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Autore: dreamey    09/08/2017    4 recensioni
Affinità elettive: quando un'innegabile alchimia tra anime, crea una sintonia totale e folgorante.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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- Addison, davvero, non ho nessuna intenzione di fare nessuna vacanza. -
Risposi secca al telefono dopo due squilli, sostituendo il canonico "pronto" con una secca risposta perentoria.
Avevo letto ormai quasi de ore prima il suo messaggio nel quale, con tanto di foto di paesaggi stupendi, movida a non finire, mare, cocktail e sicuro relax, mi propinava una vacanza alla quale non avrei potuto sicuramente rifiutare.
Ma aveva fatto male i conti. A quella vacanza, non ci sarei andata. Avevo del lavoro arretrato da sbrigare e soprattutto l'umore non dei più idonei a quel tipo di viaggio.
Semplicemente, volevo continuare a rimanere radicata nelle viscere della terra, dove si trovava esattamente il mio "buon" umore.
- Troppo tardi, Callie.-
A quell'affermazione, trasalii.
Addison era la mia migliore amica, la persona che più conoscevo al mondo e la persona che, certamente, era più in grado di fare quel genere di cavolate.
- Non dirmi che hai già prenotato la vacanza.-
- Proprio così.- rispose dall'altro capo del telefono, col suo solito tono allegro e di chi sa di essere già nei guai. Potevo benissimo immaginare la sua espressione in quel momento allegra e certamente beffarda.
Credeva di aver vinto la partita.
- Scordatelo.- risposi secca portando l'indice e il pollice della mano destra sugli occhi, inspirando profondamente cercando di lottare contro il desiderio di raggiungerla ovunque si trovasse solo per strangolarla.
- Callie, erano gli ultimi due posti disponibili, a prezzo stracciato.-
- Portaci qualcun altro. Io non vengo.-
- La prenotazione ha i nostri nomi, non modificabili.-
- E allora parti da sola, Addison.-
Cominciavo a spazientirmi.
Avevamo sempre viaggiato insieme e divertite in ogni singola vacanza.
Adoravo le vacanze e soprattutto viaggiare e lei questo lo sapeva bene.
Ma quell'anno, proprio non avevo voglia.
Non ci sarebbe stato niente in grado di risollevarmi dallo stato pietoso in cui versavo. Nemmeno una vacanza, quindi era inutile persino anche pensare di partire.
- Non posso, la prenotazione era solamente in coppia non modificabile  e non rimborsabile.-
 
Avevo gli occhi chiusi e musica alta nelle orecchie e il viso impietrito come quello di una statua.
- E dai, vedrai che ci divertiremo.-  aveva affermato Addison appena preso posto su quel dannato aereo che, contro ogni mia volontà, ci stava portando in Messico.
 Vita notturna, bei posti e cocktail.
 Proprio quello che secondo la mia migliore amica, mi ci voleva.
Ma si sbagliava di grosso. Avrei passato la vacanza chiusa nella stanza di quel dannato villaggio turistico.
 
Eravamo atterrate da poco, un taxi  ci aveva appena scaricate, insieme alle nostre valige, esattamente all'entrata del villaggio.
- Sarà una delle più belle vacanze della nostra vita, Callie. Finalmente la prima vacanza da single, per entrambe.-
La guardai in cagnesco, afferrai la mia valigia e marciai verso le porte scorrevoli dell'entrata, lasciandola alle mie spalle.
 
- Sta un pò attenta.-  borbottai alla figura femminile che mi aveva urtata, spostandomi leggermente.
- Dovrebbe stare più attenta lei, dato che è entrata di corsa senza nemmeno guardarsi attorno. Avrebbe visto che ero già nella sua direzione.-
 La guardai di sfuggita allontanandomi, non le prestai attenzione. In fondo, mentre parlava, si era allontanata anche lei dandomi le spalle da subito.
Vidi solo che era bionda.
Perfetto, la vacanza cominciava nei migliori dei modi.
- Non dirmi che ora te la prenderai con tutte le bionde che ti capiteranno a tiro, Callie.-
La fulminai con una sguardata.
Ma decise di continuare a suo rischio e pericolo.
- Dimenticala, Callie. Non ne è mai valsa la pena.-
 
Aveva un'espressione dolce e sincera. In fondo, era la mia migliore amica, mi voleva bene ed io ne volevo a lei.
 Le abbozzai un sorriso - muoviti- le dissi semplicemente, sospingendola in ascensore con un finto calcio sul sedere.
 
Si era fatta sera e scendemmo al bar del villaggio dove quella sera ci sarebbe stato un evento musicale.
Avevo scelto dei pantaloni neri, comodi, tacchi alti e una camicetta bianca annodata appena sopra all'ombelico.
 - E' tornata la mia Callie-  aveva esclamato Addison appena mi aveva vista far capolino al bar, lei era andata avanti, e come immaginavo, contrariamente a ciò che avrei voluto, aveva già fatto amicizia. Mi avrebbe senz'altro costretta a socializzare. Non ne avevo proprio voglia.
- Ti sbagli.- le risposi dirigendomi direttamente al banco del bar in preda a soddisfare l'unica mia voglia di quella sera. - Sono solo ed esclusivamente scesa per bere un paio di cocktail e poi risalirmene in stanza.-
- Sono questi i tuoi programmi?- mi rispose ostentando un'espressione che era un misto tra rassegnazione e incredulità-
-  Si.- risposi secca, aggiungendo- ma tu va avanti coi tuoi.-
 Mi diressi al bancone in attesa di ordinare da bere.
 
