Chapter 22– Now
you’re just somebody – That I used to know
(Somebooooodyyyyy…)
“Certo
che questo combattimento contro
quell’Heartless gigantesco che la regina ci ha mandato contro
è stato veramente
eccitante e divertente”, commenta Nixon asciugandosi il
sudore per la
battaglia.
“Già,
è stato veramente straordinario, così
spettacolare e movimentato che se questa fosse una fanfiction sarebbe
stato
alquanto difficile descriverlo per iscritto”, dice Pippo. Poi
si prende una
lunga pausa, come meditando su cos’altro dire. Dopo una
ponderata riflessione
di qualche secondo, aggiunge: “Yuk.”
“Comunque
ora possiamo andarcene da questo
mondo, vero, Paperino?”, chiede Nixon.
Paperino
annuisce e risponde:
“Be’,
sì, certo, saliamo a bord…”, si
interrompe, il suo sguardo catturato da una figura seminascosta dietro
un
albero alle loro spalle, che somiglia vagamante ad un ragazzo biondo
coi
capelli a punta e uno spadone di nome Cloud che è anche il
protagonista di
Final Fantasy VII.
“Sì,
Paperino, yuk?”, chiede Pippo.
“Cominciate
a salire, vi raggiungo fra un
attimo”, risponde il volatile, allontanandosi.
Pippo fa
spallucce e sale sull’astronave,
mentre Nixon segue per un po’ con lo sguardo Paperino mentre
si allontana. Poi
sente un urlo dall’astronave; istintivamente materializza il
keyblade in mano,
avvertendo un pericolo, e sale a bordo. Ciò che vede lo
lascia esterrefatto:
una ragazza che sembra Aerith tiene in ostaggio Pippo, poco vicino ad
una
botola aperta sulla sala motori della gummiship, tenendogli un coltello
alla
gola.
“AERITH?!”,
esclama Nixon; “ma… è
impossibile! Come diavolo faccio a sapere il tuo nome?!”
“Gawrsh!
È impazzita!”, esclama Pippo.
“POTREBBE-SEMBRARE”,
dice ‘Aerith’, con voce
robotica e stentorea, “MA IL SIGNOR ROTTERMEIER ED IO
SAPPIAMO CHE LE APPARENZE
POSSONO ESSERE INGANNEVOLI.”
Nixon si
distrae un attimo guardando un
moscone che gli gironzola davanti al naso.
“CONFUSO,
SIGNOR ROTTERMEIER?”, continua la
ragazza, come se ne avesse la completa attenzione; “NON SI
PREOCCUPI, TUTTO
DIVENTERÀ CHIARO IN UN MOMENTO. GRAZIE PER AVERMI PORTATO IL
KEYBLADE, ORA LO
POSI A TERRA.”
“No,
Gawrsh!”, esclama Pippo; “se lo fai ci
ucciderà tutti e due! Colpiscici!”
“Va
bene, ok”, risponde Nixon e solleva il
keyblade facendo per affettarli tutti e due.
“FERMO!
MACCHEMMINCHIA FAI!?”, urla Pippo,
scordandosi perfino di dire ’yuk’, “lo
dicevo per fare la mossa, mica intendevo
sul serio! Fai come dice la pazza che sennò mi
sgozza!”
“Aerith,
calmati…”, prova a dire Nixon,
abbassando di nuovo il keyblade; “sii ragionevole, se gli
tagli la gola ti
sporcherai tutti i vestiti di sangue...”
“POSI
IL KEYBLADE, SIGNOR ROTTERMEIER.”
“Ma
vedi te quante noie per salvare un cane
antropomorfo di nessuna rilevanza per la storia…”,
borbotta Nixon; “ok, lo
poso”; poggia il keyblade a terra. “Va bene
ora?”
Il
keyblade gli si materializza nuovamente in
mano.
“Oh
cazzo”, dice Nixon.
“POSI
IL KEYBLADE, SIGNOR ROTTERMEIER, O
QUESTO CAPITOLO DIVENTERÀ UNA CREEPYPASTA DAL TITOLO
‘L’OMICIDIO DI PIPPO’.”
“Un
attimo, lo poso, lo poso!”
Nixon
poggia di nuovo il keyblade a terra, ma
quello gli si ri-materializza in mano. Prova di nuovo. E gli si
materializza di
nuovo in mano.
“Senti,
Aerith, mi sa che qui abbiamo un
problema tecnico; che ne dici se passiamo direttamente alla
zuffa?”
“UFF!
VA BENE”, e toglie il coltello dalla
gola di Pippo.
