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Autore: Zuleika Delaney    08/08/2017    0 recensioni
Quando arriverà Surt non ci sarà giustizia per nessuno Sigyn nemmeno per me.
Genere: Fantasy, Slice of life, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Loki, Sif, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender, Mpreg
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Non era ancora sorto il sole,quando uscendo dalle mie stanze mi sedetti sull’erba che vi cresceva proprio di fronte, mi allungai fra i suoi fili sentendo la rugiada bagnarmi la pelle, le stelle erano ancora luminose nel cielo e Asgard stava ancora riposando, il che voleva dire che avevo ancora del tempo libero.

Loki mi aveva dato degli ordini ben precisi per sottrarre tempo a Frigga e Tyr; inoltre non avevo nemmeno più del tempo per cucire il mio abito nuziale.

Il suo programma personale iniziava dalla mattina: voleva essere svegliato presto e servito con una ricca colazione nelle sue stanze, con frutta di stagione (mele acerbe in primis), poi dovevo rassettare la sua stanza da letto ed infine dovevo evitare di parlare con Tyr in sua presenza semmai lo avessi incontrato per pura casualità.

D'altro canto Tyr stava perdendo totalmente la pazienza nei suoi confronti e quando la sera riacquistavo la mia libertà mi chiedeva di non parlargli nemmeno se si fosse messo in ginocchio; ma il problema principale era che se non avessi fatto ciò che mi richiedeva, me l’avrebbe fatta pagare.

Chiusi gli occhi cercando di non pensare alla giornata infernale che mi attendeva, ma li riaprii quando sentii un rumore vicino a me e vidi Loki; mi alzai sentendo la casacca bagnata e mi coprii- Lo vidi deviare lo sguardo e voltare leggermente la testa per dirmi:

- Non è una buona idea bagnare di rugiada la tua sottoveste.

Lo guardai...aveva un leggero rossore sulle guance, il che mi ricordò che provava anche lui qualche sentimento e risposi:

- Mi piace guardare il cielo prima che Sòl arrivi...ci sono molti colori. Come mai è qui mio signore?

- Mi piace guardare il cielo come te e siccome passeggiando ti ho visto stesa sull’erba ho pensato che potessi guardarlo in compagnia.

Il suo comportamento mi stupì...sembrava totalmente differente dall’uomo che servivo ogni giorno e mi venne istintivamente da sorridere. Lui mi gettò uno sguardo e disse:

- Non dimenticare i tuoi doveri Sigyn.

- Mio signore…

- Cosa vuoi?

- Com’è il posto dal quale torna?

Sembrò attonito a quella domanda e rispose:

- Migliore senza le tue domande noiose. Come vuoi che fosse? C’era tanto fuoco, Mani e Sòl sono di Múspellheimr.

- Da quello che ricordo nessuno ha mai parlato con Mani e Sòl.

Mi guardò fisso per qualche secondo prima di dirmi:

- È stata una pessima idea la mia.


 

Lo guardai e lui continuò a fissarmi e poi tornò a guardare il cielo che man mano si riempiva di colori e disse:

- E’ questa la parte che preferisco...il cielo è pieno di colori e finché nessuno è ancora sveglio regna la pace.

Rimasi in silenzio guardandolo di spalle mentre fissava il cielo e ripensai alle sua frase; notai che aveva detto le mie stesse cose, ma non dissi nulla.

Vidi in lontananza Sòl che arrivava con il suo carro e mi alzai, mentre lui rimanendo di spalle disse:

- Sbrigati a cambiarti Sigyn, non ti concedo ulteriore tempo.

- Devo portarle della frutta?

- Non dovresti neanche chiederlo.

- Posso domandarle una cosa, mio signore.

- Ancora domande insensate?

Coprendomi con le mani il seno, mi inginocchiai nuovamente nell’erba, lui si voltò; fissai nuovamente i suoi occhi che con i primi raggi del sole erano ancora ancor più chiari e non riuscendo a mettere due parole insieme per formare la frase lui mi anticipò:

- Volevate sapere perché voglio fare del sesso con voi?

- Sì…

- Sarebbe meglio che tu vada via...era ancora più banale della precedente, considerando che ti avevo già chiesto di non farmene.

- Mi perdoni, mio signore.

Mi alzai e sentì un fruscio alle mie spalle; quando mi voltai non lo vidi più, ma c’era solo un falco che volava alto. Continuai a camminare a piedi scalzi fra l’erba bagnata fino a raggiunge la mia stanza.

