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Autore: Pandora1997    08/08/2017    0 recensioni
La vergine di ferro, un famoso strumento di tortura, è usato come soprannome per una ragazza del liceo Buonarrotti.
Virginia è famosa per essere bellissima come una dea, fredda e crudele ma soprattutto perché è ancora vergine. Tutti i ragazzi della scuola e non solo, sono innamorati di lei o vogliono portarsela a letto per primi.
Tutto questo però non le interessa, vorerebbe solo che il genere maschile sparisse dalla faccia della terra.
Ma cosa fare quando nella tua classe, la più problematica della scuola, appare un essere che non si può nemmeno definire maschio? Anonimo, comune e così insulso da passare inosservato. Un tizio che nonostante abbia davanti la ragazza più bella che abbia mai visto non prova nemmeno un po' di interesse?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La vergine di ferro

Giorno 6
Un annuncio inaspettato
 
La strada fuori dal finestrino scivolava veloce, riflettendosi nei suoi occhi cerulei.
L'aria gelida di Gennaio li non poteva raggiungerla, al caldo dei getti d'aria.
Il formicolio alle mani guantate ,forse per lo sbalzo di temeratura, era piacevole anche se doloroso.
Sua madre era alla guida. Se non fosse stato per la sua insistenza, avrebbe smesso da anni di farsi accompagnare  scuola.
Sembrava preoccupata per lei.
In effetti quella mattina non aveva voglia di parlare, si sentiva più inquieta del solido. Ma non era colpa di sua madre, ne di altri. C'era qualcosa di sbagliato in lei,di anomalo.
Qualche giorno prima l'ennesimo ragazzo si era dichiarato. Una disastro:  lui in lacrime, la faccia rossa  e i suoi amici pronti ad accusarla.
Era più facile rifiutarli, trattarali male che spiegare, raccontare la verità.
Una nuova se stessa vuota e arida era nata molto tempo prima, un mostro di indifferenza.
Preferiva di gran lunga starsene lontana dagli altri in modo che non la influenzassero, che non la ferissero.
Erano le otto di mattina e Virginia era di nuovo in ritardo.
I pochi rimasti indietro all'entrata la fissavano.
Sapeva bene di essere bella. Aveva occhi a mandorla delineati da lucghe ciglia, naso dritto e minuto come la madre. i capelli lisci e castani mettevano In risalto la bocca rosso cigliegia. Era felice del suo aspetto e ne apprezzava le qualità . Quello che non sopportava era lo sguardo degli uomini. Languido e insistente.
Il corpo, diventava oggetto, distaccato dalla sua personalità, da Lei.
Per un attimo tornò al periodo delle medie e rabbrividì senza volerlo.
Il soprannome di vergine di ferro, ormai famoso ovunque era stato coniato proprio in quel periodo. Un periodo in cui aveva scoperto quanto le persono erano crudeli.
L'arrivo di Marta la distrasse dai ricordi. Era difficile non notarla. Camminava svelta, praticamente saltellando mentre i capelli raccolti in una coda altissima ondeggiavano in tutte le direzioni. Era alta quasi un metro e ottanta, portava un cappotto ruggine lungo fino alle caviglie, un sciarpa rosso acceso e i soliti mocassini. La famiglia aveva un piccolo negozio esclusivo di calzature in città e Marta non aveva mai dovuto comprare una scarpa, perchè se le faceva su misura ed asclusivamente mocassini.
La sua migliore amica, la travolse con un fiume di parole.