- Un Bloody mary-
- Un martini.-
I due ordini giunsero all'unisono, vidi il barista guardare prima me e poi la donna al mio fianco, con aria leggermente imbarazzata.
- Insomma, non vuole proprio darmi la precedenza, quest'oggi.-
 Mi girai leggermente di lato, per dare un volto a quella voce vagamente familiare.
Ero intenta a rispondere a tono, irritata.
Ma nel momento stesso in cui piantai i miei occhi in quelli di quella donna così sfrontata, ogni certezza morì sprofondata in quel blu che mi ritrovai a fissare.
 Aveva un'espressione fintamente arrabbiata e un'espressione divertita di sfida.
Deglutii e mi affrettai a rispondere distogliendomi all'istante da quegl'occhi.
- Prego, scusi?- le risposi ritrovando il mio tono irritato.
Vidi cambiare anche la sua espressione, divenne dura in risposta alla mia.
- Ok.- disse inizialmente secca, socchiudendo per un attimo gli occhi prima di continuare. - Sa, stamattina, credo che lei mi sia venuta addosso perchè non stava guardando dove stesse andando.-
Capii.
Ero intenta a rispondere sulla sua stessa scia.
- Potrei dire la stessa cosa. E mi sembra che nemmeno lei mi abbia chiesto scusa, se è qui dove vuole arrivare.-
Mi guardò confusa e sorpresa per quel tono così accusatorio per una questione che in fondo, era scemata già quella stessa mattina.
 
Non voleva fare questioni e in fondo la capivo, non voleva rovinarsi la vacanza.
 
- Le chiedo scusa, allora. E' stata colpa mia. Ma la prego, non vorrei fare ulteriori polemiche. Ordini pure. Io so aspettare.-
- Con quel suo tono, intende forse dire che io non saprei farlo?- abbozzai una risata nervosa.
- Cosa?- rispose mantenendo un tono rigido.
- Aspettare.- risposi a mia volta secca.
- Questo non saprei dirlo, ma certamente non credo abbia un carattere incline alla pazienza.-
Afferrò il suo martini che il barista aveva appena posato sul bancone insieme al mio blody mary. Ne bevve un piccolo sorso non distogliendo lo sguardo da me. Era sfacciata.
- Ma come si permette? Giudica sempre prima di conoscere una persona?-
- Guardi che me lo ha chiesto lei, ho solo detto quello che semplicemente penso in merito.-
- In merito al mio carattere che non conosce.-
- Mi baso molto su ciò che vedo.  Ora mi scusi, ma andrei. -
Non mi diede il tempo di rispondere, con aria risoluta mi oltrepassò col suo martini in mano guardandomi ancora una volta con aria sfrontata.
La seguii con lo sguardo fino a quando non raggiunse il suo gruppo di amiche. La vidi sorridere, non aveva più quell'aria dura di poco prima.
Bevvi tutto d'un fiato il contenuto del mio bicchiere e me ne tornai in stanza.
Avevo preso sonno da poco quando delle risate e urla sommesse mi svegliarono di colpo. Accesi la luce e guardai il letto accanto al mio. Era vuoto, Addison aveva evidentemente trovato la giusta compagnia.
Feci attenzione e non c'erano dubbi, il baccano derivava dalla stanza accanto. Spensi la luce col solo pensiero che l'indomani sarei andata a lamentarmi dell'accaduto alla reception.
 
- Mi scusi signora, questo è un villaggio turistico, di vacanza, dove ognuno può fare quello che vuole. Non abbiamo nessun controllo sui nostri clienti, non per questo.-
 Guardai il ragazzo dietro al bancone con sguardo truce, spostò lo sguardo alle mie spalle prima di ritornare a guardare nella mia direzione.
Con fare esitante, pronunciò quella frase che solo dopo mi lasciò di stucco.
- Le posso solo dire, che la stanza accanto alla sua, è occupata da quella donna seduta in fondo con il libro in mano. Magari può rivolgersi direttamente a lei in modo molto gentile.-
 
Gli sorrisi leggermente e mi girai di tre quarti per guardare nella direzione che con gli occhi mi stava indicando.
Una donna con un libro.  La scorsi da lontano e decisi di avvicinarmi.
Aveva un cappello in testa, occhiali da sole e sguardo chino sul libro che era intenta a leggere.
- Buongiorno, mi scusi.-
Alzò lo sguardo nella mia direzione, rimase ferma un piccolo istante prima di rispondere.
- Oh, noto con piacere come oggi lei sia più educata rispetto al suo solito.-
Si sfilò piano gli occhiali e mi guardò fissa.
Quegli occhi, di nuovo. Erano ancora più luminosi ed intensi del giorno prima.
Constatai che forse, in  tutta la mia vita, non mi era mai capitato di vederne un paio che fossero più belli.
Il suo colpo di tosse, mi fece ritornare in me.
Sorrisi con espressione sarcastica, prima di continuare.
- E io noto come lei sia sempre in vena di gentilezze.-
Rimanemmo qualche altro istante a fissarci con espressioni indecifrabili.
Poi continuai.
- Sa, inizialmente non l'avevo riconosciuta, ma come dire, il suo carattere sfrontato la precede.-
- Quindi oggi vuole parlare del mio carattere? E sentiamo, cosa ha da dire in merito al mio carattere che le ricordo, nemmeno conosce?-
Con la sua solita aria sfacciata che aveva avuto anche il giorno precedente, richiuse il libro per posarlo accanto sul divanetto, incrociò le braccia al petto e accavallò elegantemente le sue gambe in attesa di una risposta. Il suo atteggiamento enfatizzava  il momento, e i suoi occhi rimasero per tutto il tempo piantati nei miei.
Io dal canto mio, riuscii a seguire ugualmente tutta la sequenza delle sue movenze che di certo non mi lasciarono indifferente.
Era stata sfrontatamente sensuale.
Mi passai la lingua sulle labbra e inghiottii un paio di volte a vuoto prima di risponderle col tono che si meritava.
- Io non avrò pazienza, ma posso dire che il suo carattere non gode di certo delle buone maniere.-
- Quindi sta insinuando che io sarei una maleducata.-
- Non credo che insinuare sia il verbo giusto. Forse andrebbe meglio, constatare.-
Accettò la sfida, da come mi guardò, capii che non avrebbe demorso.
- Quindi lei, stando a ciò che dice, può permettersi di giudicare una persona che nemmeno conosce.-
- Mi baso su ciò che vedo. Ho solo risposto sinceramente anch'io.-
La vidi incassare il colpo, in fondo le avevo risposto usando le sue stesse parole che mi aveva rivolto la sera prima.
 