“P-posso
andarmene?”, domanda il cane,
balbettando.
“SÌ,
INFILATI NELLA SALA MOTORI, PER FAVORE,
COSÌ NON STAI FRA LE PALLE MENTRE FACCIAMO UNA LOTTA
ALL’ULTIMO SANGUE.”
Ubbidiente
Pippo scende nella botola.
“Devo
anche chiudermi a chiave?”, domanda.
“SÌ,
GRAZIE, GENTILISSIMO.”
“Posso
armeggiare coi comandi e togliere la
luce?”
“ASSOLUTAMENTE,
NON SI FACCIA DI QUESTI
PROBLEMI, ALLA FINE LA GUMMISHIP È SUA. SOLO NON FACCIA
TROPPO RUMORE.”
“Ok,
allora vado”, dice Pippo facendo per
chiudere la botola. “Ah, dimenticavo una cosa!”, fa
dopo, riaprendola.
“SÌ?”,
domanda il cyborg.
“Gawrsh!”,
dice Pippo, e richiude la botola.
‘Aerith’
e Nixon si guardano in silenzio per
un po’.
“È
UN TIPO UN PO’ CURIOSO, NO?”, commenta il
cyborg, indicando la botola dietro cui è sparito Pippo.
“Eh,
sì, un pochetto. Però siamo diventati
grandi amici nell’ultima mezz’ora”,
risponde Nixon.
“E
POI HA QUESTO STRANO INTERCALARE. FORSE HA
QUALCHE DISTURBO PSICHIATRICO.”
“Sì,
in effetti ci ho pensato, forse un
disturbo ossessivo-compulsivo o qualcosa del genere…
Coooomunqueee… Vogliamo
riprendere?”
“CERTO,
FIGURATI”, dice ‘Aerith’; poi alza il
braccio sinistro, che si trasforma in un minaccioso scorreggiofucile
sonico, e
glielo punta addosso.
“SEMBRA
FAMILIARE, QUESTA SITUAZIONE, NON È
VERO?”, fa ‘Aerith’ (ignorando il
commento di Nixon che dice “ma veramente no”);
“CI SIAMO GIÀ PASSATI, IO E LEI, RICORDA? IO LO
RICORDO. NON SMETTO MAI DI
PENSARCI.”
“Ora
posso togliere la luce, yuk?!”, fa la voce di Pippo
attutita dalle pareti.
“UN
MOMENTO PER FAVORE, STO ANCORA
SPROLOQUIANDO!”, grida il cyborg.
“Senti,
Aerith”, fa Nixon, con tono
conciliante; “capisco che sei incazzata con noi per il video
rovinato… e per la
morte inflitta. Ma mi sembrano entrambe situazioni del tutto
rimediabili; come
si dice, a tutto c’è rimedio fuorché
alla morte. Che forse in questo caso non è
adeguatissimo come proverbio, però, insomma, dai, a morire
mi pare che ci sei
abituata, di video ASMR potrai farne altri. E poi se devo essere onesto
trovo
che questa cosa dell’ASMR sia tutta molto stramba, mi pare
vagamente sessuale…”
“MADONNA
SANTA MA ANCORA NON HA CAPITO, DI***NE?!”,
esclama il cyborg; “NON SONO AERITH!”
“Ah
no?”, fa Nixon, inarcando un sopracciglio
in genuina sorpresa; “e chi sei allora?!”
“ANCORA
NON MI RICONOSCE? AMMETTO CHE È
DIFFICILE PERFINO PENSARE, BLOCCATA IN QUESTO AMMASSO DI CARNE
MARCESCENTE…”
“Senti,
se non vuoi rispondere mi dici almeno
che cosa vuoi?”, la interrompe Nixon, presagendo ulteriori
inutili sproloqui.
“VOGLIO
QUELLO CHE VUOLE LEI.”
Nixon la
fissa con aria sempre più perplessa
e smarrita.
“AH,
SÌ, STA INIZIANDO A CAPIRE, SIGNOR
ROTTERMEIER…”
Nixon la
guarda inebetito con la bocca aperta
e un rivolo di bava che ne cola all’angolo destro.
“SÌ,
GUARDI OLTRE LA CARNE SANGUINOLENTA,
SUPERI LA GELATINOSA CONSISTENZA DI QUESTI OCCHI BOVINI E
SCORGERÀ IL SUO
MORTALE NEMICO…”
“…
Lo
shampoo?”, domanda Nixon, esitante.
“NO!”,
esclama l’altra, esasperata; “SONO GINA,
CAZZO, SONO GINA! SONO RISORTA SOTTO FORMA DI CYBORG ASSASSINO PER
DISTRUGGERTI!”