- Ciao Vi, questa la devi sapere. Hai presente il casino di ieri nel corridoio? A quanto ho scoperto Zecca, Nik & co stavano facendo la solita partita di calcetto nei corridoi. Ieri non siamo uscite dalla classe perche avevano le mele da sbucciare ricordi? Per quello non li abbaimo visti. Stavano tre a uno quando Zecca ha provato l'ultimo calcio disperato in porta. Poi una combinazione di coincidenze ha messo nei guai il nostro Messi dei poveri. I giornali non erano ancora stati consegnati quindi non c'era carta libera.  Quel furbo di Nicola ha pensato bene di usare, invece della solita palla di carta, un brick di the pieno. Intanto la preside aveva fatto chiamare tutti i professori del corso D nel suo ufficio. Sai ci sono le assegnazioni dei coordinatori. Fatto sta che proprio in quel momento Radicchi era di corsa. Il brick di the calciato troppo alto è volato per sei metri ed  è finito in faccia al prof! Ha iniziato a sanguinare ed ha dato di matto. I nostri compagni se la ridevano e Radicchi urlava come uno scimmione. Sembrava lo avessere decapitato.  L'hanno dovuto portare all'ospedale in ambulanza per calamrlo, anche se era un taglio superficiale. Gli hanno messo solo due punti e dimesso subito. Oggi dovrebbe essere a scuola. La parte interessante però arriva adesso. La preside è furiosa. Hai notato che la Borghini quando si arrabbia riesce quasi a congiungere le sopracciglia? Fa impressione... Secondo lei c'è di mezzo l'incolumità dei professori e questa volta sembra aver puntato Zecca come un cane da caccia. Vuole espellerlo! Ma non come gli altri anni che si diceva tanto per. E' ufficilale e la preside ha gia parlato con i suoi genitori. Forse ce lo togliamo di torno uan volta per tutte! Non sei contenta?-
La fissò un po frastornata  esenza avere capito una sola parola, era impossibile starle al passo quando entrava in modalità "Vitidevodoraccontareunacosa".
-Marta non ho capito niente! Riassumi, riassumi.-
La guardò storto e disse scandendo le parole - Zacaria. Espulsione. Ora hai capito? -
-Due paroline magiche- disse e le fece un sorrisone -Direi che la giornata è appena migliorata!-
Le prime due ore di lezione passarono tranquillamente.
Zacaria durante matematica tentò di vendere al prof Radicchi il segreto per l'allungamento del pene con tanto di video illustrativo e la Biaggi non contenta dei compiti assegnati in scienze perchè secondo lei di livello alquanto inferiore a quelli usuali, era riuscita a farli raddoppiare.
Mentre metà della classe stava lapidando a parole la Biaggi, che se ne fregava altamente, la professoressa Castelli entrò trafelata in classe. L 'insegnante di inglese ci aveva ufficialmente "ripudiato" l'anno prima, si presentava mezz'ora d'opo la campana o proprio non si faceva vedere. Quando invece era costretta in classe, recuperava da youtube dei video spiegazione che la sostituissero. Quindi doveva essere successo qualcosa di grosso perchè si presentasse in classe alle dieci precise.
Tra gli ansimi e i colpi di tosse la prof si riprese mentre ormai tutti si erano zittiti e aspettavano una qualche spiegazione o un annuncio. Aveva la nostra completa attenzione per la prima volta in due anni di insegnamento.
-Ragazzi sarà fatta a breve una comunicazione che vi riguarda. La preside arriverà a momenti quindi zitti e state seduti ai vistri posti. Non voglio venire ripresa, chiaro?-
Tutti si girarono verso Zacaria, che sembrava pallido. Lo stavano per espellere davvero?
Qualcosa non le tornava.
 Si rivolse a Marta, che sembrava su di giri.
-Ma l'espulsione non è una cosa privata? La preside non dovrebbe parlare con i genitori di Zacaria in privato?-
-Ho un'idea-
 Vide l'amica alzarsi in piedi e alzare la mano per attirare l'attenzione della Castelli.
-Prof, ma l'annuncio riguarda uno dei nostri compagni di classe?-
Zacaria subito sull'attenti lanciò uno sguardo terribile a Marta per puoi spostare l'attenzione sulla prof che disgustata dal fatto che un'alunno le avesse rivolto la parola, rispondendo non guardò nemmeno chi aveva posto la domanda - In un certo senso sii, ma non posso dirvi altro. Aspette l'arrivo della preside.-
Detto questo si sedette alla cattedra senza nemmeno svuotare la borsa o togliersi il giubotto. -Se la svigna sicuro dopo l'annuncio- pensò Virginia.
