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Autore: Pmaradona10    09/08/2017    1 recensioni
La magia è sempre stata una componente importante della vita dei Teen Titans e soprattutto della vita di Raven. Quando però Trigon, il malefico padre di Raven, decide di tentare di impossessarsi di nuovo della ragazza, essa capisce che non riuscirà a sconfiggerlo contando solo sull'aiuto dei suoi amici. Basterà l'aiuto del più grande mago del mondo per sconfiggere uno dei demoni più potenti in assoluto? I Titans ce la faranno ugualmente a batterlo anche dopo il loro scioglimento e riusciranno a collaborare con alcune tra le più potenti entità magiche del mondo, senza lasciarsi condizionare dai travagli interiori di queste ultime e aiutandosi reciprocamente come una vera squadra, superando le apparenti ostilità?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Robin, Sorpresa, Trigon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CINQUE ANNI DOPO
Londra. Un taxi. Una sigaretta gettata fuori dal finestrino.
-Fanculo le donne, Chas. Mi spieghi come fai ad essere sposato da quasi dieci anni con quella rompicoglioni?-
-Problemi con la maga, John? Quella che parla al contrario?-
-Ah, non me ne parlare. Ricordi la mia festa di quarant’anni che tu hai saltato perché sei un grandissimo figlio di puttana? Ho fatto, anzi hanno fatto, un grandissimo errore a invitarla. Posso capire invitare Ellie, ma che motivo c’era di far venire anche lei? Ero sicuro che ci saremmo riavvicinati tra una chiacchierata qui e una magia là, a scapito di Kit. Cristo santo… ok, amico, va benissimo qui, il resto lo faccio a piedi. Ci vediamo domani, mate-
John Constantine era sempre lo stesso. Nonostante avesse un orecchino e un cancro ai polmoni in meno e cinquantamila dollari in più sottratti a Papa Midnite, dentro non era cambiato di una virgola, sempre pronto a combattere contro i demoni, sia quelli esteriori che quelli interiori. Non aveva però più memoria della faccenda di Trigon e Raven, era ovviamente passata in secondo piano dopo aver scoperto di aver contratto un tumore ai polmoni terminale.
I Teen Titans non esistevano più. Secondo Robin, non c’era più motivo che esistessero. Il ragazzo meraviglia si era unito alla Young Justice, team creato per volontà della Justice League, che sentiva l’esigenza di una squadra giovanile di riserva per qualsiasi evenienza. Dopo un anno di militanza come Robin, aveva assunto l’identità di Nightwing, lasciando il mantello a Jason Todd, che morì poco dopo, brutalmente ucciso dal Joker. Ora Dick Grayson proteggeva la città gemella di Gotham: Bludhaven. Starfire era tornata su Tamaran per sventare un complotto organizzato dalla sorella Blackfire e aveva iniziato a governare il suo pianeta natale. Cyborg si era unito alla Justice League e Beast Boy dopo un ritorno iniziale nella Doom Patrol, si unì anch’egli alla Young Justice. Raven aveva smesso i panni della supereroina e si era ritirata a vita privata con sua madre Arella, adottando il nome di Rachel Roth e iscrivendosi alla Keystone University.
 Tutti si erano lasciati alle spalle la loro vita precedente.
-Vaffanculo, ‘sta cazzo di serratura non si apre manco a pagarla… se non riesco ad aprirla io figurati i ladri-
-Irpa-
Pronunciate quelle parole, la porta si aprì magicamente.
-Oh, Z, che c’è ancora? Credo che tu abbia capito la mia posizione riguardo quel libro. Non intendo dartelo-
-Constantine, sei sempre il solito. Credi che sia venuta qui per continuare la discussione? Ti lascerò tenere il libro, consideralo un regalo da parte di mio padre dall’aldilà-
-Ah, beh, grazie Zee. Ma non era necessario che me lo dicessi di persona, mi dispiace che tu debba ammirare la mia… se si può chiamare “casa”, in questo stato- disse il mago indicando un posacenere stracolmo di mozziconi di sigaretta e diverse bottiglie di birra sparse ai piedi del letto.
-Aizilup- declamò la maga, la quale sorrise orgogliosa dopo la buona riuscita del suo incantesimo.
-John, non sono venuta qui nemmeno per dirti che puoi tenere il libro. In realtà ammetto di essere stata un po’ troppo dura con te- sussurrò la maga all’orecchio di Constantine poggiandogli una mano sulla spalla.
-Beh allora in questo caso considerati perdonata- rispose il mago baciandola e togliendosi il trench, mentre lei fece lo stesso con la sua giacca da prestigiatrice nera.
Constantine si tolse i pantaloni mentre Zatanna si sfilò le scarpe con i tacchi e le calze a rete, prima di raggiungere il mago sul letto dove gli sfilò la cravatta e iniziò a sbottonargli la camicia, mettendosi prona sopra di lui.