Lasciò cadere la questione dei caratteri, andando a parare ad altro.
-  Quindi, stando alle nostre affermazioni, qui abbiamo un'impaziente e una maleducata. Ok, ora che entrambe abbiamo definito i rispettivi caratteri, posso sapere perchè si era avvicinata, distogliendomi dalla lettura?-
- Oh, per una questione molto semplice e di buone maniere. Ma dato che abbiamo appurato che il suo carattere ne è privo, mi permetto di darle un piccolo suggerimento.-
Abbassai leggermente il tono per enfatizzare il concetto e mi piegai leggermente verso di lei.
- Provi a fare meno baccano la notte. -
- E così, dovrei fare meno baccano la notte, in un villaggio turistico senza regole, solo perchè me lo sta chiedendo lei? Per la donna impaziente che ho di fronte che mi ha più volte definita una maleducata?-
- Si-
- No.-
Mi guardò con aria di sfida.
Dal suo sguardo, dal suo atteggiamento che aveva dimostrato di avere in quei due giorni e dal suo carattere duro, capii che non avrei ottenuto facilmente ciò che desideravo.
- Mi permetto di darle io un suggerimento.-
Si era appena messa in piedi, indossato gli occhiali da sole e afferrato il suo libro.
Abbassò di un tono la voce e avvicinandosi con la solita aria sfacciata, continuò.
- Provi a cambiare stanza.-
Mi piantò in mezzo alla hall e  la vidi dirigersi in piscina.
 
E così, mi ritrovai a litigare i primi due giorni di vacanza con una perfetta sconosciuta.
 
Era sfrontata, sensuale e incredibilmente bella.  E solo all'ultimo, notai quel piccolo particolare, stava leggendo il mio libro preferito.
 
Ritornai in stanza per indossare l'abbigliamento adatto per andare in piscina. Addison mi stava aspettando da più di mezz'ora.
Afferrai il mio libro e preso l'asciugamano con l'altro braccio libero, mi diressi al piano inferiore per raggiungere la piscina.
Scorsi subito Addison, era stesa al sole col suo solito bicchiere in mano e il suo adorato cappello di paglia gigantesco, abbozzai un sorriso per quell'immagine e mi diressi  verso di lei.
 
- Callie! Ma dov'eri finita!-
- Niente, Addison. Dovevo risolvere una questione.-
Mi rispose distrattamente.
- L'hai risolta?-
- A quanto pare no-
Risposi spostando lo sguardo verso un movimento che aveva richiamato la mia attenzione.
La vidi in bikini, pelle candida e un fisico quasi perfetto.
Abbassai leggermente gli occhiali da sole per osservarla meglio.
Ad Addison ovviamente non sfuggì nessun mio movimento.
Lasciò cadere l'argomento di poco prima e spostando lo sguardo nella direzione in cui si trovava il mio, abbassando anche lei gli occhiali da sole,esclamò subito.
-  Bella, bionda, occhi chiari, bel fisico. Decisamente il tuo tipo-
- Ti manca un particolare-
- Quale?-
- E' decisamente stronza-
- Ci hai già avuto a che fare?-
- Purtroppo si. Me la sono ritrovata praticamente ovunque in questi due giorni.-
- Sarà un segno del destino, Callie. La vacanza potrebbe farsi veramente interessante.-
La guardai fulminandola all'istante.
- Cosa non ti è chiaro, del mio concetto di vacanza di quest'anno, Addison?-
- Ti ci puoi sempre divertire, Callie.-
- Con una che ha quel carattere? Non ci penso nemmeno.-
- Sarà, ma da come sorride e si diverte, non mi sembra tanto male.-
Mi alzai non pronunciando nessun'altra parola, sfilai gli occhiali e mi tuffai in piscina.
Risalii dall'acqua dal lato opposto, proprio nella direzione in cui era lei.
La sorpresi a guardarmi, aveva sfilato gli occhiali e capii che aveva seguito tutti i miei movimenti.
Rimase a guardarmi per diversi istanti fissa negli occhi, ricambiai il suo sguardo.
Nessuna staccava lo staccava per prima. Aveva un'espressione che non riuscii a capire.
Fu distolta da una voce femminile che le sopraggiunse alle spalle, si voltò di scatto di lato, spezzando di colpo il nostro contatto visivo e mentre l'altra donna le porse il bicchiere che aveva in mano, le lasciò un tenero bacio sul viso, molto vicino alle labbra.
Decisi di uscire dall'acqua e le passai accanto, sentii il suo sguardo sulla mia schiena.
 
Nel pomeriggio andai a fare compere con Addison nel paese.
Faceva molto caldo e decidemmo di entrare al bar accanto per prendere qualcosa di fresco.
 
Mi guardai distrattamente intorno e vidi una donna guardare nella nostra direzione, salutò Addison che ricambiò con un sorriso.
- La conosci?-
- Ci siamo conosciute l'altra sera al bar del villaggio. E' molto simpatica, è la sorella di Seth-
- Seth chi?-
Mi volsi verso Addison visibilmente confusa.
Mi guardo con aria fintamente spazientita e sospirando, mi rispose.
- Il ragazzo che ho conosciuto quella stessa sera al bar, Callie.-
- Ah, quello con cui parlavi scimmiottando quando sono venuta ad avvisarti che risalivo in stanza.-
- Si, lui. E non stavo scimmiottando, Callie!-
- Sarà- risposi abbozzando un sorriso per poi trasalire quando mi diede un pizzicotto sul braccio.
 
- Ciao Addison, tu e la tua amica vi volete unire a noi?-
 La sua voce mi fece sobbalzare, non l'avevo vista avvicinarsi.
Mi voltai di lato nella direzione di quella voce un pò troppo allegra per i miei gusti.
 Poi la vidi sopraggiungere. Aveva un'aria distratta ed era accaldata.
Indossava una canotta bianca che poggiava perfettamente sul bordo del pantalone grigio chiaro largo, a vita bassa, così da scoprire la pelle ad ogni movimento.
Il viso era leggermente arrossato e aveva i capelli, già corti, legati in una piccola coda, con ciocche che le ricadevano incorniciando il suo volto.
 