Arrivata lasciai cadere il vestito rimanendo in completa nudità; mi guardai allo specchio...di rado mi ammiravo nuda perché mi sentivo a disagio con le mie forme esili, mentre era noto che gli uomini preferissero l’abbondanza come quella di Sif e le forme perfette di Freya.

Mi distrassi quando sentì nuovamente un rumore; voltai la testa e vidi nuovamente il falco appollaiato sulla finestra. Sapevo che Freya vi si trasformasse spesso, ma l’improvvisa sparizione di Loki mi indusse a rimanere voltata di spalle e a raggiungere il bagno, dove riempii quella minuscola vasca e mi immersi.

Feci tutto velocemente pur di sbrigarmi e non aver ulteriori battibecchi con Loki, così quando arrivai nella sua stanza, con un intero cesto di frutta, lui aveva già cambiato le sue vesti e mi disse:

- Ho strappato un lembo della casacca, devi ricucirlo, dopo aver pulito il pavimento e sbucciato la frutta.

- Sì mio signore.

- Il mio caro fratello, Odino, mi ha detto che oggi terrà un discorso e non voglio arrivare in ritardo.

Iniziai a sbucciare la frutta mentre lui continuava a fissarmi e quando lo guardai disse:

- Vuoi davvero sapere perché voglio fare del sesso con te? Ora dici di no?

Posai la mela vicino la sua mano, la prese e indicò un raspo d’uva, avvicinai anche quello, continuai a fissarlo morso dopo morso finché non si fermò e disse:

- Non te ne accorgi di come mi guardi?

Risposi balbettando:

- Co- Come la guardo mio signore?

- Dalla prima volta.

- State dando la colpa a me?

Morse la mela e rispose:

- Vuoi darla completamente a me la colpa? – rise – Faresti bene...sei ingenua Sigyn e lo farei con te perché questo tuo modo puro mi attrae più del lato perverso che potrei avere con altre donne.

Risposi in fretta spinta solo dall’imbarazzo di essere ancora totalmente pura:

- Lei non sa cosa mi piaccia mio signore.

- Posso facilmente immaginarlo...

Lo lasciai mangiare i chicchi d’uva e iniziai a pulire il pavimento; l’occhio mi andò nella camera da letto dove vidi ciò che non avrei dovuto vedere e quando mi voltai lo trovai dietro di me e disse:

- Meglio per te che tu taccia.

- Non dirò nulla mio signore.

Stavo pulendo tutto il pavimento e quando la donna stava per uscire dalla stanza, nonostante sapevo chi fosse, Loki mi ordinò di rimanere di spalle e solo quando fummo soli disse:

- Tanto che sei qui...riordina anche il letto.

Andai verso la camera e dissi sottovoce “chiedimi anche di farti il bagno,no?” era quasi impercettibile la mia voce, ma lui rispose:

- Voltati.

Mi fermai e mi voltai rimasi in ascolto con lo sguardo basso:

- Potrei chiederti di peggio che farmi un semplice bagno...in ginocchio.

Ero stufa del suo modo di fare, del trattarmi come una schiava, ma anche se avevo un punto a mio favore l’avrei tenuto per un’altra occasione; mi inginocchiai e quando fu vicino gli dissi:

- Se vuole posso farle davvero quel bagno.

- Tu pensi di poter riuscire a farlo, ma non credo sai? – mi alzai e quando stavo per andare verso la camera mi prese per il braccio e disse – Non importa per il letto, cucimi la casacca altrimenti non faremo in tempo.

Annuii, mi avvicinai e quando lui si sedette diedi uno sguardo allo strappo e gli dissi:

- Lo cucirò subito mio signore.

La prima cosa che mi aveva imparato Frigga era di portare con me una sacca con tutto il necessario per essere sempre pronta, tra cui l’ago ed il filo; lo estrassi ed infilai il filo nella cruna.

Presi i due lembi della casacca e iniziai a cucirla, mentre lui spizzicava ancora i chicchi d’uva. Era appena iniziata la giornata e mi sentivo stanca che già non vedevo l’ora di stendermi sul letto. Sentimmo bussare alla porta e quando aprii vidi Tyr per la contentezza abbassai l’ago e per poco rischiai di pungere la candida pelle di Loki.

Sorrisi verso di lui che mi sorrise a sua volta e poi diventando nuovamente serio disse verso di Loki:

- Posso riprendermi la mia sposa?

Lo sentii fiero mentre pronunciava quella parole che non diedi peso al netto “no” secco di Loki; Tyr entrò e lui gli disse:

- Ti dico subito perché no. La tua Siggy deve finire di cucirmi la casacca e sistemare il letto.

- La stai sfruttando! Frigga ha detto che...