“Gina?”,
fa il ragazzo, apparentemente non
comprendendo, poi si illumina in viso: “Aaaah, ora ricordo!
Gina! Non ti avevo
riconosciuta! Ma che hai fatto, sei fantastica, qualcosa ai
capelli?”
“STA’
ZITTO, COGLIONE.”
“Ma
come fai ad essere viva? È impossibile!”
“NON
IMPOSSIBILE. INEVITABILE.”
“No,
guarda, io scelgo bene le parole, volevo
dire proprio ‘impossibile’, anche perché
mi pare che i due termini abbiano
significati molto diversi…”
“BASTA
COSÌ. È ARRIVATO IL MOMENTO CHE OGNI
FAN DELLA SERIE ASPETTAVA TREPIDANTE: QUELLO IN CUI DUE PERSONAGGI ORIGINALI
PIATTI E POCO
INTERESSANTI INFILATI NELLA STORIA A CAZZO DI CANE SI COMBATTONO
ALL’ULTIMO
SANGUE PER MOTIVI NON DEL TUTTO CHIARI, CON PAPERINO E/O PIPPO CHE
FANNO
COMMENTI PETULANTI ED INUTILI IN SOTTOFONDO.”
“Kingdom
Hearts in a nutshell”, commenta
Nixon.
“SI
PREPARI A MORIRE, SIGNOR ROTTERMEIER”, fa
Gina-cyborg, caricando lo scorreggiofucile.
“Ma
cos’è questa cosa di darmi del lei,
adess…”,
fa Nixon, ma viene interrotto quando la luce va via.
“Spero
fosse il momento adatto, Gawrsh!”, fa Pippo in
lontananza.
Al buio
il colpo di scorreggiofucile va a
vuoto contro una parete, lacerando dei cavi elettrici che iniziano a
penzolare
pericolosamente fra le scintille; Nixon ne approfitta per scagliarsi
contro
cyborg-Gina. Nel buio si sentono i suoni violenti della colluttazione.
“AH!
LEVAMI LE MANI DI DOSSO!”
“No,
sei mia!”
“SMETTILA,
TI HO DETTO DI NON TOCCARMI, NON
VOGLIO!”
“Non
decidi tu, troia!”
“BASTA!
AAAAH!”
“Sì,
sì! Così! Anf! Pant!”
“OOOOH!
OOOOOOOOH! OOOOOOOOH!”
“AH,
SÌ! AAAAH, SÌ! SÌ SÌ! COME
GODOOO!”
All’improvviso
torna la luce. I due sono
aggrovigliati a terra nella famosa posizione della ‘piovra
epilettica
contorsionista’ e si contorcono menandosele di santa ragione
(beh? Che altro
pensavate facessero?).
Evidentemente
stanchi della posizione, i due
si alzano in piedi e iniziano a tirarsi ceffoni in viso:
SCIAFF!
Fa la mano di Gina sul volto di Nixon
SCIOFF!
Fa la mano di Nixon sul volto di
Gina.
SCIAFF!
SCIOFF!
SCIAFF!
SCIOFF!
SCIAFF!
SCIOFF!
SCIAFF!
SCIOFF!
SCIAFF!
SCIOFF!
SCIAFF!
SCIOFF!
SCIAFF!
SCIOFF!
SCIAFF!
SCIOFF!
SDEEEEEEEENG!
Nixon si
è ricordato di avere un keyblade, che
funziona molto meglio dei ceffoni in una battaglia, e glielo tira in
testa.
Gina non pare molto affetta dal colpo, così lui gliene
dà un secondo. E un
terzo.
SDENG.
SDENG. SDENG.
Fra i
vari colpi, un foglietto di carta
scivola fuori dagli ingranaggi di Gina e finisce a terra.
“AH-AH-AH-AH-AH-AH!”,
ride meccanicamente Gina;
“SONO-INDISTRUTTIBILE, INVINCIBILE! NON PUOI FERMARMI IN
NESSUNA MANIERA!”
“Accidempoli!”,
impreca pesantemente Nixon,
rendendosi conto di non avere modo di sconfiggerla; poi il suo sguardo
cade sul
foglietto a terra. Immediatamente si rende conto di che si tratta; lo
raccoglie, lo fissa per accertarsene, poi sorride diabolicamente.
“MH?
CHECCAZZO TI RIDI?!”, domanda
Cyborg-Gina, innervosita.
“Eheh…”,
ridacchia Nixon, “guarda cosa avevi
addosso. È la ricevuta per l’acquisto delle tue
componenti cibernetiche, da cui
risulta che sei ancora in garanzia.”
