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Autore: Juliaaless    07/08/2017    0 recensioni
What if in cui Percy e Annabeth si scambiano di genere e diventano Arya Jackson, figlia di Poseidone, e Percy Chase, figlio di Atena. Dopo la guerra contro Gea, i capigruppo del Campo Mezzosangue vengono convinti da Chirone a frequentare la Pine Hills High School, un liceo di New York. Ovviamente, tra nuovi incontri ed eventi inaspettati, non passeranno affatto un anno tranquillo.
* La storia si svolge dopo "L'Oracolo Nascosto" ma non tiene conto degli eventi del "La Profezia Oscura." *
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Talia Grace
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando arrivarono, i cancelli della scuola erano ancora chiusi. La madre li aveva costretti a prendere l'autobus sorprendentemente presto, per non rischiare di dover correre lungo il tratto che avrebbero dovuto percorrere a piedi nel caso l'autobus avesse ritardato. O almeno così aveva detto. I tre ragazzi sospettavano che la donna se li fosse semplicemente tolti dai piedi il prima possibile per non doversi sorbire i loro battibecchi. A Noah non dispiaceva. L'aria profumava ancora del sereno della notte e dal vicino Central Park veniva un dolce odore di rugiada. Respirò a pieni polmoni. Il rumore dei clacson e della città che cominciava appena a mettersi in movimento era attenuato dalla vastità dell'edificio che li circondava. Si trovavano al centro di un ampio cortile, pavimentato con piccole mattonelle che ricreavano il logo della scuola. La Pine Hills High School. Il cortile era chiuso su tre lati dai vari edifici: quello delle classi e degli uffici davanti a loro, quello dei dormitori sulla sinistra e quello della biblioteca, con gli alloggi dei professori e la caffetteria, sulla destra.

Quando i ragazzi cominciarono ad arrivare era passato più di un quarto d'ora. Il cortile si riempì lentamente. Avvistarono Ryan Booth, un ragazzo alto, muscoloso e dalle spalle larghe, in compagnia di Lee King, biondo, un po' allampanato e dal sorriso scaltro, e Douglas Curry, più basso degli altri due, dalle forme più rotonde, ma non per questo meno bello. I tre si sbellicavano dalle risate, seguiti da Matilda Church, un esile ragazzina dai capelli castani e gli occhi chiari che li guardava con il volto corrucciato e l'aria di rimprovero. Dovevano averne combinata una delle loro.

Richard intravide la propria ragazza, Rena, tra la folla che si stava formando. Non la chiamò. Si era reso conto di non morire dalla voglia di rivederla. Accanto a lei, Karyn lanciava occhiate verso di loro.

“Sorelle Horne a ore tre.” Jack sembrava divertito.

Richard gemette.

“Non puoi limitarti a rompere con lei?”

“Come se potessi. L'ultima volta che ho provato a tirare fuori l'argomento mi ha minacciato con le forbici che aveva in mano. Ho dovuto ritirare tutto.”

“Magari state solo passando un brutto momento. Sono sicuro ci sia ancora qualcosa tra di voi.” Noah sembrava prendere la cosa seriamente. Richard non rispose. Fu salvato dalla campanella. Suonò un attimo prima che Rena potesse rivolgere loro la parola, e i tre ragazzi ne approfittarono per sgattaiolare tra la folla.

Ci misero dieci minuti buoni per cercare i propri armadietti prima e la classe di latino poi, ma quando arrivarono il professor Brunner non si era ancora fatto vedere. Probabilmente il primo giorno se la prendevano tutti comoda. Jack e Richard, Noah non frequentava il loro stesso anno, riuscirono ad accaparrarsi due posti dell'ultima fila. Erano gli unici seduti. Tutti gli altri giravano per la stanza salutando vecchi amici e facendo la conoscenza di nuovi. Molti dovevano ancora arrivare. A quanto pare avrebbero frequentato lo stesso anno di Karyn Horne, la maggiore delle due sorelle. Anche lei aveva avuto una storia con Richard, molto tempo prima, che riaffiorava ogni volta che lui e Rena litigavano. Due dei tre posti davanti a loro furono occupati da quella che sembrava una coppia di fidanzatini. Il ragazzo aveva un aspetto composto, come se fosse convinto di star frequentando Harvard, la camicia bianca sotto una polo grigia e i capelli lisci perfettamente in ordine. La ragazza aveva brillanti occhi verdi e folti capelli neri. Era piuttosto carina. Più tardi furono raggiunti da un terzo ragazzo, un hippie dai folti ricci castani coperti da un berretto colorato. I tre si presentarono come Percy, Arya e Grover. Ryan arrivò per ultimo, subito dopo Mr Brunner, e fu costretto a sedersi in prima fila. Il professore era un uomo sulla sessantina, dalla lunga barba, che sedeva su una sedia a rotelle elettrica. I due fratelli lo conoscevano già, era stato il loro insegnante qualche anno prima.

