mamihlapinatapai

 

When my heart aches
is it for what I’ve lost,
what I never had,
or what I want the most?

 – Where I end and you begin
(the sky is falling in)

 

Tyrion non aveva quasi toccato cibo quella sera, non era riuscito a mangiare tanto si era sforzato di immaginare cosa la Khaleesi dovesse dirgli per convocarlo, dopo cena, nelle sue stanze. Anche adesso che percorreva i corridoi del castello la sensazione che ci fosse qualcosa che non andava non l’aveva abbandonato.
«Beh, questo è inaspettato» disse una volta che ebbe aperto la porta, fu entrato nella stanza e ebbe visto Jon Snow in un angolo, la faccia più scura che mai.
«Mia Regina» si rivolse a Daenerys, salutandola.
«Entrate, chiudete la porta» sottolineò la ragazza.
«Perdonate la mia schiettezza, Maestà, ma cosa vi porta a convocarci qui e non nella Sala-»
«Ci sono troppe orecchie, nelle sale del castello» lo interruppe lei.
A quest’affermazione, la preoccupazione di Tyrion non fece che aumentare.
«È così… grave?»
Daenerys abbassò la testa e rifletté un attimo sulle parola da usare.
«Cosa sapete sui draghi
Quella domanda colse Tyrion alla sprovvista, che c’entravano i draghi adesso? Quello che lo preoccupò di più fu lo sguardo che la Regina gli volse: si percepivano benissimo agitazione e ansia, anche se lei tentava di mascherarle.
«Io… non molto» iniziò titubante il folletto «sicuramente meno di voi. Tutto quello che so deriva da miti e leggende». Daenerys strinse le labbra, mentre Jon fissava il pavimento, senza dire una parola.
«Io so» la ragazza prese a parlare, incominciando a camminare per la stanza «che si dice i draghi siano fuoco fatto carne, il loro corpo emana così tanto calore che, nelle notti fredde, dalle loro membra si leva del vapore. Sono testardi ma si affezionano molto a chi li alleva, è a lui che poi rispondono. Sono creature originarie del continente orientale e i Targaryen gli unici signori dei draghi, riusciti a rifugiarsi a Westeros prima del disastro di Valyria, insieme alle casate Velaryon e Celtigar.» Daenerys si fermò, fece un respiro profondo e intrecciò le mani «Non ho mai sentito di qualcun altro, in cinquecento anni, riuscire ad interagire con un drago, voi?»
«No, Vostra Grazia, non che mi risulti» rispose Tyrion, cercando di capire dove volesse arrivare la ragazza.
«Io stessa non riesco completamente a controllare tutti e tre i miei figli, sia perché sono creature indipendenti sia perché specificatamente, chi risponde a me, è Drogon. Che qualcun altro riesca ad avvicinarsi, sì, quello potrebbe essere possibile, ma toccarli…» Daenerys spostò lo sguardo di lato e sospirò, incapace di finire la frase. In tutto ciò, Jon non aveva detto una parola. Improvvisamente, i neuroni di Tyrion iniziarono a correre e le associazioni che scattarono nella sua testa furono, in ordine: convocazione privata-Jon Snow, convocazione privata-draghi, Jon Snow-draghi.
«Hai toccato un drago» sussurrò Tyrion, incredulo, sgranando gli occhi, nella direzione di Jon. Per la prima volta il Re del Nord alzò lo sguardo, le sopracciglia corrugate, la bocca stretta.
«Rhaegal» rispose Jon, e fu la prima e unica parola che disse in tutta la discussione.
«Non l’ha solo toccato» precisò Daenerys «lo stava accarezzando. Rhaegal era irrequieto, ma il tocco di Jon l’ha calmato» a Tyrion non sfuggì quel Jon «Ha lasciato che si avvicinasse a lui e allungasse una mano sulla sua testa, sembrava quasi lo stesse invitando a farlo».
«Beh, ragazzo fortunato, non pensavo che qualcuno che non fosse un Targaryen, con il sangue degli Star-» la parola sangue fece di colpo fermare Tyrion, i suoi neuroni avevano ripreso a correre. Fuoco e Sangue. Ci fu un lungo momento, in cui Tyrion e Daenerys si guardarono, lui lesse la conferma dei propri pensieri nei suoi occhi. Lentamente, si girò verso Jon.
«Tu… bastardo…» sussurrò il folletto. Jon strinse le labbra.
«Questo… significa?» chiese Tyrion, rivolgendosi alla Regina.
«È quello che dobbiamo sapere» rispose Daenerys, avvicinandosi a lui «È una situazione delicata» aggiunse sottovoce «non possiamo avanzare ipotesi azzardate, dobbiamo esserne certi prima di…» la ragazza lasciò svanire nell’aria la fine della frase. «Sei intelligente. Hai tante risorse. Per questo lo chiedo a te. Per favore» Tyrion fu colpito, la Madre dei Draghi lo stava letteralmente pregando «scopri tutto quello che puoi, sui draghi e…» Daenerys fece una pausa «…sui suoi genitori»
«Certamente, Vostra Grazia» rispose Tyrion, scosso, mentre ancora cercava di metabolizzare cosa era appena stato detto in quella stanza. Sui draghi, su Jon Snow.
«Jon, sei silenzioso» disse lei, rivolgendosi al ragazzo, che per tutto il tempo non si era mosso dal suo angolo, sembrava veramente traumatizzato.
«Io…» iniziò Jon, ma non finì la frase. Sospirando scosse la testa e si sedette sul letto, le mani intrecciate e lo sguardo basso e sconsolato.
Daenerys capì che non era più in grado di sostenere quella situazione, fisicamente e mentalmente.
«Credo di dover parlare con lui. Vi dispiace lasciarci soli, mio Cavaliere?» disse lei rivolgendosi a Tyrion.
«Certo, Maestà» fece un piccolo inchino e si girò verso la porta.
«Tyrion» lo richiamò la Khaleesi, lui si girò verso di lei «Inutile dire che, quanto è stato detto, non deve uscire da questa stanza. In caso contrario, Cersei Lannister vi sembrerà una creatura angelica» questa suonava come una minaccia non troppo velata.
«Non vi deluderò» disse Tyrion, prima di sparire dietro la porta.

