Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: callmedaddy    06/08/2017    0 recensioni
alexithymia [inglese]
l'incapacità di esprimere i propri sentimenti.
yoongi con le parole non era mai stato bravo, soprattutto se si trattava di esporre i suoi sentimenti. la prima e l'ultima volta che si era innamorato fu due anni prima dell'arrivo di park jimin, un nuovo alunno del terzo anno. jimin però, è perdutamente cotto di kim taehyung, un suo compagno di classe, e nonostante gli sforzi di yoongi per dimenticarlo, non riesce a cancellare jimin dalla sua testa.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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ALEXITHYMIA
PROLOGUE
I
min yoongi con le parole non era mai stato particolarmente bravo, soprattutto se si trattava di esprimere i suoi sentimenti. aveva solo diciotto anni eppure per lui l’amore era qualcosa di davvero pesante, non sarebbe mai riuscito a sopportare una relazione. l’unica volta che si era innamorato aveva sedici anni e nonostante il suo amore non era a senso unico, era riuscito a rovinare il tutto pur di non rivelare ciò che provava. da quella volta si era promesso di non innamorarsi mai più, eppure quando park jimin varcò la soglia della sua scuola per la prima volta, sentì come se il suo stomaco si fosse completamente capovolto. da quando hyungwon se ne era andato, yoongi non aveva più nessuno accanto al suo armadietto, eppure la preside kang decise di mettere jimin accanto all’armadietto di kim taehyumg, che, ironia della sorte, yoongi non sopportava affatto. roteò semplicemente gli occhi sbattendo violentemente la porta metallica portando sotto braccio i libri per la sua prossima lezione. “allora siamo in classe insieme!” sentì dire taehyung mentre ridacchiando, scomparse dietro l’angolo con jimin al suo fianco. a yoongi non importava se jimin fosse capitato accanto accanto a taehyung, semplicemente gli mancava parlare con qualcuno nell’intervallo tra una lezione e l’altra. l’assenza di hyungwon si faceva sentire e sembrava che nessuno fosse venuto per prendere il suo posto, il cuore di yoongi era rimasto vuoto, come l’armadietto accanto al suo, come il posto destro al banco, come quel maledetto lettino d’ospedale dove hyungwon lo aveva abbandonato una volta per tutte. lo amava, hyungwon lo aveva capito, ma aspettava che fosse yoongi ad ammetterlo, ma non successe mai, e più hyungwon rimaneva deluso dal comportamento apatico di yoongi nei suoi confronti, più la sua vita si affievoliva. “sto per morire yoongi, lo sai?” diceva guardando la persona che amava seduta di fianco al lettino d’ospedale dove era steso. yoongi annuiva e abbassava la testa, hyungwon pensava che con quella frase lo avrebbe spronato a rivelare i suoi sentimenti, ma fu una cosa che non successe mai. avevano solo sedici anni, eppure il dolore che provavano era qualcosa di imparagonabile. il tumore portava via un pezzo di hyungwon giorno dopo giorno, e il silenzio di yoongi lo consumava ulteriormente. il ventidue febbraio hyungwon lo lasciò definitivamente e yoongi non poteva fare altro se non stringere la mano fredda del suo amato riversando numerose lacrime con la testa appoggiata sul suo petto. “mi dispiace” diceva tra un singhiozzo e l’altro, era troppo tardi ormai, hyungwon non l’avrebbe più potuto perdonare. Il suono metallico della campanella risuonò nelle orecchie di yoongi risvegliandolo dai suoi pensieri. “tutto apposto?” chiese hoseok prendendo posto accanto a lui, erano rimasti da soli in classe. yoongi annuì leccandosi il labbro inferiore, lo sguardo rigorosamente basso. “ci pensi ancora mh?” yoongi strinse le labbra tra di loro, non aveva il coraggio di incrociare il suo sguardo con quello di hoseok. per l’altro, quel gesto era un’affermazione, non ci pensò su due volte e abbracciò il suo migliore amico. yoongi non ricambiò l’abbraccio, ma hoseok sapeva che era qualcosa che in qualche modo riusciva a rassicurare yoongi almeno un po’. all’uscita di scuola jimin e taehyung camminavano verso casa insieme affiancati da jeon jungkook. yoongi roteò gli occhi andando dalla parte opposta dei tre, avrebbe fatto il giro più lungo per tornare a casa. “yoongi dove vai?” chiese hoseok. “ho solo voglia di camminare, non ti preoccupare, ci vediamo domani.” alzò un braccio in segno di saluto e si allontanò a passo svelto, hoseok lo guardò con un sopracciglio alzato, yoongi aveva qualcosa che non andava. il fumo della malboro light usciva dalle labbra di yoongi, mentre camminava pensieroso verso casa. cosa aveva di speciale park jimin per fargli riprovare emozioni che da ormai due anni non provava più? hyungwon, hyungwon e hyungwon. quel nome cantilenava ancora nella sua mente, non si sarebbe innamorato mai più di qualcuno che non fosse stato hyungwon, eppure jimin non gli assomigliava affatto. yoongi scosse la testa entrando finalmente in casa. “non torno per la notte, sono da un’amica” e ancora una volta anche sua madre lo aveva abbandonato, si chiedeva come mai hoseok, namjoon e seokjin gli andavano ancora così appresso. sospirò buttandosi sul divano e aprendo una lattina di noodles pre-cotti, quel giorno era iniziato male e non si sarebbe concluso da meno.
   
 
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