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Autore: Crilu_98    09/08/2017    4 recensioni
Secondo capitolo de "The Walker Series" - non è necessario aver letto la prima storia.
Mark ed Elizabeth Walker sono fratelli ma non si vedono da dieci anni, da quando un terribile incidente ha cambiato per sempre le loro vite. Elizabeth è una ragazza insicura e tormentata dai sensi di colpa che all'improvviso è costretta a lasciare la cittadina di campagna dove ha sempre vissuto e a raggiungere San Francisco per salvare il fratello. Aiutata da uno scontroso gentiluomo dalle origini misteriose, da una risoluta ereditiera poco convenzionale e da un impacciato pescatore italiano, Elizabeth dovrà fronteggiare un intrigo molto più grande di lei. Un complotto che potrebbe diventare la miccia di un'incontrollabile rivolta operaia...
Genere: Azione, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Il Novecento
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'THE WALKER SERIES '
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Le labbra di Connor avevano un gusto amaro e salato, che assaporai a fondo mentre lui giocava con la mia lingua e mi tirava a sé con una presa leggera dietro la nuca. L'altra mano scivolò lungo la mia schiena, accarezzandomi quasi con venerazione. Ero colpita dalla dolcezza di quel bacio, visto che la prima volta mi aveva spinta contro il muro di un vicolo buio: sembrava che volesse trarre il massimo godimento dalla sua seconda opportunità.
-Così dolce…- mormorò, con gli occhi che brillavano, mentre mi baciava più castamente una guancia -E' inebriante. Non credo di poterne fare a meno…-
Aveva appena iniziato a mordicchiarmi le labbra, facendomi sorridere, quando il rumore improvviso della porta d'ingresso che veniva spalancata ci fece sobbalzare.
Mentre Tony si riscuoteva di colpo e sua madre correva trafelata nella stanza per rimproverare Alberto, rientrato solo in quel momento, io mi scostai da Connor facendo attenzione a non incrociare il suo sguardo. Poi, con estrema sorpresa di tutti, Barbara si affacciò sulla soglia. Analizzò con interesse l'ambiente spoglio ed incantò con un sorriso i presenti, prima di mormorare delle parole affettuose in italiano. Vidi Alberto raddrizzare la schiena con una smorfia orgogliosa che risultava buffa sul suo viso da ragazzino.
Non appena mi notò, in piedi accanto al letto di Price, mi si fece incontro con gli occhi leggermente più tristi.
-Ho ricevuto il tuo messaggio!- bisbigliò, lanciando a Connor un'occhiata preoccupata.
-Non posso ancora credere che mio padre abbia avuto un tale ruolo in tutto questo!-
Con un gesto che sorprese me per prima, le presi affettuosamente le mani tra le mie:
-Ci sono molti punti oscuri in questa faccenda, Barbara. Per il bene di Mark, dobbiamo far luce su di essi il prima possibile e sono sicura che tu ci possa aiutare.-
-Qualsiasi cosa!- esclamò lei, con gli occhi che brillavano -Ieri sera, quando questo ragazzino è venuto a portarmi il tuo messaggio, l'ho fatto aspettare in casa e durante la notte ho controllato nello studio di mio padre, ma non ho trovato nulla che possa esserci d'aiuto… Nessun nome, un indirizzo o qualche cosa che potesse collegarlo al traffico d'armi!-
-Thomas Calloway non è affatto stupido: se anche fosse in possesso di carte incriminanti non le terrebbe nel suo studio! Deve aver trovato un altro modo per truccare i registri in modo che ad una prima occhiata tutto sembrasse in ordine!- brontolò Connor, socchiudendo gli occhi. Barbara gli rivolse un'occhiata poco amichevole, ma prima che potesse replicare intervenni io:
-Fino a quando rimarremo qui, non è di Calloway che dovremo preoccuparci! Questa notte ho riflettuto sulla sparatoria e credo che sia collegata al volo di Stuart dal molo…-
-Chi è Stuart?- chiese la ragazza, confusa.