 

Jon non avrebbe voluto essere così silenzioso, ma ancora non riusciva a mettere ordine nella sua testa. Mille pensieri si intrecciavano, si sovrapponevano, gli uni con gli altri, talmente ingrovigliati che non riusciva a distinguerne nemmeno uno. Gli sembrava che il pavimento sotto i suoi piedi si stesse riempiendo di crepe e, nel suo cuore, sapeva che si sarebbe frantumato presto.  L’unica cosa che ora stava tra lui e precipitare nel vuoto era la ragazza che gli stava davanti.
Daenerys non l’aveva lasciato solo nemmeno per un momento, da quando aveva avuto l’incontro ravvicinato con Rhaegal, da quando era comparsa la prima crepa. Ora era lì, di fronte a lui, gli occhi viola – quegli occhi – intrisi di preoccupazione. Jon avrebbe detto che si sentiva impotente, che voleva consolarlo ma nemmeno lei sapeva cosa dire, nemmeno lei sapeva quale fosse, questa volta, la cosa giusta da fare. Daenerys Targaryen, con i suoi draghi, con il suo esercito, i suoi innumerevoli soldati, con tutto quel potere, ora si sentiva inutile.
La regina gli si avvicinò, a piccoli passi. «A cosa stai pensando?» gli chiese, sedendosi accanto a lui.
«Alla mia famiglia che…» sussurrò Jon «che non è la mia famiglia. Che cosa ho lasciato a Grande Inverno? Pensavo di aver lasciato dei fratelli, delle sorelle…»
«Loro sono la tua famiglia»
«No, non lo sono, l’hai detto anche tu» Jon le ricordò il loro discorso sulla spiaggia.
«E tu mi hai detto che li hai sempre amati come una famiglia, e così lo sono diventati»
«Ho sempre chiamato Ned Stark padre» disse Jon, alzando lo sguardo verso di lei «Mi sono sempre appellato a lui quando avevo bisogno. Quando è morto, ho sempre pregato lui se mi servivano coraggio, protezione… ora non so nemmeno quale effettivo ruolo abbia avuto nella mia vita. Non ha mai voluto parlare di mia madre, ora capisco» il ragazzo sorrise amaramente, la mano di lei si posò delicatamente sulle sue.
«È come se, all’improvviso, tutto il mio passato fosse una menzogna, Daenerys. Come se tutte le certezze che Grande Inverno mi aveva dato fossero scomparse in un attimo. Non so più cosa credere, non riesco nemmeno a stare dietro ai miei pensieri sono così veloci e confusi, è un vortice che mi fa scoppiare la test-» il tocco di Daenerys si era spostato dalle sue mani alla sua guancia e l’inaspettatezza di quel gesto gli aveva fatto lasciare la frase a metà. La sua pelle era così calda e morbida che Jon quasi si vergognò che fosse venuta a contatto con la superficie ruvida e contornata da barba del suo volto ma, alla stesso momento, pregava che lei non togliesse mai la mano.
«Jon» disse Daenerys «calmati. Respira. Qualsiasi cosa sia, non dovrai affrontarla da solo, qualsiasi cosa sia ancora non sappiamo cosa realmente è. Affronteremo il problema quando sapremo cos’è il problema. Tutti quei pensieri sono solo castelli in aria. Gli Stark sono stati la tua famiglia, la tua infanzia, non una menzogna». Era così bella mentre gli parlava così che Jon provò quasi l’impulso di avvicinarsi di più, di stringerla tra le braccia. Ora la stanza intorno a loro non era altro che un mero contorno, ciò che per Jon contava davvero, in quel momento era lei, il suo viso, i suoi occhi, le sue labbra. All’improvviso, tutte quelle emozioni lasciarono spazio a un profondo senso di tristezza, che gli scavò un buco nello stomaco e lasciò il vuoto. Lei se ne accorse.
