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Autore: samv_s    06/08/2017    1 recensioni
Jimin continuò ad osservarlo con sguardo scettico: uno come Yoongi non era solito aiutare le persone, eppure in quel momento gli stava offrendo una mano per conquistare il rosso.
"Accetto." Disse, quindi. Tentar non nuoce, no?
Vmin//Yoonmin. Accenni Namjin
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era passata una settimana e qualche giorno dalla festa, dal loro bacio su quel dondolo. E mentre era arrivato ufficialmente l’autunno, accompagnato dai colori caldi delle foglie e le piogge che bagnavano le strade della città, Seokjin continuava a parlagli lo stretto indispensabile.
Dopo l’accaduto, quando erano corsi a recuperare Jimin e Jungkook ubriachi, non avevano aperto bocca sull’argomento. E nemmeno quando si erano ritrovati soli nell’abitacolo dell’auto, nessuno dei due aveva osato proferire parola. E le cose erano continuate fino a peggiorare: perché se dopo pochi giorni Namjoon aveva provato ad aprire l’argomento, Seokjin non solo lo aveva bloccato sul nascere ma aveva alzato un muro fatto di silenzi ed indifferenza nei suoi riguardi. E questo lo portava solo a passare notti insonni in cui pensava e pensava, e a Namjoon pensare tanto non era mai piaciuto.
Ma con l’inizio di quella seconda settimana di ottobre, si era ripromesso di dover fare qualcosa: Seokjin, nonostante i sentimenti che provava, era il suo migliore amico. E per lui, avrebbe potuto accantonare tutto e ritornare come prima. Certo, sarebbe stato difficile - specialmente se le immagini del bacio gli percorrevano la mente ventiquattro ore su ventiquattro - ma non avrebbe mai rinunciato a tanti anni di amicizia.
Così con questo nuovo obbiettivo, quel mercoledì mattina si preparò di tutta fretta in modo da arrivare puntuale - se non più presto - a scuola.
Quando si ritrovò davanti ai cancelli dell’edificio scolastico, sentì l’ansia iniziare a divorarlo. Prese un bel respiro e percorse lentamente il percorso in ghiaia, per poi ritrovarsi sotto l’atrio della struttura. Successivamente, spinse la porta ed entrò all’interno della scuola lasciandosi dall’aria calda dell’ambiente. Si diresse verso il suo armadietto e seguì la sua solita routine, cercando di calmare i battiti accelerati.
Solo quando aprì la porta della sua classe ed incontrò la figura seduta di Seokjin, lasciò che l’ansia prendesse il sopravvento.
"Ciao." Biascicò prendendo posto e aspettando in religioso silenzio una risposta dal maggiore.
"Ciao." Rispose poco dopo Seokjin, non distogliendo lo sguardo dal libro che stava leggendo.
Il silenzio calò tra i due, lasciando spazio ad un forte imbarazzo. Namjoon mai si era ritrovato ad affrontare una situazione simile con l’amico, nemmeno quando gli confessò il suo orientamento sessuale. E questa situazione era frustante, ma decise di rimanere in silenzio a pensare a delle parole giuste con cui iniziare il suo discorso.
"Nam, devo dirti una cosa."
"Hyung devo dirti una cosa."
Quando si resero conto di aver parlato nello stesso istante, un sorriso incurvò le labbra di entrambi.
"Vai prima tu." Disse Seokjin sorridendogli, e Namjoon si perse ad ammirare gli occhi dell’altro ridotti a due mezze lune.
"Mi piaci." Disse semplicemente, dando voce ai suoi pensieri e buttando a quel paese il discorso che si era preparato. Il biondo strabuzzò gli occhi ed arrossì visibilmente, ma lasciò che l’altro continuasse a parlare.
"Mi piaci hyung, e so che avrei dovuto dirtelo prima. Ma non sapevo come affrontare l’argomento, come parlartene senza farti allontanare. Ma con quel bacio alla festa, con quel maledetto bacio, so di aver rovinato tutto. Mi scuso per questo, non avrei voluto, ma mi piaci Seokjin hyung. Non sai nemmeno quanto. Ma sappi che sarei disposto ad accantonare questi miei sentimenti per te, perché non voglio perderti come amico. Non riuscirei a sopportare l’idea di non averti più al mio fianco." Concluse il minore ed abbassò il capo, consapevole che se avesse incatenato il suo sguardo con quello del suo hyung, avrebbe di sicuro fatto qualche altra stupidaggine. Mai avrebbe retto quello sguardo color nocciola così intenso.
"Nam...a me piace Jungkook." E quando sentì quelle parole uscire dalla bocca di Seokjin, Namjoon sentì il mondo cascargli addosso.