Non feci in tempo a lanciare i miei segnali di aiuto ad Addison, che rispose affermativamente alla sua nuova amica.
Intanto lei si era avvicinata all'altra donna, riconoscendomi solo dopo essersi fermata vicino al nostro piccolo gruppetto.
- Con piacere, Teddy.-
Sentii intanto la voce di Addison al mio fianco mentre ero impegnata a decifrare lo sguardo della nuova arrivata che mi guardava con aria sorpresa.
- Ehi, ho appena chiesto loro se si vogliono unire a noi, ho conosciuto Addison l'altra sera al bar al villaggio.-
- Oh, così sei tu la famosa Addison. Seth mi ha parlato un giorno intero di te.-
Sorrise rivolgendosi ad Addison. Un sorriso sincero, allegro e che avrebbe potuto lasciare  chiunque senza fiato.
Perchè, nel momento in cui sorrise, due fossette le comparvero sul volto, inaspettatamente.
Almeno fu così per me, che mi ritrovai incantata a guardarla.
Un colpo sul braccio mi destò.
- Allora, Callie, a te va bene? Non hai ancora pronunciato nessuna parola.-
Vidi Addison guardarmi dritta negli occhi, aveva riconosciuto la donna della piscina che le avevo indicato quella stessa mattina.
Ma ormai, aveva già dato la sua risposta a Teddy.
 Così le seguimmo al tavolo. Presi posto accanto alla mia amica e di fronte mi ritrovai lei.
- Abbiamo saltato i convenevoli.  Colpa del mio carattere privo delle buone maniere.-
Mi guardò fissa negli occhi.
Teddy ed Addison ci guardarono confuse.
Sorrisi fintamente e rivolgendomi a Teddy, portando la mi mano nella sua direzione, mi presentai.
- Callie.-
- Teddy.-
Mi sorrise benevolmente, al contrario della sua amica, Teddy mi fu subito simpatica.
 Non fece nessun movimento, aspettava che mi presentassi anche a lei.
Percepivo Addison gustarsi tutta la scena.
Mi conosceva benissimo e sapeva le mie reazioni in situazioni simili, terribili per me, ma dannatamente divertenti per lei.
- Callie.-
Esclamai secca abbozzando un sorriso sarcastico.
Ricambiò la mia stretta di mano e guardandomi fissa negli occhi, con sguardo profondo si presentò anche lei.
- Arizona.-
Il suo nome mi lasciò sorpresa. Che nome bizzarro, pensai dentro di me.
- Non mi chiamo come lo stato, se te lo stessi chiedendo.-
Lasciò scivolare la sua mano dalla mia e rivolgendosi con un sorriso sincero ad Addison si  presentarono a vicenda.
 
Non mi sbagliai su Teddy, era davvero molto simpatica e constatai, che anche Arizona, nei momenti in cui non si rivolgeva a me, non sembrava poi tanto stronza.
 
La osservai a lungo, quando sorrideva e parlava gesticolando quasi sempre, e ogni tanto potevo scorgere quelle fossette che nei giorni precedenti, non mi era capitato di vedere.
 
Si avvicinò un'altra donna al nostro tavolo, la stessa che in piscina quella mattina le aveva portato il cocktail.
 Salutò tutte cordialmente e poi rivolgendosi ad Arizona, le chiese se volesse tornare con lei al villaggio.
La vidi annuire e sorriderle.  Bevve l'ultimo sorso del suo frappè e si alzò in piedi subito dopo.
- Piacere di averti conosciuta, Addison.-
Le sorrise bonariamente, poi con espressione più seria, si rivolse a me.
- Callie.-
- Arizona.-
Ci salutammo freddamente.
La vidi allontanarsi con quella donna che si faceva spazio tra i tavoli, posando confidenzialmente il suo braccio attorno alla vita di Arizona.
 
La fissai per qualche minuto fino a quando il calcio sotto al tavolo di Addison, mi fece tornare alla realtà. Mi voltai verso di lei che mi guardava con espressione seria.
 
Sapeva che ero abile nel mettermi in quel genere di casini.
 La sera, mi lasciai convincere da Addison ad andare nel locale del villaggio in cui si ballava.
Scelsi un vestito nero che mi fasciava e che a detta di tutti, mi stava da incanto e tacchi abbastanza alti.
Addison aveva optato per un abbigliamento simile.
C'era una buona musica e il posto era tranquillo. Mi avvicinai al bancone dell'angolo bar per prendermi da bere, cominciavo sempre così quel genere di serate.
- Un bloody mary anche stavolta?-
Mi girai di scatto, non avevo visto che era seduta al bancone poco distante da dove ero io.
 Aveva il suo bicchiere in mano, seduta sullo sgabello con gambe incrociate e un vestito azzurrino che le faceva risaltare gli occhi.
 
- Questo villaggio, non credevo fosse così piccolo da incontrare sempre la stessa gente.-
Risposi secca.
- Non credere sia un piacere per me incontrarti ovunque io vada.-
 Ordinai una tequila.
- Oh, vai giù pesante, stasera.-
- Mi serve per sopportare la tua presenza.-
Sorrise beffardamente nascondendo il sorriso nel bicchiere che si portò alle labbra e bevve senza distogliere i suoi occhi dai miei.
- Balli?-
Una voce maschile mi sopraggiunse alle spalle, era un bel tipo.
Posai il bicchiere sul bancone tracannando l'ultimo sorso rimasto e afferrando la mano che mi porgeva il nuovo arrivato, mi diressi al centro della pista.
 Rimase seduta dov'era e mi guardò per tutto il tempo.
 - Balli bene-
Mi disse appena ripresi posto al bancone.
- Era un complimento? Sul serio?-
Risposi ironicamente.
 - Potrebbe. In realtà, era per farti notare che ti ho guardata per tutto il tempo del ballo.-
Era ritornata la sua aria sfacciata, occhi negli occhi. Sguardo beffardo di chi è sicuro di sè.
 - Me ne sono accorta.-
Risposi secca ordinando altra tequila. Mi serviva.
- Impossibile non guardarti stasera.-
Era diretta e molto molto sfrontata.
Cercai di ignorare la fitta nello stomaco. Tracannai la tequila tutta d'un fiato appena il barista me la porse.
La sorpresi a guardarmi divertita e nello stesso tempo con espressione sensuale.
Era consapevole dell'effetto che aveva scatenato. Rimase ferma, seduta tranquilla a guardarmi.
Era sicura di sè, mentre io cominciavo a vacillare.
 