«La tua discendenza, il tuo cognome, non sono mai stati importanti per te, adesso sì?»
«Prima non erano un problema, ora sì» rispose Jon istantaneamente.
«Perché?»
Tu.
Jon avrebbe voluto dirlo, ma non lo fece.
Restò lì, con la bocca aperta, a guardarla negli occhi. Ti prego non farmelo dire, ti prego capiscimi, ti prego.
Daenerys lo capì.
«Ancora non sappiamo niente, Jon Snow» sussurrò lei, facendosi più vicina. Il cuore di Jon era troppo veloce, la tensione nell’aria troppo fitta.
«C’è una cosa che vorrei fare, adesso che ancora non sappiamo niente».
Si sforzò di riprendere il controllo dei propri muscoli, allungò le sue mani verso il viso di lei con il pollice della mano destra le accarezzò una guancia e la avvicinò a sé. Era così vicina, riusciva a sentire il suo respiro sulla propria pelle. Lui invece credette di aver smesso di respirare da un po’. Se non avesse sentito il suo cuore battere così veloce avrebbe giurato che si fosse fermato. Le loro fronti si incontrarono, i loro nasi si sfiorarono. Lei aveva gli occhi chiusi già da un po’ lui invece volle bearsi, ancora per un attimo, della vista delle sue labbra socchiuse, così vicine alle sue. Abbassò le palpebre e improvvisamente tutti gli altri sensi si amplificarono, il suo tocco era memorizzato in ogni singola cellula di pelle del suo corpo, il suono del suo respiro così delicato andava a colmare il vuoto che si era prima formato in lui, il suo profumo era così dolce, inebriante, il più buono che Jon avesse mai sentito, l’unico che ora voleva sentire sulla sua stessa pelle, il suo sapore… oh, il suo sapore, riusciva già a sentirlo, mentre si avvicinava per sfiorarle le labbra.
Mai avrebbe pensato di baciare Daenerys Targaryen.
E mai avrebbe pensato che dei colpi alla porta sarebbero bastati a interrompere una scena di tale intensità prima che potesse sentirlo davvero, quel sapore.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti :)
Ringrazio chi ha speso del tempo ha lasciare un commento allo scorso capitolo e faccio subito un doveroso chiarimento sul titolo del capitolo:

"Mamihlapinatapai" (lessico Yahgan): guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l'altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ma nessuno ha il coraggio di fare per primo.
Come titolo c'entra sia con la ff sia con la serie (visto che è più o meno l'unica cosa che fanno quei due).
Poi volevo chiedervi scusa.
Davvero, io volevo davvero farli baciare quando ho iniziato il capitolo, ma poi alle ultime 10 righe mi è salito il E SE INVECE... e ho fatto la bruttissima persona. Ci sarà da penare ancora un po'. Don't judge me.
Spero che (nonostante il perfido finale) vi sia piaciuto e vi aspetto al prossimo aggiornamento

Un bacio,
Hyp.

  
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