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Autore: DarkShadowedEyes    06/08/2017    0 recensioni
La sofferenza fa parte di ognuno di noi, ma a volte un viaggio all'interno del nostro cuore ci più aiutare a capire che non è tutto perduto. Sopratutto l'amore
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SILENZIO

 

Quando hai un peso doloroso nel cuore è un po’ come stare in apnea. È un peso talmente soffocante che non riesci neanche a reggerti sulle gambe, né a urlare a squarciagola come vorresti. Le parole rimangono lì, sospese a metà fra la gola e il cuore che scalciano, picchiano e spingono per uscire e farsi sentire. Eppure rimangono intrappolate in quelle pareti di carne e anima, lacerando tutto ciò che sta intorno. E tu rimani a subire quel dolore perché non hai modo di tirarlo fuori, per paura forse o perché farebbe ancora più male che tenertelo per te. Ti senti soffocare, come sott’acqua: le orecchie sembrano ovattate e quello che hai intorno perde i suoi contorni come se stessi guardando il mondo attraverso uno specchio d’acqua. E quell’acqua la senti schiacciare sul petto, all’altezza del cuore togliendoti il respiro; la senti schiacciare sulla testa facendo rimbombare i pensieri così forte che ti sembra di esplodere, ti blocca le gambe e le braccia cosi che tu non possa scalciare o ribellarti e tu rimani immobile perché non sei in grado di liberarti da quella stretta micidiale. Rimani lì, nel silenzio del tuo dolore senza poter fare nulla, le forze ti abbandonano, gli occhi si gonfiano per colpa delle lacrime, il fiato se ne va piano piano finché chiudi gli occhi, rassegnato.



Ma poi, quando pensi che non ci sia speranza, quel silenzio assordante che bombardava la tua testa muta la sua forma, diventa quasi magico. Ti senti catapultato nello spazio, così misterioso e così... sereno. Ti senti speciale in mezzo a quelle stelle che sembrano brillare solo per te. Il dolore è sempre lì, che stringe sul cuore e ti toglie il fiato; ma non fa più male. Si è placato anche lui e ne rimane solo un flebile ricordo appeso ad un filo sottile come la scia di una cometa. Questo silenzio ti piace di più, è tranquillo, non ha fretta. Ti senti a tuo agio e sei sicuro che anche il dolore passerà in fretta grazie a quella vista meravigliosa che ti si staglia davanti. Senti di poter fare tutto, di poter superare ogni ostacolo, perché in fondo ogni problema sembra così piccolo in confronto alla vastità dell’universo. Ti senti nudo e indifeso, ma forse questa volta non la vivi come una sensazione opprimente, è un momento che sa di pace. Quegli occhi che prima erano sigillati si schiudono dolcemente davanti al luccichio frenetico delle stelle, si strizzano un po’ per abituarsi al buio più nero e ti senti leggero. Ogni cosa è possibile, il dolore si supera, il tempo guarirà le ferite dell’anima. Anche quelle stupide frasi fatte che ti sono sempre suonate senza senso ecco che assumono il loro vero significato. E sanno di speranza, quella vera, pura e senza filtri. Ti senti rinascere. Allora, chiudi gli occhi di nuovo, stavolta non per proteggerti ma per goderti meglio quel momento. Che silenzio, che pace.
Ti lasci andare all’indietro fiducioso che non ti può accadere nulla di male. E inizi a precipitare superando le stelle, i pianeti, entrando in collisione con l’atmosfera. Senti la pelle che brucia a contatto con l’aria che ti avvolge e hai paura di nuovo per un momento, ma poi ti ricordi che tu sei più forte di tutto e ti fai cullare dal silenzio assordante dell’aria che ti porta con sé. Senti un silenzio ancora diverso, avvolgente che ti riempie le orecchie e il cuore senza lasciare nemmeno uno spazio vuoto. Ti spaventa ma ti dà anche tanta forza. È un salto nel vuoto, pericoloso sì, ma che ti riempie di adrenalina e senti il sangue che ti bolle dentro. Hai voglia di riscatto, vuoi riprendere in mano i brandelli della tua vita e rimettere insieme i pezzi per vivere in un’opera d’arte. Ti senti inebriato, quasi stordito da quella forza che non sapevi di avere. Sei solo in mezzo a quel cielo, le nuvole svaniscono nel momento esatto in cui le sfiori. Una fitta veloce ti sfiora il petto. Noi umani non siamo fatti per stare da soli, è quello che ti diceva sempre nonna. Ti manca casa. Quel viaggio magico e misterioso che ti ha portato così lontano sta giungendo al termine, lo senti dentro, ma non sei triste. Anzi, ti senti rinato. Il dolore soffocante con cui eri partito è rimasto soltanto un lontano ricordo e quasi ti viene da ridere a quanto sciocco sei stato. Chiudi gli occhi un’ultima volta.
Quando li riapri, un caldo tepore che viene dalla finestra ti bacia le guance ancora un po’ umide di lacrime. Tasti il materasso accanto a te ma non trovi nulla, intorno soltanto silenzio. Ti vesti di fretta ed esci di casa quasi correndo dimenticando l’ombrello come tuo solito. Il viaggio in macchina sembra durare per sempre ma alla fine arrivi sempre a destinazione.
“Un mazzo di tulipani, per favore” le parole che escono leggere, impalpabili.
Segui quel cammino ghiaioso ormai così familiare per un po’ per poi fermarti di colpo. Ti abbassi un poco prima di decidere di sederti sul suolo spoglio, il ticchettio della pioggia e l’odore del terreno bagnato ti riempiono il naso e le orecchie. Sorridi in modo dolce, allunghi il braccio per accarezzarla. È così bella in quella foto sgualcita, non sembra essersene mai andata. Quel tuo cuore dolorante si riempie di una nuova certezza che potrebbe spazzar via l’oscurità del mondo. “Sono qui” un soffio del vento sembra parlarti per poi tacere di nuovo. Rimani li seduto per un tempo incalcolabile a farti cullare dal silenzio. 


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Spazio Autrice: Ciao, è da molto che non scrivo quindi sono un po' scettica rispetto a questa storia. In realtà l'ho scritta per un concorso ma non so se potrebbe esserne all'altezza quindi ho preferito pubblicarla prima qui. Grazie a chi mi dedicherà un po' di tempo
              -DarkShadowedEyes
   
 
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