Non gli diede il tempo di terminare la frase che l’interruppe per dire:

- Quando avrà terminato sarà libera.

Guardai Tyr sapevo che non avrebbe accettato quello che gli veniva detto! Si avvicinò a me e disse:

- Lascia quell’ago Sigyn – guardò Loki e terminò – lei viene con me.

Rimanendo calmo quasi da dare ai nervi gli rispose:

- Non credo sai...Tyr?!La tua sposa rimane qui. Fra poco raggiungeremo il banchetto di Odino.

Non gli importò molto delle sue parole e mi disse:

- Sigyn posa quell’ago e andiamo via.

- Se lei posa l’ago io...

Tyr batté un pugno sul tavolo e disse:

- Se solo osi, minimamente, minacciarla giuro che troverò un modo per punirti.

Loki rise alle sue parole e rispose:

Non muovere un solo passo Sigyn...quando avrà finito, ti do la mia parola, verremmo a Palazzo Wali. Ora sarei felice se andassi via per non rubare ulteriore tempo.

Tyr mi guardò ed io annuii; diede una fugace occhiata a Loki e andò via.

Era la prima volta che lasciavo andare via Tyr senza che lo seguissi; una volta soli Loki rimase in silenzio e attese che ricucissi tutto lo strappo sulla casacca. Quando terminai lui si alzò e mi guardò fisso negli occhi.

Il suo sguardo aveva mille significati, ognuno era la sfaccettatura della sua anima, semmai ne avesse una, ed ora ne vedevo una differente...era come vederlo nella sua ingenuità, durò solo un istante finché non disse:

- Muoviti dobbiamo andare…

Loki camminava davanti a me quando mi distolse dai miei pensieri dicendo:

- Eri sognante quando ti ha definito la sua sposa... ti piace tanto Tyr?

- Sì mio signore.

- Con quella stupida mente battagliera? Con tutta quella fitta peluria e la puzza di sudore?

- Sì mio signore.

- Come immaginavo…sei prevedibile. Siamo in ritardo colpa sua e della tua lentezza.

- Comunque ci tenevo a dire che non puzza di sudore.

Lo sentii ridere e rispose:

- Mi dispiace contraddirti ma a volte non emana un buon odore.

Arrivammo davanti alla sala e le guardie di Odino aprirono le porte; entrammo e vedemmo che al centro della sala c’era una donna, la scorgevo a malapena, ma Loki si voltò e mi disse:

- Esci fuori...vai via.

Stavo per dire qualcosa, ma lui mi prese per un braccio e portandomi fuori dalla sala disse:

- Fai sempre una polemica per tutto! Resta qui.

- La prego, mio signore, voglio sentire anche io...resterò accanto a voi.

Annuì inaspettatamente e non avendo immaginato che accettasse così facilmente, dopo essere entrati mi guardò, mettendosi alle mie spalle.

La donna parlava di qualcosa di strano...una profezia davanti al trono di Odino. Si chiamava Gullveig e faceva parte dei Vanir, praticante del Seiðr, un’antica pratica magica, a cui Odino da sempre era interessato.

Con il Seiðr si poteva prevedere il futuro, dispensare morte e malattia, ma soprattutto era possibile privare di intelligenza e forza un individuo e trasmetterla a qualcun altro.

Il suo scambio per la magia era che gli Æsir avrebbero dovuto ricambiare con la conoscenza delle rune.

Odino aveva sacrificato il suo occhio per la conoscenza e la saggezza e sapeva che se Gullveid avrebbe acquisito la conoscenza delle rune, sarebbe diventata una potenza imbattibile; così le rispose che nonostante l’appetibile offerta non avrebbe accettato, ma la veggente non voleva arrendersi, così disse che i Vanir esiliati sarebbero stati riconoscenti al padre degli déi e in caso di aiuto sarebbero stati dalla parte degli asgardiani.

Sentivo Loki sogghignare; lo guardai e poggiando una mano sul ventre, mi avvicinò a lui e disse all’orecchio:

- Resta accanto a me...se dovessero solo toccarti poi il tuo sposo me la farebbe pagare.

Mi voltai a guardare verso il trono solo quando sentii le grida della donna, l’arsero e dopo poco la vedemmo rinascere, l’arsero una seconda volta e quando ricomparve Loki mollò la presa e guardai la sua espressione quasi estasiata alla quella vista.

Non contento Odino ordinò di arderla una terza volta e la vidi riapparire ancora, ma questa volta furbamente scomparve.

Facendo così e non calcolando i danni, Odino aveva scatenato una serie di conseguenze che solo nei tempi a seguire si ritorsero contro Asgard.

   
 
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