***

Era solo mercoledì, ma Jimin era già stufo di quella settimana: ogni giorno vi era almeno un test o un'interrogazione per cui doveva prepararsi, e ciò non gli piaceva affatto. L’unica nota positiva di quella situazione era il suo rapporto attuale con Taehyung. Dopo che Yoongi si era piombato a casa sua la domenica mattina precedente, Jimin aveva pensato alle sue parole per tutta la giornata. E finalmente, verso le dieci di sera, si era armato del coraggio necessario per scrivergli un messaggio. E per la risposta da parte del rosso, non aveva dovuto attendere nemmeno tanto: inoltre, dopo l'imbarazzo iniziale, i due avevano iniziato a parlare come un tempo. Taehyung si era sfogato parlandogli della situazione con Hoseok, di quanto si sentisse colpevole. Jimin, seppur da dietro allo schermo di un cellulare, aveva provato a consolarlo.
​I
due poi, avevano continuato a parlare fino a mezzanotte passata. E quando Jimin gli aveva dato la buona notte per lasciarsi avvolgere dalle braccia di Morfeo, aveva sentito un peso in meno sul cuore ed una sensazione di felicità avvolgerlo.
Da quel momento, le giornate a scuola sembravano essere più sopportabili. In più, tutti e sette adesso, sedevano allo stesso tavolo durante la pausa pranzo: ciò lo rendeva entusiasta, ma allo stesso tempo gli faceva salire l'ansia. Tutto perché ogni volta che vedeva Hoseok, si sentiva colpevole della sua rottura con Taehyung.
Avrebbe voluto parlargli, spiegargli che mai e poi mai avrebbe voluto che le cose finissero in quel modo; ma ogni volta che provava a chiedergli di parlare in privato, sentiva le parole morirgli in gola. E quindi aveva rimandato e rimandato.
Ma quel mercoledì, le cose sarebbero andate diversamente.
Quando raggiunse la mensa - da solo poiché Jungkook quel giorno non era venuto a scuola - ritrovò il solito tavolo occupato semplicemente dalla figura curva dell'arancio.
"Ciao hyung." Esclamò quando arrivò al tavolo e prese posto, le mani già sudaticce.
"Oh...ciao Jimin." Rispose l'altro, sorridendogli appena. Il corvino aveva notato, in quei giorni, come il sorriso di Hoseok avesse perso la sua luminosità. Ciò non faceva che farlo sentire ancora peggio: si notava benissimo quanto gli piacesse ancora Taehyung.
"Allora, tutto bene?" Chiese cercando di rompere il ghiaccio Jimin, mentre si girava verso la porta nella speranza di vedere qualche volto familiare. Ma dalla porta della mensa, entrarono solo studenti a lui sconosciuti.
"Abbastanza bene..." Ma Hoseok non riuscì a completare la frase, poichè un sonoro "scusami" da parte del corvino lo interruppe.
"C-cosa?" Chiese l'altro, non capendo.
"Volevo scusarmi, con te. So che non dovrei saperlo, ma Yoongi me ne ha parlato: tu e Taehyung vi siete lasciati a causa mia. Non avrei mai voluto che le cose finissero in questo modo tra voi due, vi trovavo così belli assieme e sapere che sono io la causa della vostra rottura mi rende immensamente triste. Scusami Hoseok hyung, scusami davvero tanto. Ho visto come lo guardi, si capisce subito che lui ti piace. Non volevo!" Concluse Jimin abbassando il capo, il tono dispiaciuto e le lacrime a pizzicargli gli occhi. Non si accorse, quindi, del sorriso dolce che gli aveva rivolto Hoseok. Ma, poco dopo, sentì le sue braccia avvolgerlo in un caldo abbraccio.
"Jimin, non hai nessuna colpa. Non pensare minimamente di essere l'artefice della nostra rottura, sono cose che possono capitare. Sono felice che tu ti sia aperto con me." Gli disse l'arancio mentre lo stringeva ancora. Jimin sorrise e lo strinse maggiormente a sé: se ripensava a quanto non lo sopportasse all'inizio - perché geloso nei suoi riguardi - a Jimin adesso veniva da ridere. La situazione era cambiata tantissimo, tanto che aveva rivalutato ed apprezzato il suo hyung. Adesso che si era aperto anche con lui, sentiva il cuore sempre più leggero: i tasselli scombinati della sua vita adolescenziale, stavano lentamente ritornando al loro posto.
"Che succede qui?” La voce di Yoongi lo fece staccare e riprendere posto sulle sedie. Dietro al grigio, sbucavano le figure di Taehyung, Seokjin e Namjoon.
"Niente di che." Rispose prontamente Hoseok, sorridendo. I quattro presero silenziosamente posto al tavolo, concentrandosi sui loro vassoi pieni.
Ma l'attenzione fu prontamente richiamata dalla domanda che Seokjin fece a Jimin, dove chiedeva cosa avesse intenzione di fare quel venerdì.
"Uhm...non so, penso nulla di impegnativo. Posso chiedere a mamma di farvi venire a dormire tutti a casa." Rispose pensieroso il corvino, mordendosi poi la lingua: ciò avrebbe significato che anche Taehyung, Yoongi ed Hoseok ci sarebbero stati. Ma ormai il danno era fatto.
"Perché?" Chiese curioso Taehyung sorridendogli.
"È il suo compleanno." Rispose il più grande di tutti a quel tavolo, richiamando su di sé l'attenzione dei tre seduti dall'altra parte.
"Davvero?" Chiese Taehyung, gli occhi che gli brillavano per quella scoperta.
"Si..." Biascicò imbarazzato Jimin.
"Beh, facci sapere se tua madre dice di si. Abbiamo poco tempo per prenderti un regalo!" Aggiunse entusiasta Hoseok, ricevendo segni da approvazione da parte di Taehyung e Seokjin. Namjoon e Yoongi continuavano a consumare i loro pranzi in religioso silenzio. Poco dopo, si unirono anche i rimanenti quattro ragazzi.
E per tutta la pausa pranzo, Jimin maledisse sé stesso e Seokjin hyung per aver parlato troppo.