Per fortuna, poco dopo si avvicinarono Teddy ad Addison.
- Ragazze.- Salutò Teddy col suo fare allegro.
Ricambiai sinceramente il suo saluto-
- Ciao Addison- Salutò Arizona sorridendo docilmente ad Addison e io rividi di nuovo quelle fossette.
Dannazione, sembravano non appartenerle quando aveva quell'aria sfrontata che spesso usava con me.
- Noi stiamo andando nel privè con Seth e Mark, vi unite?-
- Vi sembriamo una coppia?- risposi con tono secco.
- Perchè no?- rispose invece Arizona tranquillamente accennando a seguirle.
- Vieni?- si rivolse indietro e mi guardò con un'espressione che evidentemente non si aspettava nessun rifiuto.
La seguii e presi posto accanto a lei nel privè.
Seth e Mark erano molto simpatici e affascinanti e mi divertii guardare Teddy ed Addision scimmiottare con loro.
Arizona aveva un'aria tranquilla, partecipava alla conversazione che ogni tanto usciva fuori e in ogni cambio di posizione, era incredibilmente sensuale.
I quattro raggiunsero la pista e stettero una buona mezz'ora a ballare tra loro.
Io rimasi con lei seduta accanto a me.
Aveva un buon profumo e ogni tanto si voltava a guardarmi.
- Smettila di guardarmi così-
- Così come?- rispose con aria fintamente innocente.
- Come se volessi mangiarmi con gli occhi.-
- E' quello che sto facendo.-
- Sei sempre così?-
- Così come?-
- Sfrontata e sfacciata e..-
- Mi stai chiedendo se ci provo con tutte?-
La guardai negli occhi e ricambiò il mio sguardo prima di continuare.
- Solo con chi mi è dannatamente antipatica ma è incredibilmente sexy.-
- Sei in buona compagnia. Mi sei antipatica anche tu.-
- E..?-
Sorrisi ironicamente prima di risponderle.
- E cosa? non c' altro da aggiungere.-
Non rispose, si portò l'ennesimo bicchiere alle labbra nascondendo il suo solito sorriso beffardo.
Era decisamente sensuale.
- Purtroppo saremo costrette ad incontrarci più spesso di quanto non avremmo voluto.-
Rispose appena finito di bere indicando con lo sguardo le nostre rispettive amiche che sembrava si conoscessero ormai da una vita.
 
- Vacanza perfetta.- sussurrai appena
Non so se colse le mie parole, ma la sorpresi a sorridere leggermente.
Si alzò di scatto e mi fece alzare per condurmi in pista. Non seppi esattamente perchè la seguii senza oppormi. E da come si era mossa, sapeva anche lei che avrei fatto esattamente ciò che poi avevo fatto.
Mi ritrovai quasi appiccicata a lei a ballare. Si avvicinò parlandomi all'orecchio e un brivido mi attraversò la schiena.
- Stai insinuando che potrei rovinarti la vacanza?-
- L'hai già fatto sin dal primo giorno.-
- Potrei dire lo stesso.-
Non parlammo più, continuammo a ballare molto molto vicine.
Nessuna si staccava dall'altra. Si muoveva sensualmente, abbandonandosi sul mio corpo e mi sorpresi a fare lo stesso. Non saprei dire esattamente quanto tempo rimanemmo così a ballare.
Quando ritornammo nelle rispettive stanze, erano ormai le quattro del mattino.
Le nostre stanze erano attaccate.
- Uno scherzo del destino.- affermò mentre girava la chiave nella toppa e io facevo lo stesso.
- Cosa?- risposi fingendo di non capire.
Mi guardò seria e sicura.
-  Questa vacanza, noi. Costrette ad essere così vicine quando nessuna delle due lo vorrebbe. Non ci sopportiamo dal primo istante in cui ci siamo incontrate.-
- O scontrate.- Aggiunsi guardandola negli occhi.
Distolse lo sguardo da me ed entrò nella sua stanza.
Feci lo stesso. Poco dopò sentii scorrere l'acqua della doccia dalla stanza accanto.
 La incontrai il giorno dopo in piscina. Non pensavo che l'avrei incontrata.
 Addison e Teddy avevano organizzato una piccola gita alle porte del paese , alla quale, erroneamente, avevo pensato avrebbe partecipato anche lei.
Avevo deciso di non andare per godermi il relax nel villaggio senza nessuno intorno.
- E così non sei andata nemmeno tu.-
- Non volevo incontrarti ed essere costretta a passare un'intera giornata a stretto contatto con te.-
Sorrise beffardamente ascoltando la mia risposta, mentre prendeva posto sulla sdraio accanto a me.
 Il ricordo, andò ovviamente per entrambe alla sera prima, quando ballando, eravamo state decisamente a stretto contatto.
 
- Per chiarire, non credere mi faccia piacere sdraiarmi accanto a te. Ma non ci sono altri posti vuoti.-
- Scherzo del destino, giusto? Stare così vicine quando nessuna delle due lo vorrebbe.-
- Esattamente.-
Rispose secca sdraiandosi supina e indossando gli occhiali da sole.
Rimanemmo per molto tempo in silenzio ignorandoci a vicenda.
Esordì all'improvviso facendomi aprire di scatto gli occhi.
- Vado a prendermi da bere, vuoi qualcosa?-
- Non posso crederci, usi le buone maniere finalmente.-
Mi guardò scuotendo leggermente la testa.
Le sorrisi e questa volta era un sorriso sincero anche se durò poco.
- Un analcolico, per favore.-
Si avviò al bar e la guardai per tutto il tempo.
Aveva un pareo che non la copriva totalmente, annodato in vita e si scorgevano le sue forme perfette.
 Si avvicinò a lei la ragazza che avevo visto con lei i giorni precedenti, le rivolse un freddo saluto.
   - E la tua amica? Come mai non stai più con lei?-
Le chiesi appena tornò da me e afferrando il bicchiere che mi porgeva.
 Si voltò leggermente seguendo il mio sguardo, poi ritornò a guardare nella mia direzione.
-  Troppo appiccicosa, non fa per me.-
Si sdraiò di nuovo cominciando a bere il contenuto del suo bicchiere, che constatai, era uguale al mio.
Non aggiunse altro e dalla sua risposta secca, capii che non c'era altro da aggiungere.
 
