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Autore: Redferne    07/08/2017    13 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 36

 

 

UNA CLASSICA GIORNATA – TIPO (QUINTA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nick si voltò a guardarla, stupito.

“Finalmente sono riuscita ad attirare la tua attenzione.” disse lei. “Ci sono anch’io, nel caso te ne fossi dimenticato.”

“Maggie? Sei impazzita, per caso?”

“Curioso. Potrei farti la stessa domanda.”

“Ma che diavolo ti sei messa in testa di fare, si può sapere?”

“E’ evidente, no? Sto cercando di impedirti di compiere un CRIMINE, ecco quel che sto facendo!!”

“Lascialo andare, Nick. SUBITO.” aggiunse poi, con tono fermo.

Lui, per tutta risposta, ignorò bellamente il suo avvertimento e si rivolse di nuovo verso Carrington.

“Vedi di rimanertene lì buona e di lasciarmi fare, piuttosto. Che é la volta buona che impari qualcosa...” le consigliò. “Allora, caro il mio MISTER PEZZO GROSSO...dov’é che eravamo rimasti, io e te?”

L’istante successivo si udì un secondo sparo, e questa volta la volpe sentì qualcosa sibilargli a pochi centimetri dal suo orecchio sinistro. Un dardo aveva appena trapassato il vetro al suo fianco, generando un minuscolo foro di vaga forma circolare da cui iniziò ad irradiarsi una fitta ragnatela di crepe tutt’intorno.

Nick guardò nuovamente Maggie. Questa volta, la vice stava rivolgendo l’arma direttamente contro di lui, reggendola con entrambi i palmi delle mani.

“T – tu...” esclamò stupefatto, con un ringhio.

“Allora non mi sono spiegata!!” Ribadì lei, alzando il tono della voce. “Ti ho detto di MOLLARLO, Nick. IMMEDIATAMENTE. O giuro che con il prossimo ti centro dritto in mezzo alla fronte. Così ti mando a nanna e ti si raffreddano i bollenti spiriti, una volta per tutte. Ti avverto: bada che non sto scherzando. E non ho intenzione di ripetermi.”

E per chiarire meglio le sue intenzioni, strinse ancor di più l’indice sul grilletto.

“Vedi di darti una calmata, ok?”

I due rimasero in silenzio, fronteggiandosi col solo sguardo. Poi, l’indecoroso piagnucolare di Quincey spezzò l’incantesimo.

“Groink! Ti...ti prego, non...non mi uccidere! T – ti scongiuro! T – ti darò tutto quello che vuoi, capito? TUTTO QUELLO CHE VUOI!!”

“E – ehi, agente!” disse inoltre, voltandosi verso Maggie. “M – mi sta per uccidere, vedi? Mi sta per buttare di sotto! Sparagli, capito? SPARAGLI, ADESSO! T – TI PAGO QUALUNQUE CIFRA! QUALUNQUE CIFRA!!”

Nick drizzò le orecchie. Forse aveva ascoltato qualcosa di interessante, in mezzo a quella pletora di insulse farneticazioni.

“PAGARE, eh? Mmmh...”

Fissò Quincey dritto negli occhi.

“Stammi bene a sentire, pezzo di farabutto. Visto che ci tieni tanto a sborsare i tuoi quattrini, allora PAGA. Ti offro la possibilità di ricomprarti la tua vita, e la tua incolumità. E tanto per cominciare, direi che mi devi un’auto e dei vestiti nuovi di zecca. Più i danni morali e materiali. Incluse le spese mediche. PRENDERE O LASCIARE.”

“Io...”

“E comunque, sappi che non ho affatto sbagliato a giudicarti, quando ti ho dato del PEZZO DI IDIOTA. Non era un insulto nel tuo caso, ma un dato di fatto. La mia vice non avrebbe mai potuto spararmi. E lo sai, il perché? Perché se lo avesse fatto, se mi avesse narcotizzato, avrei mollato la presa e saresti finito PER DAVVERO giù a spiaccicarti e a ridurti come una frittella contro l’asfalto. Ringrazia il suo buon senso perché lei, a differenza di te, ha dimostrato di AVERE UN CERVELLO. E DI SAPERLO ANCHE USARE. Non come il tuo, che ormai é ridotto ad un soprammobile. E adesso agguanta il libretto e scuci, PUZZONE. O quant’é vero l’inferno, stavolta ti faccio svolazzare dalla finestra sul serio. E non mi importa nulla di cosa accadrà dopo.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carrington, di nuovo seduto dietro la scrivania del suo ufficio, scrisse la cifra nell’angolo in alto a destra e mise la sua firma in calce poco più in basso.