-Uno degli uomini presenti la sera in cui Roger Jefferson ha ricevuto il suo compenso per testimoniare contro Mark. Seguite il mio ragionamento: Mark fa bene le sue indagini e inizia a stringere il cerchio intorno al ladro, o ai ladri... Non sappiamo in quanti sono coinvolti all'interno della fabbrica… Così questo, o questi, si rivolgono ai loro soci, membri di una qualche banda mafiosa di San Francisco, per risolvere il problema costituito da questo operaio.-
Barbara, Tony e Price, che aveva insistito per alzarsi e sedersi accanto agli altri due attorno al modesto tavolo della cucina, mi fissavano attenti ed io abbassai la voce, come al solito timorosa di sbagliare:
-Invece di eliminarlo direttamente, indagano a loro volta e scoprono il suo ingombrante passato, il mezzo perfetto per toglierselo di dosso… Perciò rintracciano Roger Jefferson e lo convincono a presentarsi da Calloway e a denunciare Mark. Tutto fila liscio, finché Jefferson viene ucciso la sera stessa in cui riceve i soldi pattuiti. Ora, noi sappiamo bene come è andata, ma Stuart, il misterioso Winter e il quarto uomo di cui non conosciamo l'identità no e vengono messi in allarme… A questo punto, eliminare Stuart, inaffidabile, ciarliero e sempre ubriaco appare come una scelta molto saggia.-
-Mettiamo che il tuo ragionamento sia giusto: come facevano a sapere che tu e Connor vi trovavate lì? Perché prendervi di mira, se non perché Calloway li aveva avvertiti?- domandò Tony, la fronte corrucciata.
-Qualcuno li ha avvertiti, questo è certo. Ma non credo che sia stato Calloway: ormai non posso più credere che abbia orchestrato questa messinscena per incastrare Mark… Non ha senso! Se avesse voluto davvero uccidermi, ha avuto quasi un'ora di tempo mentre mi trovavo con lui nel suo studio, soli. E mi fido del mio istinto e di mio fratello, quando entrambi mi dicono che Calloway è un uomo severo ed intransigente, ma a suo modo onesto.-
Per qualche istante, il silenzio fu rotto solo dai rumori del porto che entravano dalla finestra aperta. Poi Connor ridacchiò:
-Sei straordinaria, tigre. L'ho sempre pensato, ma ogni volta la tua intelligenza mi lascia stupito!- Arrossii, lusingata ed orgogliosa di me stessa: la fatica ed il lavoro manuale non mi avevano mai spaventata, ma ero sempre stata restia ad esprimere ad alta voce ciò che pensavo. A Rosenville una ragazza con un'opinione non era vista di buon occhio.
Invece di crogiolarmi nel mio piccolo successo mi rivolsi a Barbara:
-Per trovare Jefferson ti eri rivolta ad un investigatore privato. Ti fidi abbastanza da mandarlo a cercare il cecchino nel quartiere che Tony ti indicherà?-
-Lo pagherò quel che serve per renderlo un uomo fidato!- scherzò lei, con un debole sorriso. Mentre l'accompagnavo alla porta, la sentii sospirare. Poi si voltò verso di me con gli occhi sgranati:
-Ti devo ringraziare.-
-Per cosa?-
-Ero disperata all'idea di dover scegliere se coprire mio padre o salvare l'uomo che amo… Ora nutro di nuovo la speranza di poterli avere entrambi nella mia vita!-
-Sì, beh… Non abbassare la guardia, non è detto che tuo padre sia totalmente estraneo a questa storia. Prima troviamo un modo di tirare Mark fuori di prigione, poi vedremo come riconciliarli… E chiamami Lizzie, per favore.- borbottai, imbarazzata.
Barbara sorrise e compresi come mai Mark si fosse innamorato di lei: aveva un sorriso capace di illuminare la stanza.
-Allora grazie… Lizzie.-
 
La settimana seguente trascorse in un'attesa snervante. Non avevamo notizie di Barbara e sia io che Connor, quasi del tutto ristabilitosi, eravamo impossibilitati a lasciare la casa di Tony. Il mio amico aveva ripreso il suo lavoro ed ogni sera ci aggiornava sulle chiacchiere di Fisherman's Wharf.
L'appartamento di Connor era stato perquisito dalla polizia, messa in allarme dal suo coinvolgimento nella sommossa operaia, e successivamente da un gruppo di uomini di cui nessuno sapeva fornire una descrizione.
-La casa è un disastro!- ci riferì la sera stessa Tony, con espressione contrita. Ma non mi interessava granché dello stato in cui le due ispezioni avevano lasciato l'appartamento: piuttosto, pensavo al senso di sicurezza e di pace che in quelle settimane avevo imparato ad associare a quelle quattro pareti. Non riuscivo a stabilire se mi disgustasse ed inquietasse di più l'idea che le mie cose fossero state esaminate dal freddo ispettore Nelson o da dei malviventi sconosciuti.
Non ero neanche riuscita a parlare con Connor del bacio che ci eravamo scambiati e di ciò che significava per entrambi. Vista la grande quantità di tempo libero che avevo a disposizione avevo deciso di analizzare con calma e razionalità l'insieme confuso di emozioni che si era impadronito di me da quando avevo messo piede in città: guardandomi allo specchio vedevo che non ero affatto cambiata, ma ero altrettanto sicura di non essere più la ragazza che conduceva una vita solitaria e ritirata in una fattoria del Wyoming.