Il pomeriggio me ne andai in spiaggia e non la vidi fino a sera. Eravamo di nuovo nel locale del villaggio in cui si ballava.
Era in compagnia di una ragazza.
Incrociò il mio sguardo, ci salutammo a stento.
Presi posto allo sgabello del bancone  distante dal posto che occupava lei e poco dopo mi raggiunse Addison.
 Parlammo piacevolmente, mi raccontò della gita e prese da bere anche lei tequila insieme a me.
Andai in pista a ballare con un tipo che mi aveva puntata appena avevo preso posto al bancone.
Incrociai un paio di volte lo sguardo con quello di Arizona che la beccai ad osservarmi già.
Ballò anche lei quella sera con quella ragazza.
Capitammo più volte vicine in pista ma non ci rivolgemmo nessuna parola oltre agli sguardi che ci lanciavamo entrambe.
Di sfida, quasi di inspiegabile gelosia.
 
Ritornai in stanza prima di lei.
Sentii delle voci e qualcuno che sorrideva, poi aprire e chiudere la porta accanto. Dal muro riuscivo a distinguere la sua risata e la voce dell'altra che non era di Teddy. Avevano preso entrambe delle stanze singole.
Cercai di riprendere sonno al più presto.
 Scesi tardi a fare colazione l'indomani. La sala era piacevolmente quasi vuota.
Mentre versavo il caffè, alzai lo sguardo verso l'entrata. Era Arizona che entrava con gli occhiali da sole sul viso.
- Notte in bianco?- le affermai sarcastica appena si avvicinò.
- Piacevolmente in bianco.- Mi rispose subito di rimando.
La guardai con aria più dura del previsto.
- Che c'è, ho forse fatto troppo baccano, per te?- Era una risposta ironica e altrettanto dura.
 Mi allontani dandole le spalle, decisi di non risponderle.
 
Me ne andai in piscina e aprii il libro. Avevo proprio voglia di rilassarmi.
Avevo appena letto i primi due capitoli quando la sua voce mi fece sobbalzare.
 
- "La noia che mi procura la sua presenza è più forte del piacere che io trovo nel tormentarla."-
La guardai, non capendo subito. Mi guardò quasi divertita.
 Era in piedi accanto  alla mia sdraio,aveva un asciugamano in mano e il libro nell'altra.
 
- E' una citazione del libro. Ci arriverai fra qualche altra pagina.-
- Lo hai già letto? Vedo che abbiamo gli stessi gusti di lettura. Evidentemente in qualcosa ci assomigliamo.-
Le risposi indicando a mia volta il suo libro.
- O potremmo essere delle inguaribili romantiche.-
- Non credo. Più che altro votate a qualcosa che vada ben oltre le normali logiche o al canonico amore banale.-
Mi guardò sorpresa della risposta. Ci guardammo per  un lungo istante.
- E così, mi pare di capire che tu abbia già letto il mio.-
- Oh, più di una volta. E' il mio preferito.-
- Sta piacendo molto anche a me.-
 Spezzai il pericoloso contatto visivo che si stava creando in quel momento, riprendendo il discorso dalla sua frase iniziale.
- E così, molto elegantemente mi hai appena detto che la mia presenza ti dà noia.-
La guardai fintamente irritata, lei dal canto suo finse un'espressione stupita, sorrise e rividi le sue fossette.
Fu il suo primo sorriso con le fossette che rivolse solo a me.
- Citavo solo una frase del libro.- si difese sembrando una bambina. Mi fece sorridere anche se capii benissimo dove voleva andare a parare.
-“Se non sei un politico, allora sei un bugiardo di natura.”- le risposi poi di rimando.
Mi guardò sorpresa, prima di rispondermi.
- Scommetto che sia una citazione del mio libro.-
- Scommetti bene.-
- Allora abbiamo anche questo in comune? Impariamo le frasi che più ci piacciono dei libri?-
- A quanto pare.- Risposi secca vedendo sopraggiungere la ragazza che avevo visto con lei al locale del villaggio la sera prima.
Si girò di spalle per guardare dove stessi guardando io. Si rivolse di nuovo verso me, si inumidì le labbra prima di parlare.
- Mi sa che devo andare.-
- Meglio così, dato che la mia presenza ti dà noia.- le risposi subito.
Incassò il colpo ma mi rispose subito di rimando.
- Almeno smetto di darti il tormento.-
Ci guardammo, poi lei si voltò di spalle e io ritornai sul mio libro.
 
"Almeno smetto di darti il tormento." Rimuginai quella frase più volte nella mia testa.
Mi stavo abituando alla sua presenza, in qualche modo, mi confortava. I nostri incontri non erano dei migliori, ma mi elettrizzavano. Mi facevano sentire viva. E quella scia di antipatia sulla quale avevamo impostato la nostra conoscenza, mi piaceva perchè rendeva tutto piacevolmente interessante.
Mi piaceva quando aveva quell'aria sfrontata e sfacciata.
E stava cominciando a piacermi averla intorno.
Volevo che continuasse a darmi il tormento.
Volevo continuare a fronteggiarla, a litigare.
Volevo continuare a guardarla in quegl'occhi.
Volevo continuare a vedere il suo sorriso.
 
 
Ma ovviamente, lei, non avrebbe mai dovuto saperlo.
 
Non la vidi fino a sera.  Con Addison decidemmo di andare alla serata di astronomia organizzata dal villaggio. La mia migliore amica aveva una passione per gli astri e mi costrinse ad accompagnarla.
Si teneva sul prato nello spazio aperto non molto distante dalla zona piscina.
Avevano spento gran parte dei lampioncini che illuminavano la zona.
La serata era perfetta. Il cielo, libero da nuvole, era puntinato da innumerevoli stelle.
 
Non prestai caso all'abbigliamento quella sera. Mi vestii comodamente optando per delle scarpe basse, pantaloni neri larghi e un t-shirt bianca. Avevo raccolto i capelli in una coda alta e indossato gli occhiali da vista, che usavo davvero molto poco, ma che in serate come quella, quando il mal di testa era continuo, non potevo farne a meno. Erano in fondo, occhiali da riposo.
 