Poi staccò l’assegno e, senza proferire verbo, lo consegnò direttamente in mano a Nick. Quest’ultimo, dopo aver dato una rapida occhiata per accertarsi che fosse tutto in regola ed al posto giusto, lo diede a Maggie che se lo mise in tasca.

“Ecco fatto.” proclamò. “Il mio tesoriere di fiducia provvederà a riscuoterlo quanto prima. Bene, direi che per il momento siamo a posto.”

Lui e la vice si diressero verso la porta. Un attimo prima di uscire Nick si voltò nuovamente verso il suino, sfoggiando un sorrisetto provocatorio.

“E’ un vero piacere fare affari con lei, Quincey. E non le auguro affatto una buona giornata, se ci tiene a saperlo.”

 

 

 

 

 

 

 

Non appena i due se ne furono andati, Carrington estrasse dal taschino anteriore della giacca un fazzoletto di seta bianca con le sue iniziali d’oro e ricamate in corsivo, e si deterse la fronte.

Qualche attimo dopo sentì un rumore. Guardò avanti e vide la maniglia ruotare di nuovo verso il basso e la porta di destra riaprirsi di nuovo, lentamente.

Il terrore lo invase, facendolo trasalire ed irrigidire contro la poltrona. E se si fosse trattato nuovamente di LUI? Magari i soldi che gli aveva estorto non gli bastavano, e ne voleva ancora di più, per non ucciderlo. O forse, aveva cambiato idea e non gli importava più nulla dei soldi, ed era tornato per concludere l’opera…

Fortunatamente, si trattava solo della sua fida segretaria, la signorina Earnshaw.

“Come...come sta, signor Quincey?” Chiese la pecorella, facendo capolino. “E’ tutto...tutto a posto?”

Sembrava scossa e spaventata quanto il suo capo.

“Sa, Emma...” confidò lui, mente emetteva un grosso sospiro di sollievo. “Credo...credo proprio di dover recarmi urgentemente in bagno. E di aver bisogno altrettanto urgentemente di un cambio di abiti.”

“Oh...anche io, temo.” rispose lei. “E anch’io...anch’io per entrambe le cose, signor Quincey.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Spiegami come facevi ad essere così sicuro che non ti avrei sparato per davvero.”

“Semplice, mia cara. NON LO ERO. Ho tirato ad indovinare, tutto qui. E ho pregato parecchio. E a quanto pare ci ho pure azzeccato. Come dico io, bisogna sempre fidarsi del proprio istinto!”

“Allora sappi che il tuo fidato istinto ha toppato, stavolta. E di brutto. Per la cronaca, non ci ho nemmeno pensato al fatto che Carrington sarebbe precipitato se ti avessi steso. Stavo VERAMENTE per spararti in mezzo agli occhi, se non ti fossi deciso a piantarla con quell’atteggiamento. Mi stavi dando sui nervi. Ne avevo veramente abbastanza.”

“Ah...”

“Te lo dico un’altra volta: non ti azzardare MAI PIU’ a piantarmi lì in asso come un’idiota, altrimenti con me hai chiuso. Sono stata abbastanza chiara?”

Nick e Maggie stavano facendo ritorno al paese, dopo la sortita alla cartiera. Stavolta si trovava lei alla guida della volante, e sempre lei aveva aperto bocca per prima. Forse come tentativo di risposta all’aria greve e satura di tensione che si era venuta a creare all’interno del veicolo.

“Accidenti a te! Ma si può sapere che cavolo ti sei messo in testa, poco fa?” Continuò. “Pensi che io ti debba fare da BALIA, per caso? O credi forse che io debba rincorrerti ogni volta che tu decidi di assecondare uno dei tuoi assurdi colpi di testa?”

“Maggie...ti rammento che quello ha cercato di FARMI SECCO, nel caso ti fosse uscito di mente.” rispose Nick.

“Non é una buona ragione per mettersi a giocare al GIUSTIZIERE DELLA NOTTE, Nick. Ti rendi conto o no che stavi per AMMAZZARLO, se non fossi intervenuta io?”

“Oh, andiamo...non avevo certo l’intenzione di scaraventarlo di sotto, se é questo ciò che credi. Volevo solo spaventarlo un po' e fargli capire che non ho affatto paura di lui, tutto qui.”

“Non mi importa un fico secco di ciò che volevi o non volevi fare. Hai fatto irruzione nella sua proprietà senza un regolare mandato, hai causato ingenti danni e lo hai persino aggredito, picchiato e minacciato in presenza di numerosi testimoni! E’ già un miracolo che non ti abbia denunciato.”

“Stà tranquilla. Non lo farà.”

“E tu come fai ad esserne certo?”

