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Autore: mymanga    07/08/2017    9 recensioni
[Storia partecipante al contest "Music Volume is OVER 8000! indetto da nuvolenere_dna" sul forum di EFP]
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"Il tuo passato non ti dà alcun diritto di comportarti come hai fatto finora... pretendo che tu ti assuma le tue responsabilità! Sai cosa vuol dire?... significa che... tu e le tue azioni, diventate un esempio da seguire per altri... Cosa pensi di insegnargli nella vita? Pensaci…"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Mirai!Trunks, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Contest: Music Volume is OVER 8000!
Nick su EFP e Forum: Mymanga
Personaggi: Bulma, Trunks, Mirai Trunks, Vegeta
Traccia scelta: 16. Sia – Freeze You Out

I'm not running away (Non scapperò via)
I will feel the pain and stay (Proverò dolore e rimarrò)
I'm not running again (Non scapperò di nuovo)
Even though I'm scared, baby (Anche se sono spaventata, tesoro)
And I won't freeze you out (E non ti escluderò)
Like I have been (Come è successo a me)
I won't freeze you out, I'm gonna let you in (Non ti escluderò, ti lascerò entrare)
[…] I won't freeze you out, my heart is melting (Non ti escluderò, il mio cuore si sta sciogliendo)
So here's my heart for you to hold (Così eccoti il mio cuore da custodire)
Feel it beat, feel the warm blood flow through my cold (Sentilo battere, senti il flusso caldo del sangue attraverso il mio gelo)

 

Liberamente tratto o ispirato da:

Episodio 193 Dragon Ball Z (Una nuova vita)
Video del Film: The Huntsman – Winter's War

 

Freeze You Out

 

“Guardate sta camminando! Il mio piccolino sta camminando!”

Sento un’ondata di gioia inebriare completamente il mio cuore.
Batte veloce, entusiasta, e soprattutto raggiante di felicità.
Mio figlio sta muovendo i suoi primissimi passi con le sue sole forze.
Un’emozione unica, indescrivibile.
Anzi, no, Lui, il mio piccolo Trunks, è unico e indescrivibile.

“Uno, due… Uno e due… Bravissimo tesoro mio!”
Chinata verso di lui a proteggere questo suo piccolo, grande, traguardo personale, indietreggio lentamente, favorendo l’incerto progredire delle sue scarpette rosse sul soffice manto erboso del giardino di casa.
E’ adorabile!
Sguardo serio e concentrato, i suoi meravigliosi occhioni celesti sono puntati, fissi, sulle nostre mani unite, e nonostante sia così piccolo – fra poco festeggerà il suo primo anno di vita – il suo dolce visino paffuto è già in grado di sprigionare una determinazione assoluta, così solida da non lasciarsi intimorire da niente e da nessuno, nemmeno dalla naturale paura di cadere. Raggiungerà presto il suo obbiettivo, ne sono sicura.
Già ora, sostenuto dai nostri continui incoraggiamenti e dagli innumerevoli complimenti ricevuti, passo dopo passo, sta facendo progressi da gigante: .ha tanta voglia di imparare e altrettanta di dimostrarci cosa è in grado di fare.

Ad interrompere questa atmosfera dolcemente euforica, un piccolo inciampo che gli fa perdere l’equilibrio mandandolo dritto a faccia in terra: “Oh piccolo mio, ti sei fatto male?”
La voce allarmata dei miei genitori si è fatta subito sentire e immediatamente si sono precipitati da lui.
“Stai tranquilla mamma, sa cavarsela da solo, ormai è un ometto!” la rassicuro, cercando al tempo stesso di farle capire che deve restare al suo posto; poi mi rivolgo al mio bimbo e lo incito a rialzarsi: “Coraggio tesoro, fai vedere di chi sei figlio! Rialzati da solo, puoi farcela!”
Il mio cucciolo tira fuori tutta la sua grinta e, una volta superate le difficoltà dovute ai suoi buffi movimenti impacciati, con somma soddisfazione personale lo vedo rimettersi perfettamente in piedi, orgoglioso e soddisfatto di se stesso.
“Sei bravissimo Trunks!”
Faccio appena in tempo a pronunciare queste poche entusiaste parole, che il mio piccolino mi sorprende di nuovo, lasciandomi senza fiato.
Senza voler alcun aiuto, ma utilizzando le sue uniche sole forze, avanza verso di me percorrendo i pochi metri di distanza che ci dividono; alla fine si getta tra le mie braccia, accompagnando la riuscita della sua piccola grande impresa, con un meraviglioso incomprensibile versolino che corrisponde al mio nome: “M-amh…”