Si sentiva una sorta di tensione serpeggiare tra i ragazzi. L'espulsione di Zacaria era una cosa seria, lui era il giullare, l'attaccabrighe, quello dietro ad ogni mossa della quarta D.  Senza di lui c'era la possibilità che si tornasse ad essere una classe "normale" per quanto fosse possibile considerati i soggetti che la formavano. Ma per Marta era come festeggiare compleanno, natale, e la festa della donna tutto insieme.
Zecca, sopranominato così da lei le aveva reso la vita quasi impossibile.
Virginia voleva un bene dell'anima a Marta ma si anche lei avolte non la capiva. Era una ragazza di un'altro pianeta, che non si mescolava alla folla. Per questo era sempre stata facile preda delle battutine e degli scherzi di Zecca e non solo, fin dalla prima liceo. Virginia trasferita alla sezione D in terza superiore non aveva assistito a tutti torti subiti dalla sua migliore amica ma le era bastato quell'anno per capire che vita avesse passato.
Adesso peò erano più forti entrambe, mature e come diceva Marta - pronte alla guerra-.
-In piedi-
Con uno scatto la metà della classe si alzò  e Elena Borghini fece il suo ingresso.
Alla vista degli alunni seduti scosse la testa ma lasciò perdere. Anche per lei eravamo una causa persa.  Si rivolse alla Castelli e dopo averla salutata si girò per fronteggiare gli alunni.
- Buongiorno, seduti prego.- Dopo una piccola pausa ricominciò -Questa classe è... particolare, ma ho fiducia in voi e vi reputo dei ragazzi, come dire...molto svegli. Per questo la prossima settimana quando si iscriverà qui un nuovo alunno verrà assegnato proprio a questa classe. Voglio che venga accolto nel migliore dei modi e che lo aiutiate ad integrarsi. qualche domanda?.-
Alle parole della preside il sorriso di Marta divenne un broncio, mentre Zacaria aveva riacquistato un po di colore. Il resto della classe invece era eccitato. Era raro che la preside traferisse qualcuno nella loro classe, dove finivano  gli scarti della scuola e i problematici. Quel ragazzo doveva per forza essere uno di loro.
Serena timidamente alzò una mano curata e dalle unghie smalatate.
-Si?- fece la preside.
-Che combina?-
-Ma dice a me?- Sotto lo sguardo confuso della preside Serena corrugò la fronte e sembrò pensare ad una risposta da dare. Alla fine fece spallucce e riprese a scarabocchiare sul quaderno.
Rebecca dopo aver sopirato rumorosamente prese la parola al suo posto - Sere si chiedeva, e credo valga per tutti, che particolarità ha questo alunno. La scuola è inizata da un pezzo ed è raro che qualcuno venga in classe nostra.-
-Non ci vedo nulla di così particolare , per usare le tue parole. - rispose interdetta la donna -
Il ragazzo viene da Torino, per questo il ritardo e non c'è nient'altro daggiungere. Sono sicura che si presenterà lui meglio di quanto possa fare io adesso. Arrivederci-
Detto questo la Borghini uscì dalla classe a passo nervoso seguita subito dopo dalla professoressa Castelli che non salutò.
Per stabilire che tipo fosse il nuovo arrivato si iniziò una discussione e la teoria che andava per la maggiore era che si trattasse di un delinquentello da poco rilasciato che doveva cambiare aria per un po.
Voltandosi vide Marta con gli occhi luccicanti e un sorriso sulle labbra. La delusione per la mancata espulsione di Zacaria era sparita lasciando spazio a qualcosa di ben più pericoloso.
Era inziata la caccia alle informazioni sul nuovo arrivato ed era pronta a tutto per ottenerle. La capiva, sapeva pene il perchè di tutto quello. Ma per lei era diverso.
A lei non importava, preoccuparsi degli altri non era più una sua priorità.
Inoltre quello nuovo era un maschio, non si sarebbe nemmeno accorta della diffrenza.
Diede un'occhiata all'amica - Mi aspetta una una lunga settimana.

   
 
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