- Callie.-
La sua voce distolse il mio sguardo dal cielo.
Mi voltai a guardarla.
La sorpresi che mi fissava con aria strana.
- Arizona.-
- Sai, non ti stavo riconoscendo. Sono abituata a vederti, come dire, in altre vesti.-
- O in costume.-
- Esatto. Ma ora, non saprei dire quale delle tre versioni preferisco.-
Indugiò con lo sguardo su tutto il mio corpo, percorrendolo piano e poi ritornando a guardarmi in faccia.
- Stai molto bene con gli occhiali e i capelli raccolti.-
La guardai confusa.
- Dov'è la tua amica? Hai già scaricato anche lei? Che difetto aveva questa volta?- risposi semplicemente.
Mi guardò stranita da quella domanda o dal mio tono.
Sorrise ironicamente,poi la vidi pensare e dopo aver fatto una strana espressione, rispose con una frase che proprio non mi aspettavo.
- "E  così per questo stranissimo spirito di contraddizione sentimentale,mi sono guadagnato la reputazione di un essere assolutamente sprovvisto di cuore. Ma io solo posso capire quanto essa sia falsa!"-
Restai zitta per qualche attimo, cercando di comprendere il senso di quella frase che capii subito fosse un'altra citazione del libro che stavo leggendo.
 
Aveva senza dubbio, una memoria fuori dall'ordinario.
C'era da aspettarselo dato che non sembrava affatto una persona ordinaria.
E la sua bellezza, non aveva nulla di ordinario.
 Una voce al microfono, fece cadere improvvisamente il nostro discorso e distolse i nostri sguardi l'una dall'altra.
Si girò lentamente verso la voce, non spostandosi di molto. Rimase vicina a me.
 
Seguiva attentamente la spiegazione sugli astri, e di tanto in tanto, a voce bassa anticipava ciò che avrebbe detto l'astrofilo.
Quando finì l'evento, ci spostammo di qualche passo, le luci rimasero spente per  permettere di continuare ad osservare ad occhio nudo e ai telescopi messi a disposizione, il cielo.
Spontaneamente, cominciammo a fare il giro dei telescopi insieme.
- Conosci bene le stelle?- le chiesi dopo un pò.
- L'universo mi affascina molto e mi piace quel velo di mistero che si cela dietro le storie mitologiche sugli astri.-
Rispose seria.
Si fermò al primo telescopio e cominciò ad osservare il cielo. Sapeva come direzionarlo.
- Ti piace la magia?-
- Trovo che serate come questa siano magiche.- Rispose staccandosi dal telescopio e guardandomi in viso a pochi centimetri dalla mia faccia.
 
Mentre passeggiavamo, molto lentamente, da un telescopio all'altro, mi indicava col dito alcune costellazioni e così, per un pò di volte, ci ritrovammo insieme a fissare il cielo, col nostro sguardo che vagava tra le stelle.
Constatai che aveva ragione, serate come quella, sembravano quasi magiche.
Finito il giro dei telescopi, ci sedemmo su uno dei plaid messi a disposizione sul prato. Restammo un altro paio di ore, nelle quali, quasi sempre aveva parlato lei. Mi raccontò diverse mitologie sugli astri.
La guardavo e l'ascoltavo affascinata. Era tranquilla, pacata e, quella sera, era più bella del solito.
Era una donna con mille sfaccettature contrastanti. Dolce e amara, allegra e seria, di una bellezza eterea ma incredibilmente sensuale. E velatamente profonda.
Avevo avuto l'opportunità, in quei giorni, di cogliere gli innumerevoli aspetti affascinanti del suo carattere e quella sera, quella donna con quegl'occhi così rari e che si illuminavano quasi ad ogni parola che pronunciava, e quel sorriso che spezzava il fiato,  brillava di poesia.
 
Erano gli ultimi due giorni di vacanza. Il primo stava per finire  e  l'indomani sarebbe stato l'ultimo.
Ci ritirammo che era tarda notte.
Per qualche strano motivo, lungo il tragitto per giungere nelle stanze, eravamo silenziose, ognuna immersa nei propri pensieri che forse non si distaccavano di molto.
 
Arrivammo al nostro piano, ognuna di fronte alla propria porta. Rimanemmo a fissarci in silenzio per una manciata di secondi ma nessuna pronunciava una parola.
Non volevamo entrambe che quella serata finisse.
Avevamo scoperto quella sera, che a dispetto di ciò che era sembrato all'inizio, avevamo molto in comune.
Riuscivamo a percepire le cose allo stesso modo e scoprimmo che avevamo quasi la stessa visione di vita. Non eravamo uguali, ma eravamo molto molto simili.
Cose, che per l resto del mondo potevano sembrare inconcepibili, per noi erano normali.
Nessuna delle due, amava vivere nella banalità.
Eravamo delle affinità elettive. Un'alchimia di anime che si sottraeva ad ogni tentativo di logica.
 
