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Autore: Aiqul Marnerazver    08/08/2017    0 recensioni
Nel 2155 il risultato della dominazione dell'Homo Sapiens è evidente: quattro guerre mondiali hanno devastato il mondo e la popolazione, lasciando le poche terre ancora abitabili alla signoria di cinque grandi Contee, ognuna con il suo esercito fornito di un ordine speciale di soldati: i Difensori.
La Terra non è adatta agli Umani. Questa è la prima lezione che si impara all'Accademia dei Difensori. Che siano Uomini o Draghi, i Difensori vengono addestrati all'Accademia della Pace, l'unica terra neutrale fra le Contee, e vengono divisi in cinque colori in ordine crescente di potenza: bianco, blu, giallo, rosso e nero, il colore dei generali.
L'umano Reigor e il drago Dwarf combattono insieme per la Terza Contea, dopo essere passati direttamente dall'Armata Blu a l'Armata Rossa per la loro bravura. Ma ormai la guerra è di nuovo alle porte, e dopo solo cinque anni di pace gli Umani e i Draghi sono di nuovo pronti a combattere e ad uccidere per la supremazia di ciò che resta di quel pianeta che una volta era stato chiamato Terra.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corsi per il corridoio cercando di allacciarmi la pesante armatura di metallo grigio opaco ancora sporca per la battaglia di questa mattina. È incredibile, non posso credere che mi abbiano chiamato di nuovo: che io sappia nessun Difensore ha mai eseguito due missioni di questo grado di difficoltà nello stesso giorno. Inoltre non sono l'unico soldato dell'Armata Rossa, ci sono molti che hanno passato la giornata a rigirarsi nel letto, e io invece... Da quando ho ricevuto la promozione dall'Armata Blu all'Armata Rossa non ho quasi più avuto tempo libero. Ripenso alla cerimonia: tutti i soldati in piedi di fronte alla piazza in segno di rispetto, la generale Dekaepta con le medaglie in mano, Dwarf in mezzo agli altri draghi con lo sguardo fiero dagli occhi gialli fissi sul disco d'oro, le squame grigio-rossastre del petto gonfie per l'orgoglio e gli artigli sfoderati solidamente piantati a terra. Che fregatura. Nonostante il nostro ingresso all'Armata Rossa sia stato un chiaro esempio di bravura ed eccellenza, nessuno sembra amarci. In realtà la cosa non mi sorprende più di tanto: tutti gli altri Difensori hanno impiegato fra i sette e i dieci anni di addestramento per arrivare qui, mentre a me e Dwarf ne sono bastati solo quattro. Non è difficile comprendere il loro odio. «Sei in ritardo» mi abbaia Aktor al mio ingresso nella Sala di Lancio a mo' di saluto, una vasta camera separata dal mondo esterno solo da un'enorme vetrata spessa poco meno di una spanna, il che è rischioso considerando il fatto che l'aria esterna è irrespirabile a causa delle tante e antiche bombe atomiche lanciate dai governi del passato durante le varie guerre mondiali. Non degno nemmeno di uno sguardo Aktor: tutti coloro che lavorano nelle Sale di Lancio sono in punizione o per qualche bravata finita molto male o per un lieve crimine, e devono controllare tutte le entrate e le uscite dei membri dell'Ordine. Sento i passi pesanti e furtivi di Dwarf che sbuca dal corridoio, lo guardo negli occhi e subito intuisco quanta poca voglia abbia di uscire di nuovo, e lo ammiro mentre si fa mettere la maschera anti-gas da Aktor. È davvero magnifico: le enormi squame grigie hanno una sfumatura rossastra che ricorda i resti di un fuoco seppellito dalla cenere, il corpo più tozzo e piccolo rispetto agli altri draghi che tuttavia si è sempre dimostrato il più forte, il muso allungato solcato da una lunga cicatrice che gli attraversa diagonalmente il naso dalla bocca a destra fino a sfiorare l'occhio sinistro, evidenziando lo sguardo dagli occhi gialli da rettile grandi come un pugno. «Sembra che abbiamo una bella scocciatura qui, eh Dwarf?» gli dico prendendo il fascicolo della rivolta che dobbiamo sedare dalla lucida scrivania di legno su un lato della sala dal pavimento di marmo giallastro. Dwarf mi grugnisce in risposta. «Già, hai ragione» borbotto, senza badare alla faccia confusa di Aktor. Tutti i Difensori umani lavorano al fianco di un Difensore drago, e grazie ai tanti anni che ho passato con lui ormai capisco istantaneamente cosa vuole dirmi, così come lui fa con me. Non saprei dire come, tuttavia. Non è una cosa che si può spiegare. C''è chi dice che è magia, altri che è scienza, altri ancora lo hanno collegato alla religione. Francamente, appartengo a quel piccolo gruppo che sostiene che sia solo il linguaggio del corpo. Mi metto la maschera anti-gas e mi assicuro che anche quella di Dwarf sia ben allacciata, poi controllo la sella e l'armatura, e infine mi isso sopra il mio amico, che grugnisce infastidito al contatto del mio stivale contro la sua ala sinistra. Alzo gli occhi al cielo in risposta. Tutti i draghi sono attenti alla pulizia quanto gli umani, ma Dwarf è un maniaco dell'igiene: ogni volta che gli salgo sopra non vuole che lo tocchi con le scarpe, il che non è proprio facile considerando che lui è un bestione alto due metri e mezzo e che non esistono le scale per draghi. Aktor ci dà un segnale con la mano e va in una camera esterna alla sala, e finalmente la grande vetrata si apre lentamente scorrendo sulla parete. Sento i muscoli di Dwarf tendersi, lo sento correre e, prima ancora che me ne rendo conto, le sue ali si spiegano e si getta nel vuoto.
   
 
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