Sono il suo punto di rifermento e Lui si è appena fidato di me.
I miei occhi si illuminano, chissà se si rende conto di quanto sia reciproco questo sentimento.
Mentalmente lo ringrazio per avermi regalato l’ennesima indimenticabile emozione: i suoi primissimi veri passi. Lo stringo forte a me e riempio le sue morbide guance di infiniti baci: Sei tutta la mia vita, piccolo mio.
 

“Bravo il mio campione! Adesso vieni in braccio al nonno? Ho costruito un regalo apposta per te!”
“Un regalo, Trunks! Hai sentito? Rispondi: Vengo subito!”
Glielo affido amorevolmente, ancora più motivata dal sorrisone allegro che vedo risplendere sulle labbra di mio figlio, intento a distendere felice le sue manine verso mio padre.
Li vedo allontanarsi verso la grande vetrata che porta in sala, accompagnati dalla premurosa presenza di mia madre. Ringrazio il cielo per la loro esistenza, mi fiderò sempre di loro e so che non gli faranno mai mancare nulla. Lo riempiranno di affetto e amore.
Tesoro mio, a modo loro ti proteggeranno sempre, e il nonno riuscirà a trasmetterti tutti quei valori che faranno di te un grande uomo. Una grande persona.
Sarà il tuo vero punto di riferimento maschile.
Vero e unico.

Già unico…
Sospiro amaramente, soffocando un fastidioso groppo alla gola; poi chiudo le mie palpebre umide, ricacciando indietro alcune invisibili lacrime capricciose, ultimissimi residui delle innumerevoli versate in passato per colpa Sua.
Tempo qualche secondo e li riapro, solleticati da una leggera brezza che ha deciso di accarezzarmi il viso.
Deciso... anch’io ho preso la mia di decisione, Sayan, da tempo ormai.
Per te non verserò più una sola lacrima, nemmeno ora che, inspiegabilmente, ti ritrovo di fronte a me, ad una decina di metri di distanza, appoggiato al tronco di un albero del giardino di casa.

Cosa ci fai, Tu, qui?
Da quando sei tornato, non ti sei mai degnato di confrontarti con me.
Sei sempre stato in disparte a sfruttare qualsiasi forma di protezione ti si presentasse, come la presenza di chiunque altro vicino a noi, o la nostra reciproca indifferenza dovuta alla situazione di pericolo che sta vivendo il nostro pianeta. Risultato?
Hai sempre mantenuto intatto il tuo smisurato e insopportabile orgoglio.


Le tue gambe cedono e scivoli verso terra, ma fai in tempo a sederti composto sull’erba fresca.
Sei ferito, esausto, e a malapena trattieni una smorfia di dolore.
Cell! Torni dallo scontro contro quel mostro.
Oltretutto prima ho visto il cielo oscurarsi, per poi riprendere il suo naturale colore turchese.
Il Drago è stato evocato… quante vite innocenti avrà riportato in vita?

Improvvisamente il mio stomaco si contorce su se stesso in una profonda stretta che mi riempie di angoscia: “Dov’è Trunks?”
Vegeta aggrotta le sopracciglia e increspa le labbra infastidito, poi si limita a rispondermi con un lapidario: “Adesso sta bene”
Ora, sì, che sento il mio cuore mancare e il solo pensiero che gli possa essere successo qualcosa di grave, mi prosciuga tutte le forze; ma in netto contrasto con il mio stato d’animo, e soprattutto infiammata dalla sua scarsa collaborazione, la mia voce scatta decisa e aggressiva: “COSA? Come sarebbe a dire Adesso sta bene!? Cos’è successo?”
Lo vedo voltarsi di scatto verso di me, silurandomi con uno sguardo stizzito e adirato, ma com’era prevedibile, non riesce a darmi uno straccio di spiegazione.
Eppure è così evidente che i suoi occhi rancorosi stanno soffocando un vulcano di emozioni.
Dannazione, si tratta della vita di nostro figlio!
E il suo arrogante silenzio mi rende, secondo dopo secondo, sempre più agitata e nervosa: “Dimmelo Vegeta! E dimmi perché diavolo ora, TU, sei qui, invece di essere con LUI!?”
Sento la rabbia ribollire nelle vene perché questa indiretta constatazione mi ricorda velenosamente l’unica cosa che veramente gli riesce bene: abbandonare le uniche persone al mondo che riescano ad amarlo.