“Non lo farà, ti ho detto. E per lo stesso motivo per cui non lo ha fatto la volta precedente, quando l’ho preso a pugni insieme ai suoi due sgherri. Conosco bene la gente come lui. Quello é uno che ama risolvere le questioni in sospeso da solo, senza mettere di mezzo la legge. L’ho capito subito, quando me lo sono trovato davanti per la prima volta. Del resto non c’é gusto a sbattere uno in galera quando puoi concederti il piacere di fargliela pagare con le tue stesse zampe. Magari mentre ce l’hai di fronte a te dopo averlo reso completamente immobile, indifeso ed inerme. Solo per il piacere di poterlo guardare dritto negli occhi per capire a cosa sta pensando mentre lo ammazzi. Oppure, se le circostanze non lo consentono o sei troppo vigliacco, ti é sufficiente trovare e pagare qualcuno che sia disposto a farlo per te. Perché ti basta anche solo immaginare la rabbia e la disperazione sul volto del malcapitato di turno, non appena questi si renderà conto che dietro ai suoi carnefici ci sei tu. L’importante é che quando decidi di farlo accadere, TUTTI VEDANO. Per far capire cosa succede a tutti quelli che osano mettersi contro di te. E a chi sarà tanto stupido da volerci riprovare.”

“E’ proprio questo il punto, Nick. LA LEGGE. Ti ricordi quello che mi hai detto quando ci siamo conosciuti?”

“Che intendi dire? Certo che me lo ricordo.”

“Bene. Quella volta ti sono stata a sentire. ORA STA’ TU A SENTIRE ME. Mi avevi detto che siamo tutori della legge. Allora devi sapere che essere un tutore della legge non significa solo pattugliare le strade e garantire l’ordine pubblico. Vuol dire anche far rispettare ma soprattutto RISPETTARE la legge. TU PER PRIMO. Non so bene come funzionavano le cose giù a Zootropolis ma qui, se decidi di indossare quel distintivo ti impegni, oltre che ad osservarla, ad applicarla con GIUSTIZIA ed IMPARZIALITA’. Carrington é un criminale, su questo siamo tutti d’accordo. Ma se vogliamo incastrarlo, occorrono delle PROVE. PROVE che ha cercato di eliminarti. PROVE che ha cercato di fare la stessa cosa anche con il vecchio Ricketts. E PROVE che corrompe quelli dell’ambiente per continuare a riversare i suoi veleni nel fiume, e a continuare a disboscare mezza vallata. O quelli dell’ispettorato, così da poter tenere aperta la sua schifosa fabbrica nonostante ignori anche le più elementari norme igieniche e di sicurezza, e a far lavorare i suoi operai in condizioni da terzo mondo. Oppure il giudice perché chiuda un occhio e pure l’altro, in modo che i suoi sottoposti siano liberi di andare in giro a devastare il nostro paese e quelli limitrofi, ogni fine settimana. E mi rincresce doverti informare che al momento non disponiamo di nessuna di esse. Diamogli addosso senza uno straccio di prove e siamo spacciati. Anche questo lo devi ammettere, che ti piaccia oppure no. Se affrontiamo Carrington a queste condizioni, ci scaveremo la fossa praticamente da soli. Finiremo entrambi in un mare di guai, talmente grande che non te lo immagini neppure. Ci tireranno addosso talmente tante di quelle palate di fango da sommergerci fin sopra la testa, e neanche il più grande avvocato di questo pianeta potrà tirarci fuori da lì.”

“Santo cielo, Maggie!!” Sbraitò Nick. “Ti vuoi decidere ad aprire gli occhi, una buona volta? Se vuoi sistemare un tipo come Carrington giocando secondo le regole, non ti basteranno DUECENTO ANNI per aver ragione di lui! La vuoi capire o no!!”

“La conosco bene la gente come lui, credimi!” Continuò. “Pensano di poter fare il bello ed il cattivo tempo, e si sentono al di sopra della tua beneamata legge. E se infischiano bellamente di chiunque la rappresenti. Se vuoi riuscire ad intenderti con quelli senza che ti ridano in faccia ogni volta che te li ritrovi davanti, hai un solo sistema. Devi fargli capire che sei fatto della stessa pasta. E che parli la stessa lingua. E dimostrargli di essere più cattivo di loro. Questo é l’unico modo, da come la vedo io.”

Dopo quelle parole, tra loro scese nuovamente il silenzio. Maggie decise di non replicare più, e si limitò a sostenere lo sguardo di Nick. Anche se l’espressione del suo volto ed i suoi occhi lucidi dicevano tutto senza alcun bisogno di parlare. Erano identici a quelli di poche ore fa, durante la sua sfuriata mattutina.