Ci salutammo ed ognuna entrò nella rispettiva stanza.
Faticavo a prendere sonno, Addison  dormiva già da un pezzo.
Decisi di rivestirmi e scendere giù in piscina.
Sul prato c'erano ancora i plaid e non tutti i lampioncini erano accesi.
C'era pace, aria fresca e si vedevano ancora le stelle. Decisi di stedermi.
Ero a pancia in su e lo sguardo fisso al cielo quando all'improvviso, sentii una presenza.
Era lei, si era stesa accanto a me senza dire una parola.
 Mi girai e ci guardammo negli occhi. Era così vcina.
- Non riuscivo a dormire nemmeno io. Ho sentito la porta della tua stanza e dalla finestra ho visto che venivi qui.-
Le sorrisi. Ritornammo a guardare il cielo, distese vicinissime con le nostre braccia che si sfioravano.
Poi intrecciò la sua mano nella mia, gliela strinsi forte.  Ci risvegliammo all'alba.
- Dai muoviti, alzati.-
Aprii gli occhi e la vidi in piedi che mi sovrastava.
- Che succede?- biascicai
- Andiamo in spiaggia a vedere l'alba, muoviti.-
Aveva gli occhi che le brillavano, il sorriso con le fossette e quell'incomprensibile aria da bambina.
Non seppi resistere,mi alzai di scatto, mi prese per mano e corremmo come due matte in spiaggia.
Lo spettacolo era stupendo. La spiaggia deserta, l'acqua limpida, e il cielo con dei colori meravigliosi.
Restammo in piedi, in silenzio ad osservare fino a quando la luce non si fece più forte.
La presi per mano e correndo la trascinai in acqua.
La sentii ridere e poi parlare col fiato corto.
- Ma tu sei matta. L'acqua è freddissima a quest'ora.-
- Siamo due matte.- esclamai ridendo e con una piccola spinta la feci scivolare in acqua.
Riemerse con espressione fintamente arrabbiata, stava per venirmi incontro per vendicarsi e mi tuffai anch'io.
Ma quando riemersi,  mi ritrovai in piedi proprio di fronte a lei, mi prese il viso tra le mani e mi baciò.
Ricambiai avvicinandola più che potevo a me.
Ma era l'ultimo giorno di vacanza. 
Ci staccammo poco dopo, ci guardammo fisse negli occhi e l'abbracciai così forte da scambiarci quasi l'anima.
Realizzò anche lei. Non ci saremmo più riviste.
Tornammo nell'albergo del villaggio.
La rividi soltanto nel pomeriggio in piscina. Era sdraiata a leggere. Sorrisi quando per la terza volta realizzai che aveva in mano il mio libro preferito.
Dall'intensità con cui lo leggeva, ero certa che ne coglieva il senso  come lo avevo colto io.
Mi tuffai e come una bambina, gridai citando il libro che leggeva.
- Towandaaaa- prima di finire in acqua.
Riemersi, sentendo già la sua risata.
- Non mi sbagliavo, tu sei proprio una matta.-
Si tuffò anche lei.
Ci raggiunsero Addison e Teddy e restammo tutte e quattro in piscina per quasi tutto il pomeriggio.
 
Lei partì la sera stessa insieme a Teddy, io avevo il mio volo l'indomani mattina molto presto.
Avevo visto scendere Teddy al bar del villaggio. Era insieme a Teddy. L'ultimo cocktail insieme.
 
Bussai alla sua porta, mi aprì  già sapendo che si trattava di me.
- Callie- esclamò con voce dolce.
Con una sguardata nella stanza, vidi che richiudeva l'ultima valigia.
- Calliope.- esclamai all'improvviso.
Mi gurdò.
- E' così che mi chiamo. Ma non lo dico quasi mai a nessuno.-
- E' un nome stupendo.-
Ed era sincera. Le piaceva sul serio.
Non parlammo molto. La osservavo mentre controllava in stanza di aver preso tutto.
Poi si avvicinò, era di poco più bassa di me. Era a pochi centimetri da me.
Mi abbracciò stringendomi forte. Rimanemmo in quella posizione a lungo, senza parlare.
Poi scivolò dalle mie braccia per raggiungere la porta.
Ero dietro di lei. Si voltò indietro, mi riguardò intensamente prima di parlare.
- " Di qualsiasi cosa sia fatte le nostre anime, la mia e la sua sono fatte della medesima cosa"-
La citazione più bella che potesse mai fare. L'avevo letta quella stessa mattina nel mio libro.
Intrecciò entrambe le sue mani alle mie, si mise in punta di piedi e mi lasciò un leggero bacio sulle labbra.
Afferrò le sue valigie e si diresse al piano di sotto.
Rimasi immobile in mezzo al corridoio guardandola andare via.
Si girò di scatto prima di svoltare l'angolo. La vidi asciugarsi una lacrima
 e io sentii il mio cuore farsi in mille pezzi.
 
Era passato un mese da quando eravamo rientrate a Seattle. In quel mese mi ero gettata nel lavoro.
Cercavo con tutte le mie forze di non pensarla.
Ero nel mio reparto, ad aggiornare la cartella del paziente che avevo appena operato.
 
-" Ci sono persone magnifiche su questa terra, che se ne vanno in giro travestite da normali esseri umani"-

Quella voce e quella citazione.
 Alzai di colpo lo sguardo. E me la vidi davanti. Strizzai più volte gli occhi pensando ad un'allucinazione.
- Calliope.- mi sorrise.
 Balbettai il suo nome.
Solo dopo realizzai che aveva il camice anche lei.
- Ho finito il libro.-  mi guardò negli occhi.
Ero più che certa ora, che quel libro, le aveva procurato lo stesso effetto che aveva procurato a me.
 -Ma cosa ci fai qui e vestita in quel modo?-
Avevamo parlato di molte cose in vacanza ma mai del nostro lavoro. Non ci sembrava un argomento interessante.
- Sono un chirurgo pediatrico.-
La guardai sbalordita. Ero certa di non averla mai vista in quell'ospedale.
- Beh, sono un chirurgo anch'io, ortopedico.- Affermai abbastanza stupidamente dato che ovviamente ne era già a conoscenza poichè era venuta a trovarmi.
Sorrise forte.
- Si, questo lo so già.-
- Sono abbastanza certa di non averti mai vista qui.-
-E infatti lavoravo al Mercy West.-
- E' uno scherzo del destino o cosa?-
- Te ne sorprendi? E' proprio così che è cominciata tra noi.-
- Ci siamo incontrate in Messico e siamo sempre state a due passi l'una dall'altra?-
- Si. Contro ogni nostra volontà, vicine.-
Sorrisi a quel ricordo. Fu uno dei nostri primi scambi di battute.
- Ma cosa ci fai vestita in quel modo?-
- Oh, andiamo Calliope. Sono un medico. E' una divisa da medico.-
La guadavo confusa. Lei continuava a sorridere.
- Il Mercy West non ha quelle divise.-
- E infatti qui siamo al Seattle Grace.-
- Appunto. Continuo a non capire.-
Si avvicinò,per  sussurrarmi all'orecchio.
- Sono il nuovo primario di chirurgia pediatrica.-
 
Ci guardammo a lungo. Poi mi sorrise, si mise in punta di piedi e mi baciò.
Non dissi nessuna parola, si staccò lentamente, mi sorrise di nuovo mostrandomi le sue fossette e sparì dietro l'angolo.
Riuscì a spezzarmi il fiato.
 
"Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano."
                                                                                                                                                   P. Coelho
  
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