 ***

 Venerdì sembra essere arrivato dopo un'eternità: il giorno prima si era concluso con estrema lentezza, accompagnato però da quel senso di euforia che provava Jimin ogni giorno prima del suo compleanno. La mezzanotte del tredici era scattata e numerosi messaggi di auguri avevano inondato il telefono di Jimin: in primis quelli di Jungkook, puntuale come un orologio svizzero. Gli aveva fatto un video bellissimo a cui il corvino si era commosso, ma non contento, gli aveva scritto un messaggio sa auguri tanto dolce quanto strappalacrime. Poi, con sorpresa del giovane, erano seguiti gli auguri di Taehyung e Yoongi: nel vedere il messaggio del primo, un senso di estrema felicità lo aveva inondato. Il rosso gli aveva mandato un messaggio di auguri non molto lungo - dopotutto non si conoscevano così bene - ma davvero bello.
Il messaggio di Yoongi, era stato breve ma bello anche quello. In ogni caso, Jimin ne era rimasto colpito e lusingato.
La mattina del suo compleanno, poi, erano giunti i restanti messaggi di auguri da parte dei suoi hyung e anche da parte di Hoseok. Jimin aveva sorriso contento.
Sua madre, dopo averlo riempito di abbracci e baci, gli aveva ordinato di non prepararsi per la scuola: avrebbe passato quella settimana a casa a darle una mano con i preparativi per quella sera. Jimin aveva annuito sorridendole, aveva poi consumato l'abbondante colazione ed infine, si era preparato per spostare i mobili del salotto e fare lo spazio necessario a far entrare sette sacchi a pelo.
Quando poi nel pomeriggio arrivarono i primi tre ospiti - Jungkook, Seokjin e Namjoon - la stanza era stata completamente modificata. Le poltrone e il tavolino erano stati trasportati nella sala degli ospiti posti al piano terra - per sua fortuna, Jimin era un ragazzo allenato e con una grande resistenza fisica - mentre il divano era stato spostato leggermente più indietro. Alla destra del televisore, era stato montato un tavolo rotondo in plastica su cui erano state già posizionate schifezze salate e dolci.
"Wow, ottimo lavoro Jiminie!" Esclamarono Jungkook e Seokjin osservando a bocca aperta la stanza.