 

Imbecille. Lo hai fatto di nuovo.

 

Comprese anche che era saggio cedere di nuovo, oltre che ammettere quell’ulteriore sbaglio.

“Scusami.” Esordì lui, dopo qualche minuto. “Sai, credo...credo di aver esagerato anche stavolta.”

“Non fa niente, Nick. Tranquillo. E’ tutto ok.” rispose lei.

“No, invece. Non va bene proprio per niente. Devo smetterla una volta per tutte, con questo tipo di reazioni. Non posso abusare della tua pazienza all’infinito.”

“Se é per questo ne ho da vendere, non preoccuparti.” lo rassicurò la vice. “Ma hai perfettamente ragione: prima o poi tutto finisce.”

“Volevo solo dirti che...insomma...volevo dirti che TU NON DEVI AVERE PAURA DI ME, Maggie.”

“C – come?”

“Non devi avere paura di me. Sul serio. E’ vero che ci conosciamo da poco, ma...sai che non ti farei mai del male. Puoi starne più che sicura.”

“Non é quello il problema, Nick.”

“D – di che stai parlando?”

“Voglio dire che io non ho paura DI TE. Semmai, ho paura PER TE.”

“C – cosa?!”

“Proprio così. PER TE. Stamane hai dato fuori di matto. Eri SCONVOLTO, letteralmente. Così come lo eri poco fa. Per non parlare di prima, giù allo stabilimento. Ti dirò di più: a me sembravi UN PAZZO. Un pazzo che stava cercando di farsi ammazzare in tutti i modi.”

“Già. Un pazzo. Proprio quel che hai detto tu.” ribatté lui, dopo averci pensato un po' su. “La verità, Maggie, é che tempo fa avevo l’abitudine di risolvere tutto quanto a modo mio, senza richiedere l’aiuto di nessuno. E di tagliare la corda quando le cose si mettevano male. O, peggio ancora, prima che qualcuno si accorgesse di quel che avevo combinato, e di dover essere costretto a rendergli conto. Vedi, in questo momento...sto attraversando un periodo…un periodo piuttosto difficile, ecco. Ed é molto probabile...anzi, temo che il mio vecchio difettuccio sia saltato di nuovo fuori. Ma le cose dovranno cambiare. E da subito, anche. Cercherò di tenere un comportamento più consono al mio ruolo, da ora in poi. E se Carrington dovrà pagare per i suoi misfatti, dovrò fare in modo che ciò avvenga secondo ciò che dice la legge. E’ una questione di rispetto, e non solo delle regole. Ma anche di rispetto nei tuoi confronti. Perché non posso e non voglio correre il rischio di perderti. HO BISOGNO DI TE.”

“C – che intendi dire?” Domandò lei, stupita.

“Esatto. Ho bisogno di te. Perché sei una poliziotta dannatamente in gamba, e mi occorrerà tutto il tuo aiuto per svolgere questo lavoro al meglio.”

“Oh...”

“Allora, dici che può andar bene così?” Chiese Nick, con sguardo ironico.

“Direi che come proponimento é un buon punto di partenza.” rispose la daina, sorridendo. “E a proposito dei tuoi difetti di condotta dovremmo parlare anche di un’altra cosa, visto che siamo in argomento.”

“In che senso?”

“Ascolta, Nick...devi sapere che l’ospitalità é sacra, qui ad Haunted Creek. Si dice che un piatto, un bicchiere ed un giaciglio non si rifiutano mai a nessuno, da queste parti.”

“Me ne sono accorto...”

“Ma c’é anche un’altra regola. E cioé che ad un forestiero puoi chiedere al massimo da dove viene, ma mai PERCHE’. A meno che non decida lui di farlo. Non é nostra abitudine infastidire la gente con domande troppo personali. E non si tratta solo di una questione di cortesia. Il motivo é un altro.”

“...E sarebbe?”

“Questo posto, Haunted Creek...é come una sorta di rifugio di emergenza, Nick. Un accampamento provvisorio. Tutti partono da qui, non appena ne hanno la minima possibilità. E quasi nessuno arriva. Tantomeno rimane. E se uno arriva e decide di rimanere, é perché sta fuggendo da qualcuno, o da qualcosa. O anche solo da sé stesso. Ognuno ha una storia da raccontare su di sé, LA SUA STORIA. Con il suo carico di segreti, più o meno dolorosi. Ma non deve sentirsi in obbligo di rivelarla, se non ne ha voglia. Noi, dal canto nostro, ci limitiamo ad offrire quel poco che abbiamo. Con piacere.”

“...Capisco.”