-Ehm, scusate. Non volevo interrompervi, ma…-
-Ma che diavolo?!- esclamò il mago, capendo chi era stato a parlare solo dopo che Zatanna abbandonò la sua posizione, mettendoglisi a fianco e permettendogli di vedere in faccia chi aveva davanti: una ragazza avvolta in una felpa con cappuccio che permetteva di celare il suo volto scavato.
-Raven?-
-Rachel?-
Esclamarono all’unisono Constantine e Zatanna.
-Veramente si chiama Raven, Z. Non so se ce l’hai presente, è la figlia di Trigon, sai, il demone fuggiasco…-
-So chi è Trigon, John. E so anche che è venuta da me poco fa chiedendo dove potesse trovarti. Perché non ti sei presentata fin da subito come Raven, invece di inventarti quel nome? Avrei potuto aiutarti da subito-
-Non mi sono inventata il nome. Ora mi faccio chiamare così, ho smesso di fare la supereroina da quando i Titani si sono sciolti. Ora studio psicologia all’università di Keystone. E poi, Zatanna, ricordi di quando dieci anni fa tu e la Justice League mi avete negato aiuto perché tu avevi trovato una “presenza oscura” dentro me? Quella presenza era proprio mio padre e per sconfiggerlo ho dovuto unirmi ai Teen Titans, anche se ora ci siamo sciolti. Constantine almeno si è mostrato disponibile, seppur tutti lo definiscano un bastardo-
-Beh tesoro, quella è l’eccezione che conferma la regola- disse il mago scherzosamente accendendosi una sigaretta
-Silenzio, John. Raven, non sai quanto mi dispiaccia, ma all’epoca ero giovane, avevo solo 21 anni. Ero insicura e malfidente, potessi tornare indietro stai certa che non ti negherei né il mio aiuto, né quello di mio padre che all’epoca era ancora tra noi-
-Buon anima il vecchio Giovanni. Veniamo al sodo che la situazione sta diventando imbarazzante visto che io e Z siamo mezzi nudi. Tuo padre è tornato a farsi sotto? Hai seguito le mie indicazioni e indossato il medaglione?-
-L’ho fatto, ma evidentemente non ha funzionato- disse la ragazza scoprendo le maniche della sua felpa che rivelarono strani segnali luminosi sulle sue braccia simili a tatuaggi fosforescenti –li ho su tutto il corpo, come nel giorno del mio sedicesimo compleanno, il giorno della profezia-
-Da quanto?- chiese Constantine mentre teneva la sigaretta tra le labbra.
-Due giorni. Non va affatto bene-
-Almeno hai ancora indosso il medaglione. Zee sei dei nostri? Ci dai una mano?-
-Credo che sia il minimo che possa fare dopo che anni addietro la abbandonai in così malo modo- disse quasi commossa Zatanna abbracciando la ragazza.
Zatanna voleva e doveva farsi perdonare, a tutti i costi. Voleva assolutamente tornare ad essere in buoni rapporti con l’empatica, ma non per salvaguardare le sue emozioni, bensì per essere meno sola. Da quando aveva lasciato la Justice League in seguito alla morte di suo padre, aveva perso i contatti con tutti i più grandi eroi del pianeta, allontanandosi anche dalla vita da supereroina e guadagnandosi da vivere con spettacoli di magia, nella più totale solitudine. Fortunatamente, quasi per caso John Constantine era ritornato nella sua vita, facendole ritrovare la voglia di mettere i suoi poteri a servizio della comunità e convincendola ad entrare nella Justice League Dark, una squadra che riuniva tutti gli esseri dotati di poteri magici. E sembrava incredibile, ma di tutto ciò doveva ringraziare quegli sballati degli amici di Constantine che avevano deciso di invitarla alla festa a sorpresa per i suoi quaranta anni e la loro marijuana che non aveva potuto fare a meno di fumare. In pratica, se in quel momento la maga al posto di essere ad esibirsi in un locale aveva al suo fianco il magus inglese, lo doveva ad un cannone.
-Zatanna, è tutto apposto. Anche se sono costretta a inibire i miei poteri empatici capisco benissimo il tuo attuale dolore e la tua condizione di dieci anni fa. Pensa, quando sono venuta da te per chiederti dove potessi trovare John, avevo talmente timore che tu avresti potuto accorgerti di chi io fossi veramente che ho meditato per tre ore pur di allontanare tutte le presenze demoniache all’interno della mia anima anche se solo per pochi minuti. Anche io in realtà non ho aiutato molto le Sentinelle della Magia contro Lo Spettro… c’eri anche tu, ricordi? Quella è stata l’ultima volta che ho indossato il mantello. Abbiamo entrambi delle cose cui rimproverarci, ma è tutto risolto- rispose Raven ricambiando l’abbraccio di Zatanna.
-Perfetto. Ora che avete chiarito, muoviamo il culo- sentenziò il mago spegnendo la sigaretta nel posacenere e accollandosi la sua immancabile camicia bianca.
   
 
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