 ***

Mentre Jimin e Namjoon si stavano tenendo impegnati con una importante partita alla playstation, il campanello di casa Park suonò nuovamente.
I due ragazzi bloccarono la partita cosicché, Jimin potesse alzarsi e andare ad aprire la porta. Quando la aprì, Hoseok gli si buttò addosso urlandogli un "auguri" entusiasta. Alle sue spalle, Taehyung rise battendo le mani.
Tutti e tre entrarono all'interno dell'abitazione, salutarono gli altri già presenti e poi passarono a salutare la madre di Jimin.
"Piacere di conoscerla signora Park noi siamo Taehyung, Hoseok e..."
"Yoongi, ciao!" Esclamò la donna finendo la frase al posto del rosso, sorridendo al grigio. Il quale, preso in contropiede, sorrise leggermente imbarazzato.
"Vi conoscete già?" Chiesero sia Hoseok che Taehyung. Il secondo sentì la gelosia prendere possesso del suo corpo. Yoongi e Jimin annuirono, entrambi imbarazzati da quella situazione.
“Bene, noi andiamo di là mamma.” Disse il corvino cercando di eliminare quella tensione creatasi. I tre ragazzi si inchinarono leggermente prima di seguire Jimin in salotto.
Successivamente, tutti si accomodarono sul divano ed insieme decisero di fare un gioco da tavolo. Scelto il gioco, tutti e sette si sedettero in cerchio preparandosi per la prima partita.
Durante il turno di Namjoon, Yoongi si alzò da terra chiedendo a Jimin di seguirlo. Tutti gli altri li osservarono con espressione confusa, ma non vi badarono più di tanto. O almeno non tutti.
Quando furono lontani da occhi ed orecchie di troppo, Yoongi bloccò Jimin.
“Cosa hai detto a tua madre? Mi stava osservando con una strana espressione.” Disse il maggiore.
“Solo quello che ti ho raccontato: le ho confessato di essere omosessuale e che io e te stavamo assieme. Tutto qui.” Rispose scocciato l’altro. Glielo aveva ripetuto la bellezza di tre volte la domenica stessa dell’accaduto.
“Sicuro?” Chiese nuovamente Yoongi.
“Ti ho detto di si, adesso possiamo tornare di là?” Sbuffò Jimin.
“Un’altra cosa ancora, perché non mi hai detto che era il tuo compleanno?”
“Avrei dovuto? Stiamo insieme per finta, e poi tu non mi hai detto quando è il tuo.”
“È il nove marzo. – Incominciò Yoongi. – Ma in ogni caso queste cose devi dirmele, Hoseok e Taehyung mi hanno riempito di stupide domande per comprarti uno stupido regalo!” Concluse irritato. Jimin alzò gli occhi al cielo: quel ragazzo era capace di metterlo storto anche il giorno del suo compleanno.
“Va bene, adesso lo sai.” Rispose prima di girarsi e lasciare Yoongi col dito a mezz’aria ed un'espressione furiosa in volto.



 

​Sono una pessima persona, lo so.
​Scusatemi per l'enorme ritardo, ma fino a questa mattina avevo un blocco grande quanto una casa.
​Il capitolo, infatti, non mi ispira granché. Nel prossimo spero di fare molto meglio.
​Scusatemi eventuali errori - so che alcuni sfuggono ai miei controlli - li correggerò appena possibile.
​Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va! 
​Come sempre, un grazie immenso a chi legge, a chi recensisce e a chi inserisce la storia fra preferite/seguite/ricordate.
​Mi scuso ancora per l'enorme ritardo.
​Un bacione, Sam.

 

   
 
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