“Ci tenevo a dirti che non ti chiederò mai nulla del tuo passato, o dei tuoi problemi. Ma se un giorno dovessi sentire il bisogno di parlarne o di confidarti, in qualunque momento, IO CI SARO’. Per un consiglio, o anche solo per starti ad ascoltare. Te lo prometto. Croce sul cuore.”

E, nel dirlo, si tracciò l’apposito segno all’altezza della parte sinistra del petto.

“D’accordo, Maggie. Croce sul cuore.” rispose Nick, sospirando. “E parola di lupetto. Come negli scout.”

“Come?”

“Niente. Lascia stare. Terrò a mente ciò che mi hai detto. Grazie, davvero.”

“Di nulla. E comunque, quella carogna di Carrington aveva passato il segno da un bel pezzo. Se la meritava proprio, una bella ripassata. Anche su questo, direi proprio che non ci piove.”

“Mi sa che hai ragione.”

Scoppiarono a ridere entrambi di gusto.

“Parlando d’altro” riprese lei, “abbiamo estorto un bel po' di soldoni, a quanto vedo. Come pensi di utilizzarli?”

“Beh, innanzitutto...dovrei prendermi un’auto nuova, tanto per cominciare.”

“Sicuro...ma tra DANNI MORALI E MATERIALI, con la cifra scritta sopra quest’assegno te ne potresti comprare due.”

“Perché, tu che cosa avevi in mente?”

“Sai...sull’ultimo numero del catalogo per corrispondenza di GUNS AND AMMO ci sono dei fucili sparadardi di precisione da urlo, e...”

Nick fece tanto d’occhi.

“Vorresti...vorresti dirmi che...t – ti piacciono LE ARMI?”

“Scherzi? LE ADORO!” rispose Maggie, entusiasta.

“Sul...sul serio?”

“Perché? Conosci forse qualche giovane femmina che non le adora?”

“Beh, veramente...”

“E dai, Nick!! Non dirmi che non lo avevi capito!”

“Veramente...no. Non lo avevo capito. Se ti riferivi alla pistola d’ordinanza, tutti noi poliziotti ne abbiamo una, quindi...”

“Mi sa che non ne sai proprio niente dei gusti di noi ragazze, eh?” Fece lei. “E comunque cos’hai deciso, caro il mio sceriffo? Allora? Mi dai carta bianca?”

“Aggiudicato. Stupiscimi.”

“Ok, PAPARINO.”

La volpe la fissò stranito per un istante.

“Niente bacetto a paparino tuo, tanto per ringraziare?” Ammiccò, indicandosi la guancia sinistra con un dito.

Maggie, a quella risposta, ebbe un sussulto e perse il controllo del volante. L’auto dapprima sbandò vistosamente finendo quasi fuori strada, per poi finire fin quasi sulla corsia opposta giusto in tempo per incocciare un’altra macchina di passaggio, che reagì dando furiosamente di clacson.

Di fronte al pericolo appena scampato Nick rimase immobile ed in completo silenzio per qualche istante, come di sale.

 

E’ tutto inutile, rifletté. Sei veramente un cretino. Un cretino integrale. Totalmente irrecuperabile. Non crescerai mai.

 

Lo stesso valeva per Maggie. All’interno della vettura non si udiva un fiato.

“Un’altra idiozia come questa e la prossima volta ci giochiamo la pelle entrambi.” commentò lei.

“Hai ragione. Perdonami.” si scusò lui, mortificato. “Mi é scappata. Non volevo. Non avrei proprio dovuto dirlo.”

“No. Non dovevi proprio.” replicò la vice, con tono calmo. “Non vorrai privare Carrington del piacere di provvedere lui stesso a farci fuori, vero?”

“...Eh?!”

“O forse ti sei già messo in combutta con lui a mia insaputa? Coraggio, a me puoi dirlo, ah, ah ah!!”

“Ah, ah, ah!!”

Risero entrambi, di nuovo.

Grazie al cielo si era riaggiustato tutto. Ancora una volta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era notte fonda.

L’ufficio dello sceriffo era ormai deserto, le luci completamente spente. Maggie era già tornata a casa da un pezzo, e Finnick doveva già essere al lavoro da Tobey.

Nick era stravaccato sulla sua poltrona. Nella mano destra a penzoloni reggeva una bottiglia del vecchio Jack, ormai vuota.