Ma pazienza se ci vado di mezzo io, la natura umana ha dotato pure le donne di un pizzico di orgoglio.
O meglio, di un minimo di amor proprio, di una dignità da far valere: in qualche modo sono andata avanti.
Quello che non accetto è che tu faccia soffrire i tuoi figli con la tua velenosa indifferenza, adesso o in futuro.

Tsk! E pensare che al tempo avrei venduto l’anima al diavolo, pur di averti accanto.
Perché l’aspetto peggiore, quello che mi ha sempre dilaniata, era sì, il vuoto in cui mi hai lasciato, ma ancor di più, il pensiero di come io avrei voluto e potuto riempirlo: condividendo gli eventi della vita con te, dannato Sayan!
Avevamo persino l’opportunità di sfruttare la parola ‘Vita’ nel senso letterale del termine, con la nostra prima esperienza di genitori; evento imprevedibile ed irruento tanto per te, quanto per me, sai? Cosa credi?
Ma tu invece hai disintegrato tutto, anzi, peggio ancora, te ne sei andato per inseguire i tuoi squallidi sogni individualistici di gloria assassina.
Esisti solo tu, vero? Tu, tu, e ancora tu...
Beh, spiacente, non funziona così il mondo: se tu fossi riuscito a dare la giusta importanza alle occasioni che il destino ti ha inviato, non ti saresti perso un’infinità di emozioni che non torneranno più indietro.
Non puoi neanche immaginarle: al confronto i vostri livelli di potenza e le capacità combattive perdono tutto il loro fascino… Ti sei mai soffermato ad ascoltare il suono della vita?
Ne avevi la possibilità, ma l’hai completamente ignorata.
Sparito da diverse settimane e disperso nei meandri dello spazio, mi avevi lasciato in balia di mille incubi, mancanze, e persino dubbi esistenziali sull’innocente e invisibile vita che avrei dovuto ospitare nel mio grembo. Poi l’ho sentito…
Alla prima ecografia ho sentito questo suono angelico: un velocissimo battito cardiaco, con cui quel piccolo colibrì mi ha urlato a squarciagola la certezza della sua esistenza. Non lo dimenticherò mai.
E tu, che sei suo padre, avresti dovuto esserci, grandissimo stronzo!
Io avrei voluto tanto che tu ci fossi…
Questo è solo un esempio, ce ne sono a migliaia.

Capisci qual è la differenza?
Io avrei voluto che tu facessi parte della nostra vita.
Tu dalla tua, invece, ci hai escluso.

Ma sono stati proprio gli eventi legati alla fragilità della vita a farmi reagire.
Nessuno lo sa, e chissà mai se ti riterrò degno di questa confidenza: quella volta, il cuoricino di Trunks non era l’unico a reclamare forte la sua presenza, ma purtroppo in seguito è rimasto solo lui.
Ho reagito concentrando tutte le mie energie, le mie forze, il mio essere me stessa, sull’unica creatura che avrebbe dato un senso alla mia vita: mio figlio.

Di conseguenza, tutto ciò che poteva essere dannoso per lui, e per me che lo stavo crescendo e proteggendo, andava eliminato.
E tu? Con il dolore e la rabbia che ho provato a causa tua, avevi già logorato così tanto la mia anima e il mio cuore, da aver creato una voragine a dir poco spaventosa.
Il ricordo di te con tutti i sentimenti che ci ruotano attorno, erano una minaccia inaccettabile, così profonda da poter essere eliminata solo con una drastica soluzione.
Estrema ed irreparabile: un’impenetrabile barriera di ghiaccio con cui ho congelato il mio cuore nei tuoi confronti. Stai certo che non ti permetterò mai più di sconvolgere la mia vita, perché semplicemente io adesso… non ti voglio più.
Non voglio più che tu faccia parte della mia vita.

Tu eri, sei, e rimarrai sempre, il pericolo potenzialmente più letale.