Iniziarono con una di quelle attività per rompere il ghiaccio che i professori sembravano sentirsi in dovere di fare il primo giorno di scuola. Brunner divise i ragazzi in coppie e affidò a ciascuna di esse una striscia di tessuto.

“Voglio evitare faide e scontri in questa classe. Pensate di essere soldati di uno stesso esercito. Dovete fidarvi l'un l'altro, no? Quindi dovete imparare a rispettarvi a vicenda. Faremo spesso attività di gruppo perché impariate a convivere pacificamente.”

Il sorriso scaltro che aveva sul volto era quello che tutti i ragazzi del Campo conoscevano. Solitamente portava a scontri letali e giochi che comprendevano colate di lava e tranelli mortali. In un certo senso stavolta non fu diverso. I banchi vennero spinti contro la parete e i ragazzi si sparsero per l'ampia sala. Il malcapitato della coppia che avrebbe perso a morra cinese sarebbe stato bendato e avrebbe dovuto girare per la classe evitando, aiutato dal compagno, gli altri ragazzi. Questi ultimi erano autorizzati a mettere in difficoltà l'avversario con spintoni e sgambetti.

Jack sarebbe stato in coppia con Arya, Richard con Percy. I due non ne erano molto contenti. Non erano in vena di nuove amicizie. Jack riuscì però a sconfiggere il compagno a morra cinese e gli legò la benda stretta dietro la testa. Percy cominciò a camminare.

“Dieci passi in avanti e tre alla tua destra.”

Il figlio di Atena finì dritto tra le braccia di Ryan che, piazzandogli un piede dietro la caviglia, lo spinse a terra.

“Ops, scusa.” ghignò Jack.

Percy si rialzò scuro in volto, massaggiandosi la spalla. L'altro gli fece fare altri due giri della stanza lasciandolo incolume, poi approfittò dell'occasione giusta per mandarlo fuori strada. L'angolo di uno dei banchi finì dritto contro il fianco del ragazzo, che si piegò su se stesso con un grugnito.

“Jack! Cercare di rompere il collo alle persone non è un buon modo per ispirare fiducia.”

“Scusi Mr Brunner.”

Percy gettò la benda a terra.

“Io mi ritiro.”

Dopo di lui, Arya, guidata da Richard, sembrò avere più fortuna. Almeno finché non inciampò nella gamba di una sedia e sbatté la testa contro il muro. Le sarebbe venuto un brutto livido. Brunner scosse la testa sconsolato, cercando di capire se il ragazzo l'avesse fatto di proposito.

“Forse è meglio che l'accompagni in infermeria.”

Percy aiutò Arya a rialzarsi e uscì con lei, scoccando occhiatacce ai due fratelli.

“Che ne dite di pensare a qualche attività meno pericolosa?”

La ragazza in coppia con Grover convinse Brunner a permettere loro un alro turno e il ragazzo fu guidato senza incidenti. Altre coppie seguirono il loro esempio. Poi anche Ryan mandò la propria compagna in infermeria e il professore si rassegnò ad offrire caramelle e a lasciare i ragazzi liberi per il resto dell'ora.

Poche stanze più avanti Percy teneva un panetto di ghiaccio premuto sulla fronte di Arya.

“Ma che hanno quelli? Come se avessimo fatto loro qualcosa!”

“Stavano solo facendo gli stupidi.”

“E Chirone ha pure fatto finta di nulla.”

“Sapeva che non ci saremmo fatti troppo male.”

“Un mortale si sarebbe fatto male.”

“Ma noi non siamo mortali. Comunque adesso sto già meglio.”

Era vero, l'ambrosia che aveva preso cominciava a fare effetto.

“Ho comunque voglia di pestarli.”

“Woah, chi sei tu e che cosa ne hai fatto del mio ragazzo?”

Percy sorrise e le posò un bacio sulle labbra. Puntualmente, la porta dell'infermeria si spalancò. Clarisse era rossa di rabbia.

“Oh, guarda, ho la sensazione che lei ti seguirebbe.” Rise Arya.

“Quello stupido pallone gonfiato mi ha fatto fare la figura della stupida!”

“Benvenuta nel club.”

La ragazza aveva un brutto taglio sullo zigomo. Percy le allungò un quadratino di ambrosia. Lei lo afferrò come se lo disprezzasse profondamente.

“La scuola è iniziata da quaranta minuti e la classe di Chirone è già la più pericolosa. Chi l'avrebbe detto?”

“Non era lui che entrava in classe sguainando Vortice?”

“Per il resto della classe sguainava una penna.”

“In ogni caso” interruppe Clarisse, “ aspettate l'ora di ginnastica con Coach Hedge prima di parlare.”

Arya sbuffò alzando gli occhi al cielo.

“Ugh, non vedo l'ora.” 

  
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