Il buon vecchio AMIGO JACK, come direbbe Finn. Un compagno irrinunciabile nelle sue lunghe, fredde e solitarie notti che da qualche tempo erano diventate una costante, nella sua vita. Nick non mancava mai di fargli visita ogni sera, anche se a volte lo mollava per Johnnie. Quest’ultimo era più aristocratico ed elegante nell’aspetto, e prediligeva colori più sgargianti e variopinti nel vestire, a costo di apparire più dandy e leccato. Ed ogni sera si presentava con un abito diverso. Totalmente l’opposto di Jack e la sua fissa per il rozzo, il dark ed il minimal, perennemente intabarrato nella sua dicotomia di nero e ghirigori bianchi. Erano agli antipodi persino sulla tonalità della loro carnagione: più pallido Johnnie, più scuro ed ambrato Jack. Ad accomunarli, un carattere forte e deciso ed un retrogusto amaro. Ed anche il fatto che una volta trangugiati schiantavano stomaci, rinsecchivano fegati e bruciavano viscere che era una bellezza.

Questa era la sua routine, alla fine di ogni maledetta giornata. Un’intera bottiglia, fino a raggiungere il fondo. Per poi raggiungere anche il proprio, di fondo. E scoprire, per l’ennesima volta, che in quella voragine che lo aveva risucchiato da tempo non c’era NESSUN ACCIDENTE DI FONDO. Se fosse riuscito a raggiungerlo, una buona volta, avrebbe forse potuto dare il via alla risalita. Ma quel punto non riusciva mai a raggiungerlo, nonostante tutto l’impegno che ci metteva. NON LO VEDEVA MAI.

Fare il pieno e dopo scendere di sotto, per buttarsi su di una branda all’interno di una qualsiasi tra le celle vuote per un paio d’ore, nell’inutile tentativo di dormire. Per poi rimettersi in piedi e raggiungere l’ex – ripostiglio, e lì iniziare a spaccarsi di flessioni e trazioni e piegamenti sulle gambe e addominali e tanto altro ancora fino al mattino, buttando fuori tramite il sudore tutto l’alcool ingollato qualche ora prima. Fino al momento di rientrare in servizio.

Per non lasciarsi invadere dai suoi SEGRETI, come li aveva chiamati Maggie. Per non lasciarsi invadere dai pensieri.

Per non lasciarsi invadere DAL DOLORE.

 

Avanti, Nick: CHE ASPETTI? Pensò. DATTI UNA MOSSA. Si puo’ sapere che diavolo stai aspettando? Tanto lo sai come va a finire.

 

Un attimo.

Un attimo soltanto.

Quella notte c’era un piccolo diversivo. Doveva assolutamente provare una cosa, prima.

Aprì il secondo cassetto sulla sinistra, tirando fuori il microregistratore a forma di carota.

Fece per premere il pulsante, ma esitò per un attimo. Ebbe paura. E se l’urto ricevuto durante la mattinata lo avesse definitivamente rotto? E se non avesse DAVVERO più potuto udirla?

Per un istante non seppe capire se preferiva il dubbio perenne alla fatale certezza. Poi si decise.

Schiacciò.

 

“Nick, é stato un onore lavorare con te. Sei il miglior amico che potessi mai sperare di incontrare. Ti voglio bene.”

 

Grazie al cielo. Funzionava ancora. Poteva ancora sentirla. OGNI VOLTA CHE VOLEVA.

Ora poteva davvero andare.

Poggiò le mani sui braccioli per tirarsi in piedi, ma si bloccò di nuovo.

Aveva fatto già TRENTA. Poteva fare anche TRENTUNO, giunti a quel punto.

Forse aveva sufficiente coraggio anche per tentare quello, con tutto il whiskey che aveva in corpo. Forse gli avrebbe donato anche quello che non era in grado di ottenere da sé stesso.

Prese lo smartphone, fece scorrere i numeri e ne selezionò uno ben preciso, inserendo il vivavoce un istante dopo aver fatto partire la chiamata.

Andò avanti a squillare per un paio di minuti, poi si udì una voce.

“Pronto?”

Era Stu.

Nick non disse nulla.

“P – pronto? Ma chi parla?”

Ci fu un attimo di silenzio, come di esitazione, poi…

“...Nicholas...sei tu, non é vero?”

La bottiglia gli sfuggì di mano, finendo a rotolare sul pavimento.

“Ascolta, figliolo...” prosegui’ Stu. “Si...si può sapere dove ti sei andato a cacciare? Non rispondi più al telefono, sono settimane che io e mia moglie stiamo provando a contattarti, ma...niente. Siamo passati a casa tua più e più volte, e non ti abbiamo mai trovato...siamo andati anche al distretto di polizia, e abbiamo saputo che hai rassegnato le dimissioni. Cerca di capire, siamo in pensiero per te...”

“Chi...chi é, caro?”

La voce di Bonnie.

“Io credo...credo sia Nicholas.”

“Passamelo, ti prego.”

Si sentì un rumore. Poi lei iniziò a parlare.