Ma soprattutto, razza di arrogante menefreghista, non hai nessun diritto di mancare di rispetto verso i tuoi stessi Figli, nonché i miei: il piccolino del presente che non hai mai minimamente considerato, anzi, dal quale hai sempre preso le distanze, sparendo addirittura negli abissi dell’universo; e il mio giovane ragazzo venuto del futuro che, per darci una seconda possibilità, si è addirittura impegnato in un impresa più grande di tutti noi messi assieme.

Me lo dici, allora, come diavolo hai potuto abbandonare le uniche persone al mondo che riescano ad amarti? Come!? Non puoi neanche immaginare quanto ti odio per questo.
Non ti perdonerò mai.


Interrompe il diluvio universale dei miei pensieri rancorosi, un piccolo oggetto volante lanciato dalla sala, che solo in un secondo momento riconosco essere il bavaglino di Trunks.
Sicuramente lo avrà gettato lui stesso, calcolando il volo di una decina di metri abbondanti che gli ha fatto fare, andando a centrare proprio l’albero dove se ne stava seduto suo padre. Me lo sento, questa incursione non promette nulla di buono, mina pericolosamente la dolorosa freddezza delle mie convinzioni.
Neanche a farlo apposta appare sulla soglia della vetrata, e in automatico un impercettibile sorriso ammorbidisce la durezza delle mie labbra: ha entrambe le manine impegnate, in una custodisce un pezzo di lucido nastro ondulato, tipica decorazione dei regali da scartare, nell’altra un paio di semplici mollette da bucato. Povero nonno, forse il suo nipotino è ancora troppo piccolo per gradire i regali ingegnosi, ma vedo che il brillante nastrino colorato è stato sicuramente apprezzato.
Osserva curiosamente il paesaggio tutt’attorno per qualche istante, poi inizia a sgambettare sui suoi traballanti passi.

Trattengo il respiro, si sta muovendo proprio nella direzione in cui ha lanciato il suo bavaglino.
Vorrei urlagli di fermarsi e tornare indietro, ma per uno sconosciuto motivo, la mia voce rimane intrappolata in gola, intensificando, passo dopo passo, il groppo già esistente.
Non riesco a capacitarmi di quanto quel breve, ma al tempo stesso infinito, tragitto mi stia mettendo alla prova: ad ogni piedino nudo che avanza, sento affondare una lama dritta al cuore, che mai come in quel momento è stato tanto glaciale verso il Sayan, quanto bruciante di puro amore per nostro figlio.
Una parte di me è come se tenesse una pistola puntata alla sua testa, pronta a sparare al più piccolo passo falso; ma l’altra, la principale, concentra tutta la sua attenzione su Trunks.
Assurdo da pensare, ma ora le redini del gioco sono proprio in mano al mio piccolo frugoletto.
Un gioco chiamato destino? Chi può dirlo..
So solo che il mio cuore probabilmente si inginocchierà al suo volere.

Anche se ho paura di quello che potrebbe verificarsi.
Ho paura perché non voglio illusioni, e ora non so proprio quale sia la scelta giusta: tenerti lontano da lui o … o forse sono solo spaventata, tesoro mio.
L’unica cosa che posso fare è rimanere e aspettare.
Non scapperò via, perché in un modo o nell’altro arriverà una risposta, forse La Risposta.
Basta che fai presto, piccolo, non so per quanto ancora riuscirò a resistere.

Si ferma a mezzo metro da suo padre, impossibilitato a muoversi più di tanto per via delle ferite.
E’ dolcemente straziante vederli finalmente l’uno difronte all’altro: l’azzurro cristallino di due gemme pure, contrapposte alle ombre oscure di un paio d’occhi color tenebra.
Ha pure un’assurda ironia quella scena: il mio piccolo Sayan sembra in fase meditativa, indeciso sulla difficile scelta fra suo padre e il bavaglino a terra, entrambi alla stessa distanza.
Vegeta sembra una maschera imperturbabile, ma sono sicura che in questo momento, il suo cuore non sia così indifferente alla volontà di suo figlio.

Finalmente i suoi piedini partono, Trunks allunga le manine e ….
I miei occhi si riempiono di calde lacrime che cerco di trattenere con tutte le mie forze.

