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Autore: AleDic    08/08/2017    4 recensioni
[Elliot!Centric ⎸hints Elleo brotherhood ⎸236 parole]
Le giornate di Elliot erano un susseguirsi di battibecchi superflui e dialoghi fin troppo irruenti, soprattutto se si trattava di Leo. Non che al giovane Nightray piacesse litigare; semplicemente Elliot era fatto così: non sapeva esprimere i propri sentimenti e i propri pensieri senza che l’orgoglio e la veemenza prendessero il sopravvento e, talvolta, finiva per esagerare.
~ Per il compleanno del nostro tsundere preferito.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elliot Nightray, Leo Baskerville
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Contesto: Ambientato nel capitolo 24, prima dell’incontro con Oz e - per chi ha letto le novel - alla fine del racconto “The Story of Mutuality: Blue Rose”; episodio 17, per l’anime.

Note d’autore: Ehilà, gente! Oggi è il compleanno di Elliot e io ho voluto festeggiarlo con questa cosina. v.v Il mio scopo era quello di scrivere una breve flash tutta dedicata al nostro Nightray, ma non ci sono riuscita, Leo ha reclamato il suo posto accanto l’amico. E chi sono io per dividerli? (Di sicuro non una certa Jun Mochizuki...).

Spero che vi piaccia e sia gli Elleo che io saremmo contentissimi se lasciaste anche un piccolo commento. <3

 

Alla prossima,

Ale

 

P.S.: la citazione alla fine è tratta dal racconto “The Story of Mutuality: Blue Rose”, prima storia del secondo volume delle novel Caucus Race.







A little tranquility

in the
eye of the storm

 

 

{ 236 parole }





 

Le giornate di Elliot erano un susseguirsi di battibecchi superflui e dialoghi fin troppo irruenti, soprattutto se si trattava di Leo. Non che al giovane Nightray piacesse litigare; semplicemente, Elliot era fatto così: non sapeva esprimere i propri sentimenti e i propri pensieri senza che l’orgoglio e la veemenza prendessero il sopravvento e, talvolta, finiva per esagerare.
Ma non era sempre così.
C’erano delle volte, come quella, in cui nella stanza del dormitorio della Lutwidge che lui e Leo condividevano, regnavano silenzio e tranquillità. Erano momenti rari, durante i quali entrambi non sentivano il bisogno di parole.
Elliot era sdraiato sul piccolo divano in pelle nell’anticamera, la giacca lasciata cadere svogliatamente sul tappeto. Il libro che stava leggendo ora era abbandonato sul viso, coprendolo in parte, le braccia dietro la testa. Leo, invece, se ne stava rannicchiato sul pavimento con la schiena addossata al divano su cui si trovava l’amico, il libro aperto sulle ginocchia.
Il sole stava ormai tramontando e i raggi ramati si affacciavano dalle finestre timidi e pallidi. Non si udiva nessun suono, a parte il lento crepitio del caminetto e il leggero sfogliare delle pagine di carta.
A vederli in quel momento, nessuno avrebbe mai creduto che quei due fossero oltremodo molesti e rumorosi, né che passassero la maggior parte del tempo a discutere.
Erano momenti rari, che Elliot apprezzava con tutto il cuore. Erano momenti preziosi, perché appartenevano soltanto a loro.

 

«E poi… i servitori sono una vera spina nel fianco. L’unico di cui ho bisogno è Leo.»



 

   
 
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