“Nicholas, tesoro...stai...stai bene? Eravamo così in ansia...senti, Judy...Judy non si é ancora risvegliata, ma le sue condizioni si sono...si sono stabilizzate, finalmente. E...i dottori sono molto ottimisti, ma...JUDY HA BISOGNO ANCHE DI TE, LO CAPISCI? ANCHE IO, STU, I RAGAZZI...TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI TE, IN UN MOMENTO COME QUESTO! DEVI TORNARE, TI PREGO!!”

Nick aprì bocca come a voler dire qualcosa, ma le parole non gli uscivano.

“A – ascolta, Nicholas...se tu...se tu stai facendo tutto questo per il motivo che...che credo io, devi smetterla subito, capito?” Aggiunse la coniglia, con la voce rotta dall’emozione. “Non...é stata colpa tua...non c’entri nulla con quel che é capitato a Judy! STAI FACENDO SOLO DEL MALE A TE STESSO!!”

“P – perdonami, Nicholas. N – non...non volevo...” si giustificò. “...ma io e Stu siamo preoccupati da morire, per te...a – ascolta, non preoccuparti...prenditi...prenditi tutto il tempo che ti serve, va bene? Dicci solo...dicci solo se stai bene, e dove ti trovi...solo questo, ti scongiuro. Solo questo, Nicholas. Ti prego. Solo questo...”

Bonnie smise di parlare, e dall’altro capo Nick sentì solo un pianto sommesso, unito ai tentativi del marito di calmarla.

Non ce la fece più.

Chiuse la telefonata.

“Stu...Bonnie...perdonatemi.” mormorò sottovoce mentre le lacrime scorrevano copiose, rigandogli il viso. “Anche tu, Judy...perdonami. Perdonatemi tutti, se potete. Ma io non...non posso. Non ci riesco. Non...non ce la faccio...”

Mise entrambe le braccia sulla scrivania, incrociandole l’una sopra l’altra, e vi poggiò sopra la testa infilando il muso tra esse, nel tentativo di soffocare i singhiozzi ormai incontrollabili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Uff, finito!!

Come promesso, sono riuscito a pubblicare anche la quinta ed ultima parte. Ora mi concederò un meritato riposo.

Sono arrivato al mese di Agosto veramente distrutto, credetemi.

Per carità, continuerò a leggere e a recensire anche durante le vacanze, ma per quel che riguarda pubblicare...non ne voglio più sapere almeno fino a Settembre.

THE PROMISE YOU MADE si prende quindi una pausa fino al prossimo mese.

Quando ci rivedremo, pubblicherò anzitutto una one – shot come annunciato nel precedente capitolo. Poi ricomincerò con la serie regolare.

Due parole su questo episodio:

Spero che il dialogo tra Nick e Maggie sulla via del ritorno non risulti troppo pesante. Veramente non potevo scriverlo in altro modo. Non avrei VOLUTO scriverlo in altro modo.

Io lo trovo FANTASTICO. Così come é fantastico il rapporto che si sta creando tra loro.

E Maggie...sta entrando a poco a poco nel mondo di Nick, ma in maniera totalmente differente da Judy. La coniglietta aveva fatto irruzione nella vita della volpe come un autentico uragano, mentre lei...sta entrando quasi chiedendo permesso, con delicatezza. Come a non voler disturbare. Ha capito che sotto la scorza cinica e strafottente, Nick é di una fragilità estrema. Così come ha compreso che il suo collega ha DECISAMENTE qualcosa che non va. E’ di una delicatezza addirittura commovente. MERAVIGLIOSA.

Ma, sorpresa delle sorprese, é anche DURA COME L’ACCIAIO. E quando c’é stato da tirar fuori le unghie (o gli artigli) li ha tirati fuori eccome. Siamo appena all’inizio.

Colonna sonora: durante il loro viaggio di ritorno, ascoltatevi TWIN PEAKS THEME di Angelo Badalamenti.

Si, PROPRIO TWIN PEAKS. PERCHE’ SI.

Me lo ricordo ancora, la prima volta che ho sentito quella musica…

Stavo rientrando a casa, era pomeriggio e mia mamma stava guardando una telenovela (grande scuola, le telenovelas sudamericane...soprattutto per gli intrecci amorosi! Con tutta la gente che si ama, si lascia, si rimette insieme...la mia formazione deriva da quelle, più DALLAS e DYNASTY), inizia la pubblicità ed inizia un motivetto minimale, ipnotico, inquietante...più due parole bianche su sfondo nero accompagnate da una voce...TWIN PEAKS...ripetuto più e più volte. E, alla fine...QUELLA FRASE:

 

CHI HA UCCISO LAURA PALMER?