“Pah-ppah” seguito da altri dolcissimi incomprensibili versolini.
Il mio piccolino gli si era buttato addosso, pronunciando quell’unica assordante parola, che proprio non ne voleva sapere di andarsene dalla mia mente.
Sembrava sereno e tranquillo, come se per lui fosse una normalissima consuetudine.
Raggiante di soddisfazione, gli aveva mostrato i suoi piccoli tesori – il nastrino luccicante e le mollette del bucato – poi se ne era liberato concentrandosi sul corpo di suo padre: una manina l’aveva appoggiata sul collo sporco e sudato, con l’altra si era messo a studiare, incuriosito, un lembo stracciato della tenuta da combattimento all’altezza del suo petto; infine si era voltato verso il viso di Vegeta, mordicchiandogli il mento.

E quello stupido Sayan?
Una statua di granito che finalmente dimostra cenni di vita.
Ti sei lasciato fregare pure tu, vero?
Anche se la tua espressione è seria, il tuo sguardo è un tornado di nuove emozioni a cui probabilmente non sai nemmeno dare un nome. Lo stai pure sorreggendo con la tua mano meno malconcia.

Tsk! Idiota che non sei altro...
Anche quando fai qualcosa di giusto, riesci sempre a farmi star male… Ti odio.
Ma so per certo che questo è un modo decisamente diverso di odiarti.

Quella scena poteva essere tanto perfetta, quanto dolorosa?
Sfuggono dai miei occhi un paio di microscopiche lacrime… Evidentemente sì

Sospiro rumorosamente e mi dirigo verso di loro.
Beh Vegeta, non pensare di poter tornare nelle nostre vite come se niente fosse!
Tanto per cominciare non ti darò mai la soddisfazione di essere stato chiamato con il nome del tuo ruolo, al primo vero incontro con tuo figlio!
Arrivo da loro e, in malo modo, mi siedo accanto a lui riprendendomi Trunks:
“Non illuderti Sayan, tuo figlio ha fame!” il che era pure vero, anche se conoscendolo stava cercando altro.
Allento i bottoni della mia maglietta scura, e il mio piccolo cucciolo affamato, si fionda autonomo sul mio florido seno, godendosi finalmente il piacere di quelle coccole dal sapore unico.
Vegeta deglutisce a vuoto, so bene di metterlo a disagio, ma azzarda curioso: “Non… non è un po’ grande?”
“Se in tutto questo tempo tu fossi stato presente, sapresti benissimo che mangia di tutto” lo gelo immediatamente; ora non ho alcuna intenzione di spiegargli il legame che unisce una madre al proprio figlio. Sarà già un miracolo se lui riuscirà a capire il suo, quello di un padre.

Decido che le coccole di Trunks possono bastare, e nonostante le sue imbronciate proteste e le labbra ancora bagnate di latte, lo rendo a Vegeta che sgrana gli occhi incredulo: “C-che stai facendo?”
Sistemata la maglia, faccio per alzarmi, ma lui mi ferma bloccandomi per un polso: “Dove vai?”
“In casa dovrei avere un po’ di cianuro per disinfettare le tue ferite” rispondo a denti stretti.
Sento la sua presa stringersi impercettibilmente, anche se è tutt’altro che aggressiva, anzi, sembra quasi… riconoscente?
Stringo le mani a pugno e punto i miei occhi glaciali nei suoi: “Il tuo passato – tutto il tuo passato – non ti dà alcun diritto di comportarti come hai fatto finora: un arrogante egoista, senza alcun rispetto per gli altri! Se deciderai di rimanere, pretendo che tu ti assuma le tue responsabilità! Sai cosa vuol dire? Tieni presente che le responsabilità si prendono verso le altre persone: significa che devi lasciarti il passato alle spalle e crescere, perché tu e le tue azioni, diventate un esempio da seguire per altri, Trunks in primis! Cosa pensi di insegnargli nella vita? Pensaci…”
Vegeta lascia delicatamente la mia mano senza rispondere e io dischiudo i miei pugni, linberando le mie dita.