Gina
esita un attimo, non capendo. Poi il suo
viso si illumina di tragica comprensione. Troppo tardi.
Fulmineo,
Nixon tira fuori un accendino dalla
tasca e brucia la ricevuta, riducendola in cenere. Gina resta a bocca
aperta a
fissare i resti che svolazzano fino a terra, poi alza lo sguardo su
Nixon, che
sorride trionfante con le mani sui fianchi.
“MALEDETTOOOOO!”,
gli grida contro.
Solleva
lo scorreggiofucile e spara. Non ne
esce nulla. Prova di nuovo. Fa solo click a vuoto, inceppato. Un attimo
dopo
una vite si allenta e il di lei braccio destro si stacca e cade a terra.
“BRUTTOFIGLIODIWWWNNNAHDUFSKDJHKSHGKHSGLFZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ…”,
farfuglia.
Il suo
corpo viene scosso da fremiti e scosse
elettriche mentre va in cortocircuito, poi la sua testa esplode in un
fuoco di
artificio di carne, sangue e microchip. Quello che resta di cyborg-Gina
cade a
terra, inerte.
“Eheh!”,
sghignazza Nixon; “è una regola! Ogni
elettrodomestico si rompe appena scade la garanzia, o se la butti via per
qualche
ragione! Pippo, puoi venire fuori ora!”
Il
loppide esce dalla sala motori, tutto
guardingo.
“È
finita la parte interessante e pericolosa,
yuk?”, domanda.
“Sìsì,
tranquillo, ora possiamo tornare a
fare cose inutili. Aspettiamo Paperino, probabilmente
arriverà fra un secondo.”
Un
secondo dopo Paperino fa il suo ingresso
nella gummiship.
“Scusate
il ritardo, ragazzi”, fa l’anatra; “un
incontro di lavoro.”
“Ah,
eccoti finalmente, gawrsh! Ma a chi la
vuoi dare a bere?! Non eri ad un incontro di lavoro!”,
esclama Pippo.
Paperino
impallidisce. Sì lo so che è già
bianco, ma diventa più bianco del bianco, come in una
pubblicità di detersivi.
“La
verità è che sei andato a prenderti un
gelato alla faccia nostra senza dirci niente!”, insiste il
cane; “ma ti ha
tradito quella macchia di gelato al fiordilatte che hai sul
vestito!”
Paperino
inarca un sopracciglio.
“Macchia
di gelato?!”, fa, “ma quale macchia
di…”, si guarda i vestiti e nota che
effettivamente ha una macchia di una
sostanza biancastra sul soprabito.
“OH!”,
esclama, arrossendo; “EHM EHM! Hai
ragione!”, cerca freneticamente di ripulirsi, ma la sostanza
bianca è
estremamente appiccicosa e gli si attacca alle dita;
“sì, volevo tenermi il
gelato tutto per me. EhehehehehehehehehehehehehEHEHEHEHEHEHEEHEHEHEHEHEHE!!!.”
Tossisce
un po’, poi si guarda intorno e
trova il pretesto perfetto per cambiare argomento.
“Ehi!
Ma che è ‘sto disastro!? Cavi tagliati,
cadaveri a terra… Pippo, quante volte ti ho detto che non
devi ammazzare
prostitute nella gummiship!?”
“Non
era una prostituta, Paperino!”,
interviene Nixon; “era una mia vecchia amica con cui avevo
sottesi rapporti
romantici che io avevo ammazzato e che è risorta sotto forma
di cyborg per
ammazzarmi e che io ho sconfitto grazie alla mia astuzia!”
“Ah.
Ok”, fa Paperino, convinto. “be’,
gettiamo ‘sta puttana nella prima discarica che troviamo e
continuiamo il
nostro viaggio.”
Pochi
minuti dopo la gummiship sfreccia nel
cielo sopra la discarica in cui è stato buttato il cadavere
di Gina-cyborg, e i
nostri amici giocano allegramente (si fa per dire) a morra cinese,
ignari di
quello che accade nel computer di bordo...
All’interno
del suo datascape si aggira la
figura di una ragazza dagli improponibili capelli color ravanello.
“Credi
di esserti liberato di me, Nixon?!”,
esclama; “hai solo distrutto il mio hardware, ma non il mio
software! Io mi
vendicherò, Nixon Kolumbrus Xaros Francis Rottermeier! IO MI
VENDICHERÒ!”
CONTINUA…
Be’,
ovvio che continua. È solo un capitolo.
Però avevo voglia di scrivere
‘CONTINUA…’