 

Un telefilm che per gli anni 90 é stato ciò che é stato MIAMI VICE per il decennio precedente. E, come lui, la lampante dimostrazione di cosa può fare un grande del cinema quando passa alla televisione (anche MIAMI VICE é stato realizzato da un grande regista: Michael Mann. Ma ne riparleremo. Visto che é uno dei miei registi preferiti).

Un altro parto riuscitissimo della mente storta e sinistra di quel genio visionario chiamato David Lynch (DUNE, THE ELEPHANT MAN, VELLUTO BLU, STRADE PERDUTE, MULHOLLAND DRIVE, penso che basti).

Con uno strepitoso Kyle Maclachlan nei panni del detective dell’ F.B.I. Dale Cooper, quella serie dimostrava anche che la provincia sonnolenta e tranquilla non significa solo pace, quiete e relax. Ma anche solitudine ed alienazione, come nelle grandi città. E come loro, in grado di generare MOSTRI. E che possono esistere mondi al di là del nostro, che non possiamo percepire o vedere. E che é meglio che rimangano dove sono. E che ci sono posti dove il nostro mondo e quegli altri mondi si possono sfiorare. E che a volte basti anche un microscopico spiraglio per permettere a quei mondi di entrare nel nostro, con conseguenze terribili…

Certo, nel corso delle due stagioni (difetto di molte serie odierne) anche con TWIN PEAKS hanno tirato troppo la corda in certe occasioni, generando incongruenze e sfiorando a volte il ridicolo. Ma la serie di Lynch ha fatto da vero e proprio precursore per molti telefilm che oggi ci piacciono tanto. Soprattutto nel concetto di immaginare una serie come un unico film diviso in episodi.

Scusate la divagazione.

Un altro consiglio: dalla scena di Nick ubriaco sulla scrivania fino allo struggente finale ascoltatevi la bellissima NOTHING ELSE MATTERS dei Metallica.

 

Ringrazio hera85, Plando, Sir Joseph Conrard, darkdestroyer e zamy88 per le recensioni e i complimenti. E, visto che avevo promesso di farlo…

 

Ringrazio alegenoaentella, AliceLovelace, Anais2000, aricecks, Asialive, CammyPrime97, Carol12, cipuddacipuddinah, DANYDAHLIA, Djalykiss94, Djmathew, Giovix, Gulab, isako_chan, ivan1308, jtkSmBs, kayney, leetsetung, Lord_Fener, lovehug1998, MzukiZukishima28, naketij, Nakioto, Narumi94, neesama, Newdark, Nilson_D_Rayleigh_2001, Plando (e due!), Psiche_00, redael99, Sadie_Trilly_Annie5, SatoSereLover, ShessomaruJunior, Sir Joseph Conrard (E due anche per te!), vale2096 e zamy88 (e sono due anche per te!) per averla messa tra le preferite.

 

Freez shad, Giovix (e due!), missiwolf03, MizukiZukishima28 (e due anche per te!), ombra_notturna, Psiche_00 (e sono due!) e The gamer 17 per averla messa tra le ricordate.

 

Ed infine Abeautifulstory, AliceLovelace (e sono due!), anonima K Fowl, Babylady, Beatri, Berry Depp, Chappy_, chinama, DeniseCecilia, DisneyCreator, Djmathew (e due!), EdenAfterAll, Emma Laurence, EnZoTdG, Francesca_7, Freez shad (e sono due anche per te!), gallade01, Giovix (e sono tre!), isako_chan (e sono due!), ivan_occa, Joannanala, kayney (e due!), kukina, learioistheway, Libiky, LittleCarrot, lovehug1998 (e sono due!), Lunastorta1999, mimiki2000, MizukiZukishima28 (e sono tre!), nagisa_chan, naketij (e due anche per te!), nami92, Nilson_D_Rayleigh_2001 (e due!), O n i c e, ombra_notturna (e sono due!), Plando (e sono tre, per te!), Psiche_00 (tre anche per te!), RichardEucliffe, Rosefox, salamander92, SatoSereLover (E due!), severib, Sherry Lem, ShessomaruJunior (due anche per te!), Steve_09, The gamer 17 (e due!), tittiepalicchio, tykisgirl, VictorTheItalianest, Way Out, WildeFox, Zamy88 (tre anche per te!), abyss e ifyoucandream per averla messa tra le seguite.

 

Ecco fatto, credo di avervi messi tutti (e tutte).

Era una vita che volevo ringraziarvi uno per uno per la costanza con cui seguite la mia storia.

E, come sempre, un grazie a chiunque la leggerà e vorrà dare un parere.

 

Come dicevo, ci si rivede a Settembre.

 

BUONE VACANZE A TUTTI!!

 

 

See ya!!

 

 

 

 

Roberto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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