Ci pensa quella piccola peste di mio figlio ad attirare l’attenzione, evidentemente oggi vuole proprio farmi morire: con le sue minuscole manine afferra l’indice della mia mano, e lo unisce in modo giocoso a quello di suo padre, come se stesse cercando di riattaccare i due capi di una fune spezzata….
E’ ancora troppo piccolo per sapere che esistono i nodi.
Nodi chiamati compromessi: “Fosse per me, ti avrei rispedito nello spazio aperto a suon di calci, ma se rimani, ti lascerò entrare nella nostra vita, non ti escluderò… come hai fatto tu con noi… Ma ringrazia solo ed esclusivamente tuo figlio, però, è lui che ti sta regalando questa seconda possibilità!”
Mi alzo donando un veloce bacio sulla testolina di Trunks e poi mi dirigo verso casa lanciandogli un piccato avvertimento: “Ricordati: esigo rispetto per le persone e un minimo di regole! Cena alle otto e mangi quel che c’è!”
“Tsk! Non pretenderai che mi metta a rifare anche il letto?”
“Stai tranquillo, non ce n’è bisogno! Scegliti la pianta che preferisci, perché è lì che dormirai!”

 

Cerco qualcosa per medicare le sue ferite, anche se ho visto che è piuttosto malconcio, poi torno da loro, fermandomi a circa un metro di distanza.
Razza di stupido scimmione, sei proprio maledettamente fortunato…
Ti manderei al diavolo se non fossi sicura che riusciresti a corrompere pure lui, convincendolo ad utilizzare le sue fiamme infernali in un’impresa al limite delle sue stesse possibilità: anziché avvolgere la tua anima dannata per l’eternità, tentare di scongelare il mio cuore affaticato dalla barriera di ghiaccio in cui l’ho rinchiuso.
Beh, devo dire che ci stai già riuscendo: lentamente si sta sciogliendo, soprattutto ora che sei riuscito a far addormentare tuo figlio sul tuo petto, e tu stesso lo stai già inseguendo nel mondo dei sogni.
Vorrei riempirti di insulti e darti il colpo di grazia…

“Mamma?”
Mi giro verso quella voce fin troppo familiare e mi butto immediatamente fra le sue braccia, stringendolo con tutte le mie forze: “Trunks! Stai, stai bene tesoro mio?” gli sussurro con un filo di voce e il cuore in gola, mentre lui mi regala un sorriso incerto: “Ora… sì”
La mia espressione deve essere piuttosto eloquente, visto che si affretta a fornirmi qualche piccolo, ma fin troppo chiaro, dettaglio: “… grazie al Drago”
Il solo pensiero di cosa rappresenta quella striminzita risposta, risucchia completamente le mie forze.
I miei occhi minacciano di straripare un fiume di lacrime, ma inaspettatamente la sua voce rianima il mio cuore spaventato: “Lo sai? Mi hanno detto che papà si è arrabbiato tanto e ha cercato di vendicarmi con tutte le sue forze, scagliandosi contro Cell”
Chiudo gli occhi: ora sì, che le mie lacrime scendono del tutto, ma almeno sono un po’ meno dolorose del previsto.

“Penso che gli servirebbe un fagiolo di Balzar” mi informa il mio adorato ragazzo.
Gli prendo il viso tra le mani e lo accarezzo dolcemente:
“Non ti preoccupare, l’erba cattiva non muore mai... Si riprenderà”
Trunks mi sorride, poi il suo sguardo si fa leggermente pensieroso: “Ma li lasci qui?”
“Vieni, entriamo in casa. Adesso devi riposare anche tu”
Trunks ha salvato la nostra epoca, arrivando addirittura dal futuro; e pure il mio piccolino oggi è riuscito a compiere un’impresa al limite del possibile, sciogliendo quel ghiaccio nel mio cuore che sarebbe diventato perenne.

Vi lega l’amore per quell’anima ribelle di vostro padre.
Sospiro: Vegeta, il perdono è un lusso per pochi, ma ti darò una seconda possibilità.
Non ti escluderò, ti lascerò entrare nelle nostre vite.

 

 

Angolo autrice:

Ciao a tutti!
Innanzitutto ringrazio di cuore tutti coloro che hanno dedicato il loro tempo alla lettura della mia storia.
Spero sia stata di Vostro gradimento e che vi abbia offerto una piacevole compagnia.
Un ringraziamento speciale va a Nuvole per aver indetto questo bellissimo contest: dico davvero, sai, con le tue tracce mi hai dato l'ispirazione di affrontare personaggi sui quali non avrei mai pensato di scrivere. Infine, un grosso e doveroso in bocca al lupo a tutti gli altri partecipanti, siete davvero tutti bravissimi!

Ciao e a presto!
Mymanga

   
 
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