Quando perciò decisi di mettere ordine tra i miei pensieri, fui quasi stupita dalla scelta che il mio cuore aveva fatto: la vecchia Elizabeth, quella che non era stata ancora stretta dalle mani rudi di un pistolero, si sarebbe buttata sognante tra le braccia di Tony; la donna pratica ed insicura che ero diventata, invece, voleva Connor.
E rimasi spaventata dalla veemenza e dalla furia del mio desiderio, che mi portava a seguire ogni movimento di Price, ogni riflesso del sole sui suoi capelli scompigliati e sul suo sguardo malinconico.
Mi sembrava di aver inavvertitamente rotto un argine invisibile nel momento stesso in cui avevo deciso che Tony non sarebbe mai stato niente di più che un amico: il mio corpo, rimasto muto per dieci anni, prese a mandarmi segnali che non comprendevo e di cui mi vergognavo.
Fu anche per questo che non mi impegnai più di tanto ad eludere la sorveglianza sospettosa di Maria, la madre di Tony, e la presenza curiosa di Alberto.
Quello che mi era sembrato un ottimo rifugio sicuro iniziava improvvisamente a starmi stretto e rischiai di impazzire in balia dei miei diversi stati d'animo: un attimo ero smaniosa di rimanere sola con Connor, l'istante dopo mi allontanavo da lui come se fosse il diavolo.
Infine fu lui a prendere l'iniziativa, una mattina che Maria aveva deciso di andare col figlio al mercato: saremmo rimasti soli in quella casa giusto un paio d'ore ed io avevo vigliaccamente pensato di trascorrerle a rammendare alcuni panni che attendevano in una cesta vicino al focolare.
Invece Connor mi afferrò per un braccio mentre passavo e con una torsione gentile del polso mi fece accomodare sulle sue ginocchia, imprigionandomi poi con le braccia.
-Io e te abbiamo un discorso in sospeso…- mormorò, con un sorriso strafottente.
-Ah, davvero?- borbottai, abbassando il viso per non fargli notare il rossore delle mie guance. Lui, però, pose due dita sotto il mio mento e mi costrinse a fissarlo negli occhi:
-So che hai paura e che io non sono esattamente un buon partito: se non ne volessi sapere nulla di me sarebbe logico e non ti biasimerei. Ma tu, Elizabeth, mi fai desiderare di essere una persona migliore, un uomo degno di te… Non mi era mai successo prima. Anche io ne sono rimasto terrorizzato all'inizio, credimi: cercavo di evitarti perché nessuna mi aveva mai attratto come te e speravo che vedere il mio lato peggiore ti avrebbe allontanata. Invece tu, nonostante tutto, sei rimasta. Non ho le parole per spiegarti quanto questo significhi per me!-
-Credo che tu ti sia espresso molto bene quando eri ubriaco!- balbettai -Nessuno mi aveva detto delle cose così dolci e… Così vere. Probabilmente è lì che ho realizzato di amarti, anche se non l'avrei mai ammesso!-
-E adesso cosa è cambiato?-
Mi morsi le labbra, mentre Connor aspettava paziente una mia risposta.
-Nulla, in apparenza. Sono io che… Non so, forse non sono pronta, forse non lo sarò mai…-
Price mi interruppe con un bacio, prendendomi il viso tra le mani e stringendomi a sé come se fossi un tesoro inestimabile.
-La mia piccola tigre…- mormorò tra un bacio e l'altro, passandomi le mani sui seni e sui fianchi.
-Nessuno potrebbe mai essere pronto per una cosa del genere…-
Stavo per confessargli quanto il mio corpo trovasse piacevoli quelle carezze, ma le voci concitate di Maria ed Alberto che salivano le scale ci fecero sobbalzare.
Non ebbi neanche il tempo di ricompormi che il fratello di Tony si precipitò nella stanza, pallido e con gli occhi sgranati:
-Hanno rapito la signorina Calloway!-
 
 
Angolo Autrice:
Eh già, una notizia-bomba proprio sul più bello… Peccato! xD Adesso Connor ed Elizabeth avranno un problema decisamente più urgente dei loro sentimenti in sospeso e dovranno ingegnarsi per risolverlo.
Scusate per il ritardo nell'aggiornamento ma non ero del tutto sicura di come era uscito il capitolo (un po' della confusione di Lizzie aveva contagiato il testo xD)!
A presto
 
   Crilu  
   
 
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